L'Unità - anno III - n.24 - 12 giugno 1914

Questi rimborsi - che importano com• plessivamente circa un milione all'anno - sen·ono in parte a sovveòzionare una Cassa d' lnvalùlilà e vecchiai'aper gli operai di {DI/o e in parte (circa 600 mila lire) alle spese di amministraiione (impir-gati, uffici, ecc ;) del Consorzio stesso. l ln altri termini questo Consortio, con la sua non indifferente mole burocratica, non è pagato dai produttori di zolfo, ma dallo Stato; è una protezion,e come_un!,a ltra, Ora - attraverso tutte le parole più o meno chiare venute fuori in queste ultime discussioni - Catania, in fondo, chiede che anche i raffinatori partecipino alla protezione di cui godono i produttori di zolfo, visto e considerato che sarebbero costretti ad abban– donare Catania con danno della città. E la forma con cui la richiesta è fatta è quella per la quale si vuole che il trasporto degli zolti sia computato in base alla tariffa ridotta del 50 °lo- come in realtà dai pro– duttori vien sopportata (tenuto conto del rim· borso accordato al Consorzio) - anzichè in base alla tariffa ordinaria, la quale - a quanto pare - è adottata dal ConsorzJo nel conteg· gio della diff.::renza di prezzo fra le varie piazze. 1n tal modo la differenza dei prezzi fra le varie piazze non sarebbe certo eliminata ; ma 1 ridotta la differenza del prezzo di tra– sporlo su Catania del ;o ¾, i prezzi lasce– rebbero ai raffinatori il margine sufficiente alla prosperità della loro industria. Contro questa richiesta di Catania si os– serva che non è dimos1rata 1 da una parte, la necessil:ì in cui dicouo di trovarsi i raf– finatori e, d'altra parte, che, in ogni caso, Ja pretesa potrebbe formare oggetto di di• scussione de ltge condenda, non mai ir. base al1 1 attuale legge, per la quale la protezione si volle accordare esclusivamente ai produt– tori di zolfo, non già ai consumatori, quali sarebbero anche i raffinatori di c;tania, in rapporto ai produttori. Licata e Porto Empedocle si agitano, ap• punto, per pretendere il rispetto e l'applica– zione della legge attuale nella sua integrità, salvo a discutere in avvenire dell'opportunità di modificare la legge. Ecco i termini della quistione esposti nella forma più obbiettiva possibile. G. Bruccoleri. Premi agli abbonati Agli abbonati sostenitori annui sarà in– viato gratuitamente il volume Per il Me.s– zogiorno e per la libertà commerciale di Antonio de Viti de Marco, oppuré tre ,opuscoli dell' " Unità u• Per accordi coll'editore Laterza i due volumi di Gi1Jstino Fortunato, I! Mezzo~ .giorno t lo Sfato Ila/lano, possono essere acquistati dagli abbonati dell'Unità, che ne faranno richiesta per mezzo nostro invian– docene l'importo, per lire 4-, anzicbè per lire 5; i due volumi dei ~enti anni di ~ifa italiana (1899-1909) di Francesco Papaia va, possono essere acquistati per lire 8, anzich( per lire IO. Per accordi con la Casa Editrice Athe– naeum il volume di Ghino Valenti, Siadc di polilica agraria, è ceduto ai nostri abbo– nati che ne facciano richiesta alla nostra amministrazione, inviandone I' importo, per L <l,50 invece che per L 6. La Rn,ofa,ione Francese, di G. Salve• mini è ceduto per il prezzo di L. 3,50 in vece che ·per L. <l,50. A chi ci invierà l'importo di dieci nctoltr 4.bbonamenii offriamo un abbonamento an– nuo gratuito all'UNITA'. I vecchi abbonati che ancora non hanno pagato l'abbonamento per il 1914, sono pregati di farlo :il più presto per evitare le noie e le spese della tratta postale. L'UNITÀ LOGICA PROTEZIONISTA e /I hlxrismo italiano muore allegrame,111' ! • - così scrive un allegro • nazionalista eco– nomico • sulla • democr:itica • Lombardia di ~lilano. E la prova impressionante della malattia monalc del liberismo italiano è I' ili· successo della to11rnéc ant-izuccheriern dcli' on. Giretti: evidentemente i salariati della• Unione wccheri N han seguito passo passo il nostro Giretti nelle sue peregrinazioni da Torino a ì\lilano, da Firenze a Venezia. per il semplice gusto di accertare i progressi della malattia. Forse oggi. dopo il trionfo del congresso na– zionalista ed il fiasco clamoroso del convegno antiproiezionista di ~lilano, l'economista della Lomb(lTdia potrà dichiarare che il liberismo italiano non Solo ò moribondo, ma è già morto e sepolto. · Il che non lo dissuaderà dal seguitare a lan– ~iarc contro questo povero cadavere i suoi formidabili articoloni di fondo che schiacce– rebbero il colosso piil solido e vitale. Si sa : ci sono dei morti piil vivi di prima .... Gli argomenti che il prof. Lojacono - fac– ciamogli, dunque, ull po' di rcclame - è an– dato sciorinando ai lettori della Lombardia in una mezza dozzina di sproloqui, pesanti cia– scuno pii.i di un quintale di piombo, sono di una originalità e sopratutto cli una logica da (are arros:,ire di gelosia finanche l' on. Cola– janni. Se la va di questo passo, presto a\'remo in Italia due Kapoleoni ~lei protezionismo: l'Imperatore della Sicilia e il Duca di Reich– staclt della Lombardia. Per il prof. Lojacono, l'argomento principe contro il protezionismo è la decadenza pau– rosa dell'Inghilterra cd il predominare delle tendenze protezionistiche anche nella patria del libero scambio. La campag1\a ciambcrlancsca del 1900• 1904, secondo il Lojacono. non è finita, continua tuttora, anzi ,·ittoriosa. Il poveruomo ignora che dopo ~111 periodo di polemiche ap– passionate, la causa del libero scambio ha ri– portato nuovamcnt·c in I nghiltcrra una con:– plcta vittoria e eh' essa è ormai da parecchi a:rni fuori di discussione. Per dimostrare la decadenza dC'II' lnghit– tcrra il procedimento logico di questo signore - come ciel resto di tutti i protezionisti al cli là e al di qua della ~!:.mica - è di una onestà mcra\'igliosa: essi non cl;\nno alcuna importanza alle cifre assolute della produzione; del commercio, dei consumi, dei salari, ma :;oltanto alle cifre rclati\'e. che indicano i progressi delle cli\'crse nazioni negli ultimi io o 30 anni ; e poichò vedono che in questo periodo la Germania o gli Stati niti son saliti. per esempio. da 100 a 250, mentre l' 11:– ghilterra è salita soltanto da 100 a 190, essi ne deducono che I' Inghilterra è in dccadell7.a. i\la dimenticano a questo modo un piccolo particolare : che, al punto di p;rtcnza da essi assunto arbitrariamente, I' Inghilterra era già nella piena maturità del suo sviluppo ecc– nomico. mentre gli altri paesi erano appena ai primi passi, e fanno lo stesso ragionamento di chi. osservando durante un mese gli at:– mcnti relativi di statura cli un bambino ai;– pcna nato e di 1111 ragazzo di 10 anni. ne de– ducesse che il secondo ~ in ,·ia di decadenza. L. Inghilterra. poi, per c1ucste cassandre del protezionismo, è sotto il peso di una minac– cia ben pili gr,wc della semplice decadenza economica : essa potrà scontare con la morte per fame l'errore imperdonabile cli aver sop– presso il dazio sul grano. riducendo la proch:– zionc interna dei cercali a meno di un quinto ciel consumo. Come se lo stesso fenomeno della r~trizionc della cerealicoltura non si ma– nifestasse. in proporzioni poco minori. anche in Germania sotto il regime del pH1 rigido protezionismo agrario ! Lo scrittore della Lombardia vede anche lui, bontà sua, nei dazi doganali una delle cause del rincaro elci consumi : ma non vuole che se ne invochi l'abolizione o la riduzior.c per ottenere un rib.'lsso elci prezzi. La polilica dei bassi pre?.:i o quera dti consumatori è t·xA POLITICA DI c1::-.c1, di miseria c.ro11ica.d, di– soccupazione, di accatto11agg10. Quale orro:-. quale orror ! Del resto - spiega il n tro nazionalista economico - il protezionismo non ha che una colpa minima nel rincaro <lei prezzi; e la prova la va a pescare, al solito, in quella p.::– vcra Inghilterra, che sarebbe afflitta anch'essa dal caro viveri quanto e pili di tutti gli altri grandi Stati protezionisti. E a sostegno di questa tesi porta un;i tabella statistica, che ha il torto di dimostrare pcrfouamcntc il con– trario. Vi si vede infatti che, mentre in Ger– mania. tra il 1897 e il 1911, la media dei prezzi è salita da 92 a 131, in I nghiltcrra l'aumento è stato soltanto da 94 a 121. Ora, fino a pro\'a contraria crediamo che una differenza del 10 per cento su tutti i generi di prima necessità abbia una certa importanza per la famiglia di un operaio o cli un piccolo borghese, SJ>ecial– mentc se si pensa che i salari mcdi sono in lngWterra assai pili alti che in Germania. E questo non è niente! - Dal List in poi noi avevamo sentito affermare dai difensori più intelligenti del protezionismo che i dazi protettori possono giovare acl indirizzare il capitale e I' attivill1 nazionale verso deter– minate forme di produzione, che si giudichino suscettibili di un maggior progresso e pii:1 utili ali' economia nazionale. Per il nostro fa– cilone invece i dazi protettori arricchiscono tutti : lo Stato, i produttori cd i consuma– tori. Ma allora chi li paga ? Il nazionalista della Lombardia sostiene finan– co che gli industriali protezionisti sono la pili disinteressata e altruistica classe cli angioletti che sicno mai esistiti in ciclo e in terra : in– fatti - egli afferma e vuol dimost-rare - essi non usufruiscono che in minima misura della protezione loro concessa dai dazi attuali. - Bra,·i ! Riduciamo, dunque, la protezione er.– tro i limiti in cui essa è realmente goduta. Pcrchè, dunque. non solo non volete ridurla, ma anche aumentarla ? ì\1a decisamente la logica non è il forte del • nazionalismo economico•· Vogliamo ammi– rare un altro esempio del modo di ragionare elci nostri protezionisti ? Eccolo qua. 1.,' on. Giretti, cl' accordo con l'Einaudi, di.: chiara che le industrie. le quali domandano · protezione allo Stato e invocano per vivere la carità dei consumatori e dei contribuenti, hanno il dovere di pubblicare i loro bilanci, affinchè risulti chiara la accessità e la giusti– zia dcli' aiuto legale. 11 protezionista della Lombardia insorge con– tro questa odiosa. prctcs..'\ ; ma sapete in nome di qual principio ? Di quel pri11cipio di liberi,; che ,leve presiedere allo sviluppo di og11iazio,1e i,ulividuale e col/elliva. Proprio cosi! Sllamcnte non ci spiega in fon.._'\ di quale principio di libertà il popolo italiano debba essere costretto a comprare lo zucchero di ;\faraini e il ferro di Rolandi Ricci. e debba pagarlo piì1 caro che se lo comprasse in Germania, o in Austria, o in Inghilterra. Un ultimo sfarfallone lojaconista e poi ba– sta. Disgraziate quelle 1w:io11i - esclama tragicamente il nostro buon amico - cl,e co11- s11ma110ma 110n prod11co110 ! Sarebbe interes– sante. ora, di sapere come può fare un indi,·i– duo o una nazione a consumare sc1~za prc– durre, cioè a comprare senza dare nulla in cambio. I soli milionari passano tutta la loro vita a consumare senza produrre. Una nazione, che non producesse nulla e consumasse tutto, sarebl,c una nazione di milionari. ~lagari ! G1so LuzzATTO. È uscito: GLIANTIPROTEZIONISTI ITAL ANI PER EDOARDO GIRETTI Elegante opuscolo di 46 pagine contenente il testo di tutte le adesioni pervenute per la grande manifestazione ciel 3 Aprile e dei discorsi pronunciati da A. dc Viti dc M■r~o. Eugenio Chle11, A. Luc:c:I,R. Murrl, C. Trevn. Olrettl. Prezzo: centesimi 30 Per gll 1hbooatl 111' UNITÀc:eatc1lml 20 ca Gino Bianco 529 In attesa deIIa riforma didattica Mi ha sempre messo cli buon' umore la let– tura elci resoconti parlamentari cli quelle se– dute d0\'C si ò parlato cli questioni scolasti– che. C è un punto in cui t11U-ii nostri onore• voli lcgifcratori passati e presenti sono con• cordi : che la nostra scuola è malata, che non è pii'1 ali' altC'zza della cultura moderna, che . per compiere la sua nobile funzione deve ~- sere radicalmente rinnovata. Ormai anche se non è vero, bisogna crederci : la necessità della riforma didattica è diventata un dogma di fede, ed affermarlo 1..lov' essere a )fontc– cit-orio peNino un segno cl' intcllcLtualit:ì .. -\n– chc nei giorni scorsi discutendo i miglioramenti economici dcgl' insegnanti. ogni oratore s· è sentito in dovere di proclamarn(' l'esigenza imprescrittibile. Il tema fondam'cntale i' stato sempre quello : approviamo i miglioramenti economici in allcsa della riforma, oppure non approviamoli in a1tcsa della rifornrn. Però in che cosa dovrebbe poi essa con-,istcre. non si è capito bene. Qualche persona seria come il Battelli, modcstamen1e propose qualche buon .emendamento cli certi articoli della legge. per non peggiorare troppo le condizione della scuola colla scusa di aumentare gli stipendi, ma i pili hanno ripetuto i soliti luoghi comuni sulla razionalità e sulla modernità, e poi, tanto per entrare nel vivo dcli' argomento ~i sono diffusi molto. clii sull'agraria, chi sui convitti nazionali, chi sull'educazione fisica, e infine I' on. Lucifero non ha mancato nem– meno questa volta al sacro obbligo di spezzare la consueta lancia cavalleresca in favore delle rivendicazioni femminili. F. cosl il MinistT0 ~ abbastanza illuminato. cd alla riforma ormai non ci si sfugge pili. E dovrà essere radical<'. pcrchè anche il Corrierr ammetteva che le molte riforme fatte fin' ora si sono rivela te insuffi– C('nl).: abbiamo avuta l'opzione, fra greco e matematica, ahbiamo avuta la ginnastica nrn– tata in educazione fisica. il Liceo-ginnasio moderno, senza greco e senza storia naturale, col te<lesco il diritto e l'economia, si sono sballottati i programmi e le discipline per tutti i versi e per tutte le classi. ci hanno dato l'obbligo del diario della fedeltà al libro di testo. gli ammonimenti sul sovraccarico in– tellettuale e la scuola non è ancora moderna non è ancor:1 ali' altezza della situazione, uomini competcntissimi hanno discusso se la scuola debba essere unica o non unica. se il ginnasio debba essere col latino o senza il la– tino, ma la panacea non si ò ancora trovata. I.e dotte dissertazioni dormono, le riforme tra– montano o tramontcrnnno, e ciò che resta e resterà sar;\ solo r arroventi mento dcli' am– ministrazione centrale e il rigonfiamento degli ispettori tecnici e amministrativi. E la nuo,·a grande riforma radicale, che cosa ci porter:1., e che cosa ci lascerà ? Kcllc riforme didattiche i professori cl~c amano la scuola, cd hanno un po· di sale in testa hanno una terribile paura, ccl una paura perfettamente legittima, pcrchè in molti dei nostri istituti, nei' nostro Liceo-ginnasio acl es., con buona pace degli onorevoli, qualche cosa di buono c'è. C' ciò che ~ di buono ~ il tronco, che resiste pur sempre, non ostante le paterne cure elci governanti. e le riforme costi~uiscono sCmpre un continuo pericolo. I nostri govcrn:rnti non hanno capito ancora, sebbene ci si:'l chi vive ormai per insegnarlo, che il valore dcli' insegnamento non dipende dalle cose ma dalla forma con cui le cose s'insegnano, che la didattica è scienza cicli' e– spressione e non sciem~a degl°ingrcdienti e delle dosi con cui deve propinare la cultura. Niente affatto: essi sono incaponiti, che se la scuola non va bene, che se non rende sufficiente cul– tura, bisogna cambiare •gl' ingredienti, cam– biare I; proporzioni della ricetta, fino a tro– vare la combinazione chimica ideale che dia le pillole cr Ercole dcli' ingegno. Non hanno capito ancora che l'insegnamento ~ vita spi– rituale e che la ~ua efficacia dipende solo dal– !' intcnsie1 della ,·ila spirituale portata nella scuola, e che lo Stato ;idcmpic la sua fon-

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