Vita fraterna - anno III - n. 16-19 - 31 ago.-15 ott. 1919

298 \'ITA l'RATER:-1.•, Ricordidtospedale II. L'Ardito. :\ pena ripresi il servizio in reparto, do,po il mio mese di riposo, mi colpì su'bito fra i niiovi, quel viso gicvane 1l1urninato da due buoni sereni occhi azzurri. - Deve ,essere un eccellente ragazzo, questo - dissi a me stesisa. E non mi ingannavo, chè. più tardi, el bi campo di avprezzare la schietta bontà <li quel c,:ore semplice. · l primi tempi non badavo molto ali'« eccellente ragazz.o »: avevo soldati gravi che richiedevano tutte le mie cure, e lui Dal- <li,n:,convale :ente cùi febbri mailari'che, se ne stava tutto iil giorno fuori ckl rer,a'rto o in refeitrt:orio, OJ}l}ure, quando il tem,po lo rpermetteva, in certi delizi.asi pomerigg; di gennaio, nel vastissimo gi;irdiiao che 6r,comlava 1"09Pe<la'legiungendo sino a,J.la cim~. c!er colle - là dove si erge avvolta di edere la torre anti,ca. Ma, diminuendo un poco il lavor,o io ebbi campo di studiare da presso tutti i miei ,ammalati specialmente durante i turni del r,omeriggic,, Un· gionio 'Stavo inseg11an.<lo i ,primi mdinie;1ti della Jettura ~d 1·11 bresciano. un mite buon figliuolo. quando alzando lo sguardo dalla pagina sulla, quale vanamente, da .un quarto <l'ora mi afianna,va a sp:egare come fra la lettera v e la lettera r esi ta 1 11°a certa diyersità. vidi fissi SU, di me in espressione di preo-hiera : ~impidi occhi di Baldin. - Cosa vuoi. figliolo? , - Oh! signorina! - ris1 posc confuso: si esprime ·a un poco a fati-ca per un 1-e~gero difetto di brJ,lrnzie -· c.h ! ig:10r,ina c3rne mi piaccrc!Jhc di im1parare a leggere e a scrivere?! Lo guardai maravigliata. - Come. Baìdin. ma non ci sono s noie al tuo paese? - Arrossì forte. si cm·.fu e, ma, tmÌJpo J}rofonclamc11t1;schiet:J ;J· r Yelare di una scus·'. pur lcg-giera le ~,-e n;r,nd,eYolezze, rispose: - Sì. si_2:nori:1a, c·è la scuola al mio paese, ma io non ci ai1davo: preferi\·o correre sui prati o 1ei boschi e lavorare i campi. I miei genitori allora avevano me _ lo figlio maschio, e mi hanno viziato. poveretto! Ma adesso 1111-i •pento proprio, 1)roprio ta:nto <li non a,yere situ<li:i.1to. Alla promes!':a che gJ,i feci di portare a lui pure 'un sillabario e un quaderno. sorrise cli gioia. BibliotecaGino Bianco

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