Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917

VITA FRATERNA 225 VERSO LA META DI LUCY RE BARTLETT (7) CAPITOLO VII. Era il 3 di Marzo -- il 3 di Marzo del!' anno 1912 - e Hugh Pelham attraversava Londra devastata. La necessità lo aveva portato nello Strand e la curiosità Io aveva trascinato oltre. Cockspur Street, Regent Street, Oxford Street, Bond Street - egli fece il giro com– pleto di questo quartiere che era stato quello preso specialmente di mira dalle suffragiste militanti che vi avevano rotti tutti i vetri, for– mandosi un'immagine esatta della distruzione che vi avevano com– piuta. Camminava adagio, osservando e meditando profondamente. Sì, naturalmente era tremendo, pensava, - che delle donne facessero cose simili - dava l'impressione di vivere in un mondo a rovescio. Ma per grande che fosse quella devastazioné esteriore, non vi erano forse delle rivolte molto pii1 terribili che avvenivano i11avvertite die- tro le quinte? . Questo fu il pensiero che finì per predominare esclusivamente nella mente dì Hugh e lo portò a considerare con una tal quale in– differenza le scene di distruzione che si offrivano al suo sguardo. Erano trascorsi appena sei giorni dalla sua vi~ita a Hampstead e l'effetto di quella visita non era punto scemato in lui, ma anzi si era piuttosto approfondito nell'intervallo. Si trovò ora a fare dei .calcoli piuttosto strani èd insoliti per lui. I giornali del mattino avevano attribuita grande importanza al valore della proprietà distrutta. A che cosa poteva ammontare, pensava egli, forse a 2000 o a 3000 sterline? Ma Clare, quella piccola, pallida creatura a Hampstead non aveva forse sacrificato molto più di que– sto? li signor Burton era un'uomo ricco e Clare era l'unica sua figlia. Essa aveva rinunciato ad una cospicua sostanza per andarsene a fare da segretaria. « Non vi è nessun rapporto fra le due cose » sapeva che gli avrebbe naturalmente risposto la pura logica mentale. Ebbene, forse per lo sventurato negoziante era così diffatti. Ma per la società in genere? Non stavano forse le donne pagando in certo qual strano modo « i loro debiti »? La soggezione della donna non costituiv·a forse BibliotecaGino Bìanco

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