La Voce - anno II - n. 16 - 31 marzo 1910

LA VOCE all'aurc spiranti, mescendovi, vibrandovi il suo respiro; poi, \ 1 enuta la prima notte, si china, senza gemito, si stringe e muore. Non er.1 lui quel fiore azz.urro, la e blaue Blume ), che gi\'a cercando, perduta, sol ritrovabile in grembo a Dio? Non lo frangeva, tenero com'era, il gran peso della romantica scienz.a che incombe,•a sul sno '-pirito. Storia, filosofia, scienza di Dio, scienza della n:uura 1 dell'universo, tutto abbracda con fantastico sl11ncio, tutto incen– dia delle vampe del suo pensiero. Di ogni romantica conquista fa p:11tecipe i suoi Ld1r– li11g,11 \" !Ùi$ che adJes1ra. Per ogni via scavata nell' intinito e nell'eterno si mette. Fichte, Friedrich Schlegel, Schleiermacher, Schelling parlano con dolcezza di paradiso e soavi1~ petrarchesc:i per sua bocca ; offron concetti, aforismi, massime, sentenze, guizzi e frammenti d'idee, che, passate al vaglio del suo ~piri10, rivi\itìcatç col su.o soffio in– teriore, ria~ce~e con mistica ardenza, escon con nuova form:1 1 e riballon alla mente no– stra come fosser intmzioni gtniali, no\elle d1 origrnalissima impront:J, E venne cosi can– tando il Novalis le universali armonie che congiungono in un sol tutto inscindibile il creato, l'amore che l'uni\·crso 'stringe in un sol nodo, e tutto anima, l'amore che mosse il mondo a uscire dal caos inerte e associò fraterne le stelle in cielo, e spirò le melo– die dolcissime dell'infinito. E immaginò il simbolico racconto del gia– cinto che lascia la patria e i r,arenti 1 spinto da ardentissimo desio di riconoscere, scrutare e svelare il gr.an mistero della natura, ed erra ed erra, e cerca e ricerca finchè trova pace e acioglimento dell'e'nigma gitlandosi tra le braccia del fior di rosa amabilissimo. La vita stessa immagina romanticamente, depurarsi, togliersi le scorie e il fango correndo alla morte, correndo cioè più lestamente a Dio, prosciolt:4 dai lacci terreni, e seguendo il cammino eterno di perfezione assegnato ad ogni creatura e ad ogni atomo dell'universo che 1' india nel tanto volgersi di tempo. Ama il sole ed ama, come Michelangelo e Leo– nardo, le notturne ombre che scendono ai • mortali, e li ir.>vita110a race~gliersi nel ~an– tuarìo dell'anima ove non approdan I' ire e taccioo i rancori mondani ed ove folge ogno· ra la più vivida luce. Alla notte solle\'a gli ioni più fervidi. 11 trionfo della vita è scala al maggior trionfo della morte. La morte invoca, la morte pregusta con mistica voluttà ed ebrietà. La morte benigna e pia lo tolse colla sollecitudine im·ocata. Nè ci riesce fi. gurarlo perduto e smarrito ancora allo sban· darsi della romar.tica famiglia, privo della spirituale vita, pri,•o dello spirituale nutri• mento <he soleva sorbire dai ,·isionari e pen· satori suoi compagni, che destava nel suo cuore la poesia pii1 viva, le armonie più dolci e inetfabili. Ali' intima \'ila de' romantici pur parteci– pava un altro tenerissirno e delicatissimo spi• rito, Wackenroder 1 destinato pur lui a tra• gittar rapido, sonio che veemente spira e cessa col primo turbine; partecipava coi fremiti del cuore, infiniumen1e più che col vibrar della mente, non usa alla speculazi< ne propria 1 originale, alla profonda e divina calma medir.urice. Al gran concento mesceva la nota rndi\·iduale sua, lolla dolcezza e soa– ,uà. Natura d1 Ueato Angelico, era nalo per esaltarsi ed aJorare perduto nella ~u.1. mis1ica C'Oruenipb•tione. Sensibile, n,alattccio, ~ra10 :dia morie appena sbocc.iato alla dta, era dai rapidi entusiasmi che comunic.na agli amici come consunto. Chiaro\'eggenle, di percezione hnissima, nocque alla produzione sua I' inli• milà soverchia 1 il sogno che l':wvolgeva e che ~li era come velo al ptnsiero. A nessuna spiaggi:i approda. E app:tr come esilialo d.t questa terra. Ritrova nell'immaginazione i lontani lidi e le et:\ lontane 1n cui più in– tensa era la vita del cuore, pii1 ferddo ra– spir.ar a Dio, più profonda e :1ccesa di divino ardore l'arte, più cavallereschi i costumi. E il Medio E\'o accarena come l'età ideale ; alle antichi13 germaniche ,;cioglie un inno. Le rovine sepolte estrÀe alla luce, anima di un soffio di vita 110\'ell:t. L'arte, nel concello .suo, ,uol e1:ser se1,ti1:1 1 godu1a, pili che ri– creala e rifalla. E dell'infeconda artistica pro- duzionc che caratterizza i romantici dà lui stc1:so singolare e1:empio 1 vantando il filo– sofar perpetuo sull'arte. l'ola quelle sue allu– sioni ed espansioni del cuore, nutrite di tutte le vampe interiori, uscite di getto, malgrado il torturarsi per l'espressione \'agheggiata han– no vern, artistica per(ezione. All'esuberanza di sentimento, la parob consuela è frale, im– po1ente1 e un'onda di suoni l'invade, la fon– de1 I' i1111al1:1 1 la sublima. I !Ji l'impressione di un'orchestra tutta lesa ai suoni altissimi. E il \.Yackcnroder con fervore ed en1usiasmo la guida e l':icclama: e Kommt, ihr TOne, ziehet daher und eretlet mich ans diesem schwer– lichen irdischen Streben nach \Vorien, wi– ckelt mich ein mit euren tausendfachen Strah– Jçn 111 eure ghin1.enden \Volken und hebt mich hinauf in die alte l"marmung des al– l1ebenden I limmels >. T1eck 1 uno dei più in vist:i dell'eletta schiem, pareva 13ccogliesse in sè lutte le in· quietudini, i contrasti, i dissidi, le morbose sensibililà e irritabilità dei romantici. Il re· rtgrin:ire del suo Sternbald, senza tregua, senza pace, senz.a polo a cui dirigersi, sce– gliendo l' ins1abili1à come legge, è il pere• grin:ir suo. Ci accora il vederlo cosi sciuparsi e struggersi. Concediti pace - gli vorrem– mo gridare - ; ritrovati un sostegno; rac– cogli il pensiero e placa quell'anima posta a librare sui precipizi ognora, tra cielo e in– ferno, pasciuta d'estasi o di deliri. Fu for– tuna che trovasse compagni di meditazione tl!nace e profonda, che desse a lui i dogmi fatti, le idee ordinate, già rigurgitanti di vita, una c~ncezione nuo,•a della vita 1 dell'universo e dell'arte opportunissima ai rapidi svolazti della su.a fantasia, beata di spaziare oltre terra, nell'oasi dcli' infinito. Dall'officina del suo pensiero non uscin che il vago, il vaporoso, l1 indeterminato, nulla di profondo. Non c'è romantica teoria o dottrina che abbia I' impronta originale di Tieck. Ma tutte le dottrine e tulle le teorie passarono invase dai suoi poetici furori, rifatte, stemperate. E fecer lungo cammino cosi; si insinuarono con voluttà in altre menti 1 perdettero presto il loro nerbo e vigor primitivo; ammollite, r.1ddolcite si rivela.ton mature a una pronta degc:nera1ione. Cercò la poesia do,•unque quel navigatore audace per tutti i mari, scorrente nei pili remoti lidi ; ma la poesia vera non la trovò mai, disse il Grillparz.er un po' cru– damente, perchè cercata fuor dt:11'unica sua fucina, il proprio interiore. Da quel!' interiore, bastevole a rifoggiarsi un Dio ed a ricrearsi un mondo, ai romantici di pili profondo e più sano intuito, era come d1 fuor balzato per correr freneticamente all'ombre, ai sogni. Il sogno è l'atmosrera che più gli conviene. « Die \\'eh wird Traum, der Traum wird \Velt > diceva il Nonlis nell'Oflerdùrgm. I a poesia sua è una pcrreua visione. Fanta· smi evanescenti che svaporano al primo sof· lio di ,·ita. Par voglia infrangere le sue fi– gure invece di plasmarle; eppure era entu· siasla 1 sludiosissimo di Shakespeare, il mag· gior plasmator di vite um:me lanciato nel giro de., secoli alle scene. I e scene popolò pur Tieck de' suoi fanU· smi, e scrisse drammi d'ogni sorta, dialo· ghiz.z.ate ,·isioni, ripetute storie dell'io pro· prio, riflesso nelle vite altrui, e divagò in tutti i sensi, con una produzione :,variatissima, facile quanlo superficiale, impro\'\·isata talora, sovente nutrita non del vago, del \"aporoso, dcli' 1ndetermina1◊ 1 der fanrnstico e senti men• tale solt:,nto 1 ma ghiotta dell'orrido allresì 1 del lugubre, del cupo, del tetro e convulso. A mera\•iglia poteva sbizz.arrirsi nella fiaba, nel e ~larchen > 1 ove non occorre\·n vigilare la fantasia, slringere l'invenzione ac! organica unità ; b:istava tessere e tessere leggermente-, fuor del reule, fil:1rc a piacere le avventure di rate e di streghe, far risuonare le corde di tulle le lire, accarezzare i sogni più dolci e pm paurosi, e ad ogni voce che nella na~ tura echtgl,\ia,se pre1ìtar orecchio e gittar l'anim:i. Non sto!T.1 di mi1'llC0 1 succhiava, tuttavi.i, come da tulio, anche dall'ebbrezza de' mistici; sognava coi mistici, delirava con loro; s',1ccendeva delle lor vampe. Qu:ll viva amicizia lo ~trinse al Novalis! Del respiro arden1c dtd \Vackenroder pare\·a respirasse lui pure. Quella riccttidtà somma del mob1l Bibloteca Gino Bianco spinto fu benefica. Taluni dei più fervidi sogni de' 1omaniici non hanno espressione migliore che nella sua musicale (avella. Quel– l'aspirar dell'anima romantica ad una terra lontana inlraneduta nell'estasi, lungi lungi dall'aiuola nostra, cercata con :1rfanno e non tro\'ata mai, è res'l dal Tieck senza slraz.io , sen1.a acerbità, luffata dall'onda lirica del sen• timen10 flessuoso e molle che accompagna il sospirar suo per una patria ove non poserà il piede mai. Nè era solo Goethe a versifi• care la lìlosolia della natura Schellinghi:rna; anche Tieck diè ad essa ritmica espressione, leggiad, ia e dolcezza, melodica dolceua che s' insiou1 e conquidc. Arturo Farinelli. I l'll)[OIIO mo/I, />frJOII( a Ul'Clll'III; rhe ll(UI mi lnr.·,1110o ,,,; lro: 10110 m:r11p11lo r qui11di mi di– 'IJ:r6'11w. Ilo Jiua/o dunque J,,(1· loro d'esser( sem• pre fllla dur;ùmt dr/la \·occ o,tm· llltTrcJkdi ,/111/t' 1-1 fllk 16. Cl,i 11011 possa ili qut'llr orr di q11c/ giorno, puc> fawn· ap/n111/im1,•11/o ~•r ltlkrn o pe,· ldt'/0110 28-30,. Glt'SF.l•f•R l'W.1.7.ZOLISI. Il futurismo. - Spero che prima o poi qual• cuno s'occuperà qui dei vari che pubblicano i loro versi in « edi1.ioni futuriste •· Son 1enipe• ramenti differentissimi ; tanto che se fossero sinceri la \'i,ione artistica di uno clo"rebbc ani– margli C(lmsi un odio fisico comro l'altro. L' u– nione loro forse non è che un Cillcolo: far re– clame 1\lla propria personalit:\, raffazzonandola qua e là di cenci che essi si son accord:iti di chiamare « fede futurista •· Ma in reali.\ solo la comune copertina sa metter assieme un tisi– chino spirituale, come 1>. e. il Palau.eschi, con il Buui, J), e., gio\'anc dai Polmoni tanto sani che si :tfor~aa lutti i costi di guastarseli tirando fiatate più larghe del petto. La copertina ; e an– che l'epinicio d'obbligo al duce ~larinelli. )larinclli: lkllo, bello, bt-llo•.. .: San10I ~nto! S.n1ot S.1110quaDJo peoN Ji l-ruciu~, S.nto quando 1bbruci, Santo quindo le gua1di I• IUt fì11mme Mnlo, Il lettore postilla: - Santo, secondo il credo <utwrioua, è ("Oluiche paga. N~ il lettore fa dello spirito, nè maligna. Il cosi detto futurismo è uno dt!i molti tentativi di produrre un moto spirituale qualunque perché se n' ha in tasca la possibilit,\ co,11111~,·dale. È nalo dal grossolano e,1ui\'OCO che l'a\'er i mezzi per lanciare un'idea basti a produrla. È un lusso di letterati che, pregno il sangue della potenza finanziaria mila– nese, moderna, han creduto cli poterla far \'tl• lere pur nel mondo disinteressati!tsimo dell'ar– te. I futuri-,ti mostran volentieri i <lenti :i d'.-\n• nunzio: non ,'accorgono però che la ,·elh!ità d'annunziana di riformare il dramma nostro fab-– bric:mdo un tt:atro bairuthiano, ~cnza \\·agner, è sorella gemella dtdla loro di rinno, are la J>OC· sia it.11i.u1aa forza di manifc~ti e buflonesche rapprcst:ntaidoni teatrali. Pcrchè il - chiamiamolo co'tl - mO\'itnento flllurbta 11011 ha :tffo110 liii vero coutcn11to -ìpi– ritu.1le. I.e forme sll'S'>C <li 111:llerialit:"1 anti– patica con cui esso cerca di ,u-.ci1nr intcre~se: le circolari a ge110 continuo. con l'an·ertenza che -.e ..,._ir,umu pubblicate e J>ot:,ia • ~pedirà in dono quc~to e <1ue:,t'altro \Olume a ~celta, ecc. ere. ecc .. ri\elano ~i;\ <li per ,t; I.i man– c:1112:a di ~pina don•alc dello spiri10 di cui sono manife:,t,11.ionc. E -.e guardate: un po' :n1enti, \·edcte ~ub1to che cotesto .!->pirito è una ,·uot.l. fi111.io11c - t:!'>tcticamente - cli ri\"olta, che ~i 1i1ill;1con una \'t!rit,"1critica molto comnnc, e d1e proprio in quelle forme commerciali ~i ri– soh-c e ,i c.li, -.oh-c tutta. Il loro hociare non ~ affauo i:iu,;tilicato da 1111,1 visione intima. Il loro mondo st0rko è in fondo csteti-.nu, tnmcfatto a bubbone con J>OCO opportune. frequcntis'iirn~. iniezioni di formule fr,111cc~i che in Francia son coronamenti teorici di cchfici gi;\ da l1111gc, esbtcnti. Ridotta a sin– ceri!:\, ad arte, la loro nrtc snrchhc.· i111ri-.a d'un sentimento nostalgico a terre lontnnc, dove :-on po~sibili le a\'\'enture di terra e cli mare: un rc.,manticismo decadente. L'amore da loro pro– fessato J')(;r la reali;\ moderna non è che un 1entar di •,offoc;in.·co1c-.10con1cn1110che sentono sorp;l'.s;1to huttandogli addo-.,o automobili. a<;ro• plani, turpc.•,lini<"r<". Parl:mo di lib<:razioue dello spirito dai miti pot>tici del l)as-.:-ito · ma non ~nnno crt':ir :iO:'lttOi 11110\'Ìmiti dalla nuo\"a realtf1. Il loro concc.·pimento C pieno di mMcria– litol non nd11h,, cioi: : come la J>UÒ \'edere un ricco borght:,c che per non ei:.o,ertra\'oho dal 295 motore 110\ i~-.imo -..ene comJlc.·r,1 lui uno. e in piedi. alto e corpulento. accanto al iuidatore che calmo (• .;ereno strini;:e il \'Ol:rnll', ,put:-i da dominatore ,ui 1:uoi eguali pa... -.anti che ,i lap– pano il na,;o impauriti. E ~pula .;ulrorrore im– j).'luritoprr non imp:iurirsi e inorridir,i lui. della corsa. Sono lontani,.,jmi dalla realtà pres<-nte: non con1t:mplano aff.mo pcrchè son sturbati da un de:-iderio d ',11.ionc ne~a1a dai loro par\'Olctli muscoli. Tcntan cli credere. non 0011,•ìuti,che il signific:110dclln uostra epoca. quello che può dn.r un nuovo Abi10 nll'cterna, eguale, \·i..ionc intima. sia la sua :ipparenza e<;1eriore: la fretta, il con,umo rapidis"limo dcll'ener1,:ie, l'ameri– canismo. ecc. Questa fintione estetica ha un presupposto critico che è ormai luo~o comune : dice\'O, Tutti ci accordiamo nel sentire che lo '-pÌrilo italiano abbia qua:,i 1>cr '-Urt condizione di \'ila l'accade• micit.l. La 110-.1rn leucraturn e la nostr,1.nrte in generale t: po\e1issinm di quelle opere che 11011 possiedono un valore assoluto, in sè, c~1c1ico, ma si - e grandissimo - -.torico: le opere liberatrici, che !'-palancano l'anima intarmolita e ingrommata. I fuluristi 1•oglio110 liberarsi eia queslo slato d'animo. lll\·en1:in la teoria prima della pratica; s'inzuppano di affermazioni critiche: e s'illudono, o mostrano, di esser ispirati dal nuovo dio. Ve• rissimo: 1uui noi che \'Oglinmo trow1rci non nell'Elios che sfcr1.a i suoi destrieri per le vie del cielo, nm !ti nel manovale che sedutosi sulla soglia d'una port:i agguanta con le gambe strac– che il 1>0rta-\'i\'anclee s'imbrodola i mustacchi di pasta e buccie di fagioli ; siamo un poco futuristi: ci rivohiamo contro di noi e sca, 1 iamo dentro dentro. Ma i futuristi di ~larinetti non si rendono af1a110conio del dramma interiore; anzi per non senlirlo, urlano. Per non farsi scompigliare da lui, fanno pubbliche, continue affermazioni che impediscano loro di dubitare. Realizzano al di fuori la sicurezza che non è nell'interno, per esserne nutriti. Per cotesta incoscienza i loro libri si leggono senza nessuna gioia di liberazione. E io non credo affàuo a una , era funzione, neanche sto– rica, di ques10 mo, imenio di ~larinetti, mece– nate cieli' l,o,,111,rc11/u.s letterario in fregola, che c' è in lui e nei suoi sozi. Del poeta, se ci sia e di che valore, questo è un altro affnre. s. s. A Flame, la città italiana ancora tanto lont:ina dall' ftalia, u.sch-a un settimanale, « /..a gùn•n11e J·ì',mu: •• serio, one,;to, batlagliero: difendeva l'italianità contro il governo ungherese, conlro i croati e contro gli ilaliani a11fonou1i'sli che sono come chi dicc-.se i liberali-nazionali di Fiume. Era uno di quei giornali che in un posto do\'et le idee si aumentano dell'assenso di que!tli e si rinforzano dell'opposizione di quelli, ,·i"endo nella vita cotidiana degli uomini, proprio come condizione d'esistenza umana, senza la c1uale l'atto di\'enla stfracchiamento di muscoli rra una dormita e l'altr.t, e il giudizio una nrnno d' an– noiato caffeista che cerchi d'acchiappar le mo• schc che li ron1a110intorno e : - ce I' ho ! - grida, e invee-e qut"lla svola imperlurbata dal quaclreuino di zucchero allo sputacchio c,11arroso per tena, e il sentimento è come il gusto <li palparsi con dita dclicnh: il cuoricino velluttato: in un pos10 in cui ci si può sentir \'Ì\'i anche fuori di sè, sarebbe stata la « Cim:a11e Fiumt• » un sano giornale, dirnlga1ore di buon senso politico e di cultura alle migliaia. l'er Fiume cm un piccolo capolavoro di spiritualit.l. un'opera indi\'iduale, si può dire: di gigante .. \ss:ii J>OCO allargamento di cerchi concentrici faceva balumclo nello 'tt.t• gno: ceri' acque quando han sa1)uto produrre dalle proprie vi-,cere un paio di gracidanti ra– nocchi rhe le c:1111i11 la serenata, e un po' di musco bavo-.o ai margini per dormire ':!(.)llice comoda, più non chiede: e se un giorno clomi– neddio per amor di lei disordinas ... e magari l'u• ni\'er~ sradicando il sole dal cielo e glielo piom– basse giù sul peuo a farla schi1.1.ar !t,eglia e ngi• tarla e scuoterla, io penso che si fi<·cherebbe più fonda nella belletrn, borbouanclo tra sonno e veglia: Te poi,,ino ammaua' ! Ora, da qualche tempo, L,, Ciol'llitt• Fiumt• ~ morta. L:1 sua rcda1ionc ue ha mnmlato ai let– tori la partecipa,ionc: ~ morta per l'npatia, I' in– differen1a della cittndinanza e 1'0,1ilit,\ elci par• tito dominante: C'Ìtlè µerchl.: il lxwe non ama il pungolo e perdi~ ci son elci 1>0,·iche pensano: - Se noi cml\"in..:iamo i no!'-triconcil1;1di11i ad accettar b,mini il ){ÌOtO del p;1dronc, e a leccar– gli le mani mentre lo mette, il padrone per ri– compen-..-i tr:itrn noi., frc'ica lupinella. E iutanto che gli ,1ltri, :'l){t,:"iOi,t"ati, cercan fra -,,1,,;,,;i qualche sterpo non ancorn proprio secco, noi ce la ru• miniamo heati dallo ... tomaco alla bocca e dalla

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