Vita fraterna - anno III - n. 14-15 - 30 lug.-15 ago. 1919

VITA nA.TM»A sua vita, aiutarlo, con la presenza, con la parola, con la corrispondenza perfino - amarlo, insomma, nel vero seri o della parola. E' questa una delle ragioni per cui non ancora :fioriscono tra noi opere d'educazione popolare veramente efficaci. << Una delle ragioni»: perchè ve ne sono altre: ad esempio, la mancanza d'appoggio morale e d'aiuti finanziari d,a parte del ,Governo e delle classi colte: deficienza, questa, che si potrebbe colmare, ove si riuscisse a vincere l'indifferenza generale, a scuotere · l'apatia degli stessi interessati, a rimuovere gli ostacoli accumulati dall'egoismo e dalla cecità di molti. Ma, per riuscirvi, occorrono tutto l'amore, tutta la dedizione, di quanti ardono dal desiderio di « consacrare 0 la propri~ vita)> al servizio dei fratelli, in una cooperazione larga che, pur lasciando aperta la via alle attività singole ,ne avvalori e ne ribadisca l'efficacia, collegandole fra lor.o e comprendendole nella comune opera d'amore', d'assistenza fraterna. Domandiamo ora a noi stessi: siamo disposti alla dedizione e all'amore pei fratelli? Senza dubbio tutti abbiam fatto ,chi sa quante volte, ottimi propositi; ma forse ce ne siamo poi la ciati distogliere per il timore istintivo di dover affrontare troppi sacrifizi ed imporci troppe rinunzie! Abbiamo tergiversato, cercando in segreto di giustificare a noi- medesimi la nostra debolezza e la no tra inco tanza; ed abbiam finito col trovare qualche via di conciliazione fra 1'indo1enza comune e i nostri buoni propo iti: ci s'interessa teoricamente ai più urgenti problemi, si coopèra a qualche forma di « beneficenza», .... e si la ciano andare le cose come son empre andate! Mà vi sono pure le volontà buone e costanti, certi simamen e: anche fra noi. Interroghiamoci. E perché non pòtremmo contarci? ... Noi di« Vita Fraterna», per esempio: quanti vogliamo fare qualché co a. Diciamo quale cosa vorremmo fare: senza timore nè esitazione se la « cosa Jl è minima: lo sappiamo già che non p tremo fare l'lient'altro che co e minime: ne siamo tutti persuasi anticipatamente: dunque non v'è ragione di timori. Ma siamo sinceri: con noi stessi, innanzi tutto: non illudiamoci di poter fare quello che le nostre circostanze e le no tre attitudini non ci consentono. E siamo sinceri con gli altri: non promettiamo nulla che non siamo certi di poter mantenere (s;ilvo eventuali difficoltà impreviste che sopraggiungano). Condizione unica: saper amare: non soltanto beneficare, proteggere, assistere, con gentilezza, mà seliza amore illimitato! Se manca questo, tutto è vano. Ma se a questa condizione i può rispondere affermativamente, nessuno tema di non trovare un'occupazione per sè. Pur non contando quelle sugg~rite dalle grandi Opere Sociali inglesi di cui tratta il Pioli (il che, del resto, potremBiblioteca Gino Bianco

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