L'Unità - anno III - n.19 - 8 maggio 1914

508 L'U N ITÀ Le cause del riformismo. Gli eccessi di riform ismo cui si è abban- donato il part ito socia lista pr ima del 19 10 I devono interpreta rsi in gran pa rt e come lo sforzo col quale esso mir ò a mant enere il cont ntto con le masse proletarie : furono infatti qu este, come ogn un ricorda, che incitarono nel 1901 il grupp o parlamentar e socia list a ad ap poggiare il ministero Za nar– delli-Giolitt i ; furono esse che richiesero ne– gli anni success ivi ;ii deputati soc ialisti quelle form e di int ervent o e di appoggio, da cui la indi pendenza e combattiv ità di co– storo non potev:mo non essere com promesse \ e indebo lit e. Se il partito socialista non le avesse seguite in questa loro tatt ica le masse prole t:i.ric avrebbe ro fatto da sè o solleci – t ato altri appogg i : il partit o socialista, avrebbe conservato la sua intransigent e pu - rità, ma nell' ab ban dono e nell' impotenza ; e le vicende della nostr a vita politica non sare bbero, in qurlle rirrostanu, stat e molto \ diverse' da queÌlc ·che furono . Erano gli anni delle vacche grasse : fi >ride le cond i– zioni dello Stn to, f'or ide que lle delle ind u– st rie ; la borghesia potev a bene conced ere una par te dei suoi magg iori profi tt i (maga ri rip rendendosel:1 poi nella forma art ificiosa di protezione dog~mnle, di premi ecc. o in quel la natu rale di spontan eo incremento dei preiz i delle merci per dare al proletaria to 1' illusione che ali' acredine della lott a po– tesse sost it uirsi con vantaggio la dolcezza d ella collabora1.ione di classe . nel loro particola re vantaggio, sceglie ndo bt via della minor resistenza, senza n;ssuna preoccupaz ione di idea li e di finalità lon– tane, senza nessuna visione degli int eressi generali. E questo il pericolo che si deve evitare; e non si può evita rlo se non pro– ponendo in tempo ~~_;~ programma di conq uiste prossi me, ma coe– re,~ ico, form7i'i.1ro ~ corrispo ndenza agli int eressi, non di picco li gru pp i, mc, del1; grand e mass.t pro letnr ia. Queste finalid non possono essere rag- ~ unte per via di~ comoda menti , --perchè eludono la necessità della rinunz ia, da art e della borghesia, a_.una pa rt e dei suoi rivilcgi: potrà essere il risult ato di un accordo, ma dopo una lott a che av rà fuse e agguerrite le forze del proleta riato . Nop manche ranno grupp i che cerchera nno ~ allontanars i dal grosso dcli' esercito e dj valersi della paura che qu esto incut e _per stipul ar tr ansaz ioni e conseg uire part icolari vant aggi : ma sara nno eccezioni che non togliera nno purezza alla fisiono mia della lott a e diverran no sempre più difficili ~ an man o cl1e cresca l'e fficac ia del 'suffragio 'al- largato e il nu mero dei lavora to ri orgà- nizzat i. ,. ;,, ,. In ogni modo il socialismo, anche intra n– sigent e, non può sott rarsi a ques to dilemma : [ o perder la direzione del movimento prole– tari o o pors i in condizione di poter guida rlo an che alle conquiste prossime pur senza svisare la prop ria fisonomia. Anche la fra– zione rivoluzionaria del pa rtito socialista ~c nne_.P 0 _i l' inizio de1l~ _crisi ; venn e_r~ ha senti to il caratte re imperioso di questa p1u tardi gli e~ctt'. finanz1an ~d ec~~om1c~ alt ernativa, quan do nel luglio scorso dele+~•· della guerra : s1 chiusero alc uni sta b1hment1 min ò la piattaforma elettora le. Il Congresso, indus tria li, in altri diminuì l'im piego della nella super ba e gag liarda esaltaz ione della mano d' opera. Ne segui la forte disoccupa- sua solitu dine, sembrò essersene dimenti- zione in molte _categori_e di l~vorat ori, la cato : cd è. qu esta la sua lacuna . gene~a~e _depressione ~e1 salan . !n queste Ma è lacunaèhe può esser colmata, pur - cond 1z10111 delln pub_bhca econ~mia e della I chè i dirigent i non cadan o nell'erro re di finanza dello ~t aco il pr~l~tanat~ ~on po- credere che il concretismo (:rnche quel sano tcv a s~era re m van_t:1gg1. 1mm~~1at1, o, se ed amp io concretlsmo, lucida ment e ittll- lo spe ro, ben presto i fatti lo d1s1llusero._:::_ strato un ann o addiet ro dal Salvem~1i qui I intran si eni':a,!_u I' : ffett ~ inev_itab_ile di ~u ~- sull' Unità) non sia compati bile con le fina- sto ~tato di_cose, 111_ cu 1 1 °~~ 1 azione ~ 1• n: lità rivoluzionarie, e vegga no it~vece. ~ f forme era divcnut:1 impossibile. la int ransigenza allora solta nto può salva re E ~utt av ia non n~:i.n~ò qualch~ gruppo il pa rt ito quando. sappia trovare il modo orga nizzat o che cont muo, anche m queSt0 di mantenere sulle dirett ive socialiste l'unità periodo di crisi, a fid:1re nella efficacia di del mov imento proleta rio o, anche quand o una pacifica collaboraz ione. le circostanze favo revoli stimolino nelle or- Qui a Mil.tno abbia mo anche oggi un nu– cleo non indifferen te di organ izzat i e di or gan izzatÒri che si pascono di siffatt e illu– sioni e si lasci:i.no att r:u re dai richiami della de mocrazia, :td abbandonare il terren o della rigida lott a di classe. E se oggi non sono molto 1rnmerosi, perchè le espe rienze non incoraggian o gli alt ri a seguirli e perch è la miseria e I' incertezza delle cond izioni mat eriali ha inasprito gli anim i, essi potr eb– bero divenir e la mnggioran za doman i,quando, sup erata In crisi, la borghesia e lo St ato si trov assero nuova mente in condizione di accog liere qualc he loro desiderio, di conce– cl !re migliora menti, di far risorgere nel- 1' animo loro I' illusione di conseguire con l.t collabò razionc i vantagg i che si ripro– mettevano di raggiunge re con la lotta. La via da seguire. Da qu e~ 1 to io non voglio trarre la conclu– sione che il par tit o socialista debba ·prepa– rar si a riP.rende re le vie e i metodi di quel riform ism~ che ha seguito sino al 191 0 . ) No : dico · invece che esso deve prepa rar si fin d'ora ad evitare che il ritorno a quelle vie si presen ti come l' unico mezzo per non pe rdere il conta tt o delle masse. I Non si può infatt i tra scur are l' asp ira– zione, n:n urale e incoercibile, del proleta– riato a consegui re v:1ntaggi anc he imme – diati. Anche i sindacn listi debbo no ad ogni momento fare i con ti con esso, non ostante le appar enze ultr arivoluzionarie dei loro metodi di azione. ; } Il danno del riformismo degli anni addie- 1 u o fu nella mancanza di ogni program ma ; sicchè il part ito si lasciò trarre a pres tare l.1 sua forza politica per tutte que lle con– qui ste parzia li, inorgan iche, fram ment arie, che i gruppi più agg u_erriti o più intrapren – denti del proletariato mir:wano a conseg uire ganizzazion i opera ie la speranza e il desi– derio di conq uiste immed iate. Alt rimenti sarà un' alternazione contin ua di riformi- smo molecolare e di rivoluziona rismo in- concludente e solta nto verb.1le, un movi– mento a pendolo che non farà avanz are il pa rtito e pot rà finire per toglie rgli oghi prest igio. Ugo Guido Mond olfo . · È usci t o : GLIANTIPROTEZIONISTI ITALIANI PER EDU ARD O GIR ETTI Elegante opuscolo di 46 pagine contenente il testo di tutte le ades ioni pervenute per la grande manifestazione del 3 Aprile e dei discors i pronunciati <la A. de Viti de Marco, Ea1calo Cllle11, A. Laecl, R. Murrl, C. Trevca, e. Olrettl . P rezzo: cent esimi 30 Pu 111abl>ooatl ali' UNITÀ ccatu lml 20 P remi a gli a bbonati Per accordi cofl'edHore Lat e:rza i due volumi di Giustino Fort unato, li Mezzo – giorno e lo Sta.lo Italiano, possono essere: acquista ti dagli abbonat i dell'Unità, che ne faranno richiesta per mezzo nostro inv ian – docene l' impo rto, per lire 4, anz ichè per lire 5 ; i due volumi dei V enti anni di v ita ila/lana (1899-1909) di Fr ancescoP apaia va, possono essere acquistati per lire 8, anzich è per lire IO. Per accordi con la Casa Editrice At he– neum il volume di Ghino Va len ti;· S tadi di politica agraria, è ceduto ai nostri abbo– na ti che ne facciano richiesta alla nost ra amm inistrazione, inviandone l' impo rto, per L. 4,50 invea che per L 6. Biblioteca Gino Bianco IL O MEDITERRANEO,, Se io fossi ministro della Pubb lica lst ru– zuone, abo lirei l' insegname nto della sto– ria. Chi sa che, graz ie a questo provve di– mento, in capo a dieci anni non venga su una generazione nuova d' irnliani, i qual i, ignora ndo com pleta mente di essere gli cred i dcli ' anti ca Roma, ragionns sero un po' me– glio e cammina ssero coi piedi sulla terra. Questa vandal ica idea mi è venuta in mente, leggendo sul Cor·riere della sera il resocont o di una conferenz a te nu ta a Mi– lano, per iniziativa della J..ega N1vale, da un filosofo delb stess.t, cioè a dire p.a Paolo · Orano , sull' importanza del Mediterraneo , storica e poli ti~a. a Le sole civiltà medit erranee sono riso– lutive - ha de tt o il filosofo - E poi ·si può pa ri.tre di civiltà extra-mediterranee: l Persino i tur chi hanno compiuto la loro personalità di razza nel Mediterr aneo. Non perta nt o il Cristianesimo non è vero, vis-· suto concr eto, - e -per questo immorta le - che div enta ndo mediterraneo ; ma è inne– gab ile altr esì che le sue lont ane e romite ant icipazioni •indi ane, babilonesi, asiat iche insomma, hanno av uto la spint a verso il Mediterraneo, div entand o la parola biblica e qu ella di Gesù. E per qua nto riguarda l' arte e la bellezza, Egitt o e Asia Minore hanno certamente preparato, ma ogni pre– parazione sa rebbe st ata effi.mera, se l' El– lade Mediterranea non ne avesse tratt o i ca noni, le idee, le forme definitive, impe ri– ture. Ma questo non è nient e - direbbe il Sur Pedr in ai bagni - : la stor ia univer– sale non è soltanto un « fatto med iterraneo n, è add iritt ura un fatt o italiano. u Mare italico è il Mediterraneo , e la latinità è un pro– dott o it alico, così che non I' It alia è un a parte, ma . il mondo latin o è una pa rziale risultan za ed ap plicazione dcli' idea storic a italica medit erran ea ,,. E infine, la storia~ dell' umanità più o meno mediterra nea 11011 è che una prep:u:n ione.... della impresa libica: « Ed ecco che il velo c,ade e ,il mpr~ 1 è aggredito da i discende nti di quei primi che cerca rono l'Africa per uscire dall' in– fanzia. E il mare di tutt i è incominciato ad appar ire il mare di Roma, del Crociato, di Lepanto, delle città mari nare, d' En ea, il mare napo leonico , il mare. d' Ital ia, 1a più grande min accia, la più tr emend a pro– messa, la più sicura certezza 11, lo avrei da fare una modesta osservazione alla teoria di Pao lo Orano. Ma pare che egli si sia dimentica to di un avven iment o che ha una certa importa nza. Infatti sembra che la Storia, st.tnca di venire periodica– mente e sistematica mente ad .... affogar e nel Mediterra neo, µn bel giorno abbia cam– biato st rada e abbia fatt o un viagge tt o più 1 lungi. E andò , dicono, in America e dop– piò il Cap~ di Buona Spera nza. E da quel giorno il Mare Nost rum è divent ato troppo angusto per racchiucfe re tutt i i vasti inte – ressi dcli' u111anità. Potre i dunque sviluppare una nuova in– terpre tazione, - come chia marl a ? at/a,i- 1fra, - della Storia, e far concorrenza a Paolo Orano. ' Ma non ne vale la pena, e non varrebbe neanche la pena di far le scuse a certi ro– man_zi storico-filosofic i, ;~ .. questo f~irioso ' u: Medit erraneo 1t non cominciasse orma i a gonfia re 1~ testa di buona metà degli ita– liani, auspice la Lega Navale. Un depu tato sindaca listn merid ionale, per es., l'.on. Are::\, in un disco rso che fu natu ralme~ tc appla uditissimo da lla maggio – rpnza par lan:1enwrc, che hn abb.tstanza senso critico per non uscire in certe affermazioni, ma è inca ntat;i qu ando le scnre l:rncinre da i.... rivoluzion.tri, ha affer mato che il Mezzog iorno '·:Htcndc la sua redenzione dalla ri11nscilt1 dei commerci nmliter ranei. E tutti i macchiavellini del giorrrnlismo italiano a ripete re in coro che i nostr i grandi interessi •sono nel Mediterraneo , e che la Francia passedend o la Corsica e la Tuni sia ci sof– foca, che l' Inghilterra a Malta ci strango la, che non possiamo più resp irar e, se non ci tocca un pezzetto d' Asia Minore. Già : tre ann i or sono, saremmo stati soffocati, se non andavamo in Libia . Ora minaccia mo di mori re di soffocamento, se non andiamo in Asia. L' It alia soffre di soffocamento cronico. E il popo lo ita liano, a furia di sent irselo dire, finisce davvero per crede re di ave re un permanente lacc io nlla gola . Ma non sarebbe un po' il caso di vedere coi nu mer i alla mano che cosa sono qu esti 1< com~ rc1 Oledite rrane i »; quest i a gran di int-;ress( -.mediterr "anei V; queste soffocaz ioni e qu ~';'t( aI(;(";p~ ve;;~i ? Il comm·ercio ··~arittimo ital iano secondo le statistic.~e del 1912 è complessivamente · di tonn. 31.971.36o. Il prof. Paolo Orano è pregato di credere che questa cifra non rapp resenta che una piccol;i e indegn:\ f.ra ..:, zione dcli' attività marittima n:iondiale, non – chè medite rranea . Ma non bas ta : in q uest i 32 milioni di to n– nellate del movime nto totale italiano, la ban – diera naz iona le figura soltanto per il 47'%,. ment "reì e--mar iric éstere traspò ffan0 "l C fe– stant i 16.77 1.000 ton n. di merci dcli' im– po rta 1.ione e della espo rtazione italian a. Or:i qui non è il caso di dire che la colpa è della Corsica, di Malta o dcli'.Asia Mi– nore. Anche se noi fossimo, come al temp o dei Romari iP adr0ni di tutto il litora le me– dite r'raneo7'gli stranieri sarebbero sempre p2- dron i del nost ro commercio colonia le come lo sono ora del nost ro com mercio patr io, finchè non mutasse la nost ra forza econo – mica itiu rna e finchè non mutassero anc he - il nostro spirito d' intrapresa e la nostr a educazione civile. Perchè, venendo a par – lare propr io del Mediterraneo, il male no:1 è che l' Ingh ilterra stia a ì\falt a e la Fran – cia a Biserta il male è che le inizia tive it;.– . Jiane, anzi « italiche 11 - come bisogna dire in istile nazionalista cd eroico, non cercan '.> alt ro che di vivacchia re alle spalle del 'Go– verno, sfrutt ando con quanta forza è pos • sibile, la rassegnazione e sovratu tt o l' igno- , ranza dt;i 1 contr>b enti 1 min.chi?_ni 1 ,~ , n;tiR– chiona ti. Noi abbia mo nel Mediterraneo di– verse linee di nav igazione sovvenzio nate dallo Stato, il quale spende in complesso 24 milion i e 3r7.468 lire ali' anno con l' in– tenzione di fare una relativa figura di po· tenza maritti ma fra le altre nazioni eh-: svolgono nel a Mare Nostrum ,. ben pili schiett e e potenti att ività. Ma, ahimè!, la figura che facciamo è pessima, e i nostr i servizi non servono che a farci arrossire dovu nque battano la nostra bandiera : ba– sta dire che su 106 piroscafi della ma rina sovv enzionat?, 6o hann o una ed che varia da 52 a 20 anni ! Cosicchè - dice il rela – tore del bilanc io della Marina, cont radi – cèndo in termini le belle fantasie storic he di Paolo Or.mo : u dobb iamo prepararci fin da ora a considerare come m.trina merca n– tile, non quella che si svolge artifi ciosamente nel A1editerraneo, ma la marina che va ol– tr e gli stret ti, traverso gli oceani, colle ga l' It alia con i lontani conti nenti, crea nuovi traffici, porta la nost ra bandiera ovunq ue sve ntolano le bandie re estere,._ Il lettore però non si lasci trascinare t roppo da lP entusiasmo che suona in que– ste parole: la marina che va oltre gli strett i, la marina libera, come si dice, non ha nes– suna intenz ione e· ness~na buo na vol;n tà di andare avanti colle forze propr ie ; e se str illa contro la marina sovvenzion.tta per la bocca del relatore, gli è che essa vorrebbe converti re in suo profitto, sotto forma di 1, compens i di nav igazione>) il bottino chJ ora si spa rtiscono le cen to annose ca rcasse , le quali fanno e rifan no, a consola zione, di Paolo Ora no, il cammino di Enea nel Mare nost ru m. E l' indus tria delle costruzioni navali ita – liane, sott o forma di compensi daziari e di premi di costruzione, succhia alle casse dello Sta to 6 milioni e duecen tomila lire: e co:1 questo va tutt' altro che bene : e ha biso– gno ogni tanto di soffiare nel fuoco dei 11 grand i interc:;si >t adriatici o mediterrane i per succhiare nuove e ben più colossali somme, sotto I' aspetto di forniture alla

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