Vita fraterna - anno II - n. 7 - 15 aprile 1918

\'IT.',. FRATERN.',. 101 li1nitare dell'f.ìnno nuovo, a scuotere e destare ànche i più apati fra noi? Da ogni banda si sente dire che noi in America non siamo desti ai tempi. ,Certo, questo non è ormai più vero per noi. Certo siamo consci dei pericoli a cui andia1no incontro, ma siaino consci della luminosa speranza che pure incomincia a . plendere $Ul mondo? Il paese si è levato con alto spirito incon- ·tro alla responsabilità del pericolo, ma si appresta a pagare egual tributo alla respol).sabilità dellà speranza? Abbiamo dato i nostri uomini, il nostro denaro, il nostro tempo alla necessità della patria; e forse ci si domanda un po' faticati: 1na che altro, in nome del cielo, possiamo dare? Eppure sì, v'è un'altra cosa ançora che, ap-punto in nome del cielo, si deve dare, e questa è tutta la nostra fede e la nostra speranza. - Così straordinarii sono questi ten1pi, che vorrei si pote se discorrerne in qualche altro nuovo n1odo che. non fosse il pallido bianco e nero della stampa comune. Vorrei che_ potessirpo pargere araldi vestiti con tutta la pompa della -porpora e del-. l'oro d~gli antichi tempi, per proclamare su tron1be d'argento l'invito glori.oso; o messi traversanti di corsa con torce infiammate il paese· da un capo all'altro, che gridassero la Tiovella. Qnanèlo trascorrevano quei vecchi giorni tranquilli d'avanti la guerra avremmo mai pensato che d'un tratto il mondo, quale l'aveva1no sempre oziosamente veduto, sar~bbe svanlto davanti agli occhi nostri, con1e una bolla cli sapone, e che noi, gente quieta) in massima, avvezza a tempi quieti, - 'saremmo stati gettati· nella più cataclismatica ora che abbia maJ offerta la storia? Come ogni cosa pareva comune e consueta quando suonò il 1914; ed ecco, a un tratto, che la gente più comune, que1la che ogni giorno s'incontrava per vi.a, vien chiamata alla più grandiosa crociata che si sia bandita al mondo. Quel ragazzott0, per esempio, ch'eravamo avvezzi a veder contare le ova o distribuire il burr,o dal salumiere, da anni, da quando arrivava' poco più su de'! banco; giorni fa vado nel neg_ozio a. chiedere una dozzina d'uova, ed egli m'indica un altro comniesso: « Domani, non sono più qui» n1i dice. << E dove siete?» domando. « Nel Corpo aviatori; parto stanotte per Washington ». A· vVashington l'altra notte - e oggi, probabilmente, in Francia. - 11e lo ricordavo quando mi aveva incartato per la pl'ima volta il salame e il forn1aggio; non supponevo che avrebbe 1nai fatto altro in vita sua. Ed ora!. .. Quando mai ci fu dato il mezzo di .getta re la parte p1u meschina e minuscola di noi,· e di offrire l'esser nostro più alto I BibliotecaGino Bianco

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