Vita fraterna - anno II - n. 14-15 - 15 agosto 1918

'; on so se per altri lieto e dtcsiderabile, per me certamente sereno. Sento di poter sorridere di gioia anche dinanzi alle più temute ci rcostanzc. La gioia del doTere compiuto... . . 16 febbraio 1916. J O non verlo che l'operare. L'opierare auda~e . . svr.ezzante dei pcr;- coli. Con intelligenza ecli audacia egualmente chstnbmte. Ma fare., Perchè ho ven'ann':. Perchè ho un corpo forte e sano. Perche ho una madre animosa. Mai si coml?.le.~i doni convennero in alcuno a ,·omandare che si operasse. Io ud11 11 comandamento... . . 12 marzo 191(). . E poi 10 penso che nella logica de.gl! a,·venimenti a ciascuno i fatti accadono relativamente a quanto egh e. Giacchè un potere. ignoto .ci regalò il r:iond<?, amiamo if mondo. Giacchè ci creò att1 a compiere cose grandi, amiamo la nostra forza. Giacchè ci oreò molti e ui_\ili l'uno all'altro, uniamoci ed amiamoci. Ma se tu disprezzerai il mondo, se avrai orrore della tua forza, se oclierai o tralascerai il vicino, tu spezzerai i vincoli della necessità che legano tutte le cose; tu ti renderai degno <li cose oscure, di sorpre~e catti,·e. •.fu farai retrocedere il cammino agli anni, forse in modo irrimediabile e veloce. . Ma se uno ama gli uomini e le cose al pari delle 1p•roprie forze. se con ,·isionc nitida e coscienza sicura egli si sforza di raggiungere i più lontani beni, egli dovrà attendere eventi felici. Se egli attua le migliori .possibilità che Iddio g_li ha dato, se I agg;unge i m'igliori beni che gli furono indicati, egli ha compiuto og;ni suo dovere yerso la sua coscienza. ,·erso Iddio. Egli è degno cli •t ssere salvcn.o. <<Quegli che sempre operò tendendo al suo fine. noi possiamo salvarlo . Cos~ traendo la morale dal poema goethiano, canta il coro degli angeli srllevando a1 l cielo l'immortale cli Faust. <<Colui che sempre ope'rò tendendo al fine». Ì\on è questa che noi facciamo OJ)c,·a di superuomo? . · Non è questo che noi facciamo. sommo bene 1 per la sccietà futilra? Non è questo che scuote la mia volontà. sommo amore- per coh,ro che a me furono affidati? <<Colui che sempre operò tendendo al suo fine>>. . . Monte Cengello. 6 giugno 19r('. Avanti. avanti sempre! i sopravvenienti calpestino i corpi J)i'Ì\ i ,li Yita dei precursori! Quests è il ponte che ci lega al domani. lo 11 n mi son mai sentito così come ora lietaimente ,,·otàto al sacrificio . . . . . (o mi sento un'anima tanto a1mpia da abbracciare con un amt)re inesauribile con una stretta ampja. capace. le più grandi cose. [o mi sento csal_tar~ <I? u1~ ;;i.more f~n·:do che r:'rdon:1 ai nemici. che acqueta le pa~.510111ptu v10lente. lo m, sento rigoglioso come una mao·n1fica pian·a educata al sole e all'aria. io mi sento· traboccante di Yita.b Chissà çhi raccog-licrà domani le mie membra stese al suolo inerti 1... ~"!ssà quale fred~o. r~cint~) rice~·crà le mie ossa un tempo :;ì r.irti ! Chissà don:; d.Jrm1ro tl 11110ultimo sonno, clm·c dirò la mia ~1Itima parola!. ... Io ho una persuasione che il mio amore fresco per la Jerra tmldr<' mi ricondurrà ad essa. Amore e morte! Osanna a cl:} muore. _da giovane, lottando la. più bella cli tu ti.e le P~igne. per la i~!u bella d1 tutte le cause. nella p.enezza della propria Y}ta conscia e lteta de.Ila propria forza. Osanna a chi muore sulla hrecci~·- al.Jo sbaraglio vmccndo e scm1nando per l'altrni vita il proprio ot-gogl•nso ,·alnre. Osanna a chi cn<-Ì muore! .... BibliotecaGino Bianco

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