L'Unità - anno VIII - n.15-16 - 12 aprile 1919

' problemi della vita italiana Direi/ore: GAETANO SAL VEMINI .,. Direzione e Amministrazione: Firenze, Via S. Zut1obi, 11. 64 .,, Abbonamento ordinario annuo L. IO, semestrale L. 5.25 per il Regnd; Annua per l'estero l. 15 .,. Sostenilou annuo l. 30, semestrale l. 15 .,, Un numero separato ceni. 20 .,, Si pubblica il Saba/o a ROMA e a FIRENZE.,. C. C. con la posla. Anno VII{ ,.J( N. 15-16 <M 12 Aprile 1919 SOMMARIO: Intorno alta proporzionale: Lt circoscrizioni, U. F0RMENTINI; la procedura, IL• GRUPPO D'AZIONE• 0ELL'« UNITA• - S. E. Fradtlttlo - Pel cor,vcl{nO dtgll •uni/ari• - l'ordint Jel lavori. La dlchlarazlont di principi. leza o pari/lo?, U. RUBINI, F. AN0REANI, GINA L0MBR0S0, L'UNITÀ, LUI0I EMERY - Partili e unioni M. OSKOG0RSKI - / più provali a. d. s. la polit1ra inltrna dell'lnghilltrra, A. CRESPI - Danzica, a. b., g. s. ' ' Intorno alla proporzionale . "' ' . ·Le e i·r e o seri zio n i I. La Commissione parlamentare per l'esame del progetto di legge sulla proporzionale ha posto a base della costituzione dei collegi la provincia. Dopo quello che abbiamo scritto nel!' Unild del 23 marzo sulla provincia come organo storico e naturale dell'amministrazione locale, è inutile soggiungere che il criterio della Commissione ci :,Oddisfa pienamente. Il Progetto, per altro, prevedendo il caso dell'aggregazione di più provincie per formare un solo collegio di sufficiente ampiezza e ca– pacit:1, tocca un problema, assai importante, fra quelli che si raggruppano intorno al cosi detto • decentramento amministrativo »: il problema, cioè, di dare forma concreta al- 1'.i,pira.done, per lo pili vaga. e confusa, ma generalmente sentita, verso un ordinamento interprovinciale o regionale. li concetto, infatti, della provincia ammi– nistrata dal • consiglio provinciale •, cioè ente elettivo locale, deve essere separato dal concetto ciella provinci,L amministrata dalla « Prefettura », cioè organo del governo cen– trale, localizzato in una circoscrizione ter- 1jtori,ile. La coinciden1.a e la confusione vi– gono nel no.:,trOordinamento positivo, appunto perchè le funzioni della « Prefettura» s1 con– centrano principalmente nella usurpazione di qua!ji tutte le funzioni che dovrebbero spettare al « consiglio provinciale 1>, e in una vigilanza SO!jpettosae in una ingercn1.a 0 1 pressiva in tutti gli affari degli enti elettivi locali della pro– vincia. Masupponiamoche la provincia .siaresti– tuita come organo amministrativo elettivo nella pieneua delle sue attribuzioni. e sieno tra– sferite in essa molte funzioni che ora hanno carattere statale, e che d'altra parte sia modifi– ca.lo radicalmente il concetto della tutela am– ministrativa1 e quindi tolta alla Prefettura, in tutto o in gran parte, la sua ingeren1.a nelle amministrazioni elci Comuni e delle Provincie. Avverrà spesso. in questo caso, che si sentirà il biqno di affidare parecchie delle funzioni, che oggi appartengono allo <.e Stato•, e possono essere localizzate~ ma si esercitano in una s era più larga di quella della provincia attuale - ca!i tipici certe bonifiche, il canale navi– gabile Milano-Venezia, l'acquedotto pugliese, - si stntirà, dicevamo, spesso il bisogno di affidare quelle funzioni a un ente locale auto– nomo più largo della provincia~ che in alcuni casi potri essere proprio la Regione - espres– sione geografica ben definita in qualche parte di Italia; ma in molte altre ass.1.i labile e incerta, - oppure potrà e5sere costituito da altre forme di raggruppamenti interprovinciali, stabiliti se– condo nuove esigenze. Il fu/uro colltgi'oplurinomù1ale,facendo espe– ri~a di guaii circo/,:potrd awiare alla soluzi'o– ,u di questogrande prohlema. Ma se si pensa che i mutamenti di circoscrizioni hanno sempre dato luogo a gelosie locali, gare di prece– denza, questioni diremo così di • blasone• pro– vinciale o regionale, le quali in passato hanno frapposto ostacoli insormontabili a ogni ten– tativo di riforma, e che potrebbero trovare fa– cile adito presso la futura Commissione Par– lamentare delegata a stabilire le circoscrizioni plurinominali, senza parlare delle altre e più pavi influenze e pressioni del Go,·emo o dei gruppi per ottenere combinazioni di provincie che favoriscano questo o quel partito in base a criteri di strategia elettorale - quando si tenga con10 di tutto ciò, appare subito la necessit1. e l'urgenza dello studio, che stiamo per proporre agli amici dcli' {h,iM.. Il. Venendo a esaminare il Progetto parlamen- tare di rappre..entanza proporzionale nelle di- sposizioni che riguardano la circoscrizione, osserviamo anzitutto, che esso stab:lisce il numero di dieci deputati da eleggersi come minimo per costituire un collegio elettorale. Per ,quanto la cifra sia stata stabilita forse astrattamente, da un esame sommario dell'or– dinamento generale dei collegi essa ci sem- bra :.,ccettabilc, rerchè il criterio può pratica- mente adattarsi alla \'arietà delle circostanze loc. .1.li, salvo beninteso il giudizio definitivo dopo che il criterio sia stato applicato caso per caso. Ma l'art. 2 del progetto dicendo: « per « l'eser~izio del diritto elettorale il Paese è « diviso in collegi formati da provincie o da « gruppi cli pro\·incie.. per la nomina di almeno « 10 deputati ciascuno ». sembra voler disporre questo'"': « ·dove esiste ulla provi;cia, la .. quale ' « elegga, da sola, i dieci o più deputati, essa è « già senT.altro costituita in collegio plurino• « minale : èo,,e le provincie eleggono un nu- « mero minore di de1>utati, si uniscono fino a • raggiungere o anche a superare il numero « di dieci deput;tti ». Abbiamo detto <.e sembra », perchè in realtà basterebbe un c;;emplicechiarimento per auto- rizzare una interpretazione più larga del di- sposto, quale appunto riteniamo necessaria: nel senso du l'aeouregae,"o,u di provincia a pro- vtiuia possa avvenire anche 911a"do ima di esse sitl ~itl per sè ,ompele,,/e a eleggere il mù,imo di de~ pula li .tlabi/z't,,, t che J1· /xma provvedereanchealla scissr"or~ di una provi11cia (per ora al solo effetto della votazione politica), q11a11do si presenti l'oppor11111ift} di correggere u11a errala cin:oscn·- :1"o1u ammini'slrativa. Per dare - com'C! abitudine dcli' Onz1à - una dimostrazione p1atica di questa idea, studieremo anzitutto particolarmente le circo– scrb:ioni amministrati,·e ed elettorali della Li– guria, non solo allo scopo di contribuire con– cretamente. per una parte d 1ltalia, alla riso– luzione del problema, ma perchè qui si ritrova e si combina la varietà dei casi, che possono interessare anche le altre regioni. Ili. La Liguria è ora divisa in due provincie, fra le quali la sproporzione è quanto mai sin– golare ed evidente : la provincia di Genova con 1.040.000 abitanti, e la provincia di Porto Maurizio con Ij5.ooo abitanti; la prima elegge 14 deputati, la seconda 3. Le caus'! di una di~isione cosi innaturale si trovano facilmente. La provincia di Genova trascende largamente i confini storici del mu– nicipio, della diocesi, del comitato, e quelli insieme naturali e geografici, che si colle– gano colla sua injliu11,a /«aie di centro urbano (si astrae, bene inteso, dalla influenza inter– provinciale, anzi nazionale, di Genova come porto mercaotilc). La provincia di Genova in– somma, possiede ancora oggi i confini delle con– quiste territoriali compiute da Genova, come sraw•medicvale. E pcrc:ò comprende, a occiden- te, il Savonese, che ha un individualità pro,in. ciale sua propria, e a oriente spez•a un'altra unità storica, geografica, economica secolarmen– te definita, la Lunigiana, della quale una parte giace nella provincia di Genova, l'altra costitui– sce la maggior estensione (eccettuata la Garfa– gnana) della provincia di Massa e Carrara. La provincia di Porto Maurizio, invece, non è che un 'antica «provincia» corrispondente alla 'circoscrizione di un attuale Circondario degli Stati Sardi, reliquia di una maggiore divisione amministrativa, che fu spezzata nel 1859 1 con la ceS.:,ionealla Francia del territorio Nizzardo. Le ragioni della individualità con~rvata alla provincia di Porto Maurizio nel nbstro ordi– namento, sono anch'esse di ordine storico-me• dievale, come quelle sopra accennate per Ge– nova. Il suo territorio, infatti, non f1ceva parte dello Stato genovese, ma costituiva una signo– ria separata sotto jJ titolo di Principato d'O– neglia. Insomma la Liguria si divide ancora oggi, come sullo scorcio del Medio-Evo. in Repub– blica Genovese e signoria d' Oneglia ! Veniamo ora a con~iderare l'applicazione concret.t alle provincie della Liguria dell'art. 2 del progetto, secondo la sua espressione t it1l)le. • ,. , , , t Dato che la provincht di. Genova elegge un numero di deputati superiore a ro, essa costituirebbe da sola un collegio. Ma la pro– vincia di Porto Maurizio, che ne elegge 3, dovrebbe essere unita a un'altra provincia, che a su,1 volta ne eleg •esse meno di 10. Ma la sola provincia confinante con Porto Maurizio, oltre Genova, è quella di Cuneo, che forme– rebbe già da sola un collegio di 12 deputati. Bisògnerebbe quindi andare a cercare neH'E– milia e nella Toscaaa un grup:,o di provincie da riunire a questo estremo lemho della Liguria per costituire un collegio politico! E poichè un tale assurdo non può essere voluto, e nel caso concrcto 1 Porto l\faurizio non può essere unita che a Genova, la convenienza di cor– reggere o di chiarire nel senso eia noi invocato la disposizione deWart. 2 del progetto risulta evidente. IV. Veàiamo ora come è co!-itituita la circo– scrizione della provincia di Genova verso oriente. La provincia di Massa e Carrara ha oggi 3 deputati. Sulla base della divisione ammini– strativa attuale, che assegna alla Toscana que– sta parte del territorio lunense, essa dovreb– be essere unita colle provincie di Pisa e di Lucca. :Ma la provincia di Massa Carrara, meno la Garfagnana, costituisce con Spezia, che oggi appartiene alla provincia di Genova, una unit:\ naturale ed economica, la Luni• giana, che alla sua volta naturalmente ed eco– nomica fa parte della Liguria. E cli fatti nel riparto regionale proposto da Luigi Bodio, quando sotto l'impulso prima del Farini e poi del Minghetti, si progettava un sistema di ordinamento amministrativo a base regionale, la provtnda di Massa e Car– rara veniva compresa nella Liguria per ragioni di vicinanza e di comunità di interessi. Ora se la provinc a di Carrara dovesse es– sere riunita a Pisa e Lucca, si avrebbe che una unità storica ed economica come la Luni– giana, votereblie parte con Genova, parte çon Pisa e Lucca, secondo una divisione arbitra- ria del suo territorio, risalente alle lotte dei Comuni medievali, alle infiltrJzioni ,.elle signo– rie. agli spo.,tamenti di confine degli Stati pre– ,.rn1t .. ri. ln\'ece la Lunigiana intera doVTebbcessere aggregata al collegio elettorale ligure. Ed ecco la necessità di riunire a una pro– vincia - quella di Geno"a - già ~ufficiente da sola a costituire un collegio plurinominale, non solo una, ma due provincie minori: Port9 Maurizio e Massa-Carrara. Ma non basta. Abbiamo detto che nna parte della provincia di Massa-Carrara, la Garfagna– na, non appartiene al territorio lunense: essa, infatti, per quanto etnicamente rappre~ent1 un gruppo Hgure, si unisce alla :èucchesla per ra– gioni geografiche, di relazioni e comunanza di interessi. Ed ecco qui la nece'"Sita di staccare da una provincia una parte per unirla a un'altra. Un'ultima considerazione si riferisce al nu• mero di 10 deputati .,tabilito come minimo del collegio plurinominale. La Liguria, con l'unione di Massa e Carrar1, e tenendo conto che la separazione della Garf 1goana sarebbe compen– sata dall'aumento di popolazione della Liguria in confronto dell'ormai annoso censimento. che forma la base della presente circoscrizione uni– nominale, la Liguria eleggerebbe comple:-.~1va– mente 20 deputati Se il testo del progetto / fosse interpetrato restrittivamente, si presen– terebbe la possibilità di formare due collesri i,gifri J," rn ,~µutat1 ciaJ:m,o. Ma data la \.:OD• figurazione ge,"lgra6ca, t. iò non sarebbe pos– sibile se non separando in due parti la ra{r presentanza della stessa città di Genova. o ad– divenendo a raggru!)pamenti ancor più artifi– ciosi. Quindi o rinunzia.re al numero di 10 deputati, tome tn1er,"o ,rSS1Jl1110, o ammettere la possibilità di un collegio con 20 deputati. ciò che del resto il Progetto non esclude. V. Gettiamo ora uno sguardo sulle regioni che circondano la Liguria, - pur senza preten– dere di dir nulla di preciso e di definitivo - per vedere se esistano situazioni analoghe aUe precedenti. In Toscana l'unione di Pisa con Lucca for. merebbe un collegio con JO deputati. Singolare è il caso di Livorno, provincia sen:r.a territorio, comprendente poco più della cerchia urbana del capoluogo e l'isola d'Elba. Qui data l'ori– gine recente di questo cento, non soccorre nessun criterio storico; e una sistemazione ra– zionale della provincia livornese sulla base del- 1'influenza economica e civile, che la città esercità nel territorio circostante, porterebbe senza dubbio a una un:one di Livorno colla provincia pisana o forse con la provincia di . Grosseto di tarda istituzione granducale e di dubbia vitalìtà. Firenze mostra un altro tipico esempio di sopravvivenza dei confini di vecchi Stati, in quella parte del suo territorio provinciale, che superato l'Appennino, s'incunea nella Romagna fin quasi alle porte della città di Forlì; parlo del circondario di Rocca S. Casciano, che do– vrebbe certamente in una migliore circ09Cri– zione essere unito ai collegi romagnoli. L' Emilia, secondo il progetto già citato del sen. Bodio, può distinguersi in due grup– pi : P Emilia propriamente detta e la Roma– gna. La Romagna, comprendente le provincie di Bologna, Forlì, Ravenna, Ferrara e il cir– condatio di Rocca S. Ca.sciano, con circa 1.510.000 abitanti, ele gerebbe 21 deputati. Per quanto i confini rispettivi fra provincia e

RkJQdWJsaXNoZXIy