Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

tt:mporauee, finchè uo1.l dimeulica <'he In sua filosofia è ncecssnriamen– le compenetrala di cose clic uou IOC• cttno il nocciolo del suo ideale ma lep,aic a circostanze d' import11oza tem1>Qrnnca. Mai u.n anarchico dc– ''c ,·onfond('re la sua filosofi:• coo il suo ideale, anche qmmdo la sua fi. losofìa è condivisa dalla ni:,~Jtiorau– •m d<'i suoi compagui. L'orgomcuto non manca di nnun– lità. o~~i. Viviamo in tempi di lrasformazio– ui. Jmmc:nsc catastrofi sociali hanno J)Orlnlo allo sprofondamento di tut• to un mondo spiriluale. Uomini che ancora vcnt' anni fa hanno credulo in teorie cd in pro~rammi che pro– mcllcvano loro libertà, benessere e ,:::iustizin in un prossimo fo1mo, si lrovnno o~gi chwanti alle rovine di 1111.tc le loro speranze. Molli di,•c.:nlauo scettici. non vo– gliono saper J)iù nieute di ideali. di proerammi, di qualsiasi s1>crau7,..;1. Ma l'i sono altri che cercano qulll– chccosn di mcl,!;lio, di più durnlu– ro, su una strada nuova verso la mrta nntica che non hanno dimcuti– cntn. Questa sihmzione orfre all' n– nnrchismo delle p;rnodi possibilitìa. Tutte le nutol'itù nelle <1uali t?;liuo– mini hanno nvnto fiducia. 11011 hnn- 110 folto fallimcn10? Che cos:1 è più facile di persunderc p;li uomini n praticare gi:ì orn la libcrt:ì? Tnfotti sap1>inmo, 1>cres1lcricuza. che molti sono divl"ntnti ana1·chici S<'nza~nper– lo. !!lenzaconoscere la nozione di n– narch ia. Ma 1>er moslrarc np;li esseri pro– fondamente delusi del nostro lem• po un cammino capace di infondere nuova forza cl'nzione, nuova volonti, nuo,•a speranza, l'anarchismo deve lil>ernrsi clnlle catene che lo riatlac- 542 cano ad un passato che non ha potu- 1Oaffrontare la realtà e si è infranto con le sue illusioni cd i suoi errori. Metterle in luce e spc7.zarlc do– vrebbe e~crc il primo com1lito dcl– l'nnarchismo. Una di quc-stc cntcue è rn1>presen- 1a1a dalla crcdcuzn nella scienza (scientificismo) o dalla filosofia po– sitivisla. Que.;ta 1eoria filosofica è consiilcrat:1, anche ai nostri giorui, da mol:i elci uoslri com1>ngni, come il principio e In fine d'una concczio- 11clibertaria del mondo e della ,,ita. come la filosofia anarchica 1>er cc– cellcuza. Dal 1>t111lo di ,,ista del no– stro tempo do,•rcmmo stn1>irci di c1nes1Ofotto. Pc1·chè, non è proprio lo spirito scicntificistn (da non con– fondne con lo spirito scientifico) che ha dalo il suo forte appoggio al– la mcccaoiuaziooe, alla centraliz– zazione. e J>Crconseguenza alla bni– talizzazione della nostra società? l!na identificazione cosi scm1>liCe della scienza e della libertà quale la cs1,rime il positi\lismo, noo avrebbe potuto oasccre al ventesimo secolo, al!'<'pOCa della bomba atomica. Uu es."-crcpensnnle ai nostl'i J!;ior- 11i ì..· difficile che ammclla che la c.cicnza naturale sia In sola e In più ,dia sorgente della conoscenza. cd a11cora meno si lascerebbe convince– re che il 1>rogresso nelle conoscenze dei falli scientifici basterebbe come base per m1 1>rOJ!rCssomorale del!,li uomini e della loro socie1;"1 ... Se co– !!'Ì rose clo,•rcmmo noi viv~re o~::i in paradiso o per lo meno mollo vi– <'ino ad esso. Anarchici classici del 19.mo seco– lo possedc\lano questa credenza, in divc1·si gradi e c~n delle riserve. Co– me conseguenza della loro dottrina

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