16 ROMOLO MURRI . . trina, a una idea, a un legislatore, che è 1 'in·fìnito e l'assoluto, opposto .a ciò che diviene. Si che ogni filosofia sistematica è, in. fondo, misti- ~ismo, rinunzia al filosofare. E sin qui non discutiamo : negar questo sarebbe negar tutto Croce : impresa troppo complicata e difficile, anche per chi non voglia ritenerla dispera·~a. Ma una difficoltà di interpretazione rimane, e viene appresso. La filosofia, conquistato questo suo criterio immanentistico e storico, rende inevitabile una revisione critica di tutto il patrimonio cultrrale, espressivo e normativo, delle religioni storiche. Esse però non sono la religione in atto, cioè la religiosità viva e operante. La fìloso,fia « ammette in sè » - son le parole di Croce _:__questa; cioè la riconosce, la lascia vivere, la coltiva, ne vive; ne· vive, almeno, in quanto il filosofo non è pensiero « puro >>, teoria semov-ente, ma umanità çoncreta, uomo. E r:ome uomo deve partecipare allo « sforzo e fiducia di puri,f cazione ed elevazione, anelito e travaglio e gioia per la verità e per il .bene ». Ma che vu,ol dire, precisamente, flmmettere in sè la religiosi~à? . Collaborare con essa, o far tutt'uno, identificarsi con essa? E quel bene che, nelle parole del filosofo, appare accanto a1la verità, è oggett~ della filosofia o dello spirito stesso, ineglio d-~signat~ con qualche altra categoria ·che non sia di pensiero, ma di azione, di praticità ed eticità? Una prima risposta dal Croce può non esser duobia ; e rimandarci, appunto, alla sua filosofia dell& pratica. L'universalità dello spirito si manifesta non solo nel pensare ma anche nèll 'agir~ ; e questo· bisogno di sentire e volere universalmente, di elevare a luce e calore di universalità le zone· oscure e P-rigie onde erompe il volere individuale ed egoistico, merarriente. economico, è appunto l'eticità o reli2iosità in atto .. '-- Ma la risposta può non soddisfare. C'.è una parola e una cosa che tormenta da secoli l'indagine e l'esperienza umana e s~da ·le più penetranti analisi, presente dovunque nella vita dello spirito e pure inaccessibile : la fec;le. Essa entra trionfalmente nel mond.o della nostra cultura e vita . interiore con il cristianesimo : ed è un arricchimento di (?Uesta vita, una comunione più intima con la rea 1._à Pn nrjnc~pio di autonomia personale e di libertà interiore che le più potenti coercizioni, anche di quegli stessi istituti che sorgono e giganteggiano Biblioteca Gino Bianco n~l nome 'stesso della fede cristiana, non riuscirnnno a soffocare. Il cristianesimo non è soltanto l' espressione di valori spirituali e di profonde esigenz~ di umanità, un canone ,di vita morale che tutta l ulteriore esperienza affina e non contraddice : non può essere paragonata ai canoni di bellezza che l'arte greca ha posto in quakhe modo per semp:ce o ai principii e alle forme ,giur~diche del 1iri~~o romano : esso è qualche cosa d1 altro e d1 p1u, un calore spirituale, un tono di vita, un entusiasmo, la certezza della re'altà vittoriosa del bene, la comunione gioiosa col divino, la generosità del darsi e del perdersi, per ritrovarsi. Una visione di vita etica fondata sulla filo~ sofia ci riconduce indietro alla fredda ragione dei greci e dello stoicismo. La ragione ragionante accom_naona e segue l'esperienza, nella quale essa è bensì implicita, -ma come pensiero non intiera- ·m-ente consa,pevole ·a sè, non ancora padrone delle confdifioni dei suo porsi. La rfìloso,fia - e tanto più qu,ella che, sm-e~se le pretese dell'indagine o dell'invenzione m•etafisica, è esperienza, storiografia, « ,filoso1fia d,ell ies·perienza ·storica » - illumina la via -p,~rcorsa, illumina, m·eno efficacemente, il campo dell'atto e della scelta morale, ma non può sorr,egg,ere quest'atto, questa scelta decisiva, la quale consiste n1 el dare a·ppunto un valore de-, cisivo e assoluto alla realtà sulla quale la scelta cade, nell'impegnar-e in una direttiva voluta anche la nostra esperienza ulteriore. L'atto morale o, meglio, - poichè qui non parliamo della morale sociale corrente, di canoni empirici di una condotta em•piric_a- l'atto religioso con il quale lo spirito << prende e tiene la destra », sceglie il suo posto n.el mond,o ed imp·egra tutto se stesso, e in qualche m,odo per sempr,~, in una viva maniera di comunion-e totale con· la realtà, implica una valutazione che ha _qualche cosa di assoluto e quindi di obbligante, una anticipazion,e sulla esperienza, la posizione di realtà volute e che non sono ancora, fuori dell'atto che le p•one volendole, la certezza pratica e oper,osa che que3ta esperienza in definì- • • • t1va, per vi-e a noi ora non pienamente accessibili, con il concorso moralmente n·ecessario di altri ~~d ~Itri n~i qu~li ~i rive!a ed agisce il medesimo spirrto, r1usc1ra t:r1onfatr1ce. · E è van,o chiedersi ancora se si debba asseg_narequesta « fede ». alla categoria ragione e pen- ~nero ed alla categoria volontà. Essa è alle radici •
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