L'Unità - anno III - n.30 - 24 luglio 1914
554 L' UN I T ,.., santissima e mostre rebbe r-omc in una metà a lmeno de i cOIIC'gi politici i risultati de lla vo– tazione di giugno e luglio sian o in contraddi – zione aper ta con quelli di ottob re. Per citar e qualche cicmp io soltanto, a Corato, rocca- 1ortc de l depu tato Malcangi, il partito anti– malcangiano che si appoggia alla lega dei con– tad ini, riesce vittor ioso con qua si duemila vot i cli maggiora nza. Ad And ria, dove l' on. Ceci aveva avuto in ott obre una maggioranza :::trabocchevole, vincono ora i socialist i. elida.ti borghes i, non gli permette mai di di– menticare del tutto i propri int eressi pec u– liar i, che s' impongono naturalmente ali' at– tenzi one del partito o della persona, che ne riceve l'appogg io. l n qu esti mesi in- Pu glia si ~cntiva , per la prima volta, parlar e delle leghe, come di una forza politica di prim' or– cline per la sua compatt ezza e per la sua in– corrnt tibilità. La loro part ecipazione alla lotta ha già im– posto alle vecchie fazioni loca li di tene r qual• che conto, almeno nelle prome sse eletto ra li, delle loro dom.i nde e elci loro inter essi. Se si proseguirà per questa str ada, se le leghe con nuove vitt<>rie acqui c.teranno una più sicura coscienza della loro forza e delle doman de ur– genti eh' esse possono affacciare ai pubbli ci poteri, si arr iverà presto, anc he ne l :\lezzo– giorno , ad un a pii1 netta delineaz ione dei par – titi, ed a lla lott a cl' interessi fra. singole per– sone che finora si è sempre combattut-a , si so– stituirà finalmente la lott a sugli intere ssi di intere catego rie cli lavorator i. :-{on sa rà an – cora il socialismo nè alcun· altra forma di ri– voluzione sociale, ma sa rà que l prin cipio cli rinn ova mento dcli' ambiente politico e ammi – nistrativo, che solo si poteva att endere da una sincera att uazione del suffra gio univ ersale. G. L. A Rm·o e a i\lincrvino il partit o dc li' on . Co– tugno è in minoranza. A Bisceglie, dove I' on. Pansini ncll' otto bre avca ottenuto q oo voti di maggio ranza , il suo partito riesce a vincere $tcntatamcntc per 100 YOti soltanto . Nel col– legio di Bitonto, in cui i tre avversari del de– pu ta.io ministeriale non era!10 riusciti a met– tere insieme una ,·entina di voti, il Comun e di Giovinazzo è ora conqu ista to da essi senza cont rast.), e quello cli Terlizzi con una mag– gioranz a cli qu asi 2 mila voti. LA QUESTIONE DI FIUME Nel feudo giolilti ano per eccellenza I' on . Dc 13ellìs non ha tentat o neppur e la lotta, ccl ha dovu to lasciaro c_hc gli a vver sa ri cr ogni co– lore, ma princ ipalment e gli elet ti delle leghe , · si sost itu issero ai suoi a mici nei consigli co– mun ali e nel consiglio provinciale. A chi è noto il vincolo st ret tissimo che lega in tutt o il mezzog iorno le amministrazioni lo- • E: por parlare segnaumo nte doli' U11- ghoria , l' una l lirp<'!I10\ te11e10 medesimo i,qu:ui insinuata nd l' altra: o forza è: chn ,,i\·ano a.Ha m<'çlio 10\10 un comuno go• verno, Acciocch ~ la 1uis11one non 1i;i nb confu, iono ni, u,c u a ang uui on , un solo , ped iont<'!I c'è: ma s·cun:, , ,i clun o 111 m.. no euer nia l., l'un ità del govoruo: o nell '11m– mi11is1n z1one d.,lJa provincia e del mu– nicipio luci ,.. e allo nolg eui di d11scuna parto Jiu inta qn,.ntO 1i può nui liber i;\ •· Gl'i t<1/i<111i, i M"r iar'i, 1,li St,u,i. ca li al deputat o e questo a qn clle, non può s fuggire il significato profondo che ass umon o 1 ;,.; • T O)UIASEO) Alla cooquhh della c:ltti . i risultati delle elezioni presenti : è la rivin – cita che gli opp ressi e gli espu lsi di ieri, re– spint-i in ottobre dalle urne con le mazze, i revol vers e le bombe, si son presi oggi - in forma civ ilissima - contr o i loro op pressori ; è la smentita compl eta ed assoluta di tutto un insieme di elezioni inquin ate da lla mani – festazio ne pii.1 violenta e sfacc iata di inter– vent o diretto della polizia che si ricordi in It a lia. J I risultat o, che non dovrebbe stupire af• fatt-o chi abbia una conosc enza esatta della st rutt ura soc iale della rcgiO\Je pugliese, non è purtroppo tale eia giust ificare un eccessivo ot• timi smo. L ' idea dcli' onnipotenza del Go– verno in materia elettora le e del suo, pili che diritt o, do vere cl' int ervenir e per l'uno o per l'altro parti to è così rad icata in tulio il Mez– zogio rno, che anc he stavo lta ben poch i hann o cred uto ai propo siti di neutra lità manifestati ed in bu ona parte mant enuti eia!!' on. Salan– clra; il timore di violenze, giust ificato dall' cc• cessi,·o app arato di forza milita re, non s'è acqu etato che <lopo il fatto compiut o ; e in molti casi la neutralit à del Governo è stata interpretata come un ap poggio da to dalla prefett ura al pa rtit o vitt orioso in odio all' an – tico partito gov ernativo. "È tutta un a ccluc.."1.zionc ,di' indipendenz a ed all a fiducia nelle prop rie forze che occorre fare laggii.1; ma per fortuna bastera nno tre o quattro elezio ni in cui non sorga alcun dub – bio sulla neutralit à ciel potere cen tra le e <!i.;i suoi rappresentanti locali , perc hè l' educazione– sia fatta, e si rompe per sempre il vincol o immora le fra Governo, deputat i e r'.mministra – zioni locali. :,\[a un perico lo assa i più grav e noi vediamo nella situazi one present-e : anche la loti.a at– tuale non è stata preced uta da una discussione di princip i e da una nett a disti nzione cl' inte– ressi di classe: le leghe dei contadini , che hanno int eressi decisamente oppost i a quelli d i t utta la picco la e media borghesia meridio• nalc, in troppi casi non son o scese in lott a per la tutela di qu esti inter essi, ma sono state trascinate ad appog giare e ad app assionar !-.i per la \"itloria di una delle \"Ccchie fazioni lo– cali. JI pericolo, non lo neghiamo , f' gra \"issì mo, poichè il giorno in cui i \"cechi gruppi paras<;i– tari piccolo•borghesi fossero riusciti tutti ad assic urar si l'appoggio delle leghe, si dov rebbe rinunc iare alla spera nza che I' immis~ione nella ,·ita politica di queste masse vergini e non legate ai \"ecchi gruppi dominanti , valesse a rinnova re d'un tratto l'a mb ient e meridiona le. Sarebbe giustificata in tal caso la propagan da apolitica dei sind acalist i e si do\"rebbe anzi vede re in essa. l'unica ànc ora cli salvezza. ì\la per fortuna il senso di classe è semp re vigile anche nel contadino analfabe ta e nel salaria to in genere, cd è ta le che, qua ncl' anche esso app ogg i un cand idato od una lista di ca n• I Era un sogno, una volla, pensare una Fiume magiara. Oggi non più, Bastava una volta sa• per e, a Budapes l, che Fiume è halia na e con– se nti re nella sua difesa che era, in ultima ana- lisi, una difesa d ei supremi inter essi economici de ll' Ungher ia; si era per suasi, una volta, che se Fiume non fosse più italiana, sarebbe diven – tata croata i trnghcrese mai. Ogg i non pili j ogg i da Budapes t non si consente nella difesa di Fiume italiana; si romp e anzi questa difesa con ru de violenza 1 all<1brava; da l dilemma " Fiume o italiàna o croata II si è der ivata un• affe rma– zione fatta da due negazi oni i " Fiume nè ila• · liana, nè croata , ma ungher ese 11. Il piano si t r,1anda to determinando da ano.i, lentame nte. Sub iva qualc he sos ta, tornava in– dietro, a seconda delta duttilità di temp era– mento di quest o o quel ministe ro. Ma più si concr etava a F ium e, negli impiegati del Gover – no local e, che a Budapest i era no costoro che gli davano, a mano a mano, forme sempre più preci se, che ne sugge rivano l'opportuni tà o la facili tà al governo cP.ntrale, che si assumev ano l'od ioso compi to di farne appari re la necess it:ì, servendosi alfine di mezzi riprovev oli e repu– gnanti. La città si destava solo ai colpi più forti e reagiva prontamente, riuscend o, a furia di te– nacia, a distogli ere il pericolo, non a soppri – merlo, Faceva vedere diritti inoppugnabili, leggi sa ncite dal Re, secolari consuetudini, statut i, il comp lesso insomma della sua autonomia legale che non si poteva toccare , se non a patto di violare la legge. Ma quando gli ungh eres i, eia 379 cbe era no nel 188 0 1 div entar ono (almeno secondo le rece nti stati stiche del governo) 6400 nel 1910, il governo tronca to ogni indugio, dichiarò la guerra di con– quista e smas cherò senza ritegno tutte le bat– terie. Per facili tare il compit o, b:sog nava anzitutt o crear e un pretesto morale a vincere le poss ibili resis tenie della opinione pub blic a ungher ese . Come giust ificare un progr amnrn, fosse pur mo– desto, cli magiarizza zionc, di snazi onalizzaziQne, che invo lgeva una offesa agli ita liani di Fillme, se questi agli occhi degl i ungh eresi continll a– vano ad esse re i fedeli ~miei del '48 e ciel '67? Oall' altro canto, come imp ortare ag li it; liani delle misure vess atori e da parte del gove rno senza tra dire brame recondit e? Ed ecco i man eggio ni all'ope rn di u prepara– re II l' opinion e pubblica . Lib ellisti ung:le resi, pagati dal governo, comin ciano cos ì, senza pa– rere , a screditar e gli italiani; a sostenere che devono tulto al gove rno ; a lamentar si che i milioni spesi per il port o di F.iume non frut– tano niente ; a scovare nella difesa nazionale I fiumana un' opera irr ede nt ista; a parlare delle " insos tenib ili II condizio ni in cui s_ono gl i un– gheresi a Fium e; e via via con una ribalderia cre sce nte, stampando corna <lei fiumani , e de– nunciand oli qua li irreq uieti tradit ori, pericolos i Biblioteca Gino Bianco } all'in tegr ità dello Sta to ~d alla sicu1·ezza della dina stia, e inv ocando contro di essi i fulmini del governo! I Nel breve volger di poche settim ane, non havvi più cittadino che non sia o_ggetto c!dl e lcro aggressioni, e non rispe ttano essi nemmeno le donne, nè le istituzioni , nè alcuna cosa ita– liana. Lo scandalo e l'indi gnaz ione dei citta dini arrivano al segno che una nott e la stamperia de libellisti è distrutta a furia di popolo, i libellis ti sono caricati di busse e uno cli ess i, è espu lso dalla città, Ma intant o la ma la pianta è attec– chita; a Buda pest i giornal i sono pieni di ba– lor de ,:alunnie a da nno degli italian i~ "che per– segui tano e bas tonano gli ungh eresi 11 1 e si do– manda che il governo agisca energicamen te per far cessare " lo sconci o della citt à ribelle dove gli unghere si sono cacciati per le strade come belve 11. Il governo s i frega le mani; i libe llisti lo hann o servito a ~overe ; ora si può agire a suo talento, chè nessuno in Ungheria , ose rà più muo,– vergli rimprov ero s'esso azzardi contro Fiume qualche illegali tà o qua lche colpo a fondo . E se gli italiani protesteranno, ...:hi crederà più , anzi chi prest erà più orecch io alle loro lagnan – ze? Ormai si era riusciti ad isolarli ! L'assa lto alle scuote , Al Gin nasio, che dalla sua istituzione aveva la lingua d'insegnament o escl usivamen te ita– liana il governo impone la lingua d' inseg na• mento ungherese; ali' Accadem ia cli commercio fu lo stesso ; alla Scuola di nau tica, idem. La mate mati ca, la storia, la geografia, la chimica, la fisica, la letteratura, le scie nze pos itive, tutto s'insegna in ungherese a sluclent i.... italiani. Risult ato: in pochi ann i queste scuole, da italiane div entano ungh eresi , per modo che gli italiani non poss ono più frequentarle ; e se si ostinano, sono persegni trtti. I program mi didat– tici son o snaturati; non imp orta più creare dei buoni allievi, importa cre..re dei giovani che parlino ungh erese ; importa snazi onalizzare. Al– i' Accad emia di nautica nrrivano alla melensag– gine d' insegnare in ungh erese anche i comandi di bor<lo ! All'accadem ia di commercio ove, ri– peto, tutto s' insegna in ungherese, sopprim ono persin o l'ins egna mento della cor risp ondenza te– desca e de\\' inglese e riduco no a facollativ e e ad un paio d'or e settiman ali, le lezioni cli lin– gua italiana; al Ginnaio , lo stesso . Le scuole perd ono il loro scopo; diventano centri di agi tazi one, intri stiscono e darebbero prod olti mis erandi, se i genit ori non si afiret– tas sero a provve dere, levando i figli dall' isti - tuto, o gli studenti stess i non vi suppl issero con l'ingegn o vivo che hanno e che coltivano da sè, privat ament e, sa lda ser bando la fede naz ionale, rinfocolandola anzi vien1meglio come reazione spontan ea ai soprusi pat iti. Nel campo bu:rocralk o e oel campo econom ico. Neg li impi eghi regi o di Stalo dovrebbe ro es– sere impi egati che sa ppiano l'i taliano, poichè per legge , a Fium e gli unici di Stato dev ono corrispondere e trattar e con le parti in italiano. L ".lgicamente, dovr ebbero essere , com e erano in pr incipio, italiani , poich è in forza dr.Jle conven – zioni stipulate dalle deputaz ioni regnicolari con– vocate nel 1868 per regolare l' atllon omia fiu– mana, le ferrovie, le doga ne, le poste, i tele– grafi, la direz ione ~ gli uOìcii di finanza 1 il go– vern o politico, il governo marittim o, l' ufilcio por tuale tutti gli uffici insomma dello Stat o, dov evano e dovr ebbero tratrnre col pubblico italiano , adop erare moduli, fornill lar i, stampati italiani, dare comunicazi oni e informazioni estese in lingua italiana . Sen onchè iniziala la insana opera di snazionalizzazi one, il governo vide su– bito il van taggio che poteva trarr e da questi im– pieghi. Se t rasformare non poteva gli italiani in ung heresi 1 pot eva bent! cacciare questi negli im• pieghi regi ! E ve li info.rnò senza misura, fino alla ple tora. Gli ital iani allontanò e trasferì in Ungher ia, e al loro pos to collocò ungheresi che non cono– scev ano un<1pa rola d'italiano. Contempo raneamente, gli stampati , i modu li, ecc., da itali an i divenner o esclusivame nte ma– giari i alle istanze o scritture ital iane i citta– dini cominciar ono a ricevere rispos te ungheres i se ad<lirittura non rivid ero resti tuitsi la propr ia istanza con l'invito cli presen tar la in ungherese I Ddlle scuo le, dagli impiegh i cli Stato, il go– verno passò al commercio, ali' indus1r ia, alle banche . Com inciò con attraversare la strad a ali' ele– mento italiano col crearg li la concorrenza , col diminu irgli le possibilit à di guadagno , col tron– cargli ogn i iniz iativa; e vicev ersa, a sos tenere ogn i pia tcagnolo ungherese che fosse calato a Fiume in cerca di facili guadagn i, a sovve nzio– nare indus tri e e commerci ungheresi di qualsi– voglia specie , se anche chiaro appariva che erano volgari e losct:e specu lazio ni i e creò banche e magazzini, che diventaro no delle vere san gui• sughe dei commerci fiuma ni e che finirono col rovinare molti italiani . Gli anna li umciali de lla Camera di commerc:io e d'industria fiumana sono pieni d i lagni , di memo riali, di rimostranze , di protes te inoltra te al governo , con l'inv ito di cambia r rotta. Pa – role al deserto. DI fronte al popolo. l Umiliata la borghes ia, la resis tenza non gli sembra così forte I li popolo può esse re, pensa,, sopraffa tto più faci lmente; ed egli lo ten ta. Gli nega anz itutt o la scuo la indus triale ita liana, dove pot rebbe istruir si: nega ai suo i figli la possibi lità di farsi una professi one libera, ma– giar izzando gli istituti superior i; e nega loro la possib ilità di una carriera negli uffici pubblici , che sono aperti soltanto agli ungheresi; ten ta,, inso mma, d i ridurlo una piccola cosà , insignifi– cante, che si può facilme nte domare ; ten ta di ridur lo uno spos tato, o, alla meno pegg io, un impiega to di classe inferiore, un ar tier e, un operaio , un braccian te, un servo .,. deg li unghe– res i. Se non v i ri esce sempre, non è per colpa sua i ma egl i 1 in coscienza, vi mette del suo meglio. Lo scopo è chiaro. Nel gra n gioco delle elezi oni, come vedremo , il governo, abbassa ta com'è la borgh esia, dovr ebbe fare i conti con il grosso del popolo; ma il popolo, il popo lo... . non conta e non vota; è c-:>me se non rsis tes se. Per quan to il govern o a Fiume, ha cercato di fare degli italiani un ... popolo nel senso più sin – cero , vale a dire più ungherese della parola; e disgraziatamf!n te vi è riuscito; impi egando i vieti modi che si son visti. Tuttavia non sareb be bastat o. li popolo di Fiume, guidato da alcu ni patri otti di testa e di cuore, da un Riccardo Zane lla, da un dctt. Antonio Gross ich, da un Francesco Gilberto Corossa cz~da un dott. Mario Blassch, il bel quadrifog lio dell'italianità di Fiu– me ; illuminato da un gruppo di giovan i puri di fede; discliplinato dal vecchio partito aut o– nomo i cui grt>gari, pronti a ogn i sacrifizio , sono osc uri eroi , generosi, leali 1 ardenti cli am or pa– trio; il popo lo dunque si sarebb e opp osto come una barriera, e tutt e le insidie e le vig liaccherie e le prep otenze del governo si sa rebb ero in– frante contr o, se per smuover e l'ostacol o, com. plic i i ministri unghe resi, i tribuna li superio ri non avesse ro compiuto la più gra nde infamia che uomi ni di Stato in Europa osarono ma i con– cep ire : il fur to del diritto ele tloral e con la frode e la violenza . La grand e Infamia. A Fium e, seco ndo lo Statuto (1) il dir ilt o e• lettoral e amminis trativ o è accorda to a tutti i (1) Che co,a è du nque lo Sratuto civico dì Fiume? È il ri– suh,.to di un acco rdo dello dcputuiou i regnicohii elette da l Pa rlamento uoghcreu ,, dal consig lio di Fiumo o dalla dieta croau , 1op111 invi to J el Ro, è 111. tl,;,rivui òne logica dell' ar ti– colo di legge XXX , 186!1, è un p11tto bilateulc conchiuso tra la città e il (:O\'erno Ji Ungheria; è, dunque un:\ legge, in quanto costitu isce b legge per deci, iono delle lq;-i.c sten :.. Lo dice dc ! res to, lo Statn to medesimo nel preambo lo premcsto-
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