Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949

~e offortcgli pel suo benessere. Ep– pur<.- è raro che il bambino reagisca <.·ol timore e con l'odio alln inibi– :.r.ionimaterne. Quanto dC\'e alla ma· drc gli è certo troppo manifesto per- 1·hè le serbi lroppo a lungo rarwore, 11(} 1>uòrimanere troppo a lungo sen– zu l'itrovarc nelle sue braccia l'umo· re e il conforto che gli ubhisogunno ìn un mondo che comincia a capire nou fu tullo fatto per lui. forse il padre farebbe bene ad astenersi dal– l'csercit:irc qualsiasi funzione finchè il bimbo cominci a comprendere ud po' il debito di amore che ha anche , rr~o di lui. La funzione c>cluca- 1ivn del padre ha per iscopo lo svi– luppo dclln coscienza del figlio. Ogni lllisurn inibitiva che 11011 miri o non aiuti allo sviluppo <li qur-sta coscien– za è male non solo di 1>cr se stessa ma :mf'hc e infinitamente più ancora pel seme di male che interrà nella mr-nte del bimbo. Si può teoricame11- 1e con1estnre al padre il diritto di punire, ma in pratica è forse meglio riC'onoscergliclo pcrchè se non puni– ..ce lui punisce pili Lardi qualcun ni– tro e con mano ben pil1 pesante. L'im– portanlc è che il padre faccia in o– gni c11so comprendere al bambino perchè lo si punisce, che lu punizio– ne non sia fuori di proporzione col– l'errore commesso e che sopratutto il bambino non abbia ragione di cre– dere che tutto quello che si fa col punirlo è <l'approfìll:1re della su;i in– capacità fisica a difendersi. Per ri• !ornare ,dia lastra di ,,etro diremo che il padre deve usarla per traile– nere e non per offe,1clcre, per segna– re i limiti della libertà cli ciascuno e non scmpliccmenlci come spesso a,,. viene, pcrchè è in suo pott·rc l'usar– la. "t il potere 1imnnico del pudr~ che genera ucl figlio il ti1uo1·c priru:t e poi il desiderio della tirannia 1 chb fa della tiranni:1 un bisogno psico– logico del figlio. Se si ha a,·uto un padre tirnnno 11011 ci si ritrova. non si è piì1 c:ontcuti se 11011 si continua ad includere la 1ira1111iusotto un,, forma o l'ahm dell'esperienza quo– tidiana: in a lire ,,aro le. 11011 si può fore a meno di un ~o,·crno. I I padre è pudre solo quando figura nella co- .cuza <lei bambino, se non come amore come la tm:111111111. almeno co– me intelligenza. Quegli ha mancaio :ti suo dovere e :illa sua fo.nzioue di padre che s'in~crisce nella coscienza clcl figlio come il simbolo della po· tcnz:1. tPadri che and1'cssi furono fi. gli e impararono :1 vc1icrnrc la li– rannia e a mìsurnrc ogui vulorc urna· 110 in Lermini cli potem::1 p<.;<1So110 tro• varc cslremamcnlc diffic-ile il rinun– ziare alla tcnlazionc di farii ,alcrc come potenza nel piccolo <.·crchio del– la famiglia, nel solo ca1upo spesso in cui poa:.sano impunemente cscn:ilarc In propria \'Olontà di potenza. La tentazione ,illn vilti1 è la più difficile a resistere e In viltì1 è d'altra parte la condizione d'animo pili facile ad rsserc razionalizzata e travestita, ad essere rieaccial:i nel subcosciente a nutrire subdolamf'ntf' l'isti1110 cli morte. Ci lusinghiamo ora d'cs.,crc riusci– ti a chiarire il pcrehè abbiamo inti– tolato questo scritto e pensiamo che l'anarchia abbin da C!sere inaugura– la « in nome del padre». Oipendf' dai padri che C'rcscano dei cittadini senza cosciente o suhcoscicnlc bisu gno di governo. Primu che si poss: pensare ad abolire il governo bi3o– gna che la ::cnh'- veda e sin sit·ur,1 d1e

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