Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

nei vecchi Comunali che non dovrebbero avere eccessive scuse di cassetta? li « sabato teatrale • non dovrebbe essere una manifestazione sporadica, limitata a certi centri e frequentata da un pubblico « popolare • cosi cosi. Ma ad ogni sabato dell'anno - o quasi - dovrebbe - e il sogno è bello - ripetersi nelle cento città d'Italia. Come? E le compagnie? E le grosse spese? Ma le filodrammatiche ve le siete dimenticate ? Hanno dei difettoni grossi, chi lo nega? Ma c'è gente che ci lavora con grande cµore, oggi ci sono anche i « Teatri-Guf • con funzioni più nettamente sperimentali. Perchè un Municipio non potrebbe passarsi fra le spese di bilancio, accanto allo stipendio del maestro per la civica banda, anche quello per un regista, direttore della «Stabile• locale? «Stabile» da costituirsi - con distribuzione di tenui regalie - fra gli appassionati locali e della provincia? Sergio Castellani SPEZZATI A proposito di... critici di teatro improvvisati : « V'è dieci da porre contro uno che questo dramma non piacerà a tutti gli ascoltatori qui radunati. Alcuni vengono per riposarsi dalle fatiche del giorno e a dormire per un atto o d~ ; e a questi temiamo di aver turbati i sonni col rumore delle nostre trombe, per cui non si st'aranno dal dire che questa composizione non val nulla; altri poi vengono per udire i motteggi avventati ai grandi e ai piccoli e per gridare : vi è sale!• 26 Shakespeare Enrico VIII, Epilogo FondazioneRuffilli- Forlì Su la «Gazzetta» di Messina è apparso qualche tempo fa un articolo del camerata Turi Vasile, il quale parlando della " radio come mezzo d'arte » ha brillant,ementeespostoalcune idee che già da tempo formavano la nostra convinzione. Il pubblico di oggi, egli dice, dovrebbe essere orientato verso l'espressione puramente sonora, aliena da ogni forma spettacolare, compito che solamente può assumersi la radio. Questo nuovo aspetto della radio, potrebbe fare di essa (più che mezzo divulgativo e informativo quale essa è nella concezione attuale) un mezzo formativo della nuova mentalità della massa, tra cui la radio incomincia a diffondersi quasi come il cinema. Anche il camerata Enzo Castagno su « Meridiano di Roma » si è occupato della radio come mezzoformativo di grande portata, lanciando la idea di una messa in onda (cioè di una realizzazione radiofonica) dell'immortale romanzo del Manzoni. La materia del romanzo è infatti « eminentemente teatrale ma non rappresentabile nè sulla scena nè sullo schermo (ed il mancato successo di tali realizzazioni ne fa fede, aggiungiamo noi) perchè tutto il segreto della sua eccellenza è racchiuso nell'arte della parola » • Una tale « cinematofonia » (cioè azione fonica) dovrebbe dare appunto agli ascoltatori non distratti da nessun apparato scenico, da nessuna vertiginosa sequ~nza, il vero intimo senso delle parole e dei suoni, che potrebbero esprimere le più alte e nobili passioni, i più difficili e misteriosi stati d'animo, senzci timore di creare un rovinoso contrasto tra l'aspetto esterno della sua espressione e quello intimo delle parole che l'accompagnano. Per rimanere nel campo delle cose già dette vi preghiamo di pensare per un momento al viaggio di Don Abbondio con l' Innominato. Sul teatro una scena simile non sarebbe realizzabile. In cinema porterebbe delle note farsesche per potere esprimere lo stato d'animo del pauroso curato, esprimibile soltanto con « voci» . Nell' ascoltare queste voci che tumultuosamente verrebbero su dall'animo impaurito del curato, l' ciscoltatore non sarebbe distratto da nessuna visione, come si diceva, piuttosto farsesca (e non potrebbe essere altrimenti che farsesca la. figura di Don Abbondio che, fra gli altri guai, è costretto dalla sua maledetta mula a camminare sull'orlo del sentiero sopra lo strapiombo della montagna). Ad onor del vero si è già ten~ tato di dare alla radio una taleespressione ed una tale funzione. Sono stati casi sporadici che val la pena di segnalare. VIA _CONSOLARE

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