Vita fraterna - anno IV - n. 3-4 - 15-29 febbraio 1920

VITA J".aATIIUA Ci, hanno spiegaito che tutto ciò è la conseguenza logica di ogni· guerra,. che il desiderio di godere più· sifre11ato succede, senza . transizione, all'abnegazione ·più profonda; che il regno del pirronismo succede senz'urto al trionfo della fede sotto tutte le forme. E' vero, ma all,o .stesso modo che fa guer.ra da cui usciamo e la vittoria che la seguì non hanno alcun para,gone nel -corso dei secoli, così il mondo the fu ieri generato da Bellona, non dovrebbe somigliare ·se non l,ontanm111entea quelli ,che uscirono c;laJla·cata91:rofe de1 1815 e dal disastr.o del 1871. Eppure si somigliano come... f.rateHi. Sentite questo: < Allora sedette sopra un mondo r.ov·i11atouna gioventù pensierosa .... Fu c-orne un negare tutte le cose del' ci-eJÒe della terra, uno s:tato che si può chiamare « disinganno » o se s.i vuole « disperaz,i.one»; ,quasi l'umanità i:1{letargo fos·se stata una monta per rolo.r·o·che l'e tastavano il polso ... AHora si formar-ano due campi: da un lato, g1i spiriti esa1tati·, dolenti•, tutte le anime sen.sibili che hanno sete d'infìni,to, piegarono la t-esta ,piangendo ... D'aùtra parte, gli uomi,ni•della carn.e rimasero in piedi inflessibili in mezzo ai godimenti •positivi; non ebbero altro pensirero che di conta:r·e il pr<r prio denaro. Non fu se non '1111 singhiozzo e una risata, l'uno che veniva dall'anima e. l'altra che veniva dal corpo .... Diceva il corpo,: L'uomo è qui per g;iovarsi dei prop,ri -sensi; possi,ede più o meno pezzi di un metano gia.\l.o o bianco con cui si· guadagna più o meno stima. - Mangia-re, bere e dormine, ecco la vita. - In quanto ai :legami che esiistono fra g'li uomin.i,1'amiaizia è il prestare de-: naro; la .,p.arentela gi-o,va a:i·lasciti; l'amrore è 'un esercizio del corpo. Il solo g,odimernto intellettuale è la vanità». Ma chi• parl,a, i,n codesto modo? Forse un contemporaneo, e queste linee datano forse d'ieri 1? No: parla Alfred de Musset; e « la Confessione di un fìg:io del secolo» avrà fra breve cento anni ! Questa « giove,ntù pensierosa che siede sul mondo rovinato» è fa gioventù di1 d-opo +J. 1815; ma noi riconosciamo il ritratto, abbiamo incontrato qu-esti uomini. La ,gioventù del- 1815 'che aveva veclurto la Francia « cadere rifo1i-ta e addormentarsi d'un sonno· tanto proforido che i vecchi re dr lei, credendola morta, l'avevano avvolta .in un lenzuolo bianco», quei giovani che « du:rante quindici anni avevano sognato le •nevi cli Mosca ed il sole delle Piramidi » e che eran di una Francia ferirta ·a morte « condannaita al riposo ed .alla noia», quei g,i-ovani -avevano ,quakhe ragione di sentirs1 nell'anima « una miseria insopportabile» di negar tutto e di avere « -la bestemmia sulle labbra ». Ma che di-speri in faccia al mondo nuovo che essa BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==