Vita fraterna - anno II - n. 14-15 - 15 agosto 1918

PAGINETTE INTERNE Voci dei nostri morti P.\OLO 1L\RCO~I da Verona. Sçyttotc11eiite degli alpini, + J 21 a11N1 sul JJ onte Ce11gcllo, 16 gwg110 1916. Roma, 9 dicembre 1914. Doni non ne \'ogliamo pm. I cloni ci hanno umiliato anche troppn finora. K oi non potr,emo amare che ciò per cui avremo sofferto. Pcrchè il nostro popolo :11:1a tiepid?-me:it~ la pat,ria? Pen.·ht troppo poco sangue, troppo pochi sacn,fic1 gli e ·co~ta:a ! . , . .t\ oi non sappiamo amare perche non conosciamo la v1rtu eroica :lei sacrificio ..... Noi non vogliamo Trento e Trieste) ... K oi_ vogliamo qualche c~sa di più importante e sacro. Koi non vogliamo riscattare Trento e Tnes .e: noi vogliamo riscattare e temprare l'Italia tutta! Piuttosto che al~ri doni, meglio rimanere quali siamo oggi. · Se non sawcmo fare, guai; guai a noi se riuscireltno aid avere ciò che non· avremo saputo 1neritare. . . . . . Roma, 2 fobbraio 1915. Questa è l'ora dei coraggiosi e dei forti, questa è l'ora del trionfo dei yalori più degni, questa è l'ora della giovinezza, poichè elci giovani è l'età nuova che sta maturando; la nos fra età, il nostro domani lo vogliamo crear noi ! Chiunque vi si opponga non potrà non venir travolto. Roma, 9 maggio 1915. Che tempi, cara mamma, si preparano! Io ne sento tutta la sovrumana bellezza. Poichè io sento in tu,,to questo ricorrere di eventi, (Orne un'oncia fatale che scorre perpetuamente. Ed è questo un senso misteri0so di fatalità che mi dà di fronte ad essi una tranquillità mvi dia bile: tranquilli .1à e sicurezza pure. Poichè io penso che se è vero ch'io nella vita ho una missio11ie da compiere, sei è vero che la m!ia vita tende ad uno scopo lontano da realizzare, la ventura di questi mesi non mi si potrà volgere nemica. Quindi io odio i predicate ri cli prudenza e di viltà: «Sta indietro, copriti, lascia esporr,e• gli al~ri». Ma che mi importa di tutto ciò, se io ho una missione, se io ho uno scopo nella vita? Possiedo io, o non possiedo tutto ciò ehe solo, solo dico, può assicurarmi contro la mala ventura? Se io la possiedo. perchè temiore ciò che presto o tardi può raggiungermi? Pcrchè coronare di viltà e d'inifamia una esistenza fino ad ora indegnamente usurpata? Dal fron':e, r3 febbraio 1916. }'[i spinse il dovere. non il desiderio. Del resto nulla è perduto <tuando si è giunti a tranquillizzare la propria coscienza. Tranquillizzare la propria coscienza e non conoscere prntimento, è il dovere cli ogni uomo di fronte a sè stesso ,e di fronte alla divinità. Qua!1clo ur~o. è in. reg:ola con la ,propria coscienza, h~ ben meritato degli uomm1 e çlt Dio. [o non sono mai sta ..o cosi sereno. E questa serenità mi dà la forza e l'animo di non lasciare alcun chC' di intentato. Chi mi trascina. fatalmente. per questo senticro conl.inuo e diritto, ch'io qcsrn ignoro m·c alla fine conduca? Giungerò io pure Jd un termine destinato. . Dal_l' opus.colo .li i\-!011ito dei r:omballtnti (L' Froica _ La Srelia, \"Ìa Galileo, 2. L. o,so; 1a Comitati d Assistenza e Propagand a. I..2,:io per I o copit'). BibliotecaGino Bianco

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