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riandare al passato per riflettere sul presente
Come nasce la biblioteca
L'idea di una biblioteca aperta al pubblico comincia ad apparire realistica ai sottoscrittori della Fondazione Lewin, che già possedeva una cospicua raccolta di testi riguardanti la Shoà, quando ha ricevuto in eredità da uno dei suoi fondatori, Gino Bianco, giornalista e militante socialista, gran parte della sua biblioteca di cultura politica, l'archivio personale, comprensivo di moltissimi documenti riguardanti il laburismo inglese e l'Internazionale socialista, una raccolta molto importante di manoscritti, tuttora inediti, di Andrea Caffi (intellettuale e militante socialista libertario, tanto importante quanto misconosciuto; conobbe le carceri zariste, leniniste e naziste); circa 200 numeri di Giustizia e libertà settimanale, degli anni della guerra di Spagna. Altro incoraggiamento a credere nel "progetto biblioteca" ci è venuto quando Miriam Rosenthal Chiaromonte, entusiasta del "progetto", ha donato alla futura biblioteca la collezione di Politics, la rivista americana su cui scrivevano, fra gli altri, Simone Weil e Albert Camus, e una raccolta di libri appartenuti ad Andrea Caffi; e quando ha voluto lasciare in eredità alla Fondazione una parte consistente della biblioteca appartenuta a Nicola Chiaromonte.
L'emeroteca digitale
Nel tempo la biblioteca ha ricevuto altre importanti donazioni di libri di storia e cultura politica (oggi circa 10000 volumi) e, soprattutto, di collezioni di riviste, in particolare di fine Ottocento, riguardanti gli albori del socialismo, e di quelle nate durante la lotta di liberazione dal fascismo e nel dopoguerra. L'impegno più importante degli attivisti della biblioteca riguarda la digitalizzazione e la messa in rete qui su bibliotecaginobianco.it di queste riviste.
La biblioteca ha ottenuto la "dichiarazione di interesse culturale" dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari della regione Emilia-Romagna.
Chi era Gino Bianco
Gino Bianco (1932-2005) è stato dal '56 al '60 ricercatore presso l'Istituto di storia moderna e contemporanea dell'Università di Genova. Poi redattore della rivista Critica sociale (direttore Giuseppe Faravelli) e responsabile dal 1964 al 1967 della sezione storica del CESES (centro studi economico sociale) di Milano. A Londra, dove ha vissuto vent'anni, è stato fellow al Center of Contemporary European Studies, dell'Università del Sussex, ricercatore presso l'ufficio studi dell'Internazionale socialista, corrispondente prima dell'Avanti! e del giornale radio del terzo programma Rai, poi del Giornale (con direttori Indro Montanelli ed Enzo Bettiza) di Milano. Rientrato in Italia nel 1987, come inviato del GR-3 ha seguito il rivolgimento dell'Europa dell'est, e in particolare, la caduta del muro di Berlino, le rivoluzioni in Polonia e in Cecoslovacchia, il crollo di Ceausescu, la crisi del mondo balcanico e la guerra del Golfo Persico. Ha collaborato con saggi e articoli di storia contemporanea a Movimento Operaio e Socialista, a Mondo Operaio, al Mondo (direttore Mario Pannunzio), a Tempo presente (direttori Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte), alla rivista londinese Survey (direttori Walter Laqueur e Leo Labedz). Ha curato per Einaudi una raccolta di testi sulla rivoluzione industriale inglese e sul socialismo pre-marxista; per la Nuova Italia ha pubblicato un libro sui laburisti tra le due guerre e per le edizioni Lerici una biografia su Andrea Caffi; per Lacaita ha pubblicato "Nicola Chiaromonte e il tempo della malafede".
Nella foto: Gino Bianco, a sinistra, con Danilo Dolci a Londra (1959).
Cosa si propone la biblioteca
La biblioteca si interessa:
- Al problema della memoria e della riflessione sui genocidi del 900, a partire dalla Shoà, con l'obiettivo prioritario di rendere il ricordo "vivo", "vitale", agli occhi dei giovani;
- A quella che abbiamo chiamato "l'altra tradizione", la tradizione non marxista del movimento operaio e socialista. A questo riguardo una particolare attenzione la biblioteca vuol dedicare alle riviste militanti "minoritarie", avendo in animo di impostare un lavoro, rivolto soprattutto ai giovani, di divulgazione, ma anche di riflessione e attualizzazione.
- Alle tematiche dei diritti di cittadinanza in Italia e in Europa, ai diritti umani nel mondo, alle buone pratiche di cittadinanza fondate sulla partecipazione democratica attiva dei cittadini, e in generale, sui problemi sociali, demografici, geopolitici che si intrecciano coi problemi della cittadinanza e della vitalità di una democrazia.
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