La Voce - anno I - n. 50 - 25 novembre 1909

ra~scgna1.io11e : ed io rkordo la fra-.c di un tale che -.o,o:iungeva a ,1ue,10 pro1>0.,ito: col temp<, e coll,1 pa(.:lia maturano le nespole I Pro1>rio C'<h•, ci~ a furia di tempo e ti' inerzia. L' inscgrmmcnlo liceale - ~ul quale voglio cliM:orrcre alquanto perchè da lui si impronta, gc11cralrnc111c, la coltura superiore dei gio– vani - è im1>artito oltre che dal .,uddetto C'lnO• nico Lnnzoni, dal C,111011. (;. Caldtroni e dal Sac. E. Fabbri, ri.-..1H:t1ivnmc111c professori di ~to– ria, filosofia e lcllcratura. Il Lant.oni è il pili co– spicuo, e il suo in-.cgnamento fiorito cli parole non prima udite ha la \'irtù di su~n,:cstionarc gli alunni. I lo già dichiarato che il J.nn7.oni sa il fotto suo in materia :tKiografica, ma non ho di– menticato di ossen•are che deve 1>ureintender,i di tulto; il che \'uol dire J>er rne inttndersi an– che di storia. Mi pare di sentirmi addosso un coro unnnimc di \'Od : ,·orrcste forse dirci che il Lan.coni è incompetente in materia di storia? l.:t risposta richiede una distinzione fondameo- 1alc : certo che il Lanzu:1i non ignora la !,loria anedottica e la cronologia, ma nelle sue es1>0~i– :doni c•~ quella pe!'.antcz1.a che cleri\'a dalla mo– notonia del colorito e d:tlla poca abiludine fi. lusofic;i, St• i scminnri,;ti restano soggiog;iti dalle sue parole, ciò \'uol dire semplicenu:ntc che il Lnnzoni '-Ì stacca dal c<Hnune, ha una parola non affatto \'OIJ,{aree sa 1>resentarsi con deccnzn. Tullo questo però 11011 \'UOI dire che egli sia un huon in~egnnnte di storia, am~i nn ottimo insegnante come si vorrebbe a Faen– za ; ed io credo che la più bella confi=rma di quel eh' io dico sia appunto nel fotto che i suoi scolari indistintamente trovano assni gra\'OSO lo studio della storia e non vi si dedicano se non per <1uanto è necessario a sostenere un e~ame, lontani sempre dal bisogno di allargare ed a1>· profondirc le 1>rimc cognizioni. Ma e' è di più : il l..anzoni insegnante è sopraRallo SO\'Cnte dal proprio me10do stesso. co~I per essere ogget– tivo falsa alle \'Ohe il concetto della storia, e ii;minuzza sminuzza :-iggirandosi intorno agli a,•. \'Cnimenti senza 1x:11etrarnc la realt,\, che tr.1tto tratto soltanto 1:-isda intr:wi=derc con timidezza pudica. Poi gran parte dell' iucflicacia del suo insegnamento va cercata nclln stanchezza e ncll'nvvilimento in cui è caduto in c1uesti ultimi nnnì, per cui sembra contrndirc ogni forma di risveglio intellettuale in c1uell'nmbienle do\'e egli tiene il primato, con una indifft=renza pigra di disingannato, Il clero e il seminario di Faenza •l erano anni fa quasi risvegliati ad una \'Olontà di studio prima ignorata; o~gi sono ricaduti nell'inerzia primitin, e la senilità anticipata del L.anzoni è causa principale cli tanto rilassamento. Contrapposto al 1..anzoni sta il Calderoni, al quale non manca I' ingegno ma difetta la col– tura. In filosofia è un demo rima11ere personi– ficato, e bnsti il dire che da molti anni \'ien ri• petcndo un suo traw,tello stereotipatoglisi nella mente, e che gli Sf'olari sono tenuti ad imparare letteralmente, con c1uel profitto che ognuno si immagina. In lui è nmmirnbile In nessuna co– gnizione dei fatti storici, compresi ,1m..:llidella ft• losofia, che per In sua scuola è tutta prekantiana, sì che il suo cavai di battaglia è ancora la confu• tazio;1e delle dottrine sociali ciel Rousseau e qualche obbie1.ione a dottrine particolari di C11r– tcsio e dell' I lobbes che si consiclernno con im• pareggiabile infontilismo come intelletti del \'a• lore di un seminarista che non lm voglia di farsi prete. Irn·ece il Fabbri, che i seminnristi considerano tutto al più come uno seccatore della peggior spcc,ie, è l'insegnante migliore ciel corso, quello cioè ca1>ace di farvi apprezzare un po' per il suo verso la letteratura. Non è geniale ed ha inge• gno piuttosto frammcnt:uio che sintetico: è in– quieto e alle \'Ohe non si sa preci.,,,1.mente quel che ,·oglia dire e si può persino dubitare che abbia ,·eramente intuite nella loro pienezza le cose che vien e~ponendo; ma certe interpreta– zioni estetiche di Dante e di Virgilio sp<:cial• mente manifestano una natura spirituale presente alla bellezza che egli ~ rilevRre con eflic:,ci:t assai pcrsuasi\'a. l.,n sua ~cuoia è stimolo più che insegnamento : J>Cccato che in Seminario manchino i mezzi per estendere oltre l'insegna– mento stesso lo stu<lio delle opere 'tppena sfio– rate ed assai embrionalmente sentile. fl Rr,r;o J.iuo. - \"i aOluisce una discreta quantità. dì studenti con le abitudini com·cnzio: nati della classe studentesca. 1 tre professon Beltrami, )lcs'>t:ri e Huonamici hanno pubblic•llO alcuni studi pieni di buon volere <1uantunque non sempre felici. La coltura del Hcltrami 1>ere:,empio non oltrepns,;a una spt:cie di ,·crbafo,mo carduc– ciano con certe mbur<: estetiche odoranti cli con• \·enzionalisrno rettorico; eppure il suo buon -.cn-.o didattico ha rialzato il morale letterario del no~tro Liceo, che era caduto assai in ba~!:,O:,.Otto i suoi prt· decessori. Anche il Buonamici è un professore per LA VOCE bene, <:hè -.tudia c. Ma al corrtnte dcll,1 iìlosoha moderna ; ma poi non giunge a c;u1>erarequel c-111nunce<:lctti\mo di erudito che gli .,,udenti ri-.1x:tt.u10 m:-i non amano. Perciò tanto il Buo– munici c1uan10 il Rcltr,uni non sono riusciti a menar di sè lo -.calporc del ter1.o collegn, il )lcs~eri, C'he trO\'a~i :-iFaenza da circ;t due lustri; durante i <1ualisi è interessato di p(llitica e la sua autorirn di ,,rofe:,sorc di storia lo ha reso co,;picuo tr,1 i clericnlì irati e i gincobini entu– :,i;10 ,ti.EJ, {li pertanto 1,n !taputo trnpao,sare con egregia di-.invohurn dalla scuola alla gnizetta e da que!,ta a c1uella, ammirato e rio;pcttnto 1>er la sua kde di ltbrro pr11salorr, la fralU! faua clu: im1,iccioli-.ct: il suo spiritto al disotto e.lei!.,sua stessa dimen~ione fi,ica. Perocché non giun– ger.\ mai a farsi 1><:rdonare la ne!oosuna coltura filosofica in nome della t1uale ha osato procla– mnrc morte lroppr co-.e che egli non conosce. t;n suo testo di storia moderna, nel uso anche delle per-.011<:colte, ci atte-,ta tutto il conven– ,cionale del suo insegn.1111ento,scialbo e ciarliero: c'è dentro un certo M>ggetti,ismo lintemperante anche dopo le recenti correzioni) che accusa la scapcstrcrfo d'un monello 1>0eooriginale. Lo si crederebbe ~io\'anc e <,faccendato, invece l! ma– turo d'anni e dedito a <,ludi minuti; dai quali forse si ripromette <111elln fama che non ha po– tuto raggiungere colle con(crcn1.e hrillnnt1 di su– perficialità. In compenso i buoni faentini l'hanno collocato tra i numi cittadini, e l'idolo sn na– 'iCOnclere cgreginmcntc la propria senilità con tO· senne piace\'Olt=zze. Gn:SEl'l'I-: 00NATI. I giudizi su Cesare Lombroso. Chi poria mai pur con parole sciolte dire ap– pieno e degnamente degli !,propositi che intorno al cada\'erc dì I.ombroso sono stali stampati, mnssimc da quella parte che \'ecle se stessa nel- 1' irraggiamento della Mia cclebrit,\? Un Cior- 11a/e d' /lalia nnche 1>iùgrande, un Corritn- della &rtt nnchc 1>itìnmpiamcnte S\'0lauante, un tlfar– rorro nnchc piì1 ~rosso e pesante, mm Vore an– che di :,ci p.igine :wrebbero a tanto comprender poco seno. A cominciare dal proressor Ferri, il quale, in uno dei tre o qunttro clo~i che la gr.m volontà di dire che gli è dentro gli ha fatto ,,ersar fuori dice: • Ces.,re l..ombro~o fu un grande conti– nuatore di Galileo • : e seguiti serio serio: • .. .la documentaiione dei fani che 1..ombroso accu– mula e coordina con potenza michelangiolesca ... • Kon altrimenti Gabriele adunava intorno al ca– da\'erc di Verdi le grandi ombre di Dante, di l~eonardo, di Michelangelo. Ma Galileo e Mi– chelan~elo non ba"itano ai paragoni dell'eloquen– za funeraria del Ferri, si che egli non cerchi altri spiriti magni 1>er compngni al suo eroe: e Darnin, s,,cncer, Pns1eur, Charcot, Virchow furono i gignnti di <1uel momento mirnbile di scienza internazionale, t: con essi Lombroso sta a rnppresentnre la mernvigliosa ascensione ciel pensiero 111unnoecc. •• E cosi dc,,' essere se Ferri confess:,: • io doveui ;issuefare gli occhi della mia mente a non restare abbacinati all' ac– cenno delle sue intuizioni geniali •· Se fosse le– cito anche a me far paragoni, direi che Ferri cosi abbacinato mi par Dante davanti a Beatrice )b 'lucila (o>lp.) IMI~ tnio '11111Jo S. ck J.a ffll•lA 11 hlO - 1otfcnc. Fra le intuizioni ci S.'\rcbbe anche quella di un i>arassitn: • intul, - scri\'e Ferri - la causa specifica della pellagra nella presenza di uno :,i>eciale pMassita vegetale sul granoturco non bene c~~icato •· Bra,·o Ferri, cosi almeno si ride. Chiunque 1>cr altro, nperto un libro <1ualsinsidi patologi.i, leggn che chi indicò, qunle causa pel– lagrogc1m, un para!,Sitn s, iluppantesi nel mais guasto e munito fu Ual;irdini nel 1845, rimarrà trasecolato dn\'nnti all'asserzione fcrriana t: con– cluder:\ che mai scambio di mio e di 1uo fu pra– ticato con mag-gior disinvohurn. E dire che in un nitro elogio, quello della i\"uo;• 11 A11lologi11 . Ferri scri,·e poi : e Fin dal 1863 Cesnrc I.ombroso ave,·a intuito che la pel– lagra era il prodotto d' 1111 a, \'elenamen10 do,·uto a\l'ulimcniazione dd J:Unturco gu:btO (1). Eri– chiamaudo J,1sco1)crt.1 di Balardini \nel 1 -lO) di un para~-.it.1 \'egctale -.,iluppante~i sul mais non ben mnturo nè' e-,-.icc;1to, egli giun,c ecc.•· )la insomm, 1 che intuilioni ~un ,1ueste che <;;i fanno richiarn,111do lt= :,COpdtc ;lhrui e che cosa va di– cendo il pruft'-,-.ore di Roma~ lo credo cht: abbia proprio ragione C.irducci a dire che noi abbiamo (i) M. ,e 1·11,u 1J., rr■ 1111luì. IO'tciuno,1 )b..u.ari rio d.,.:la iNoDda dc;dc del llf\olo r,,,...,10 I da parlare c tl,1 -.crivere 1;rnto che a pen-.nrt' ci m,rnca il t..:mpo. l>ici=and1c h=rri che l..ombn.>'io di, inò e di– moo,trò la 1111111,a o,ganùa r psullira ddl" uomo d, g-ott'o. E di che natura ,·oh.•,a1e che fo-.-.e, a– custica od dcttrica ~ \"itne in mente qud libero docente che pari,\\ a di H:m1>er.1m~nto san,ru1rno– /i,,falictJ-,un·oso • al che sos.:g-iun..,i- scrhe Roncati - ,·olco,o;eper gcntileu::-i aggiungere il musrolru·e e r1ial,{nri /' ossto, donde per poco non sart•bbe uscito fuori un org,rni-.mo completo. l.• a~iamo !<.lareper un rnonu.:nto Enrico Ferri con Galileo e Michelangelo e i f,1<,eidi luce con– tro l'ignoto, le intui:eioni. le di,inazioni, gli ,1b– bacinnme11ti e l' inunortalit.\, e \'eni,11110a un altro. Ecco qua il ,ii;nor Sci1>ioSighele I' illu,;tre, I' insigne psicologo tcome lo chiamano quelli che scambiano per p..,icologia le '-UC le1tt!rature tra– giche) il quale scrive: « il .1/ar:orru mi fa l'onore di chiedermi un articolo o;u Ce-.arc I.ombroso. ~1 scrh·e male tJUando si piange, quando la mano trema 1>erchè 11cuore è commosso. Pure io sento il do,·c:re di parlnre di lui in <1uesto momento: sento più che il doH:re, il diritto, poichè tocca ngli umili soldati che ha:1110sempre seguito il loro ca1>ìt:-ino,ricordarne le battaglie e le \'Ìtlorie - <1uand' Egli ~ morto. Tro1>pi ne– mici suoi che nv\'ersarono e derisero le sue dot– triue, le,·eranno orn alti inni nll' uomo che è scomp:m;o e troppa psicolo~in cli coccodrilli di– l;igherà orn per le J:a.c.cctte italiane, perchè non -.ia giusto udire l,1 \'OCe di chi ebbe la fortuna di conoscerlo intimamente ed ha l'orgoglio di e~ere stato -.uo discc1>0lo •·- L'affare è, come vedete, gonfio, molto gonfio e non soltanto di lagrime, in questa messa in scen3 dcli' io sighdiano; pcrchè abbiamo in 1,0- che linee uno a cui si fa l'onore, una mano che trema e un cuore conunos~o, 1111 dovere e poi anche un diritto di 1,arlarc, degli umili soldati, e un capitano, delle battaglie e delle vittorie - 1>unte sconfitte: e J>Oida caJ)() la voce di uno che ebbe la fortunn e che ha l'orgoglio, orgo– glioso in tnnrn fortuna, umile in tanta gloria. Concediamo pun.· che sin i;iu'-lO udire la \'OCe del signor Sighele che a..-.eri-.ce a sè il diritto di 1>nrlare. Ma che cosa hn da dirci il signor SiJ,:hele? Questo, per e~em1>io: « Cesnrc !..om– broso muore scmplicemc11te come hn vissuto. Ne-.sun onore, nc~-.un titolo uflicinle s'è mni ag– giunto al suo nome. Ciò che ingrandisce i me– rliocri, diminuirebbe i grandi. E forse la caratte– ric;tica più nobile degli uomini geniali è nppunto cli donare alla patria senza nulla oucnere in contrarcambio •· Ci spiace clo,·er dire che il sig. Sighele sbaglia. .Anche per I.ombroso è vero il detto carduc– ciano: La r.•irlu e gl' ùt,,rr,:"i no11 mai fi,ro"o rsaltali ;,, ll11/it1rome a 911rsli11/fimi a1111i ... - con <1uelche sc:guc fino all'altra senten:t.'.l: l Oria– carsi ron farq11a io credn•a fosse u11afantasia o una srusa dr,:li 11/Jriarllidi 1•ù10:ora n,:go rlle I /a :•eri/il dr/ popolo ilalit1110. Oh se una volta ~cotessimo via l'abitudine delle sbornie acqun- 1iche, e, eia poi che non può esser grande ognun che \'Oglia e al primo momento ci contentassimo a esser sahietti, coraggiosi e onestamente ga– gliardi! In nitrì tempi, si, son 1n1ssati per l'Italia uomini cli merito effettuale certo 11011 inferiore n quello dell'estinto: e che non ebbero nè com– penso di celebrità o di pecunia alla loro opera, nè onori di giubileo dalle città, nt cattedre spe– cinli da ministri freniatri, nè telegrammi di mo– narchie a cui si fossero dichiarati awersi e ri– belli: con \'OCe,•ibrante Carducci ricordava alcuni di c1uesti uomini il giorno della sua festa a lk>– logna: « Ricordo - e mc ne , iene quasi un ri– mor~o de' presenti onori, e ne chiedo perdono n <1uclle sante ombre - ricordo i grnndi maestri della patria pas~are ignoti e non curati, invec– chinre in triMezza po,·era, SJ>et;nersi nella deso– lazione del misere,·ole esilio: - il senno di\'ino di Gio\·an n,mi,.,n \'ico, la sapienza umana di Gio, an Domenico Romagnosi, la luce poetica di t:go Foscolo •· Oh grandi J>nrole: oh snnta e !-.'ma modestia cieli' uomo l" del cittadino l'trll- 111t11/e grande che ha <1uasi un rimorso degli onori! Ed ora ecco la baldanin, la iatta111.a, la petula111.adi que-,ti nn1ropologi \(.-nir fuori a la– mentare che l'e-.tinto ha do11alo ""'' p,1/ria Sl'l1~a 1111lla ollt1u,·e in ro11/r,ur11mbùJ, rlu ,uss,111 0110n, ll(SSIOI /ilo/() ulJirinle s'I 11111i ag-g-i,111/0 al SHO 110111e / Co,;a vole,•ano? che lo nominassero com– mendntore o senatore? lo consento con Guglielmo Ferrero nel pen,iero che • un go\'erno lot,:"icoe "crio non può riconoscere uno :ocrittore, per quanlo ~eniale. che 11.1 comb..'\ttuto e cleri'-i i pnncipi su cui ~gli -,i fond.1. Con que:,te coerenze eia tutte le 1,art1,i mantiene \'l\'a, in una società, Ja fede nelle 1tlee, la serie1.\ sociale, la 1>rcci– -,ione e chiarezza di principi politici di tutti i partiti, che si tr:-iducono poi in risolutezze e coe– renze d'azione; mentre sono le società confu- Bibloteca Gino Bianco 211 c;ionarie c;cettichc e caotiche come le nostre, quelle do,e il re e il go,emo po,sono promuo– ,ere monumenti a Giu-.ep1>eMaz.zim, do,1: i c.a1>i dd partito sociali-.t.t -.i redutano tra i professori <li L.:ni\Cr:,it:\ •• - e dO\c, aggiungo io, i gior– nali socialisti piagnucolano come mendicanti per ottenere l'elemo-.in:-i d'una cattedra agli agitatori ri,·oluzionari reduci dal 1,aese dei milioni. A propo-.ito cli mocle-.tia, dice il -.ignor Sil,{hele: e t)\'e,·a 1111:i qualit:\ che credo rari-.sima uej,:li uomini grandi, la modc-.tia •· Chi -.a mai quel che intende il :,ignor Sighclc 1>er1111.xlcstia. Per– chè quella che noi 1,0,·er;, gente, intendiamo co– munemente 1 >ern1oc.le "tiu non fu (diciamolo su– bilo, perchè l;1 ,·erit:\ tutto abbella) non fu qua– lit,\ di I.ombroso. U.adatc che io non intendo recar1: a diminuzione dcli' estinto I' a.bc !nL'\della modestia : si può c.-.sere eccellenti padri di fa. miglia, cittadini e scienziati essendo anche ph, orgoglio~i di Dante e di l..ombroso, tanto per seguit..'lrc nei ra,•,·icinamenti e riscontri di cui sopra. Molto 1>ia , era mente del signor Sighcle, scri,e,•a Ferrero anni sono: « I grandi uomini ebrei hanno <1uasi tutti una coscicnta trnscen– dentalc della propri11 mi:,sione che ingigantisce ai loro occhi la propria personalità in modo da rimpicciolire al confronto tutte le cose della na– tura o della "ita : si sentono tutti. più o meno lucidamente, dei Messia .... Ogni grande uomo cbrnico è 1>ersu:-i~o.anche se non lo dice, di es– SCl'e mandato a inaut,:"urnre una nuov;, era ciel mondo; nd a1>rirc, nell'abisso di tenebre in cui l' umaniu\ vi"e, le finestre da cui entrerà per la prima volta e per sempre la luce della verit:\ ... Que3tn coscienza .... e' è in 1..ombroso, \'enuto a 1K>rtarele ,·ere bilancie della giu!ti&ia, dopo tanti secoli che gli uomini per ignoranza e ma– lizia ne hanno adoperate di false •· Come una tale coscienza 1>0ss.'1 tro,•arsi unita con la mo– destia, veda un 1>0' lui, il signor Sighele. Sanno tutti che Lombroso parla\'a dc.i !m0i !tudi come di rrea;:-io11i. • Se egli - scrh·e\'a in una critica a 1.ugaro - grazìe al profondo clisprcu:o che hanno gl' Italiani 1>er le pro1>rie creo::io•i non a,·esse letto i Hos/ri studi sui libri originali, e non sui \'angeli tedeschi, a\'rebbc vcdutn una lun• ga serie di fatti e di studi che provano la pauia morale e::.sere non rara negli animali specie ca– valli, cani, topi binnchi, e forse anche, ma t meno certo, in piccioni, conigli, galline (1) ecc.•· Non erano mica del tutto infondate le accuse di orgoglio e di megalomania che gli furono mosse. « li l..ombroso - sc.ri \'e\'a llonfigli (1) per chi non lo sapesse ancora, è uno di quei tali che nelle scienze as1>irano al 1>a1>atocolla rel:1tiva infallibilità e con questo d' aggrav:1ntc, che la iufallibilità J>rOpria proclamano da se stessi, senza as1>ettarc il parere di Alcun concilio ecumenico. È uno di quelli scienziati che, se mi fos• se ,,ermcssocrcare un neologismo analOl(0 ai tanti im·e1ltati dal mio contrndittore, chiamerei ,·olen– tieri scienziati papoidi. Sino a che un cultore. qualunque della scienzn non esprime la più pic– cola idea che non si accordi con la loro, rice\'e dal J>Ontefice massimo lodi ed incoraggiamenti, ma se si attenta a J)Orre soltanto in dubbio il dogma S.'\crosanto, l'anatema viene lanciato su lui e non \' 1 ha binsimo sufficiente che valga a punirlo per la sua arditetza. Ciò, riguardo al Lombroso è accadoto a me cd è accaduto I\ tanti altri, della cui compagnia mi onoro•· E un altro, il Venturi, dopt> molti anni: « 11 Lom– broso ha forse per temperamento di montare in collera contro coloro che non dividono i suoi pareri scientifici; e polemizzando, onde evitare i pericoli della discussione o quelli del rancore sceglie i suoi a\'versari fra coloro che si pcrmet• tono soltanto delle limitate cd ossequienti \'a• riazioni d' 01>inionc da lui, e schiva quelle che gli sono troppo contrarie. Così egli (ece a mio riguardo, che credette uccidere col silenzio .... •· Fra un simile tem1>erarnt-nto e la modestia, o signor Sighele, c'è odio e incompatibilità. Se non che sentenzia lo scrittore del 11/ar:ocro « l'equilibrio è la dose dei mediocri; e Cesare t.ombroso non pote\'a m·erla •· Sono belle sen• tenze eia procurar fama di snputo a un ragano di liceo che torni al suo paese con o senza la licemm. Un gran capit:1110o un grnn sperimen- (1) 1)1 '(UfllO roa1udn1or, 1\ l.omb.-OJO, KfÌVCU il .;g110.- do1- IOt' A.111,.uai " Pol,,.1111 u,mc,n, ~0111ro l.oillbn>to fu i.I rro(. Boialigli cbc Mli,,, bnwu A~,.J;,, •Il, I.. Jll,u ~f,,.drl, mia1c• cuu d, t,,:Hd,tu,, ,o'I, ro,u dì \IH d1d,11k1 111uu,glìo1,1,, ,. b.ui ,perimr 1111i dtlla ttOtiu lomhro,iina, Fouu■aumntc l"" "" ora ooo urp1CKau110 '(lltl1c kncrt ck un intcttua•1c ncmr-luc d, 11.11.Jo fona• o.-...,i dau..ata ■c\L. l,n,nhir■ ......,.. ' Parrcbbc d., 1ccott puoi, che la Hf...,Qll monne 1u11a dli Booiigli f cbc I' 1luo a>blllC1ltc la pn, ~- S.,11, d, IDf■ uro • d1 •"' g,11110. Clic f01 '11iCl1t kt1,rr J'Olffn1d1c, nrrn'tcAIIDO \lftl (OOQ& d1SU$1la MIia ltucu111u ctJ,a, ,., lit *J'U" uw.l; b.qacri bcca, r,mct• 1uh i.a lito, 1,1111' t la ltg1crua, 11ci1rllt111lHIIO, I' rgo111mo, il ~a_.,,_, la &lu.t, la "ill .. :,hrn.a e 01«i.1Mh• gn1,l-.uactu, I' arr11· .. ,,o mu:n.■no ••••• .. ,~tbc crn.;,, M tDOlupll.'.a co■ ~uul t torJ .. rt ia ctnl 1mb1u1I dc11ì t{Ìtuhlid.

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