L'Unità - anno IX - n.9 - 27 febbraio 1920

problemi della vita italiana Direttore: GAETANO SAL VEMINI * Dll"ezio11e e Ammm,slrazione: Roma (6), Trinità dei Mo1th, 18 ~ Abho11a111e11lo ordinario•annuo L. 10, se,, 5.2.J per il Negno; 1\1111110 per /'es/ero L. 15 ~ Sosle111/ore annuo L. 30, semeslrale L. 15 Jt Uu numero separillo ceni. 20 Jf Amm. Soc. An. Ed. • La Voce•, .,Alia Jf C. C. c"n la posta Anno IX ~ N. 9 _,. 27 Febbraio 1920 SOM~IAntO: J.. 'l conferenza d~i Parigi, L'U 11 ilci. - Il Parlamento del 1:i,oro, Gino /.,u::atto. - L'Economia n.uocl:lt.a. - ALionc politica?, Carlo Prococ.cfo. - 11commercio burocrntlco. La Conferenza di Parigi E' uac-ito. dnc mei-.i 01· w110, i11 Iughil– tel'l"a, e ~ ue c:,1,;1uri im.ruediatameute la. edizione, e ~ n'i: fatta subito una edi– zione popolare n, dur lii-e. un \"Olume su /,(; c011JJcyucn:c rco11omicht• della pace, ('l'hc· ('C()H01HiC CO'tlHCQllf.!tl('('R ~ the peace, Mnc·miUan rmd Co). l_/:u:1tol'e, John MaynRt'CI Keyucs, pl'O– fcs,,;w)l'c li ocoumnia a King's College di ùa.mbridge, fece purtc df•ll:L ùelcga.zione in~lesc alla confcrcn1.u di Pru•jgi fino aJ 7 giugno 1919, allorchò elette le dimjssio– ui disperando rhe le sue idee potessero ~•sere accettate in quella. bolgia di cie– chi, di ignora11ti e di vaoito~·i. E libera-– to,,i dn ogni impegno uJllciale, ha, pubbli– <·ato. una cri tic-a vigoro1-tiAAima c·ontro gli err-01-i C<.'<>no111ici ùelln pace messa insie- me a ParigiJ J Il \'Olume. •·ome dice il titolo. è dedi– cato ai l)roblt•mi t'<'onomiei della pace. Ma ~s,.-so contiene nnn Jl8l'te di estremo intertsse ~torico e, politico 1 in cui è de– N<.'ritfo con m,u10 ma~ti·,, tutto l'ambien– te :Clelln c•oufercn1A <li Parigi. E noi, in nttl.~.:1· cbe un nostro ('olJaboratore ri– ferik<'n nell'Utrltd In JHu·tc economica, de.1J'o1)C.rll, (;reòiamo utile rar conoscere lnr~umente le pagine, in cui ~i redono ri• vere ed agire glt uomini, HU.i quali incom– be l.'I, responeo.bilità mtu!8ima,di quel che a, Pa.rigi è stato compiuto. C!lemenceaa franc<!8i - SJ)iegtt il Keynes - ave– vane una, politica.. Clemenooau chiudeva. gli occhi con a.ria. di stanchezza quando gli intere88i frnnooe! non emno in gioco nella di8cWll!Ìooo; ma. quando si tmtta.vn , della. Francia., si aveglin,va., sape,·a. qua.li erano i punti virali e w questi cedeva poco. Se le principali linee economichle del Tra .tta.to corrigpondono a. nn concet– to orga.n.ico, questa. idea, appartiene a-Ila Francia. e a Clemenceau. Clemenooan era. di gra,n lunga, il per– aonnggio plù eminente del Consiglio dei Quattro. « Egli aolo uve,•a, un'idea., e l'a,. vera considerata, in tutte le sue conflC– guenze. r,., sua. età, il suo C.'l,1'8,tterl, il suo spirito, il suo aspetto concorrevano ,. dn,rgli una. linea netta. in un ambiente cli confusione. Non si poteva nè diSJ)rez• Mrlo nè disamarlo: si poteva. soltanto a.vere un'idea, diversa. dn, lui sulla. natura, dcll*uomo civile, o nccnrezznre una di– ,·ersu, apernn,.,n,. TI suo J)(><Jto, nella, st<>nz.'I, dove si riuni\'a il ConsigJio dei Quattro, era un& larga. poltrona. di brocca.lo nel mezro del &e.micerchio da,·anti al ca.mjnetto con Or- 1.'lndo alla. sinistr<>, il Presidente Wilson vicino aJ cruninf'tto e il Primo Ministro, Lloyd George. dall'altra. parte del cami– netto, alla destra. Non portava, con sè nè carte, nl) 1>orta(oglio: 110n era assi– stito du. nessun i..cgrctario personale, ben– chò vari minh,-t'l-i !r;,.HlC'esi l-d alcuni (unzio. nMi esperti dell'argomento particolare <-heem in discu~~ione fossero presenti in– torno a lui. 1 I suo pas~, la sua mano, la t-,ia. \'OCe non manc:.n-ano di ,·igore. ht'nchè U\'(''"'" l'aspetto. •Jl<.'<'Ìolmentedo– po l'nttentato ('Otnm<'~SO contro di lni. di un u-0mo as.~ai vcr<'l1io che riserva\'a. le fol'1R per Je O<'(':u-.ioni imJ)Ortanti. Parla.– ,·a, di rado. J:1-.riando d1e mini..~tri e fnn– ziona'ri inizin~~"ro la, cspo!ò!:i1.ione-;chiu– dcrn •Jl('O"<J gli ocehi e •·appoirgiarn allo :--clticual~ dt\lhl polnoun con una impas– sibile faecin di 1>erg11mcnn, con le mani guanla.lc tli grigio congiunte davanti a isè. Di t.unto in tanto, una bl'ere frase, int.•ii:o:i\'u o t·inkn. un:1 dom:1ncl:'1. l'abban– dono totall· <lei suoi ministri. rh"egli non si cul'an1 affatto di coprire, o una, mossa. t.l'osti1uttez1.:1 av,·alo1·atn, dn poche pa– rolr iu un ing-)eij<" pit·(·1111tc. Egli solo t 111 i Quu I t 1·0 J}()te,·11, pn l'ln 1'(' e com,– p1·c.ndrt·<"le due lingue 1>okhò Orhu1- do c·ou()i;(•c,·n ~ltHnfo il rrnncese e il Pruno )liniRtro o il Presidente soltanto l'iugTc8e. E' d'import:.1111,a, storica che Or– lando e i1 Presidente 11011 a.vernno alcun ln<'U.0 di (•omuni<:nzione diretl:1. 1 consiglie1·i del Pre.idente gli si a!– foJln\·uno intorno. un lst.nnte dopo gU cs1)(!Mi iugle.~i si precipitavnno per CO· nor,;cere il t'isult.nto de.Ila cli!-!cussionc e \'Cder-e se tutto anciavn, bene, e poi accor• 1·evauo i fr:.n1C:e1;iun 1)()' sospettosi c-àe gli altri complottns.<l<'•'o qualche coaa a, loro in!-taputa. finrJu\ tutta In stanz.a era, in 1>iedi e In rom·er!-!;11.ion(' in ambedue le lingur di\·cnhwa. gcnC:rale. La, mUl, ultima <~ più viritl;1 i1upres~..io– no ò qu<.'Jl::1 d'uu::1 sccun, consimilo, · col !'residente e il Primo Ministro 11Iccntl'o d'una· folla inaorg<!nte e uun babele di voci, un brusio di frettolosi ed impt'O\~vi– suti comp1'0meH'Si contro-compromessi, un vociare e un infuriare che non signifi– cavano nulla. e non llpprodavano a nulla., e in mezzo ai quali i grondi problemi del– l'adunanz..'\t del mattino eran dimenticati e trnscurnti. E Olemenceau, silenzioso e 90l0 in Òisp,,rte - poichè ojenté di quel che tocca\·a la sicurezza, della Francia. era RUl tappeto - troneggia,,a, nella sua. poltrona. di broccnto, arido nell'anima. e vuoto di speranze, molto vecchio e etan– c., ma. con gli occhi sulla. scena., con un'aria cinica. e quaJJi empia.; e quando fiuall)Jente ,ri rifaceva. il silenzio e tutti ritorna, va.no a.i loro posti, si acopriva, che egli ora. scompm'80. Egli sentiva. per la. Francia, quello che Pericle sentiva. per At.cno: non c'em che lei, nient'altro valeva.. Ma la, aua. teoria. in fatto di- politica. era. bismarckiana.. Non aveva, che uo'illusione: 18,Fra.ncia, cd unn, delusione: l'umanità, inclusi i rrnncesi e. non ultimi, i suoi colleghi. I HD0iprincipi rigunrdo nlln pace posso– no essere espressi sempliccme.nte. In pri• mo luogo. crede\lO. con convinzione, che il tedesco <·npisce ~olo e non può capire a.ltro che l'intimidazione; è nei negoziati senza. generosi h\ e senu\, rimorso; non c'è vantaggio che non cerchi e non rece– de dinanzi a. nulla. pur di procacciarsi qualche profitto; è senza. cuore, flCDM, di– gnità, aenm pietà. Perciò voi non dovete ma.i negoziare con un tedesco o conciliar– velo; do1·ete dettargli il vostro volere. Solo roi;.i egli vi ris~tterà, oppure voi :;:tli imJX'<lit·ct<"di mctlervi iu mezzo. E' duhbio se egli pen.•n•se che queste carat– teristiche fossero peeulinri aolo della Ger– mania. e f.C le Stil' ingNrne opinioni su qualche nitra. nazione fossero fondamen– talmente cliver:-:e . .La sua filoi;;ofia.non la-– schwa alenu posto alla. (< !-C>ntimentaJi– t:\ » nei rapporti intenrn-?.ionali. Le na.– zioni f.lOnocose rcnli, delle- quali non po– h•tc- umnrne ebe mm, e ~nlir per le al– t1·t•i11diil'C>rcn1,.'\t - oppure odio. La gloria <lt-lla na1.ione eh(' amat<', è un fine dcs'i- de1-ahilt\ nrn der<' }!~re ottcuulo in ge– ncntll• a s1>etre ùel ricino. tn JJOli1 it-a del– l:1 fo1"1...:t e'- inc\·itabile, e non \'i t) nullrt di \'Crauwnte 11uoro da. imparare intorno a, ,,ue~ta guen:1 o allo scopo 1>e1· cui fu combottuta. L'Inghilt.crra. ha distn,tto, (">me iu 0~11u110 dei scccili precedenti, un r·h·ule commcrchtle; uu gnrnde c:q,itolo ~ shllo (·hiuso nelln. lotta serolnre tra Jc g:loJ-ic della Oc1·mania e delln F1'anria;. l:1 prndl'111.a esige qualrl1<' mil'llll':l di os– ~l(1uio a fior di lnblH·:1 \'Cl'~ gli e< ideali>) dri folli nmcr-icnni e degli ipo<·riti ingJe– isi; mu, sarclibe stupido <·r<'dere rhc , 1 i sia po~to net mondo, qua.lt .' C>:-;.~ rc~ilmc.nte ~, per atr.ari come la, Leg-11 dc-llc Nazioni, o che vi sia uu senso qunlu11c1ue nel 1>rin– ci1>io dl'll'autodech:iooc, eccetto ,·ome una, rormula> ingegnosa per l'ia.ggiustnre l'e– c1uilibrio ùi J>Otenza,nel proprio intercSEie. 'l'utte (1ueste, però, sono gen~rnlità. Nel tracciare i particolari pratici delJa. Pace, cfie egli pens:n-a necessaria per la, poten– za, e 1ft, aicul'e.zza della, Francio, noi dob· biamo riCill'Ci alle canse etoriche, che ave– mno 0J>e"1to durante tutto il COl'IIO della. sua. vitn. Prima, <lelln. guerra franco-ger– wanica, le popoJazioni della Francia e dclla. Germania, erano press'a poco egua. li; ma il carbone, il ferro. iJ un viglio del– la. Germauia erano nclJn loro infnnzia, e 111 1·i(~he~z.a, deJlu, l<'rnncin, Cl'a di gran lu11ga ,ruperiore. Anche dopo la, perdita. drll'Al8flzin,•f..,orena non vi ero, unn. gran differenza. tm le reali risorse dei due pae– si. llo, nel periodo intermedio, la posi– :dono relativa era completamente mutar la. Nel 1914, la- popol.'lzione della. Ger– nHI.Jlia. era. del settanta. per cento maggio– re di quelln della Francia; la Germa.nj,a, era. di\'Cnta.ta una, dclle più mnnifattu– rie1-e e commerc.inli unzioni del mondo; la, sua alÌilitil, tecnica. e i suoi mezzi per la produzione della ricehezz..'\ erano een– za pa1'i. La. Francia, d'altro canto, n.veva. una, popolnzione st:Stzionaria. o in diminu– zione, e, rela.t.ivnme.nte nlle altre nazioni, ern in sei-in decadenza, in fatto di ricclez– '"' e di potenza produttrice. Nonoetante, perciò, l'esito vittorioso della, lotta attuale, la. posizione fuh1ru,,deJ– la, J'rancia. 1-cst:wn, pt'CCll.rin. ngli ocelli di un nomo che ritene\•n, che Ja gueri-a, civile eut'Opea. doves!,e considera.rei come uno sta.lo di cose normale o almeno periodi– co e ella questo genere di complotti tra. le grandj potenre organizzate, che ba, oc– cupato gli ultimi centp anni, impegnerà. anche gli unni ,·enturi. Secondo questa, vi!rlone del futuro, la. moria, enro1>ea. è dC8tinn,ta. ad essere una gara perpetua., nella. quale m Frane.fu ha, vinto questa. partita., mi. di cui questa partita, non è certo l'ultima. Dalla fede che essenzialmente l'antico ordine non cambi&, essendo ba83to eulla, na.tura. uman" che è sempr,; la. stessa, e da. un conseguente scetticismo riguardo a, tutta In,dottrin<> che la Lcgn delle Na– zionj rnppresenta, la, politica, della, Fran– ciiL e di Clemcnceau procedettero logica.– mente. Infatti una. pnee di magnnnimiU\ o di trattamento generoso e giusto, basa.– ta su (<ideologie» come i Quuttordici punti del PrrQidt'ntc. potrchl>e intanto aver l'e-il'eu.o di,.nffrctt:11-e il 1-ii;10rgimcnto 1 della Ge11nn_niae il giorno in rui essa auc-ora una. volta potrehhe SC'n~liarc con– tro la. Francia, In sua, popolazione più nu– lllN'O~a e le &·ueris011-0 e- la Run. abilità t('('nica, su1>criori. Da qui la U('('<.'Ssilà di (<~l1ar.::111tigie»: cd o~ni gara.n1.ia , presa, acc1'<'~-<'nclo l'irritazion<' e Jl('T'(·iò In pro- haùiliL,\ ù'una. susseguente revo1ic/i.e da. pa1·te dc.Ila. ùerut.auia, rende\·a necessari ult.e.riori provvtdimenti per sclliacciarla. Quando qucst.a rcduia delle cose uma– ne ~ >1crett:1tn. cò ~ "Cllrtata l'altra., la. ricJ1ic!..tn d'una ((pace cartaginese,, ~ Lne– l'itabile, e non i,a. limiti che nella fon& di cui s'i dispone per imporla. Perciò Cle– meocc..1u nou pretese affatto di con.side– rn11,'i lcg:tto lini Quattordici Punti e la– sciò principnltn('Dte nel altri quegli acoo- 1oodamcnti clic rossc.ro . di t...'lnto io tan– to, nec~8ari 1>e1· salvare gli scrupoli.o la figu1·a, del l'r·c.aillente. La poHtic11 di Clcmencru111era. la. po– liti<'a di un rectllio le cui impressioni più Yi\'<' e In <·ui mentalità più aderente ap– pa1·tene,·u110 nl passato e non nll'a,vveni- 1-e. Egli 1·ede,·a la finalità della. lotta. in rapporto alln Fl'ancia, e alla, Germania, non in rapporto nll'umanitù ed alla ci– \·ilt:) em-01:>en in travaglio ,,erso un ordi– lll' IIUIWO». Il f'resldente Wllson e< Come m:1 i <1ucb·h1 politica 8i sostitul a.i Quattordici Punti e come fu condotto il Prc>-ident~ a nccettarJa.? Quùndo 11 Presidente Wilson laeciò \\"a5':hiugt<4J cg1i godeva, in tutto il mou– do di nn prestigio e di una influenza. mo– mle non mai mggiunta da. altri nella lilOl'ia. I.A> sue p:u'Ole nrdite e misurate giunge\'nno ni popoli d'Europa, al disopra e al di là delle ,·oci dei 101'0 propri uomi– ni politici. I popoli nemici 1tvcvano de– posto le nrnù nella. fiduc·L,,di un patto 90. lenne circa il carattere generale della. pa– ce. i termini del quale sembrava nseicu– rasse1·0 un m!l:tetto giu~o e magn~animo ed un'alta. speranza, di restaurazione del corso interrotto della. vita,. 1 popoli aJ. leati \'edevnno in lui non solo un ,,inci– tore, ma, qutl8i nn profeta. Oltre a. questa. influenza. morale i mcm materiali del potere erano nelle sue ma.– ni, perehè l'Europa, sia. dal punto di vista. dell'efficienza. be!Hca. che d" quello del vettovngliamento e dcli~ finonr.a,, dipen– deva completa.mente da.li' America.. Ma.i un filosofo ave,·a, avuto nelle mani tante al'lni per legn,re i principi di questo mon– do! Con <1unnta speranza, e ansletil. si ospettavn 1'1'omo del destino che veniva. a mette1'e i fomlam.e.nti dell'n.vvenire. La disillusione fu C08I completa. che ne..ssirno se ne poteva. cap11Citm-e, Eppure le ca.uflCerano molto ,semplici ed umane! Il Presi.dente non era. nè un eroe nè un profeta: non era. neanche un filoeofo; ma un uomo di intenzioni generose, con molte dello debole,u.e degli altri CS80ri umani, e mancante di quell'allenamento intellettuale dominatore che !llltebbe sta.– lo neceesario per tener testa a. quegli a– stuti e pericolosi incantatori, che il cozzo tremendo delle ror,,e e delle personalità Meva. portato l'uno di fronte all'altro nella Conferenr,a, come l)Jae;,tri esperti nel rn pido gioco del dare e del prende– re, gioco nel quale il P1·esideute non ave– va, la. minimai esperienza. I mes;,"ggi elci Presidente ce lo face– vano concepire come un uomo di volontà e di grande tenacia, qnaJit.'\ cui bi$0gna,. va. aggiungere l'obbiettività, la cultura, e le l"aste cognizioni d<'llo studi~. Rcoza aspetta rei l'impOOl'il,ile ci pareva. che egli riunisse nella, •ua. persona le qualità adatt.c al compito int.rapre$0. r..._,. prini:1 impressione del Pre.qiclrnte "~ilson, ,•isto da vicino, rh1uceva nlcnue, ma. non tutte que,;,te iBus'ioni. La' sua te~t:i e i suoi lineamenti ernno mode.Jlati

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