Vita fraterna - anno IV - n. 5-6 - 15-30 marzo 1920

VlTA FRATERNA 9I Ma egli vuole che sia proprietarjo non il signore lati ondista « che per i costrumi e ,gli abiti suoi dissipa in comodi ed in piaceri tutte l' entr.a<f:esue più presto -che .non gli pervengono>, ma il contadino, il quale « nel far i miglioramenti alle sue terre è ben persua·so -che egJ.i solo ne ricaverà tutto i1,guadagno; e che non è il fittaiuolo, il- ,quale, qualunque miglioramento vorrà fare nei uoi campi, ha sempre pre ente che ,egli ne divide i1 guadagno o·col proprieta.rio o con un altro coltivatore che gli succederà '!lel1' affitto >. Sospinto <lai programma di aumenta'l"e 1a pr-oduzione intensificando la coltura il Balsamo vede con simpatilaJ la grande proprietà, ed egli saTehbe stato senza dubbio un entusiasta sostenitor~ della cooperazione, se in quei 1tempi vi fosse stata una tale grandiosa concezione di organizzazione ociale. « Senza opportw1Ì -aa.pitali non s.i vide maJi tben coltivata campagna, e possibile non è che i villici quantunque intelligenti e laboriosi, con,ducan.o bene e con la desiderata utilità le loro faccende campes<f:ri, quante volte non hanno ~ 1II1ezzjnecesari per farlo, stante la mancanza della conveniente copia del denaro •e dègli altri beni. <li fortuna. Un -eccellente sistema di rur.ale ecer nomia richiede numero i e ben condizionati bestiami, ottime sementi, accon·ce macchine, perfette• lavorazioni, oabbondevoli e adatte concimazioni, ben divisate ruote d~ ricolte, archiature, stalle, chiusure, prati, inigazioni, pjantagioni fatte a regola .d'arte; e per tutte queste operazioni e lavori nu1la o pochissimo va e la- cienza e I' industriia del colono, e non vi concorre quel grado di sua comodità ed opulenza onde i pote sero praticare. La Sicilia non rende quella quanti.tà di produzioni che fosse corrispondente e proporzionata alla feracità del suolo e alla fe1 icità del cielo, a causa della mancanza. ,di capi-tiali. oi coltiviamo male gli ubertosi campi no tri sopratutto per-chè non abbiamo ba tevoli ,capitali; ed egli è con aumentar questi che principalmente giunger potremo -a divenir buoni coltivatori (I)>. « La ricchezza degli .agricoltori i può dire in i:eme effetto e cc.tgione di una fiorente agricol ura. Una ben intesa e indu triosa coltura accre ce le facoltà dei coltivatori, ed i capitali di questi impiegati largamente nella terra sono quelli che 1a fecondano e la ~forzano a somrrrini trare uberto e ricolte. La ricchezza degli agricoltori è 1a primaria cagione della buona coltura ,delle terre. Una industriosa agricoltura esige con- (e) Memorie inedite cit. cap. • Sui migliora.menti piti oec~sa:iri deUa pa~na .agricoltura!'' Biblioteca Gino Bianco

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