La Voce - anno II - n. 47 - 3 novembre 1910

km. 227 tem1>0 utile medio 6 gforni - onde pei trasporti a piccola distanza son preferiti gli antichi mezzi di locornozione. Specializzazione di carri a itinerario fisso che deve essere percor– so anche a vuoto, onde lunghi convogli di ca– richi a vuoto. Spezzettamento irrazionale dei turni del personale ,·iaggiante, dovuto a frazio– namento esagerato di poteri, falso decentramen– to. L'aumento dei veicoli noleggiati crea, per la cattiva utilizzazione, ingombri ed imbottiglia– menti mentre si pagano oltre tre milioni di nolo. Si ostacola la concPssione di binari di raccordo cogli stabilimenti prh·ati che faciliterebbe la pronta circolazione dei veicoli. Saggio di alcune spese : baraccone della sta– zione di Firenze Campo di Marte 70.000 lire; ritirata di Firenze Centrale 100.000 lire. Centi• naia di migliaia di lire in moduli e stampati inutili che si accumulano negli uffici e nelle can· tine. La contabilità ferroviaria a controlli infiniti non impedisce che un agente riesca a farsi scon• t'lre a v.irie ripre,e c!alla cassa di Firenze Cen– trale sopra semplice presentazione di un biglietto L. J2i.OOO- Differenza di criteri arnministrati\'i a questo proposito coll'Amministrazione delle Po• ste che dopo il recente furto 1\Iarullo dichiara non e~sere spediente, di fronte alla media :i.nnua di 30.000 lire di frodi, stabilire altri uffici di con• trollo che costerebbero di più. Protezionismo del· l'industria nazionale negli appalti di fornitura. Carri da ripararsi in misura tripla di quello che si aveva colle società. Scarsezza di personale nel servizio attivo, esuberanza in quello seden• tario. Personale delle Direzioni Compartimen– tali triplo di quello delle Direzioni di Esercizio deJle ex tre Reti. Fornitura della cancelleria esu– berante e costosissima. Si ostacola il servizio -dei procaccia - corrieri con contravvenzioni e penalità gravissime perdendo poi le cause rela– tive, anzichè disciplinarlo dal momento che ri• sponde ad utilità pubblica ecc. ecc. Saggio am– ministrativo dato dalla Direzione delle ferrovie assumendo ex novo l'esercizio navale (Ufficio IX): per 7 vapori impiega 8 ingegneri navali mentre la Navig. Gen. It. ne ha uno solo con 106 va– pori ; 33 milioni spesi per iniziare (e incomple– tamente) il servizio, mentre la legge ne accor• da,·a 15 ; passi·vo 11eflo superante da solo la sov. venzione annua di L. 2.ioo,000 stabilita dalla legge; per l'arruolamento la legge si rimette ad un regolamento ::he non è mai stato pubblicato (vedi La Ragio11e del 30 ottobre). Riforme ed ecoaomle. Decentramento an1ministrativo. Le ferrovie che non hanno importanza strategica ma locale eser– citate da grandi consorzi formati da enti locali (Comuni, Provincie, Casse cli Risparmio, Ban– che Cooperc1.tive, Camere di Commercio, ecc.) risponderebbero meglio ai bisogni delle popola– zioni ed avrebbero diretto interesse all'esercizio economico. Lo Stato avrebbe diritto ad una quo• ta di interessenza proporzionale al coefficiente d'esercizio. (Relazione al V Congresso Nazio– nale Repubblicano). Distinzione tra grandi linee e linee di piccolo traffico. Esercizio economi– co per le linee di minor rendimento. Esempio la ferrovia del!' Appenino Centrale che pure at– traversa centri commerciali importanti : San Se– polcro, Città di Castello. Vendita diretta dei bi– glietti sui treni, formazione di tren! leggtri con minor personale sull'uso francest::. Trasforma– zione di stazioni secondarie ed intermedie in semplici posti di movimento in cui si affidi il servizio commerciale ad assuntori privati, inte– ressati a stimolare il traffico. I comuni che vo– glion fermate passive, paghino canoni e sopra• tasse adeguate. Appalto ad agenzie private del servizio di cu• stodia, carico e scarico delle merci e delle ven– dite all'asta di merci rifiutate ed abbandonate. Utilizzazione di giornali, bottiglie, fiaschi, pa– nieri, abbandonati nei treni, reliquati del be– stiame, cascami, frantumi metallici, casse vuote ecc. Assunzione diretta di rivendita nelle sta– zioni : Jibri, giornali, guanciali, bilance ecc. Pronta riparazione e rinnovazione dei veicoli. rstituzione del biglietto per un determinato nu– mero di chilometri senza limite di validità e di linea: un buono-viaggio. Abolizione della facol– tà di spedire nrnrci « ferme ill sta1ione » causa 11rima di ingombri. Riduzione dei termini di resa e abolizione dei prolungamenti per ingombro. Riduzione progressiva nelle conces!-iioni speciali ai viaggiatori ; e vincolata quella delle tariffe speciali e locali ad un minimo per spediziom: anziché per vagone, ecc. Ma sopratutto riduzione ed abolizione di uffici e remora alle assunzioni di personale. Le eco– nomie strutturali e funzionali sono le più pro· duttive perché assicurano il coordinamento dei servizi, la buona uti:izza,done del personale e creano sane consueLUdini amministrative. L'ac- LA VOCE cordo sui criterii generali è qui completo: sop– pressione delle Direzioni Compartimentali del– l'accentramento di servizi o col ritorno alle Di– rezioni di esercizio dell1Aclrintica o col raggrup– pamento dei 13 Servizi Centrali in .soli quattro; soppressione cieli' Ispettorato Centrale assoluta– mente inoperoso, del servizio IV Personale e del YJ (Approvvigionamenti) da distribuirsi nei quattro sen·izi ; progressiva abolizione del Con– trollo Prodotti mediante controllo saltuario e re– ciproco tra la stazione di partenza e quella di arrivo, riduzione se non abolizione del servizio legale costosissimo e improduttivo e di quello sanitario, con ricorso ai liberi professionisti. Infine: aumento dei poteri discrezionali del capostazione nelle transazioni commerciali, am• pliamento degli Ispettorati di Reparto <love si fa il lavoro essenziale e proficuo per la maggior celerità, la vicinanza e l'affiatamento col pub– blico, e si ha immediato contatto col personale della linea e delle stazioni. Il consenso larghissimo di studiosi, di orga· nizzazioni diverse, di gruppi isol,lti di ferro– vieri che hanno in questi giorni sentito il bisogno di telegrafare ai pri11cipali attori del movimento per la sola gioia di aver sentito dire finalmente la ,·erità, é la constatazione assoluta del fallimento della gestione dilapidatrice e anti-nazionale del– l1attuale Direzione. Essa non vuol darsene per in– tesa. Chi non sa stare in piedi 11011 sa neanche cascare. Nella vita sudata di tutti i giorni il commerciante incapace e disonesto sopporta le sanzioni del fallimento e della bancarotta, ma le aziende dello Stato democratico attuale come ognun sa, hanno il privilegio di eludere le crisi e di sfuggire alle responsabilità. Anche il ministro che aveva affacciato il propo– sito di sfasciare gli istituti che inceppano il buon esercizio delle ferrovie, si è affrettato ad accom– ·pagnare il ritiro a pensione del vice•direttore Caio, uno dei maggiori responsabili dell'attuale regime, conferendogli il titolo di direttore gene– rale ad honorem. Tanto per dargli un ritocchino ,·isto che si erano già spese a suo favore tutte le onorificenze. Fa il paio col collare ad Aeh– renthal - e continua il giuochetto di scarica• barili tra il direttore autonomo che si dic:hiara impotente automa di fronle al potere politico e il ministro che si trincera dietro la legale autono– mia della Direzione deJie ferrovie Conclusioni, Sebbene, in teoria, parecchie delle questioni di riforma ferroviaria più urgente siano mature, sul terreno politico la loro attuazione si mani• festa incerta ed a lunga scadenza. Alcune di esse s'intrecciano con quistioni poli– tiche e costituzionali ed anziché nel campo am· ministrati\'O troveranno accoglienza ed assicu– razione nei partiti. Così ad esempio un partito nazionalista reagendo contro I' accentramento amministrativo in favore dell'autonomia comu– nale e provinciale. potrebbe aprire la via all'e• sercizio diretto delle liuee complementari da parte degli enti locali. Altre, quantunque di carattere amministrativo,. richiedono anni per tradursi in reale beneficio pel bilancio senza generare disorganizzazione (es. riduzione del personale sedentario) o un periodo di esperimento (es. esercizio economico di linee minori) colle oscillazioni e le incertezze naturali nelle cose nuove. Conviene che il personale ac• quisti coesione e tensione e paziente disciplina se vuol giungere a risultati concreti. Organismo stabile di fronte ad istituti (Gabinetto) tempora• nei esso dispone di una forza immensa di cui fin~ra non ha saputo servirsi. La tendenza alla collaborazione tra gli uomini di stato e i funzio· nari dirigenti le grandi aziende pubbliche col personale delle medesime è tra i fenomeni mo– derni dovuti alla cresciuta cultura individuale, alla spinta socialista ed alla complessità sempre crescente di tali aziende, uno dei più rassicu· ranti: è l'antidoto contro il pericolo democratico bnrghese clell'accentrarnento militaresco e della fossilizzazione. Si tratta ora di conquistare il diritto di rap– presentanza giuridica nel seno dell'amministra• zione mediante un consiglio del lavoro compo• sto di rapp~sentanti scelti'".P<:r ~~te~oria e per rami cli ser\'izio che, entro I hm1t1 d1 un coeffi. ciente normale delle spese annuali per il perso– nale, stabilito per un periodo deterrnin~to di ann!, proponga ed adotti gradata.mente quei provved_1• menti e quelle riforme addllate come necessarie dalla pratica, dalla competenza, dai bisogni, giusta il progetto Scalzott~. Questo c_onsi_gliopotrebbe portare il suo contr~buto al. nordrnamen_to del– l'aziend:i. studiando 1 rapporti tra categoria e ca– tegoria e preparando n:iodificazio_ni _nell'esercizio ferroviario che fossero rnte!)e a rmghorare le con• dizioni di lavoro e cli servizio. i::, tempo di far posto ad organisry1i e ad isti– tuzioni vive, sopprimendo quelle un1versàlmentc riconosciute come parassitarie (Commissione par– lamentare di vigilanza e Jspettorato Centrale). Il terreno cli lotta è anche quello elettorale e parlamentare. Gli impiegati ferroviari lo diser– tano troppo spesso, sopratutto nell' Jtalia cen• trale e meridionale per un malinteso e comodo scetticismo che ha le sue radici nascoste nella pigrizia e nell'egoismo della _classe. Amosfera di miasmi quella eleuorale. Sia pure e allora aprite le finestre. Una spinetta ~cordata n_onh_a mai allontanato chi si tra fitto 111 capo d1 arri– vare a far della buona musica. Alla demornlizzazione ed al malcontento del personale attivo fa riscontro lo sfacelo in quello degli uni_ci nei quali si assiste ad un quotidiano capovolgtmento dei valori individuali, dovuto da una parte alla inrl..nità del lavoro burocratico snen•ante, dall'altra alla mancata organizzazione delle promozioni che si fanno unicamente a scelta. . Quanto alla prima causa citerò il caso tipico riportato tempo fa sul Corriere della Sera. Un impiegato c!'u_fficiodesideroso cli imitare quegli « scansaclon d1 spese superflue» che funzionavano nella serenissima, evocati eia Luzzatti in un di• scorso sul bilancio ferroviario, lamentando la nessuna considerazione incontrata dalle sue pro· post~, che _gli valsero anzi noie e punizione, co– mumcava Il risultato cli una sua statistica sul rendimento effettivo del lavoro burocratico com· merciaie : su 400 pratiche prese in esame per mancata resa di merci, le deduzioni furono: In– dennizzi pagati L. 34.865. Ricuperi per merce ve~1duta_L. 2.836, pari al 6 010 del pagato, per cui ogni pratica costò in media So lire. Su 400 casi__e~aminati si fecero 29 ricerche cli respon– sabilita (i 010; s'intende responsabilità ammi– n_istrativa perchè quella di fatto [furto, ricetta• z10ne ecc.] s'incaricano di seppellirla i Commis– sariati Compartimentali di P. S. che gravano, naturalmente, sul bilancio delle ferrovie, anziché su quello degli Interni) con due soli risultati positivi (112 010). Si r~e:r"ò la merce in circa 208 casi, ottenen– do solo otto risultati positivi: vale a dire che si smarrirono 400 spedizioni e se ne ritrovarono o~to, pari ~I 4 010 ;_ ma I~ ricerche per il 96 010 d1ed~ro esito negativo. S1 ottennero sì 40 pa– reggi, (10 0101 ma 82 di essi furono automatici e solo otto cleri\'aro110 dal lavoro burocratico che importò la bellezza di tre o quattromila let– tere. E si noti che il servizio commerciale è uno dei migliori da questo punto cli vista. Quanto alla mancata organizzazione delle pro• mozioni ed al criterio della scelta gerarchie;., è uno strascico delle Amministrazioni private le q_uali volevano ri~ervarsi gelosamente questo di– ritto per premiare"sélo chi soddisfaceva ai loro fini particolari di speculazione e garantirsi con• tro gli agitatori. Al 'infuori dei posti di suprema dirige1lza compensati regalmente, non premeva loro di aver collaboratori ma esecutori ciec.1- mente sottomessi. Nondimeno era loro consue• tudine riconosce;e e premiare i migliori. C'è bisogno di dimostrare che lo stato, muovendo eia fini generali, ha tutto l'interesse a promuo• vere nel suo personale la cultura, la specializ– zazione e le competizioni, sostituendo a questo peculiare concetto di industrialismo privato, quello della giustizia e della capacità? Si com– batterebbe, tra gli altri mali, quell'arresto intel• lettuale e morale che paralizza ln vita di tanta gioventù la quale, avuto l'impiego, crede non rimanga da far altro nel mondo, si sottrarrebbe energia e denaro a quei dormitori che son le Associazioni degli Impiegati Civili 1 si ristabili• rebbe continuità tra la scuola e la vita coli' in– tervento agli esami di professori delle scuole in unione ai funzionari (è una delle migliori inno• vazioni dell'organico postelegrafico), si svecchie– rebbe in fine l'ambiente con immenso vantaggio del pubblico, senza contare che si relegherebbe agli infimi posti la categoria degli impiegati di• lettanti. Una volta. recatomi ad una stazione impor• tant<' pPr r:◊noc.:r<'re i\ prezzo di un biglietto or• dinario per Ginevra, fui rimandato dal Capoge• stione in persona ad un'agenzia privata. Pochi giorni dopo constatai personalmente, sui docu• menti originali, che dietro semplice cartolina al Capo di una piccola stazione svizzera, era stato possibile ottenere, in italia110, il computo esatto dei prezzi di biglietto a diverso tipo per l'Jtalia meridionale ed un giudizioso parere sul pilÌ con– veniente per percorso, ,·alidità ecc. L'attuale amministrazione invece ha sempre o~tacolato la cultura: si son visti Capi Divisione rifa.tare a loro dipendenti la concessione della malleveria per il prestito alle biblioteche pub– bliche; si è visto chiudere l'assunzione di per• sonale licenziato dai licei e dagli Istituti tee:• nici perché chiedeva esami e concedere alla categoria inferiore il passaggio al suo grado me– diante un esamino di proscioglimento. L 1 Amministrazione, malgrado i suoi innume· revoli funzionari dalle paghe principesche, manca di pubblicazioni sui diversi servizi, manca di scuole, manca di biblioteche. E si che l' indu• stria dei trasporti offre tanti rami cli Mudio e materie di esame per l'attuazione pratica di un organico da paese ci\'ile. \'a .:i.ggiunto che la maggioranza degli impie• gati, costituita dagli anziani {esiste anzi un vero e proprio partilo degli anziani, cosi scrio scrio che si limita a spendere in lelegrammi chiedendo quattrini e autorità sui giovani), valendosi della sua superiorita gerarchica e del privilegio di scelta che le è concesso dal regolamento, op– prime i 111igli0ria tutto profitto di coloro che si abbassano al pili spregc,·ole servilismo, comodo paravento alla loro pigrizia e disonestà. Ricordo il mostruoso caso della notificazione di aumento speciale per merito ad un agente, quasi contem– poranea col :mo arresto per frodi ed appropria• zioni indebite in danno ùell' Amministrazione. Un giusto discredito sociale fuori delle portiere verdi degli uffici, accompagna di solito questi promosi;i, che se ne vendicano esercitando la tirannide nel loro regno di carta straccia. Il ministro ave,·a dapprima dichiarato che riforme e miglioramenti al personale sarebbero anelati di pari passo ed aveva accennato alle linee es!>enziali, ma ha poi ricominciato la solita tiritern col Direttore Generale e cogli illuminati inventori e creatori della macchina che si tratta di smontare per il bene del paest, e cosi lo spettro della coincidenza necessaria delle rifor• me col periodo di tranico intenso che si annun· zia per le Esposizioni I gli ha fatto porre qualche riserva. Oa questo bivio al c.1111posanto di ogni iniziativa che sono le commissioni di studio, c'era un passo e il ministro l'trn fatto. Verranno i pochi milioni estorti .1lla tirchieria del Tesoro, ma difficilmente , ·erranno.le riforme. Nè i ftrrovieri sono malUri per Jltro1smo della rinunzia in vista dell'a\'venire: lo slancio clisin• teressato viene eia una minoranza energica del– l'J\lla Italia :llla quale è riservato un lungo ed ingrato lavoro di anni prima cli rompere le dii• fidenze e lo scetticismo che il mal governo ha seminato cl:tppertulto, prima cli dare una seria disciplina morale alla classe dei ferrovieri. L' in• successo porterà forse alla federazione delle or- BiblotecaGino Bianco 427 ganizzazioni. E sarà un bene. L'ambiente ferro– vi~ri? ~ intimament_e corrotto e buone leggi e m1glion regola111e11t1falliscono dove manca ca• rnttere e coscienz.1 in chi deve applicarli. Que• sta pes.1111eamministrazione si muove tarda e impacciata e in essa si ripercuote la generale degenerazione della democrazia. Bisogna lavo• rare ai/eri saerulo, senza guardare indietro, messa la mano all'aratro. Perché oltre alle ferrovie c'è da riformare chi si serve delle ferrovie : il pubblico con quel di– sprezzo _della legge, dei divieti, delle regole che caratterizzano il pubblico italiano. Son scenate negli uflici delle Gestioni in provincia per lasciar il carro giacente senza pagar sosta, come si fa. ceva coli' impiegato di prima 1 mance pér far in– saccare una spedizione nel vagone già in moto 1 per aver subito il carro sotto scarico causando ore di manovra in colonna treno. Ingiurie, mi– nacce, negato il saluto dalle autorità del luogo ecc. ecc. Ci vuol dell'eroismo a tener duro. Tanto più che spesso il pubblico se ha torto per re• golamento 1 ha ragione per buon senso ; in Italia purtroppo non sono le ferrovie che si adattano e _si regolano sui bisogni del pubblico; è il pub– blico che deve adattarsi alle ferrovie. Per ora \'erranno le esposizioni 1 colle ferrovie in questo stato, quando divamperà forse il co– lera che la stampa quotidiana occulta in caratteri minuscoli, senz.1 mai riepilogare. Il bagarinaggio che dissangua i produttori delle regioni povere per colpa, pressoché unica, della ferrovia, segui– terà a moltiplicare i suoi guadagni usurari sulla ,, lenta e stag11an!e circolazione delle merci. Ver– ranno anche i 10.000 carri nuovi col seguito di ingombri, imbottigliamenti e ritardi che è na– turale aspettarsi rimanendo immutati gli i111- pia1_1ti e sclerotica la circolazione. E seguiterà a soffiare nei banchetti la retorica politica e i bu– rocrati a correre come i cavalli bolsi solo quando senton la stalla. Siamo .1ncora lontani dal veder sorgere da questa putrefazione gli uomini la cui biografia politica nuda di chiacchiere come il sasso non consisterà in carnovalate, ma in cifre. ' La Voce. Lettere dalla Beozia. IV. Egregio Signo1' Direi/ore, Mi consenta anzi– tutto di farle remissivamente osservare che non comprendo per quale ragione le mie lettere, chP. io scrivo dalla Toscana, e anzi dal circondario cli Firenze, appariscano sul giornale, da Lei merita– mente diretto, come provenienti dalla Beozia. Attendo dalla sua correttezza il dovuto schia– rimento, per quanto fin d'ora tenga a dichiarare che sono superiore a certe cose. i\Ia per entrare subito nel merito clell1argo• mento, le dirò, colla mia consueta franchezza che, abbonanclòmi al suo giornale, speravo non solo di potermi formart:: una coltura veramente moderna, ma di aprirmi la strada a giudicar rettamente dei capolavori delle lettere delle pas– sate età e del presente e di giungere a cono– scere con chiarezza e precisione i criterii ed i mezzi atti a conseguire la palma del bello seri• vere. Quella strada retta e piana come un pal– lottolaio (mi passi l'espressione che forse é vol– gare, ma al !'-UO redattore Soffici ne passa ben altre). questa strada, dico, mi si è ora aperta dinanzi per opera del giornale « Le Cronache Letterarie » brillantemente diretto clal signor prof. Romagnoli Etlote. ( Veramente Le ° C. L. " hanno pe,, dfrellore Vincenzo 1lforcllo (Raslignac). N. d. R.). Il nominato professore che gli invidi, mi spiace constatarlo, sogliono qualificare traduttore di Ari stofane anziché, come sarebbe doveroso debito, poeta originale e provetto stilista, appaga esau– rientemente questo mio desiderio, instaurando il metodo per « assorgere ad un concetto della letteratura veramente serio e scientifico >> me· todo che non esiterei a chiamare « il nuovo si– stema di critica », se il termine non fosse già stato usato dalla « Difesa dell'Arte » giornale che non mi pare troppo accreditato nella libera repubblica delle lettere. Esso mi si presenta come un complesso orga– nico di norme positive, emananti da una sorgente posta fuori di discussione, offrendomi modo di raggiungere quell' assoluto tecnico che è croce e delizia ciel critico imparziale. lnfatli, seguendo i principii del sullodato pro• fessor Romagnoli, io so che solo colui che scrive bene è un grande scrittore e che la poesia è, secondo la scultoria e in pari tempo matematica definizione dell'esimio prof. FraccaroLl Giuseppe, « quel non so che » che si sente quando si legge Dante o Carducci. Principii chiari questi, la cui profonda portata non è chi non vegga. Da essi è ovvio dedurre il cammino da se– guire: esiste una serie di discipline, oggi troppo trascurate e negletle, che mirano appunto a svi– luppare nell I uomo l'attività letteraria e a for– nirgliene gli istrumenti; voglio dire, cioè, la sin– tassi, la stilisLica, la prosodia, alle quali, come sussidio tecnico-materiale 1 aggiungansi il voca– bolario e il rimario. Certo non mi nascondo che bisogna avere qualche cosa da esprimere : la materia ; ma questo è di tutti. Illuminato da questi principii, con dolorosa sorpresa mi son dovuto accorgere che il suo giornale, signor Direttore, non corris 1 Jonde a questi nuovi ideali che s 1 impongono a tutti gli spiriti vigili, colla forza della loro evidi::nza. Poi• chè - mi perdoni questo rimarco in grazia del- 1' interesse che, come l~i sa 1 ho sempre manife• stato per la buona riuscita della sua coraggiosa impresa, - il suo non è un giornale letterario. 1 suoi redattori prendono la vita troppo sul serio e troppo alla leggera quelle discipline che, come s 1 è visto, riducono ad espressione letterariamente atlendibile quel complesso di sensazioni che é della comune rlei mortali. Oncl'è che, da par suo, su q11esto terreno il chiaro letterato G. A. Bo:-• gese può trov~rsi concorde coli 'illustre prof. Ro· magnali nel constatare che a loro è interdetta la delicata sensibilità deW artista. Nelle « Cronache Letterarie » vedo invece fervore d'arte; nuovi poeti s'annunziano e, primo fra tutti, il signor Borsi Giosue cui è doppio auspicio augurale da un lato il nome del fatidico vate d' Italia e dall'altro la diritta coscienza del benemerito Oirettore del « Nuovo Giornale>>. E se non mi riguardassi a render di pubblica ra•

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