Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917

192 VITA FRATERNA VERSO LA META DI LUCY RE BARTLETT (5) Dicemmo con nota nel numero di Aprile che l'Autrice si era assunto l'ultimo controllo della traduzione di qnesto romanzo, ma col Capitolo V questo controllo è cessato del tutto, ed'ora irzpoi ne è intieramerzteresponsabilela Traduttrice. (N. d. R.). CAPITOLO VI. Nel pomeriggio di una Domenica dell'ultima settimana di Feb– braio, Hugh Pelham discese alla stazione della ferrovia metropolitana di Swiss Cottage e, attraversando Finchley Road, entrò nellla Fitz– yohn 's Avenue. Era diretto ad una casa in Belzise Square dalla quale Clare Burton gli aveva scritto qualche giorno prima chiedendogli di venire a trovarla quella Domenica dopopranzo. Aveva veduto forse tre volte Clare dopo l'incontro al ricevimento di sua madre in principio del mese e la loro nuova intimità si era ogni volta vieppiù approfondita, cosicchè una conversazione con Clare rappresentava ora per Hugh una delle cose che lo interessavano maggiormente nella sua vita al– lora piuttosto monotoma. Aveva il senso strano di avvicinarsi in certo qual modo a Maimie attraverso Clare. Per quanto diverse fossero le due ragazze, per quanto differenti fossero i loro rispettivi ambienti e il loro modo di vivere, esse però appartenevano in certo qual modo, in quel mo– mento, alla stessa corrente - quella corrente di una psicologia fem– minile affatto nuova che, nel modo in cui la vedeva rappresentata in Maimie, era spesso troppo forte da assimilare per Hugh, mentre sen– tiva invece di poter simpatizzare pienamente con essa nel modo in cui si esplicava in Clare. Era però leggermente ansioso sul conto di Clare, mentre si av– viava di buon passo verso Belsize Square. Non comprendeva come mai essa si trovasse colà. La sua propria dimora era in South Ken– sington e benchè essa gli avesse detto nel suo biglietto di trovarsi colà in visita presso un'amica, egli aveva notato un certo tono di riserva nello stesso che lo aveva lasciato leggermente perplesso. Rag– giunse ora la piazza, trovò il numero ed attese di entrare, conscio di essere in preda ad un senso notevole di aspettativa. BibliotecaGino Bianco

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