Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

I NOI E GLI ALTRI SPUNTI POLEMICI Il mito dell' ignoranza. Noi abbiamo guardato• sempre -con sospetto Ja glorificazione del- _)i'gnoranza tentata ,da. ,certi ,sbarbatelli in fregola di notorietà, veri aborti di natura, che scherniscono .la filosofia perchè non sono capaci di comprenderne un solo concetto, maltrattano i letterati perchè non sanno la grammatica, subsannano a,i politici perchè non riescono a far passare a suon di quattrini la loro broda politica che scaturisce dal loro cervello foggiato a cetriolo. · L'azione oi vuole, essi dicono, ma la loro azione si risolve continuamente in una mala azione con- • diita d'un misticismo va.poroso, c1 he non si sa definire che cosa sia. In fondo, sono seguaci ,della santa asinitade, come· Ja chiamava· il nostro Bruno, e per ciò sono nel 'loro stilequando conclamano contro la cultura e gli intellettuali. In proposito scrive 1delle osser~ vazioni sennatissime Luigi Russo nell'ultimo numero della Leonardo (20 novem,bre 1926). Il quale dopo aver parlato dei poeti 'puri si oc- -cupa dei mistioi, di cui oggi ,è frenetica l'Italia. Vale la pena di riferire in parte ciò che if nostro .amicQ dice: « Volete una « nova filosofia », ch,e schianti i vecchi otri, che rom 6 pa i vecchi schemi ? fate la questa filosofia, ma non così a senso, ma con quel rigore ohe si conv.iene all' onestà dell' argomento. ·Senza buona filosofia, non si arriva .al Cielo del Non. Ogni luce è tene- 'bra, ed ogni tenebra è pieno giorno, voi dite per celebrare la vostra vista eterna ; va 1bene tutto questo, ma non vi fermate a fare l'elogio .della vostra ignoranza e della vo- :stra pigrizi·a, chè l'ignoranza e la pigrizia non son sirocchie dii Dio clhe è sempre sap,ienza ed attività. Ma la scienza in vento estolle ! Anche questo è giusto, ma rirnserratevi allora nella celluzza della vostra solitudine e fuggite fama di santità, quella fama che ,se.mpre accoglie ,i,pocrisia di atti e di parole. Ma noi non siamo venuti per . . . « mucciare », piuttosto per cacciare ed ·assediare Satana ! E allora lasciate il sacco e la •pera, e non vi imbrattate le mani dello sterco• del Demonio! « Tutto questo si direbbe per fa- . . . . . cezi.a, se oggi non sentissJmo trionfare un po' dappertutto ,il mito dell'ignor-anza. Non si dice anche che per essere buoni politici, uomini di fede, bisogna essere ignoranti ? lvla noi non oi spaventiamo del trionfo di questo mito; che è mito di vecchia data, di origine romantica, e che oggi, nel suo fraintendimento e proprio nel suo stesso strepitoso successo, trova la sua defrnitiva dissoluzione sto11ica: .il mito di ,lvlargherita, la vita ignorante, incosciente, ma ricca di fede, di affetto, di immaginazione e di :illusioni, che vede ,più giusto· di Faust, il sapiente che ha disprezzato la vita e si è chiuso nei libri. Ha ragione, senza dubbio•, Margherita ; ma i nostri ;poeti puri e .misti-ci puri e i nostri letterati imperiali sono ignoranti, sì, ma senza l'ing-enuità del1' ignoranza ; sono incoscienti anche, se si vuole, ma sono anche terribi1mI ente aridi di affe.tto e di immaginazione e di illusioni. Ed essi però gridan tanto, per stordire gli altri e se stessi. È proprio la mezza cultura .che l,i rovina. O ,di qua o di là : o ign~ranti ·puri, ·o scienziati, o squadristi .ingenui, o filosofi e tecnici espertissimi, o 1bestioni primitivi, tutti stupo-re e ferocia, o uomini umanissimi con la ragione tutta spiegata. Ma la mezza ino Bianc cultura, no; quella è semplicemente futurismo, che non è barbarie ingenba, ma baribarie deMa 1iflessio- . ne, che, come è noto ai lettori di Vico, è la peggior-e delle barbarie ; futurismo, che è negazione della storia, e che però non -può gridare evviva alla Nazione, per la contraddizione che no:} consente. Perchè la Nazion•e è essa .stessa storia vivente e contratta nel tempo. « Giove spodestò Saturno, che era il Tempo senza Luce, perchè aveva Minerva nel capo; e v.inse contro i- giganti, perchè oltre ohe l'aiuto del·,buon Vulcano, ebbe anche quello della armata V ergine. Minerva, senza dubbio, è un gran mal di capo, e nacque, come è noto, per una fortissima emicrania di Giove, tanto che Vulcano·, con un cc1lpod'ascia, la fece venir fuori dal testone del primo Dio. lvla è una Dea, come canta Callimaco, che dona lo spinito della profezia ; che prolunga a suo grado i giorni dei mortali, e tutto quello che essa ordina con un cenno- del capo è irrevocabile, e tutto quello che essa promette, arriva infallibilm-ente; perchè, aggiunge il · poeta, è la sola ne'l cielo a cui Giove ha accordato il pri vi1legio di essere in tutto come lui, e ,di giovarsi delle sue più alte prerogative. · « I nostri letterati vanno piatendo che sono insoddisfatti delle vecahie verità, e vanno in cerca di una nuo~a e più se,ducente fede. Il problema è assai più semplice di quello che essi credono. Manca in loro la fede, perchè manca la cu1 lturà. E Apo,llo (e non solo lui) se ne sta ciondoloni, perchè Minerva gli ha voltato le spalle ». Scienza e religione. Il discorso brevissimo che il nostro Duce tenine aH'inaugurazione del Congresso delle Scienze è ser~ · •

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