L'Unità - anno IV - n.8 - 19 febbraio 1915

632 e IJ,,tia sono alm eno d'accordo nel non volere che eventuali divergenze Jm l' Inghilterra e la Russia. parlino ad una loro completa t'Ottura. Ecco un punto assicurato por una diretta in– t-csa. Con questo possiamo eliminare molte <lisscrtaz ioni dei professori di storia (cho cosa non sanno vaticinare colla sapienza del post eve11tum i professori di stor ia ?) : possiamo cli-.. mina.re l' idillio dei rat.z·isti , 1' arcad ia di JX>C– tcggianti o tutta la retorica ugualmente poco fonda ta dei gallofobi per conservatori smo cieco o dei gallofili per cieco democrati smo. Fatta tavo la rasa da quel primo fondamental e ac– cordo si ded uce la convc nicn1.a e la possibili tà di pare cchi altri accon ti partico lari sui quali il tempo o la prud enza saprann o ammaestrar ci meglio di tutto. Quando mai ci son st-atc difficoltà che non si potessero girare fra. due popoli risoluti d'int endersi ? Basta eliminare una buona volta l' opera nefasta cll)i semina. tori interessati di scandali che cli ogni pulce son capaci di fare un elefante . Sul continent e intanto non ci diamo noia : la nostra frontiera eia quella parte è piena• rrientc conforme alla presente rcaltn. geografica cd etnografica. Se pit1 volte si è sconfinato da una p,.1.rte dal!' altra e se anche gli ultimi sconfinam.cnti furon quelli dalla parte nostra non si può dire che abbi ano lasciato traccia sensibile. V::meggiano i nazionalisti quando par. lano di Nizza e Savoia: la Savoia, paese tran • salpino è, come fu sempre, francese ed ha conseguito per SClnpr e la bramata ricongiun• zione eoll:i madre patria: Nizza che Cavour ebbe il torto di cedere quan,do ancora viveva nella cultura italiana è paese oltre lo sprone principa.lc delle Alpi Marittim e, sul margine linguistico insensibilmente sfumato fra il do• minio ligure cd il provenzale : oggi interna. zionale e francese non prcscn ta la minima differenza che permetta cli caratt erizzarla di fronte al rimanente delle provincie meridio• nali della Repubblica onde fa parte. li caso della Corsica è un po' diverso: si sa che il distacco di questa regione schiettanu~nt·e ita– liana, italiana di lingua, di geografia o di tra– dizioni, si dovette a un'u ltima consegucn7,a di quello sfruttamento iniquo e sistematico invalso fra alcuni dei nostri comuni che i na– zionalisti vorrebbero oggi riprodurre su piit larga scala. Non si può nascondere che pa– rccclue convenienze astratte ci farebbero moltò desiderare di chiuder colla Corsica almeno il nostro Tirr eno, lago italiano, davvero : l\'1az– zini stesso manifesta in una ,sua pagina la nosta lgia degli anni suoi giovanili quand o la Corsica palpitava ancora di sentim ento ita• liano, ma non tace con questa nostalgia che già ai suoi tempi maturi .le ceneri hanno soffo. cato ormai fin l' ultima favilla. Chi è stat o in Corsica conferma questa impressione. L'u nica questione attua le cd acuta pen• dente fra l'Itali a o la Franc ia è soltanto c1uclla della Tunisia; il dominio navale clol Mediterraneo non è che uno cli quegli pseudo problemi sollevati dai dilettanti di storia. Ac– canto alla flotta francese c' è già la nostra, c'è l'in glese, c' è la russa che deve venire, la greca che sta formandosi. Nessun pericolo francese per questa parte. Se non pericolo c'è uno squilibrio molto seccante bcnchè spie– gabile sulla costa settentrionale dell'Africa: una colonia nazionalmente nostra e finanzia• riamcntc francese è sotto messa ali' esclusivo dominio politico della Fran cia. Giuseppe P rcz• :coljni ha sviscerato il problema nel 'suo libro ben informato o penetrante su la Fra11cia ed i Fra11cesi osservati da w1 1·talitt110: Pietro Silva escogitava in un articolo dcli' Unità aJ. cune possibili vie di conciliazione. A ciò che qucst' ultimo suggerisce parecchio altro si po· trebbc aggiungere per la parificazione mora.le e mate riale dei .nostr i coi francesi che costi• tuiscono la minoranza: dopo lo scuoio in pro• porzione ai nostr i bisogni, abb ian\O diritto all'uso ufficiale della Lingua italiana nei centri cli prevalenza nostra , alla completezza dei cli• ritti amministrat ivi e politici senza perdita della cittadinaiw,a. italiana, ad una proporzio– nale partecipazione nei Consigli dl.'lla .Rcg• gcnza. La Fra ncia che si assicura con questa guerra un immenso impero africano cederà allo nostre giuste richieste su questa zona molto dete rminata cli contras to, in nome dc• gli interessi che ci legano ad una politica di mediazion e fra I' Inghilterra e la Russia. L 'UN I TA SarcbOO in questa ipotesi complctamc nt-e isolata la Germania in modo offensivo al suo onore, pericoloso per la pace ? Non è inclispen• sabile. Una Gcnnania che voglia dedicarsi sul scrio ad un pacifico sviluppo ha ancora aperta la via a parziali accordi su punti determinati come è accaduto in passa.to coli' Inghilterra o colla Russia, ancora con noi, colla Fra ncia, colla Rllssia stessa se non anche coli' Inghil• terra in questo o in qucll' altro terreno. Avremo gradua lmente qucll ' accordo europeo che devo esser gradino a forme ulteriori di unificazione. Poiché la Triplice ha creato la Duplice e vi• ccversa , noi intendiam o tene rci indipend enti verso tutti, nell'avv enire più che non siamo stati finora, ma vogliamo esser sempre pronti a h1telarc questa indipendenza contro ogni risorgere dei presenti pericoli. Nessun ragio• nament o può per questo meglio indurre Fmn· eia e fta1ia a pensare ai casi comuni , della comune cspcrienr.a del pallone tedesco. EUGENIO VAJNA . (Oall'Arion t di CtknaJ. La crisi del socialismo ·e l'ora presente. Caro Safoemini , quando in un Suo precedente artico lo, Balbino Giuliano facendo un u anu di co– scienza, aveva espresso intorno al mate– rialismo stor ico e alla dott rina socialista giud iii a mio parere errati, m' era seDi– brato che assai oppo rtunamente tu, pur nel fare le tue riserve, ti affrettassi a dire : di questo parleremo e discuteremo con agio in segui to. 11 momento presente non è di fatti propiz io a discussioni dottrina li; più urgenti preoccu pazioni premono. Ma ora veggo che sull' argomento si inizia fra Giu– liano e te il dibatt ito e penso che realmente esso non sia così lontano, come potr ebbe sem brare a prim:t vista, dai grav i prob lemi che oggi si impongono alla coscienw ita– liana. Nel momento presente l'atteggiamento delpartito socialista nonèsenza impo1tanza; e d' alt ra parte idirigenti il partito socialista oggi, per giusti ficare la propria :lzione, si richia– man o ai princìpi dottr inali, come a pres up– posti da cui b loro condotta pratica debbit derivare e dipendere. E i dissidenti se in part e nffermano una diversa concez io~e della dott rin,1, in par te per altr o non nascon, dono un certo disagio e disorientamento, non snpendo come conciliare teorie, finora professate, con esigenze della re<1lt à at– tual e, che li tr aggono in direzione diversa. L a conv ini ione, da me altr a volta espressa su queste colonne, ed ora riafferma ta da l Giuliano, che la cr.isi socia lista sia essenzia l– mente una crisi di dottrin ~, trova oggi una nuova conferma nella esperienza dei fatt i. La teoria carns trofica, che nell' :wtoma– tico :iggrava rsi dei contra sti vedeva matu– rare sopra e fuori de1le volontà uman e il cozzo finale della rivoluz.ione, ha intr odott o nella concez ione rivoluzionaria l'atte sa della messianica liberazione da lla m,tocritìca delle cose. Ora questo fatali smo materiali stico non solo conver tiva il fare b storia nel supp orla fatt a da sè ; ma concentra ndo tutta la tra– sformazione sociale noli' mtico punt o cri– tico dello scopp io rivoluzionario, e vedendo in questo soltan to l' att ivit ù distruttri ce del- 1' :mti co ed ificio, per sgombrare il terre no ali' imm ediato aut omatico instaurarsi del– l' um an ità nuova, esonerava i socialisti da qual siasi atti vità positiv.-:1,d" qua lsiasi in– teresse per i problemi dcll' età presente, solo focendo loro obb ligo di un siste mati co att cg 1 giam ento di oppo sizione negati va. Che merav iglia, dunque, ~ tale attitu– dine negat iva si sia rinnovata oggi, di fronte all'as sillant e prob lema della con– dot ta dcli' It alia dinanzi alla guerra eu– ropea ? La prim a oflermazione (del 27 luglio ~914) di volere la neutralit à, minacciand o al Go– verno in caso contrar io la rivoluzione, era anche espress ione dell'es igenza di non pre– stare man forte ali' azione aggressiva del– l'Austria e della Germania. Era un p<1tto prelimin are, cui avrebbe dovuto seguir e l'esame del problema nuovo che la guerra tremend a p,resentav,1. In quale nuova situazio• ne veniva a trovarsi I' l rnlia ? Quali inter es~i urgenti doveva tute lare e con che mezzi ? L'avven ire esigeva che ella si garantisse confini sicuri e va lidi appoggi di allean,1.e contro ogni pericolo cd ogni min accia : come poteva raggiungere quest i impr escin– dibili fini ? Il socialismo ufficiale non volle inoltrar si in queste riflessio1ù e discussioni ; fatto il primo passo, di separarc i dall'Austria e dalla German ia, parve ad esso che non restasse ;1ltr o da fare, che chiud erci neUa dichiarazi one negat iva della neutra lità, e considerare quei pro blemi inesistenti . Son– nino, entrando a} ministero degli este ri, tentò b via per la quale più facilmente le necessit:\ italiane potevano ottenere soddi– sfazione, evitando l'intervento , in guerra : un' intesa cogli stati balcarùc i, ;i.Ila cui lega rinnov<1ta avrebbe presieduto l' Italia. Con la forza che avrebbe rapprcsent:no questa lega, d.i fronte al logora mento dei bellige– ranti, avrebbe potuto ,dire la pMola deci– siva al mome nto opport uno, ed ottcnerè, con la fine de lla guer ra, anche la sodd isfa– zione dei propri legitt imi interessi. Ma il giorna le socia lista non seppe <11lora che sva luta re e mettere in ridicolo quel tentativo, senza sostituirv i altro che la riaf• formazione della neutralità pura e sem– plice. In fondo, del resto, tutt i gli argom enti addot ti a sostegno della tesi (non s' è per– sino richiamato Maramald o ? e l'Au stria che cos:1, ripetut:1mente, volev:1 fare con noi ?) e i mezzi pensati per farla trionfare (fino alla minaccia dello sciopero rivoluziona rio in caso di mobilirazione o di guerra) si col– legano a un presuppos to fondamentale : che le question i naziona li non interessino il pro• letariat o. Qualcuno (cave a consequentia– riis) è arrivato fino a dich iarare che italiano o tede sco il padrone è semp re pad rone; qualche altro comba tt e il conce tto di n:i– zion.e come forma di collaborazione di classe, che, specia lmenl e in moment i grav i att u– tisce o soffoca il principio della lotta di classe e rappresenta quindi un pericolo per il movimento socialista. E tipica è la forma in cui ques ta idea venne presentata al co– mizio del 7 febbra io a Milano, fra gli ap– plausi degli intervenut i, dal socialista sv iz– zero Roberto Grimm. Ri ferisco dal reso– conto dcli' Avanti : 1< Ma che cosa è questo « idealenazionale? E esso il simbolo della « cultura ? No. La cultur a nazionale della 11 classe cap itali sta non è la cultura dell,1 « classe operaia .. Se la nazione è una ((forma .della solidar ict:\ umana, perchè al– « lora si riconosce questa solidarietà sola– « ment e quando si trat ta degli interess i ca• 1( pitali stici ? La nazione f In conseguenza « dello st1iluppo cap itali stico. Essa ; il 111rzzo « della borghesia per conquistare il mercato (< interno n. Non sad opportuno ricordare a queeto punto che il Grimm nell' A t1r.t1ti del 7 feb– braio era presentato come uno che da sè era giunto alle idee marxi ste e che era ap– passionato della interpretaz ione materi ali– stica della sto ria. Se la teoria di Grimm fosse marxismo e mat erialismo stor ico, dovreb be esser fuori di ques ti la dic hiarazione fatta allo stesso comizio dal francese Naine : (< Certo, noi ((teniamo alle forme nazion,1li, poichè sia « pure una mùtà naziona le imperfetta, noi << pens iamo che malgrado tutti i suoi di– (< fett i questa unità è una forma della soli– « darietà umaha, una tappa verso una Sd· « lidarietà più gra nde i, (A t1ant.i dell' 8 fcb• braio). Orbene le parole del Naine concordan o singolarmente con quelle, in cui Eng els, nella prefazi one del 1893 al 111.ani/ esto dei comunisti, metteva in rilievo l' import anza per il socialismo delle rivoluzioni nazionali del 1848. (e La rivoluzion e del 1848 doveva t< trarsi dietro l'unità e l' autonomia delle e< nazioni che fino allora ne man cavano : << l' It alia, la Germania, l' Ungheria ... Senza e< l' aut onomia . e I'. uni tà rcstit.uite a cia.scrma u nazio ne, nè l'unione int ernazionale del pro– « leta riato, nè la tranquilla e intelligen te cooperazione di coteste nazioni verso fini • << comuni potrebbe compier si )>, Engel s dunque giudicherebbe anche oggi che il proble ma della pien,1 mtto nom ia cd unità italiana riguardi il proleta riato it a– lia no npn meno che ,l" botghes\a . E quando un prob lema ci tocca e ci urge, non lo si risolve con !:i. sola negaz ione : bisogna di– scuterlo e cercar ne la soluzione positiva ed efficace (1). Perchè dunque i dir igenti il partito so– cialista muovono oggi in un a direzione così sempli cisticamente negati va ? Pr ecisamente perch è il fatalis mo mat erialistico o il mecca– nicismo c<1rnstrofico indu cono un'abitudine intellettuale di pura negazione. Ma essi non sono la teoria del mat erialismo sto- (1) Che - è bene avvert irlo - io credo possa. anche non essere la guerra. ì\Ia quando un partito ì>romcttc la rivoluziono in caso di mobilitazionc ; o quando un uomo di governo, come Giolitt i, dichiara preventivamente di volersi valere solo delle vie diplomatic he, essi vengono tahncntc a svalutare in antic ipazione i mezzi, che si potrebbero adope rare senza venire alla extrema ratio, che inducono gli avversari alla resistenza; e lavorano essi, pro– prio essi, a precludere vie diver se dall' inter– vento guerresco. l1otecaGino Bianco rico : fra il materialismo storico e il deter– minism o economico c'è la stessn somi– glianza che fra il giorn o e la notte ; e la dottrina diffusa come marxistica è una grossolana contra 'ffazione del marxismo, an– che se la colpa della confusione, come giu • srnmente ,1fierma il Giuli:mo, sia in buona parte di ~larx e di Engcls, per certe loro formule schem::itiche, in cui il loro pensie ro riusci va più falsific:uo che espresso . Di queste mie afie1mai.ion i non posso dar qui, ove. una lunga discussione teorica, so-– pra tutto in questi momenti, smebbc fuor di luogo 1 la documentazi one ; l' ho data am– pi:i e (credo) convincente in un libro : qui mi sia lecito semplicemente a.ffc.rmarc che la vera 1eori:1. del materia lismo stori co è una concezione cririco-p rarica, b qua le vede negli uomini i creatori della propri:i stori a, gli auto ri delle cond izioni in cui la loro azione futura troverà i limiti e gli impulsi del suo svolgimento . La concezio ne storica essenzia le di :\l:1rx si riassume nella sua frase della praxis che si rqvescù1 ,· I' azione di ieri coi suoi risultati si rovescia sugli uomini d'ogg i, condizionando li, limit:rndoli e perciò stim olandoli alP attivi tà nuova, che dal suo canto si rovescia contro le condiz ioni prees i– stenti , opponendos i loro e tenta ndo di su– perarle, e creando così nuove cond izioni, che si rovescernnno sugli uomini di domani, a cosrittt ire il limite e I' impulso alla loro attiv ità ulter iore. Non è dunque teoria che addo rment i il senso della responsabi lit:ì stor ica, che ha ogni generaz ione di fronte a quelle che I' han preceduta come a quelle che la seguirann o ; non è teori a di negazione e di pass ività, ma di :izionc positi va. E un rito rno ai fonda– men ti teor ici, che li facesse rivivere come norma e bussola della condona attiva, sa– rebbe oggi, per quelli che vogliono chia– mars i marx isti, <1vviamento a ben altra forma di opera politica, che non sia quella svolta dalla direz ione del part ito socialista. Credimi tuo R. MoNDOLFO. PER GLI ASILI D'INFANZIA Comune di Castelleone (Cremon&) L. 150.- Sig. Natale Francesco (Pesaro) . 1.- Sig. Babbiano Viacava (Genovs>). 4.- Sig. G. S. B. (Genova). . . . . II O.- S1g. Et minia Devoto \Genov:..). T OTA LE L. 266. - ~ A; G10L'O'"G ;o~;; ~-o;,z·1 ~ ie ,·e,lle-respo,rsaMle .' Pl,o u , 1915. - s1,b. Tip. ALDl:iO.Via •el 1tu 11.11.- lei .1-15 GIUS. Idi.TERZA & f!Gill - Batri An.tonlo Salandra POLITICA E LEGISLAZIONE SAOOI RACCOLTIDA O. FORTUNATO Un voi. della Blbllot. di Cult. Moder., pp. Vlll,500 Lire 6, - Co,,/ime: La dottrina della rap presentanza per sonale. Lineamenti d 1 una critica. - li riordinamento delle finanze comunali. - La progress ione dei bilanci negli Stati me..erni. Prolusione al corso di legislazione economi. co.finanziaria nell'U niversità di Roma . ...:.. Un caso del socialismo di Stato. Lo Stato assicura tore. - La questione politica del• l'agricoltura. - La teoria economica della costituzione politirn di Achille Loria. - Sui demani comunali nelle prov incie del Mezzogiorno. - Socialismo antico. - La riforma agraria. Appendice a una discus• sione parlam entarr-. - Sulla istituzione del divorzio in Italia. Relazione. - li Convitt o Nazionale di Lucera. Discorso. - Di un ca– talogo critico delle fonti della storia italiana. Relazione. - Manfredi. Conferenza sul can• to Ill del Purgator io. Enric o ~c~o_c_c~h-l_a__ _ _ INTRODUZIONE STORICA ALLOSTUDIO DELLALETTERATURALATINA Un voi. della Blbllol. di Cull. Moder , pp. VIJl-382 Lire $ ,- Co111it11t: La stona della lettera tuia la• tina : suo concetto e suo compito. - Indi– rizzo metodico nelle.. studio della letteratura latina. - Caratte ri generali della lettera tura Ialina. - Il popolo e l'ambien te. - La Jin. gua e la scrittura. - Evoluz ione storica della letteratura latina: sue tradiz ioni e sue fonti. David e Los,ez CANTI BARESI Elea:ante voi. formato 8° tn carta a mano, pp. 172 1 L'aut ore con 1:;! ;' s:(i:oo d'afte rive1a in questi canti l'anima del popolo barese nei suoi più vari aspetti, nella gioia e nei do– lori, nella fine ironia e nella ingenua gaiezza, Gli argome nti e i personaggi son tra tti da ogni categoria sociale ed hanno sens o pro– fondo della vita reale. Chiude il volume un ricco glossari o che facilita la compre nsione del dia letto bar ese. Gen , Teodoro D e Cumi■ IL MEZZOGIORNO NEL PROBLEMA MILITARE DELLO Sl ATO Elegante voi. In caria a mano di pp. 250 Lire 3 .$0 Contiene: 11Prob lema . - Guerra e poli– tica nello Sta to del Sud. - Le istituzioni militari del Reame di Napoli. - La svalu• tazione militare del Mezzogiorno. - Alcune anomalie della nostra circoscriz ionP.militare . - Uno sguardo politico alle Stanze dei Corpi. - Lo Scacchiere strategico del Mez. zogiorno Contìnentale. - L'E sercito e l'e. ducazione fisica del 'Mezzogiorno. - Un po' di commenti su l Bilancio della ·guerra . - Conelusioni e proposte. Dlrla:cre comml11loal e vaa:lla alla CaH Editrice OIUS. LATERZA & FIOLI, Bari.

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