Vita fraterna - anno II - n. 8-9 - 15 maggio 1918

116 VITA FftATE.RNA sembra inconcepibile una tale disoccupazione. Eppure, la vita di pri113-a, come l'ha descritta Elena, è tale e quale quella di nna innu111erevole schiera di signorine più o 1neno giovani, quella voluta per loro da un'enorme massa di madri tenere, di padri aggi, e di fratelli ben pensanti, nonchè di - « partiti conv~- nienti ». - Chi può dire per quante infermiere volontarie, questo volontariato rappresenta una battaglia vinta contro l'o1wosizione dell'ambiente? (battag·lia che sj rinnova di tanto in tanto: perchè ancora ad ogni proposito,· quel povero servizio in ospedale è accusato responsabile dei più svariati inconvenienti della vita quotidiana ... ). Per quante· giovani vite esuberanti, eppure costrette sterilmente in una reclusione materiale, e srnprattutto morale, in un ozio affaccendato, in un'esistenza ingombra e vuota, - l'appello urgente e patetico della Patria alla loro .attività, l'apparire del bisogno così evidente d'un aiuto che anche esse potevano dare, e che esse hanno sentito di dover dare, e hanno voluto dare, - è stato lo spalancarsi qi una finestra sigillata fino allora sulla realtà angosciosa e feconda della vita: la realtà che fa vivere se pure uccide! E' stata una rivelazione indin1enticabile ormai. Elena ha ragione: non era vita, quella di prima. Naturalniente - il mondo che aveva creato per loro questa esistenza e ve le aveva costrette, non le ha capite nè le ha aiutate sulla nuova e buona via. - Vedendo quanté signorine, disoccupate fino allora, si gettavano a questa nuova attività, si è detto che questa era una nuova « moda ». Vedendo con quanta serenità, e gioia, ed entusiasmo tante giovani donne, abitu~te a tutt'altra vita, affrontavano e sopportavano fatiche, impressioni dolorose e disgustose, lavori umili, pericoli di contagi, - si è detto che le signorine avevano trovato un nuovo genere di «sport». - Con una leggerezza purtroppo non nuova nei giudizi. maschili sulla donna, troppo accolta e favoritç1 anche nei campi femminili dal gusto della maldicenza, e da ostilità di -« colleghe » laiche e religiose, si è generalizzato, da qualche caso disgraziato e deplorevolissimo di infermi ere indegne e incapaci del Iorio· mandato, a. tutta la grande n1aggioranza delle buone e serie e attive - coinvolgendo tutte in uno spiccio e· superfi- - ciale e sorridente dispregio ... Questi, in gran 1parte, gli all.ori colti nel proprio mondo, e anche intorno al loro lavoro stesso, da moltissime infermiere volontarie. Non poche, purtroppo, anche buone, hanno ceduto davanti a queste difficoltà, e vinte si sono ritratte dal servizio. (E il loro mondo, subito, ha commentato: ecco, l'avevamo pur detto che non avrebbero durato, le farfalline ... ). BibliotecaGino Bianco

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