La Voce - anno I - n. 50 - 25 novembre 1909

LA VOCE 213 Per cbi ba vog:li■ di luorare r 11<111 di bixhdlo1111rt per i raffi r p,r i r,mi drllr ciltfl di prm:iuria, e' t umprr tmn cosa ulilr da fnrr: iudngnrr qual' t'- il rarnllrrr la Jm• dizJourr lii staio dr/la ca/Jurn riti proprit, paur; i,,dagnr srrinmmlt, com' t stato fnlf,,, ptr rsnupfo,per Fnm,a iu qurst,, 1111111rn1; e srrlt•1•rr quindi ,ma hmwn 1• srmplia rrltr– {iolll' a/In \' o(~. Ci mn11rnn,1 prnml'Ssepi'r fr segumti ritlti: P1•rngia, RtggioEmilia, Parma, Jlrrcma, l.11ffa, Massa, Simn, A1nceraln,Sira– cma, Rimiui, Pillrm:;,_a, Cwuo, Pndavn,ere. ur. Se•prc per chi ba vocii• di lavorare r mm puO darci qutslt rtla,ioni, tao una serie di argommti dti qua/; qunldu gi,n.:mu·farebbe btne d',,r,upnrsi, magari wtttnulosi i,, rarri– spo11dm;,a r,w noi rbt simuo disposti aurb,· a Jornirr bibhografta:lr Bibliotrcl,rpoJ><,lari in ltnlia, qutl rhe si t' fallo r qurl rberestt1 da fnrr; Qurllo chenlln roltum t1n~Jo11nlr hau dato i 1·aripartiti politici, ;,, fatto, per rsem– pio, di ,,pert originali, trad11;,iot1i, fot1dazJ1111i di i,i/,/iotec/J(r di cirro/i; 1/Justra;Jcmi' di pirroli 11un,,1i,11ruti ,, srllt rrliv·ose; Rrla:;Joui si11gole fra la Jifos~fia italiana t le stra nini'; Qualrbt pn,1,/mw partirolnrl' tifi/a q111·sti01U' dtl 111rz.z.,1xionw; Lr librerit r i libri italiani alrutrro iu relazJo,ir ron l'oniKrnz.Jont; t -z•iu dicmdo. Sr questa i11i;_wtit•at,rti buon 1Sit,, ,ontùwertmo a indicare argommti cbt ri pin– cerrbbrJosmo Imitati dalla \"occ. Coll1boratioae del pubblico. - 1\1i filpitlf spessodi rirrorr, ltllert t• articoli rhr, o po il loro insieme o per lo sp11z.ù1 <' per altrr raxioui, mm possiJpubblirarr; ma ur estrar– rei i:olmtien una fmu, uua proposta, 1111a rritica. ./\'ti m,mrri prossimi, dumpu, rer– fherò di trovar, 1111 po' di sp11{Ì<> prr q11rst11 collaboraz.iour dti lrttori: cht avrà 1111 wrat– )trt assai /ibrralc, p11bhliamdotalvolta opi– ,rioni che,11011 ci paiono giusle, 111ache smw uprusr bmt r rivelano si11uri1à o proposti' cht 110,, possiamo,ucoglitrt, ma drllt ,,,wli altri si potrl, Kiovarr, ,, ritaz.ioni di passi i11Jtrtssa11li di 1111 aulorr, e magari con– tradiz.io11i a qutl rh1· qui si sostimr, p11rrh,~ abbiano ,m po' di buon sr,uo r di serietà. Sopra ,m solo rnratttrt msisliam<1: In brt'"11itfl dtgli scritti; i quali ri dn10,w rssrrr imtiati tnlro bmta ron soprascritta ,, Collaborazio11r /id Pubbliro L, \"oc,-. (Cliché di VITA D'ARTE.) Giudizi stranieri sull'arte italiana. {lmrndo noi ci lnmc.-ntiamo dt::llt: condi✓.ioni del– l'nrtc italiana e <.lichi i: chiamato n ingerirsene. SA:mhriamo b,1~<.•mti<·maldicenti: mn intanto 11<.~– s,1110 ,a qm·l eh<.-,i pen,a di 11oi <' delle no;;;trt: cose :1ll'e,tt:ro. Ect·o alcuni J{iucli1.idi giornni ri\'iste francesi -.ull' <.·,po,i7ione i1nlia11anl Salone d'J\u- 111nnu: « li exi,lL' t.:!11 ltnlil·, uou;; \'Olilom, le eroi re, - d' autre~ pei11tr1.:,et cl'autrcs scul1>tcur:- qu<· ccu, doni l'on \'1Jit cctte nnnée Ics oem·rcs au Salon d' nutomm .. · : ,,m, cela il faudrait déscsvl!· rer de I' nvenir :'Hl1,1ique cl' une race qui pen– dant plusieuro;: :-it-de, produi,it l.tnt clt..-chefs– d'run re.• " 1: e,po,ition it,11ic11ncc,t d'une r;tre plnti– tuclc. Il ) a eh• toni là dedan,. et . ..,j I' on en cxcepte c1ueh1ut:, di, i1,ionni... k, ... egantinien-, .... le rt.',tt: e-.1 d' lllll· banaliti.- lamentnblc. • « La ,ection it;tlienne - où tout n'l"st que niai-.eric ',t'lltitll(:111.ile, virtuoi;;itt:, fat1'1'.•"'t:mbl::rn1, oulrnnc-e Cl bl11tl - .... •. l11fi11e il ,lkrr111't' dt' 1-i·{tllfr' là do,·c parla del ,\'11/011 tl'A11l0111m· si 1rn11icne -.u \'On ;\larée!– (ar1i-.ta ll'<le,r·o \Cramentc ).('r:mdc, e non ciar– latano come il \"011Stuck. ma ignorato. com'è naturale, d.tll' onorc\"0le Fradeleuoi. e della c,;;po.,izione i1aliana ,i contenta di dirt:, con qu.11- che 1,alliati\·o gènt'rico: « elle n',1, p:1, réussi. (1 n<,v. 19C19I. La n0!-tr,, :.:-rntituclinc più ,·hn per c1u<:stcnuo– \t: J>edatc c-hc rice:\liamo dagli ,;:trnnicri ,-a diret– tamente al ~ign1>r Conte Gio\·,mni c;allina. am– ba,;ciatore d' ltnli.1 \."p;ttrono; :1I ,ignor Rossi Sacchetti, ,egrcrnrio; '" a <1ucl comitato di arti• .,,i e di gionMli,ti rh<: la1,:git'Irnppre ... entano uf– ficialmente I' lrnlia. i>cr.,inu Dic:.:-o 1\ngeli. per:-ino lui, ,ul <:ior– "ak d' lli1/ù1 h,t ,1, UtQ il coraggio di dire l:t ve– riu : per tre quarti, ,'intende; e ~ah.melo i cari amici Chini e cm111>a,;ni,tbella, lo -.plrndorc dei quali, n q11r11110 pare. non ha ,·olpito t:li occhi dei fr:'UICL·<,,i. LA \'(JC.:t-:. Se ,,o/de La Voce a sei j>ag,i,e, abbo– natevi, Jatr ab/Jonarr i 1 1 oslri amici. il circolo e il caffe r/1rfrt· 911c11tn.lt, e 111a11- dalt· a noi liste di indirizzi r r/Jicdctcà 1111111,ri di sag,(10. rlbboua11tmlo ji110 al 1911 lz"re 5,00, 112t11teri 56. Bibloteca Gino Bianco CEZANNE A FIRENZE. - Si 1,g-ge nella pre– fazione di Ottavio Mirbeau al Catalogo del!' ul- timo Salon d'Automne di Parigi, la seguente notizia. " Un uomo di grande intelligenza e di gran gusto, dei migliori scrittori d'arte, e in particolar modo dell'arte del Rinascimento, uno straniero (na– turalmente!) e nenuneno latino (s'intende!) ha riu– nito una delle più importanti collezioni che ci siano delle opere di Cézann<. Questa collezione egli la la· scia in eredità agli Uffizi di Firenzt, città che abita da venti anni. Io conosco del suo testamento la parte eh, riguarda il pittore di Aix; vi è d<tto: < Voglio che Cizanne, dopo la mia morte, trovi il posto glo– rioso che gli è dovuto, in mezzo alla sua vera fa– miglia, fra i suoi eguali, i grandi fiorentini. • Ci– zanne avrà dunque una sala, non al musco del Louvr~ che glie l'avrebbe rifiutata, ma al museo, non meno illustre, degli Uffizi, che glie. la prepara con rico– noscenza.,, Noi non sappiamo davvero se il Mirbeau sia così bene. informato della " riconoscenza ,, del direttore. de.gli Uffizi: quasi quasi dubitiamo che. costui sappia cbi è Cizanne. Ma intanto ringraziamo l'ancora ignoto donatore., e per solennizzare la buona novella diamo la riproduzione di una delle buone opcr< del Cé– zanne.. Nei prossimi numeri parlerà dell'opera sua Ardengo Soffici. Collaborazionedel pubblico. LA CRISI DEL CLERO in una lettera di un sacerdote. Lei forse h:1 l,!"ifi capito che io sono un prt.:!1(•,e t,:iO\rme. !'::. infatti appena un m1110 che hc, detto Me~,a, ed ho \'entil!Wll· tro anni. Xon ,nprei raccapezzarmi come io mi sin tro\'ato in qut:sto stato: 11110 ,tnto, una mis– !<-ionc,anzi. non ripul,!"nnnte, di per ~è, ali' in– dole min. anche troppo riservata è solitmin; ma reso tnle da 1111 comple:-so di circostnm:e !,lorichi.:, dalla mania, ormai in\'eternta, dn parte dei 110,tri superiori. di fi~"inre. in nome della ve– rità una. ossh, immobile, tutto ciò che dobbiamo credere, dal!' esistemo:il di un Oio unico in tre 1>ersonc lino ali:, neCC!tsiHìdd potere tcmpornle, tutto ciò che clobhfomo fon~.o meglio. non fare, dnl celibato fino ;ii c.11✓.oni corti e .ti fauolettoni \'Crdi, 1u1to ciò che dohbiamo dire, dall'ossequio al l)ho Toma fino al plau<to da prodigarsi a qunlunque Enciclic;1 (ora ,pccialme111e a quella « Pa,cendi •I, )lo1uproprio. Allocuzione, l.e1- tera. Telc~ramma che enmni da parte dt:I S,m- 11ssimo in Cri,;;to Padre e Signore 110 per Di– vina l'rov,·idenw Pa1)a X. E non c'è bisogno eh' io faccia ~:ipert: a l.l'i ciò che ~uccede a chi 11011 ,uol ,,1audire sciocc;1mentc. appro\·are ... upi– nantt.:!lllt: e 111.:!llllll(•nu ... ervilmente conformar,;;i e b:trcnmt'1rnr,i. :-.=on c'l· his0l{"II0 eh' io I.e faccia sapere a quuli crisi va :-0).('getto chi, po.;tosi cli faccia al problema della :-ua fede, del caraltere ,acro del ,uo mini-.1ero. "L·nll' tutto \'r\cillarc e oscurnr:-i: Lei, autore del Ct,llolidsmo Nosso, lo ~• per lo meno 11uan10 mc. ;\la (JU..mdo io !'ntrai in Seminario, a 11 anni, niente, naturalmente . .,;-ipevo di tutte c1ue!,tCtre– mende cumplica7ioni Jhicolo){iche. e durai alcuni anni a non .,apcrne nicnll" : per me il pr!'te era un uomo destinalo ;1 -,,-,iegarc il \"angelo e il C,11echismo e a dare. in tulto, il buon e..;em,-,io nl paese. St:nti,o. "'· un certo males~ere nel conformarmi al re){ime del Seminario; ma lo spie){avo col 11011 <::,!'>Cre abituato nlla disciplina. la quale, -.i \'ede-, do\'ern C!'l::.Cre a quel modo. ~li ric-ordo, pero, che per o~ni minima cosa 111· indi~pctti\'0, come chi -,i1ro\•a in meno a gente odio.,a. e cerca 1111 o~-gclto di riposo. e non lo 1rova. Co.:.\durai fino :1 ,· Cinnasialc. Qui tro,·ai 1111 nrnt.:stro qunlc mi t'i \'0lt•,a. anima rifle,;:si\'a e pocticn (qu:u11l111(Jue 11t111 nhhin mai se-ritto 1111 ver– so) inge~no i111pre!'l,i\1nabilcC'dequilihralo. :-obrio entusi.:1<tta. « E rominciò a colorirmbi I' nnimn di non w <1ualc rnlon: uuo,o •· come clice il Pa~coli che ~li rl\'\'t:nnc alla lettura elci Carduc– ci. E fu nppunto il C:irdurci che anche a me fece un po' allargare• il re~piro. Qud ,t1110na- 1umli-,mo t:roico, q11<·II' ardore di baltaglin, che io c:11liipre,to do,t' ri\0\1,:cre, quella ri\'endica- 1io11<·1>a,,ionale dt.·ll.1 natura. 111110 quel che di umano e di C'i\·ilc, in-.omma, io pote\'O allora capirt:" l" ... cntire, fu 1wr mc 1111:i rhelazionc. E il p,1t,.~.tl,:~io10•,cmo clu.· 1)()tt'\o c<nHcm1)lare al lla,.,cl-{gio. con h.· bnrJ:alt', . . cli~radanti per i lontani dt=clid, e, più lontana la piccola cittadina di X. . do,·'ero in Seminario, con la sua rocca hruna e i '-noi ulh·eti argentei J.!!ÌI per il collt', e tutta la fre– !-chezza della primavera e tutta la fecondità del- 1 'estah: . . . . . . ogni aspetto di natura, di storin, di arte mi da\'a un 1>nlpito nU0\'0, come di 1111 J)rimo amore. E fu <1uello, in realti,, il mio primo ed unico :tmore: 11 Italia e la sua storia: e lo devo al Cnrclucci. Vennero 1>0iil Pascoli, il D'Annunzio (ma poco, per allora), i classici della lettcrnturn italiana e latina, e nitre sorgenti di umanesimo e di 1>0esia. (Le dirò, tra parentesi, che anch'io ogni tanto ho fatto dei versi : ma proprio ogni tanto, una o due ,·ohe all'anno appena; sicchè mi assolverà). Fin qui la mia ribellione nlln Chiesa era a1>· pena incipiente : derivava clnl contrasto che sen– ti,·o tra <1uell'onda di n;:1turnlismo, da cui ero pcr\'aso, e lt: forme di \'itn mortificanti del Seminario, tra quell' impeto di libero pensiero e di laicismo e le nostre in<1uisizioni, 1>assate, presenti t:, ~e loro ,ecolari non ci mettono giudi1.io, future. ;\la la so:ilanza del dogma. 1>er allora, t:ra s.11\'a, o meglio, inesplorata. Qual– che lampo di dubt,io, un ~en,o indefinito e tulio pascoliano, di mistero; <.•ecotutto. Ciò che mi costrinse ad esplorare la mia. fede fu la con– danna del Modernismo. Quelle proposizioni con– dannate tro,·arono imece eco nel mio spirito: sentii che il Cristianesimo ::.i a,·, ia\'a, in tal modo, ad mia so\u;,:ione etica e naturalistica, quale io l'n,·e\'0, in pralica, accettata, invece della C!-catologica, terroriz1.n11H:, apatica, :i cui s'erano fermati i nostri padri. E il dubbio au– menta,·a : la di,·inità di Crbto, la presenza reale, l'istituzione di\lina dell;i Chiesa, lllll0 diveni\•a incerto, tutto cede\'a alla confu-,a coscienza che questi erano stadi cli ,·eri1à, pietre miliari e ,·e• nernbili. ma ormai oltrcpas,;;,,tc, di un'epoca re– ligios.-i tramontata; che Dio non poteva incar– narsi pt:r l'appunto in que-.10 pugno di ~bbia che si chiama la Terra, quando intinili mondi di ·essn immensamente più grandi si aggirano nel mistero dello s1>.-uio; che Cristo nato d:t una ,·ergine sapeva di teogonia indiana ; che In presenza reale era tm mi-.tero troppo ,;;trano, per quanto pieno d' infinita poesia ; che Cristo risorto, bellissima concezione come simbolo della sua eflicacia nell'aninm. dcll:t storia, era, come fatto storico positivo, una cosa assai incerla; che Cristo asceso al ciclo in una 1111,·ola, bellis– simo simholo della più \':IStn orma divina in lui stampata, doventn, come fotto :-torico, simile alla leggenda di Romolo, rapito pre!tsO i superi da un turbine. E questo cielo ,;arebbe. dunque, proprio per in su. sopra le i:.tclle? • A terra • - esclamiamo noi oggi, inveci:, col Pascoli - « l'uno 1u non sei, che i cicli • - • ~inn !'ni– tro! • Eo;pre... ,ionc alc111anto o,;;c11ra,.senza np– posit:t c;pil'gazione dell'au1ore, nm n·rissima. pur troppo' In <1ueo,10 ,;;tato d'animo, <,ebbene non così ac– centuato. mi prt:sentai, <111alchennno fa. al Jlasso decisi\'O del Suddincon:'llo. Non 11 ,·010 di celibato,

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