Vita fraterna - anno IV - n. 7-8 - 15-30 aprile 1920

7:7 A FRATEXN A Ed il Bai amo, che aveva ammirato le macchine agrarie deJringliilterra, dolendosi che in Sicilia <-l'aratro è senza coltro, senza orecchio, mal dispo to peggio attaccato; che non abbiamo nè erpici, nè cilindri per stritolare e pareggiare la terra, sperperare le mal'erbe e coprire le sementi>, aveva fatto venire dall'Inghiterra aratri, erpici, seminatori, cilindri· da trebbiare, e falci ( 1); ma sia per la natura del terreno, sia per l'ignoranza ·e l'incuria dei lavoratori, queste macchine andarono perdute e non furono diffuse, sì che siamo ancora all'aratro a chiodo, ed alla zappa. E' vero che ora abbiamo un Ministero di agricoltura, le càttedre più o meno ambulanti di agricoltura, le scuole uperiori ed i dottori in agraria, ma è pur vero che l'essere a!rricoltore npo implica un'al"ta profes ione sociale, infatti l'agricoltore tende sempre a pas are in altra classe, )I figlio dell'agricoltore arà un avvocato, un medico, un ragioniere, uno spostato, ma si gJiarderà bene di far l'agricoltore, a meno che non sia un .... imbecille; ed a questo fenomeno di diserzione influisce pure la mancanza di scuole 'profes ionali. Abbiamo ginnasi licei, università, ma non abbiamo le scuole tecniche e quel che più importa le cuole di agricoltura. Bi ogna creare scuole di agricoltura, ossia scuole che ins.egnano a leggere, a scrivere, a far i conti., ma apra ogni co a a saper coltivare i campi. E~co in una rapida sintesi il pensiero de1 Balsamo: < L'agricoltura è la base della ricchezza naziona1e; e l'osservanza inviolabile dei contratti è l'anima d'ogni orta d'industria, e quel saldo fondamento su cui sta interamente appoggiata -la pubblica e privata felicità. L'accordare ai coloni p~rfetta libertà di coltura, l'accordare lunghi affitti, ed il mantenere sacra ed: inviolabile la durata dei medesimi, sono tre cose che deve praticare ogni sagO'io Governo che vuole efficamemente promo-sa 1a , agricoltura dello Stato. Egli è però al mede imo oggetto importante il diffondere tra gli agricoltori i buoni lumi-. e le vantaggiose pratiche agrarie, il proteggerli e difenderli da ogni" oppressione e molestia dei grandi e dei potenti, come pure il cavare la loro arte d:a un ~erto stato di avvilimento in cui trovasi in molte parti d'Europa, e renderla onorata e rispettabile. Poichè l'oppressione distrugge l'industria dei coltivatori, e l'avvilimento della lo- (r) Peòsieri e giudizii sul conto di alcune macchine agricole e strumenti rustici che il principe di Castelnuovo voleva ritirare dal!' estero. - Vedi Niccolò Palmeri - Opere edite ed inedite, Palermo, r883. Bfbli'oteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==