L'Unità - anno VI - n.41 - 11 ottobre 1917
\ Perfida Qual'è la t·a-gione della vasta diffusione di tanti '?J'egiudizi contro l'Inghilterra, ,pur in paesi, che, come l'Italia, l'eJ>bero sempre amica? • E' un po'Oblema, che, una volta tamto, merita di essere a~trontato, per scalzare dalla .base tutto l'e• òifitjo, che sµ tali pregiudizi 'Viene eretto dai ,ne– mici il.eiJ.aguerra e dell'Intesa. L'ru,gomentò è sta– to m' parte i, atta.lo da sir George Peel nella sua opera I nemici del/' /1t!Jhilterra (1908). Con qualche aggiunta la risposta ~la domanda può essere resa àe;cjsiva. L'accusa fonda.mentale che si fa all'Inghilterra è di essere perfida, utilital'ia, 1·aJpace, insaziaibile. Già a priori essa solleva una domanda: come si può dimost~are che J',l,nghilte1Ta sia stata nella storia più perfida, 1>iù.utilitaria, più rapace e :oiù insaziabile di altre Potenze e di altri paesi: per es. più del .Papato, ,più delle signorie italiane del Medio Evo, più dell'Impero Bizantino, più della Pru.ssia? Ma a tparte ques)a pregiudiziale, basti vedere le origini dell'accusa per comprenderne le deboLi basi. I. Anzitutto l'lnglhilteiTa, come il più antico Stato nazionale d'EnM-pa, è stato il primo a lot taTe contro le pretese della Curia Romana a una supremazia universale. Guglielmo il Conquistato– l'C è stato jl primo t11ai Re che abbia rifiutato ad UdebTando l'omaggio che mvcce fu costretto a ren– dergli Ell'rico IV. E più t;Srdi, con Enrico VIII, con E\jsabetta, con Cromwell, l'l,nghilteNa diventò li baluardo del Protestantismo contro il Palpato e contro le monarchie catlo1iche. Ecco una fonte del pregiuruzio a.ntinglese: l'inimicizia del Papato. Il. L'Ing,hilt.erra ha dato ;1 traèollo a tutti gli • Stati che n.spirarono all'egemonia euroJ)en, prcci– pitan<loli dall'a.ltezza, che ad essi poteva parere di grandezza nozio1iale. Poteva ciò ,avvenire ~enza lasciar traccie d'inimicizie in F'l,ancia, o .in l,SJ)a· gna'/ Precisamente le> ner.essità permanenti delln propria sicurezza, costringendo l'Ing,'hilterra a mettersi contro l'amico ,]'ieri di,venuto la minac– cia d'oggi, spiegano le accuse d1 perfidia e di in– stabilità che le sono state via via rivolte da cnlaro nl cui gioco essa rifiutava di prestarsi. lii. L'In~hilterra moderna s'è co,stitmta in– frangendo i monopoli commerciali della Spagna, del Portogallo, dell'Olanda, e ùnpedendo la costi– tuzione del mondpolio commerciale e marittimo della Francia. Durante tutto il periodo dal 1493 al 1815 tutte le potenze accettavano il principio del- !'antico regime coloniale "cioè della colonia come mercato esclusivo e della ricchezza d'una nazione come possilbil9 'solo a spese di quelle di' altre. In conseguenza non v'e.M. di!forenza tra commercio e guerra, tra flotte mercruntili e notte militari, tra gue~a e pace. E1>però è assurdo citare come esem– pi di speciale pot1lrlia inglese gl;' attiacchi inglesi alla Spagna I' all'Olanda, per mare, non p.rec~duti da dichiarazioni da guerra: Spagna, Portogallo od Olanda facevano precisamente lo stesso, quan– do loro se ne pre..."Cnta,val'occasione; la cosa era una conseguenza logica dell'àntico sistema colo– niale e del mercantilismo. L'importante si è che l'Inghilterra è stato il primo paese in teoria e in l)ratica a scoprire con Adamo Smith, con ~ill, Burke, e nel ecolo XIX con Peel, Tobeden, Bnght 11 Lord Du1111am il regime li'beristico modemo, ed è la sola pur oggi a ~uirlo. Ma il ricordo delle Jc,tto J)llssate è rimasto nella memoria degli scon- 11 nttL IV. Molte Potenze, conliro cui l'Inghilterra ha nel pr.Esa.to (..Ombattuto - Spagna, Olanda, Fran• eia -: o molte, alle cui ambizioni es.sa si è nppo– st:i, r;unli la Russia e lo. Prussi(l, hanno avuto bi– sog,no ,s1Jesso, ad es. d>1rante le guerre del secolo XVL.1-XVIII,au,·ante le na.poleoniche e durante h guerra, attuale, dell'o.i4to inglese. Quest'~uto ~ sta: to causa di risentimento in r.hi è stato mutato; gb u.omini sono ratti cosi.. Durante le g:nerre napr,Jeo– niche l'loghillerra ru la sola che tenne sempre duro; e ,tu dessa, a più riprese, che fu abbando~ata e troclita doi snoi alleati: con tutto questo ,rh a.I- L'UNITA 275 one è 81l"rivato a coscienza di sè e ad essere oggetto di teoria.. I.n quanto nm1>ero· Brit;11nnico mantiene L l'ordine col massimo di libertà su un quarto della supe11ficiee della !popolazione del globo, ed include popolazioni diversissime di razza, religione, lingua e civiltà, 'ag. ogni stadio di evoluzione storica; in leali la chiamavano, 1rroprio allora, la perfida ~- qµanto e.sso è tenuto jnsieme dalia volontd gene- bionel rale (n~I senso di Rousseau) di tutte le sue parti di V. Un'atra causa d'impo1>ola1·ità cui ha contri- soore insieme; in quanto esso asaioura la paoe- e b.uito anche Mazzini, è il fatto che è sorta in In- la libertà ,sui mari, ed è la compagine che ha ghilteTra la scuola dell'utilitarismo (B<'utham, fin qui offerto il massimo di lll>ertà ai tro:fflci del Stuart Mili') ed è stata proclamata la dottrina del mondo intero; esso è il prodotto più, COqJ>icuodi non intervento. tutto il 1>rocesso, che ha seminato di na-cioni l'Eu- Ma le critiche rivolta da Mazzini all'Inghilterra a ropa ed il mondo, e costituisce, nonostante le sue più riprese su. questi due 1>unti mostrano dhe egli imperfezioni, il t·ipo più ad~gualo ed elastico del– non li approfondi. Errala o no che sia la base filo- la !Lega delle Nazioni au,.~picata da Wilson. softca dell'utilitarismo, è innegabile che i suoi Essn ,è già in sè una tal ,Lega, e ne compie le -apo.stoli credettero di avr dato in esso la dùnostra.- funzioni. Ed il problema, che ci si impone, non G zione razionale rigorosa dellà solidarietà tra gli• di distruggerlo - si pensi che ·vorrebbe dire una intereissi di tutte le nazioni e dell'utilità della liber- s'!)a.rtizione dell'Impero Britannico! - ma di far sì tà e della democrazia, come g:amniie di pace. che le -!.unzioni mondiali fin qui da,esso solo com- La libertà dello ,St<1art MiU; il suo Regi1-,,erap. pinte sia~o compiu'te in coopel'azione da. una Lega 1,resentativo, la sua Economia politica sono pur composta di ·un' crescente numero di nazioni im· og,gi monumenti di )>ensiero d~moc110tico preciso, pegnate a. rispet~re e a. far ,valere il >Diritto delle al oui confronto, in pmtic~, il pensiero di Mazzini genti. è molto vago. Quanto al non intervento, questa t.eo Tali sono, organizzate dall'i~vidia che ~uscila ria sorse in Ìnghilterra rome . reà.z!ione èontro ogni successo in chi a,rriv,a tardi o ha minor espe- 1' intervento della Santa Alleanza a rep1ime- rienza e ,saviezza, 1e ma.ssiT\}eca,use dei pregiudizi re i moti costituzionali dei popoli controo 1 i loro de- antà-inglesi; e tale è a un dipresso la sommaria spoti. L·Ingl:illtenra fu la prima. a staccarsi dalla conf·utazione che un Ingle-se colto e liberale lpotreb– Santa Alleanza 11ernon intervenire contro i costi- be dare di 'q,uesti. .Éssa non ha bisogpo di nega.re tuzionalisti spa,guoli; fu la '{>rimaa ricono.scere la errori e colpe; ma può giustamente insistere che un indipendenza delle repubblfohe africane del sud ; risultaW cosi cospicuo, co.sl solido, cosi universal- i') dessa per opera del Canning, che suggerì all'A- mente 'benefico, almeno dal punto di V'Ì.StaJil>erale · mei-ica di (>J·c,cJamare la dottrina di Monroe e ·1e e progressivo, non può essere il _me:o.p_rodotto del: diede per sanzione la difesa della stia flotta 1>erim- Ja violenza, dell'astuzia, della c111>1digia,coma s1 pedi r,e che la Santa Alleanza intervenisse nel Sud- vuol far credere. America; ed è noto che ei.ssa e la Francia interven- La immaginazione può essere col'[>ità da conq;ui- nero a !più riprese ,per contra.bilancia.re l'opera del- ste e catastrofi militari, o do. cataclislJli •socia.Il la Santo Alleanza, favorendo l'indipendenza e la come la .riJvoluzione f.ramcese e la russa, o d!a Dl– li'b<Yrtàin guerra, iln Italia, e perfino in Isvizzera cbi8Jl"azioni teoriche e spesso J)latoniche di principt (1848). Tn altri termini la dottrina del non inter astratti, plù facilmente che dal Laivorto &llenzioso vento, qual'era intes a d a Cobden e da Bri©ht, da con cui ,si elaborano le forme moderne dclla llber- Bentham o da Stu •a.rt Mili, da Lord Russe!!, da tà politica e della orga,niz1,a.zione sociale. Ma &ta il Lord Palmerston e da Glastone, lungi dall'essere tatto che il massimo çontribut.o pratAco, rlfles.~lvo, in ant>ilesi col concetto mazziniano, lo specl!lcava alla costruzione di°un mondo, che combini !'or.dine ed integra.va. . e la forza di Roma con la libertà, che ~ non a.s- V l. A.llra fonte di malintesi, di diffidenze e di sen7la di irestrizionl, ma disciplina. di sè medesimi, J·!sentimenti si è che nei paesi, in cw. il regime in individui, clnssi e nazioni, questo contributo parla.menta.re è una ipocrisia, come in Germania, è venuto e viene sJ.Jecialmente dal mondo anglQ. it: Austria od in Russia, ed i,n cui la politica rstera sassone. • è in mono alle Corti ed è intesa come opera pre· , valentemente milit;Sre, il fenomeno di uno svilupp0 spontaneo, in grandissima parie pacifico, qual'è qnello dell'Impero Bn.tannico, riesce incompren· sil>ih Jn simili paesi, ed anche in tutti gli altri, tra le persone poco colte, si è natura!T1l_entetratti a considerare la formazione· dell'Impero il ~>rodoito eh Ullla. veira e propria conquista, tenuto ;,.ssieme con la 1orza, dovuto a una politica secolare siste– moLicn di espansione, com•~ il caso, ad es., della Prussia. Contro una simile impressione generale, ùl J·ado va.le la e·numerazione de i mo ltissimi casi di 31nn cssioni , che si sono offerte à.JJ' Inghilierra e che questa ha respinte, n -di annessioni compiute reluttantemenle >per proteg,gere popolazioni indi– gene contro lo sfruttamento di co mmercianti euro. poi, inglesi inclusi; di rado vale il ricorda.re che la guerra anglo-boera non ha punto tolto la pMprie– tà dflllc miniere del Transwaal a chi già le aveva; e, iJ ricordare che, a differem..a delle annessioni territo1iali aella Francia, della nussia, della Ger– mania e degli Sts.ti Uniti, quelle dell'Inghilterra non hanno mai significato chiusura d'i msrca~i al resto del mondo. . Vil. V'è 1>0il'ern·onea impressione che l'Impero Britnnnico .sia una grande violazione del princi~>io di nazionalità, come, ad es., è la Germania e I'Au– stria. E' un'impressione hire.sisti'.bile in persone sou1.a.senso stol"ico, ma che in ispiri ti intelligenti dovrel:fu'essere dissip (l.ta da poche rifloosioni. Anzitutto il fatto na.:ione è un fatto, che esiste solo in Europa e in q.uelle parti del mondo che sono pdi>0late da europei; il Giappone è il solo i>aese asiatico che, favorito dalla sua insula.rit...~, abbia potuto assumere da sè, senza fa~lo im· porre, il carattere nazionale. Anche in Europa è solo nel secolo XIX che il principio di nazionalità ' ♦ ♦ « Nostrn è l'Istria: necessa1·ia alJ'Italia, come sono neceS6ari i ,porti della Dalmazia. agli Slavi rperidionali "· (lndi.ri ~io al Circolo Garibaldi di Trieste, 1866, riprodotto da Aurelio So.lfl, Ricordl e Scritti, XV, 235). « Il vero obbiettivo della vita internazionale di Italia, la via più retta alla sua futura gran·aezza, sta 1 1iù in alto, là dove si agita sin. oggi il più vitale problema europeo, nella fratellanza col va... sto elemento chiamato a infondere nuovi spiriti nella comunione delle nazioni o a perturbarle, se I.asciata da una improvvida diffl,denza a sviarsi, di lunghe guerre e di _g,,:avi pericoli: nell'allean· za colla f3<mi.gliaslava. I confini orjentali d'Italin erano segnati fi.n da quando Dante scriveva: ..... a Pola dentro O.cl Quarnaro Oh' Italia chiude e i suoi termini bagna ✓ « L'Istria è nostra. Ma d.a Fiume, lungo la spon– da orientale dell'Adriatico, sino al fiume Boia.no sul con.fini dell'Albania, scende nna zona sulla quale, tra le reliquie delle nosflre colonie, predomi– na l'eleme1~0 slavo. Questa 1.ona della riva adria– tica -abbraccia, oltrepa!jSando Cattaro, la Dalmar zia e la reB"ione montenegrina ... Conquistando agli Slavi del Montenegro lo sbocco del quale lilibiso– gnano, le Bocche di•Caitaro, e aali S_t11,vi della Dal– ma:ia le cittd principali della oosta orientale ... o.iutatrice del sorgere degli Slavi illirici. .. l'Italia acquisterebhe, prima fra tutte le Nazioni, diritto d'affetto, di ispiraziqne, di stipulazipni economi– che, coll'intera famiglia sia.va "· (1871, Scritti edi– ti e inediti, XVI, 143-152). Giuseppe Maulnl.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy