Vita fraterna - anno II - n. 8-9 - 15 maggio 1918

114 VITA FRATERNA No, non ei si abitua alla guerra: - ma vuole Iddio, quando alle potenze tese sarà richiesta anche più alta tensione nell'ora ,più difficile, ristorare quelle nostre forze che sonò sul limitare misterioso fra questa umile vita del corpo e la più alta vita spirituale, - e ci parla confortevole nella Yoce .musicale della sua u1nana e celeste figlia Primavera. Oh, non chiudiamo pertanto i sensi a questa voce!- Accogliamola con festa, rispondiamo cantando per ogni sentiero del bosco per ogni soffio dell'aria serena, respiriamo largo e p:r.ofondo, sorbiamo a lunghi sorsi con avida gratitudine l'acqua. della fonte vivificatrice che ci avrà ·rincorato quando l'ora della prova più grave,. che non può tardare, venga! mca.• ARMONIE .... Fiori, fiori, fiori: una dovizie,. una festosa meraviglia 1nulticolore. E azzurro. E sole. O trionfale esultanza di campi fioritit O miracolosa esultanza di case cittadine trasmutate! O primavera! primavera! Vjta! . E ancora la guerra: odio,' distruzione, 1norte. Signore, Signore, ne ài dunque abbandonati? ... ; . Passano. . Soli o a gruppi, sorreggendosi sulle stampelle o appoggiandosi ai bastoni, giovanissimi; passano i mutilati di guerra, gli analfabeti contadini della Sicilia eroica, passano fra le snelle palme slanciate verso l'azzurro, nella soavità inesprimibile del crepuscolo primaverile. I mutilati. Che pietà! E credevan10 che giovinezza volesse dire bellezza, forza, gioia. O Signore, tu ne ài abbandonati... Nla ecco, a un tratto, un coro di freschissime risa completa la lenta e dolce melodia del crepuscolo che declina. I mutilati si sono uniti a una frotta di bambini e giocano con loro, e uno ci è - cui manca una gamba - il quale, per indurre al riso un imbronciato monelluccio di tre o quattro anni, fa le finte di rinc.;rrerlo. E naturalmente; nella corsa è vinto .... O giovinezza, o sacra, temprata giovinezza, sì, davvero, d.av( vero, tu sei la forza vittoriosà,-la gioia, 1 a bellezza! E che tu sii ringraziato, o Signore, poichè non ci ài abbandonati. (Palenno) LiC'ia. BibliotecaGino Bianco

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