Vita fraterna - anno II - n. 7 - 15 aprile 1918

102 VITA FRATERNA e 1nigliore? Indubbian1ènte, paragonate al presente, tutte le nostre scialbe vite d'un tempo, vissute sulla n1ateriale superficie delle c.ose, non appaiono che bronzo sonante, e cembalo tintinnante. Possiamo far eco di cuore alle alte parole del generale Pershing, il quale, quando lesse il messaggio di guerra del Presidente, e prima di sapere la grande missione che gli sarebbe stata affidata, disse: cc Preferisco cli viver oggi e d'aver una piccola parte in questi grandi fatti, che non vorrei aver vissuto in altri tempi e occupato i più alti p-osti nella storia ». Grandi occasioni e doni grandi ci sono offerti - e se noi manchiamo di accorgercene, e di afferrarli con ardore, manchia1no di percepire quanto di meglio ci è stato presentato. I\1a questo meglio non è lo sparire delle dinastie, nè l'avanzare della de1nocrazia, nè pur soltanto la fratellanza delle nazio- . ni: ... bensì questa è la trascendente speranza di oggi: che, dopo così lunghi anni di materialis1no imperante, un'onda potente di vita spirih1ale si rovesci nel mondo e -fa rinsangui. Afferriamo veramente la possibilità che nel 1914 un'epoca n1aterialistica si sia chiusa bruscamente e definitivamente come per lo sbattere violento di una porta? E' stato detto che il pPimo periodo del progresso 1unano è il suo sviluppo fisico, il secondo lo svilupp0, intellettuale, il terzo lo sviluppo spirituale; e che noi eravamo al secondo stadio. Ora v'è chi pensa che nel 1914 la· glorificazione della mente isolata raggiungesse la sua crisi tremenda e che ivi cuhninando precipitasse violentemente alla sua distruzione. Noi possiamo bene sperare che ora, su dalle ruine del n1ondo una resurrezione dello spirito stia. per avvenire. Framn1ezzo all'orrore e al caos della guerra, una grande speranza Jncomincia a fiam1neggiare nel cuore dell'umanità; cercate, e la vedrete· manifestarsi luminosa da molte insospettate parti. Strappati da tanto sfacelo ed agonia e morte alla nostra comoda vita, finalmente, « Ora, noi ram,1nentiarno che Dio è ». Attraverso le mure sgretolate della nostra materiale citdella, nella quale eravamo così profondamente imprigionati, incominciamo ad afferrare con lo sguardo· lembi del n1ondo reale dello spirito, nel quale sempre eravamo esistiti e ci eravan1 mossi, ma ch'erava1n per solito troppo ciechi per distinguere. Le profezie della venuta del Regno hanno sen1pre annunziato che sarebbe .stato portato, da un periodo di grande sofferenza e confusione, non perchè il Regno abbia bisogno di tali cose per sè, ma perchè senza la purificazione del dolore gli occhi spirituali dell'uomo non si aprirebbero ad esso: egli permarrebbe acciecato ancora dalle piccole frivole cose della propria vita egoista. Qnando il suo minuto e comodo universo preBibliotecaGino Bianco •

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