Vita fraterna - anno II - n. 8-9 - 15 maggio 1918

118 VITA FRATERNA vare, riflettere, capire, st~1diare, bisogna; pe_r amar rneglio e agire più utilmente. Attraverso alla condizione del soldato, o dell'ufficiale, che - ferito o malato - è affidato alle nost're cure, e alla sua famiglia, possiamo e dobbiamo cominciare a renderci 0onto delle condizioni -· tr.oppo e male da noi ignorate ·- del nostro popolo e anche della nostra classe dirigente: virtù, difetti, bisogni, miserie materiali, fisiche, e morali, si rilevano, allora. E possiamo (e dobbiam-o) anche - oggi per -domani - in1parare a conoscere, amare, e servir meglio la nostra PatFia. Una cosa che alle d,onne, alle signorine in particolare (è vero, Elena?) è stata finora chiesta molto poco... Eppure, quanto possiamo anche in questq campo! - dunque: quanto dobbiamo! Al di là dell'attualità della guerra, ,osserviamo, conosciamo la nostra azione. Oggi dobbian10 svolgere. nelle corsie la nostra propaganda patriottica; spiegare ai nostri soldati, che troppo poco ancora lo sanno, che cos'è l'Italia, e .perchè la nostra guerra è santa, e deve essere incoronata di vittoria; eccitare in loro il santo orgoglio del loro valore, che è valore italiano, contro ' la deplorevole tendenza di autodenigrazione che da noi troppo spesso n1ina e annienta il senso nazionale e il senso di indipendenza. Ma facendo questo, ci accorgiamo pure di quanto, que- •Stomanca e occorre non solo oggi, non solo trà i nostri soldati, ina sen1pre, ma fra tutto il popolo nostro, così capace di meraviglie, e così poco coltivato da noi, - tanto e male coltivato dai nemici d'Italia.• .. Sentiamo, rièonosciamo il nostro debito. Ti pare, Elena, che dopo la guerra non ci debba essere p1u niente· da fare? ... Tt 1pare che sarà permesso alle povere « signorine disoccupate» di prima, alle volonterose v,olontarie di ·oggi, di tornar « disoccupate» domani? -· di riprendere rassegnata1nente la stupida, vuota esistenza di prima, che non è vitçt? Ah, no! è vero? - prepariamo le schiere, e le volontà fin d'ora! Fin d'ora il lavoro è pronto. Anna Speri. Perchè gli opuscoli di propaganda siano letti sarebbe molto bene distribuirli abbondantemente nei -diversi scompartimenti dei treni viaggiatori. Il treno è uno dei posti in cui si legge di più. Distribuirli non alla cieca: opportunamente secondo le varie classi e i loro frequentatori. Vorremmo che que·sto suggerimento fosse raccolto. da chi t·nò attuarlo. BibliotecaGino Bianco

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