Via Consolare - anno II - n. 7-8 - luglio-agosto 1941

81,:RTO • Vinco e perdo : si capisce. Che domande! B1w1,;o - Stasera,? ' Bt-.:RTO • Vincevo se non saltavi su tu a fare quel baccano del diavolo. BRUNO · Chi t'ha dello d' immischiarti. Non e' entravi. lb;HT0 - Ma i due piccoli t'ave van messo souo. IJtUINO - E che importava a te? Ui,;RTO • M' iwportava. Eri solo . magro e così: biondo - contro quei due piccoli e tarchiati BRUNO - Ma avevan ragione, staser:,. lo baravo. BERTO - Questo non lo so. V'ho visti ab• brancali. E gli occhi di Olga, la cassiera, spaveutati, che mi supplicavuno. Mi son buttato dentro anch' io. Ho visto una faccia insanguinata. BBL:NO - Era tiuella del Guercio. L'ho colpito col portasigarette. Non lo potevo vedere quell'occhio socchiuso, beffardo. (Grilli che canta,10, a folate) BER'l'O - Hai mai sentito tanti grilli cantare? (l'ausa) BnuNÙ • Forse avran chiamato le guardie. 'BEH'l'O - Mah! Non credo. Che ci guada• gna il padrone? BH.. UN0 · (D' i,nprovviso, scoppiando, ma trattenuto) Sono stato un vigliacco a scappare così! Quando vedo, all' improvviso, del sangue mi prende una inspiegabile paura. Allora scappo scappo ... Torniamo indietro. A vedere. BElt'l'O - No. Vedremo domani. BRUNO • ·Hai detto che Olga era spaventata. BERTO - Già. Aveva lasciato la cassa. Non lo fa mai. Soltanto per venirti dietro 1~ho vista piantare la cassa, una sera. BtUJNo - A quest'ora mi aspetta. B1<;u:ro• Tu r accompagni à casa ogui notte. Qualcuno vi vede uscire insieme dopo che tutti i clienti• se ne sono andati. BRUNO - Stasera si smarrirà, povera figlia. BE1t'l'o • Uhm ! Ha gli occhì verdi come quelli del gatto. Vede anche nel buio. Bn.u~o - Ti piacciono quegli occhi verdi? B~lt'rO - Non perdo tempo con donne, io. BRUNO - E' vero. Ti piace sopratutto giocare. BERTO - Piullosto. I soldi - se li vinci, se li perdi • Ji puoi sempre contare. Con le donne invece ... BRUNO - Ma lei è una donna speciale. B~;1t'l'O - L'Olga ? Bnu~o - Anzitutto gli occhi. Hai detto bene: occhi da gatto. E poi le mani, le unghie • se le guardi con un po' di allenzione: fatte per graffiare. Non so. BEH'l'O • Da ~ambino mi piaceva accarez• zare la schiena del gatto, d'inverno. E mia madre mi diceva : attento che i galli son traditori. Io non le davo retta. E mio padre aJlora saltava su a dire: lascia, lascia che provi. Ti capisco. BRUNO - L'Olga mi piace per quel che dice e, più, per quel che non dice. Per come mi guarda. e per come finge di non guardarmi. E come conta i soldi ? Ci hai mai badato ? BERTO • I soldi li conta così: sorridendoci sopra come a una culla. Fondazi~ Ruffilli - Forlì (Una pausa) BHUNO - E camminiamo sempre in mezzo al campagna. 1 Vuoi proprio portarmi a casa tua. BEll.'1'0 • Sì un passo dopo l'altro, qui, sulla strada maestra ... BHUNO - Un passo dopo l'altro, eh? Bello! Arriveremo domani mattina. Bt<:H.TO- No. E' là in fondo. Oltre la curva. BitUN0 • Non vedo nè il foudo nè la curva. E a casa tua chi troveremo? BER'l'O - Nessuno. A quell'ora saranno lutti a letto. BRUNO - Dunque potrò stendermi in qual• che angolo. lo non russo la notte. Bl!:RTO - C'è un'ottomana a pianterreno. Potrai anche russare, se credi. Dormiamo tutti di sopra. BitUN0 - Quanti siete ? BRRTO • Tre, e il sottoscritto che fanno qua uro. IlRUN(1 - Due vecchi e due giovani? BERTO - Precisamente .. BB.UNO • Allora: tu, il babbo, la mamma ... BERTO • E una sorelJa. Bn.lJNO · Più piccola ? BERTO - Più piccola. Veut' anni. BRUNO - I soliti vent'anni. Chi cauta? (Un can(o lontano) BKRTO - Son contadini. Bn.u so • Incredibile ! Sembrava venisse dal cielo. BERTO - Non far l'intelligente. ( li ca,uo si perde) BRUNO - (Piano, delicato) Scusa: il nome di tua sorella. BERTO - Velia. Ma perchè me lo chiedi in quel modo? BRUNO - Il nome : son cose delicate. (Pau,a) Tuo padre che fa ? BERTO - Il fornaio. Cuoce il pane per tutta la borgata. Si chiama Giosuè. BRUNO - Giosuè? Bello. Hai mai pensato ai nomi dei nostri padri: la forza che hanno? BER1'0 - Non far l'intelligente, ti dico ! E non scherzare sui miei vecchi. BRUNO • Non scherzavo. Tua madre? BERTO - Si chiama Celeste. Viene dalla montagna. La trovi sempre in casa. BitUNO - E tua sorella : Velia. (Una pausa) Tu dici che la casa del fornaio è laggiù, oltre 1a curva. Camminiamo più in fretta. BERTO • No. Li troveremmo alzati. BRUNO - E tu non vuoi. È vero. E che fanno, adesso, dentro la casa ? BER'l'O - Si riposano. Il babbo e gli amici giocano, bevono. La mamma e le donne cuciono, ciarlano. E Velia .... BRUNO - E Velia? BERTO - Guarda. Un occhio al filo e un occhio al vino. Ma non vede nè il vino nè filo. Che cosa guarda, che cosa vede io non Jo so. BRUNO - Pare una favola. ( La voce della campagna come una m.usica) Allora • adagio adagino - un passo dopo dopo I' altro • su questa strada bianca di luna • piano, piano, pianino giungeremo sul far del mattino .•. BERTO - No! Guarda : è là ! BRUNO - La casa di Giosuè! ( Le voci e la musica della campagna dissolvono. Cresce il caulo cii un coro di donue, a bocca chiusa) DONNA - (Contando con cantilena) Trentuno, trentadue, treutatrè ! II DONNA - Conti i punti del rammendo? CORO DEI.LE nox~g - (Insieme, ritmando) Nella casa di Celeste si rammenda in allegria, (Rido,.o) Ab, ah, ab! Cono 1)~;1GJOCAT<>HI- Bum ! CORO Dlll.1.1, DONiXI,- (Spaventato) Ooooh / G 1osu1:: • - Chi è ? CORO D~I GIOCAT0IU - Salute, Giosuè! CORO DEl.1.fo; 00Ni\'I•: - Sono i nostri mariti! Con.o 1J1~1 GI0CAT0IU - Anche stasera siamo venuti da te. G1osu1~ - Benvenuti da me! CORO llE:1 GIOCA'l'0l<I - Allora: carte per giocare e '1ino per trincare. Co1to DEI.I..~ D0~Nl<; - Tra due ore non ra• gioueremo più. Cotto DEI GlOCAT0HI • Carte e vino ! I GIOCATOltE • Tocca a me. Il GIOC.\'l'OHg - Tucca a te. I GIOCA'l'ORE - Asso! (Battendo le nocche sulla tavola) II GIOCATORE • Due! III GIOCATOHE • Tre! I GIOCA'l'OltE - Fante! Il GIOCATOBI•:• Cavallo! III G10CAT0HE - E Re! GIOSUÈ - Piglia tutto Giosuè ! CORO o,;1 GIOCA'l'0l<I - Piglia tutto Giosuè! Giù - giù - giù - giù .... Co1l0 DEI.LE DONN,: • (Ridono) Ah, ah, ah! I DONNA - Filo per il tassello. II 00NNA • Lana per lo scapino. III DONXA • Pelo per il mantello. Cono OEU .. R 00NNI<:. Alza la testa, Ceieste! I DONNA • Ahi! Mi son punta con l'ago! II 0ONNA - Uh ! Mi s'è sfatta la treccia ! III DONNA - Oo.,-,h ! Mi son rotta le braccia ... Con.o DEI..LE DONNJ.: • Alza la testa, Celeste C1<;LES'l'8 - Donne, abbiate pazienza. - E' lungo il mio filo~ grande il mio lenzuolo : lo finirò col grano marzuolo. Coao D~LI.E DONNI•:- Lungo il filo? Grande il lenzuolo ? Ah, ah, ah! Hai la figlia da marità. CEI.ES'l'E - La mia figlia non silmarita. CORO DELLE DO'IXE • Celeste, la tua figlia si vuol marità. UNA VECCHIA - Chi la sa, chi sa la fola della figlia che si voleva marità ? CoH.O DEI.LE DONNE · Uuuuh ! Fola, fola, fola! Fola vecchia, fola nova ! • UNA VECCHIA · {,' r"ra una volta .... CORO DELl,E DONX~:- Ah, ah, ah! C' era una volta la figlia del re ! Ah, ah, ah, ah ! Gwsut - Le nostre donne ridono. I GIOCA'l'ORI<:·; E la~ciale divertire. Co1w DEI GIOCA'I'••Hl - Vino! Vino! Vino;! II GIOC.<TOllE - Ma la _tua moglie continua a cucire. CORO DEI GIOCA'l'0l<I • Vino! Vino .•. III GIOCA'l"ORli • Giosuè: la tua ca•a è più Lieta di quella d'un re. Cono DELLE DONN~ C'era una volta la figlia del re... (Breve pau,a)

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