L'Unità - anno I - n.48 - 9 novembre 1912

)92 f.-' UNITÀ Quanto all'oj)inione pubblica francese, sarà sempre oppor tun o rico rdare che essa non è di fronte alt' lt :tlia molto p<'ggiorc di quan to non sieno l'opinione pubbl ica aus triaca o tedesca. E trent'ann i or sono , allorchè l' Itali n entrò nella Tr iplice Alleanza, noi non eravamo con l',\u– str ia in condizion i mig liori di qu elle in cui ci tro\•iamo oggi con la Francia: tutt'altro! _La ma!-sa della nost ra popolazione non amava l'Au – stria , e l'Au stria non stimava l'Ital ia. Eppur e ci nllcmnmo: pcrc hè in quel momento questa ern per noi la via meno ingombra di pericoli e meno sca rsa di svantaggi, ad onta di ogni nostra trnclizione sen timen tale, e nonostante le minac– ce, <11Zi appunto sollo il coltello de lle minacce bismarc:kiane. Quali era no dod icianni or sono, dopo Fasci 6da, ledisposizioni recipr<>chede ll'opinione pubb lica in Fran ci:1 e in Inghilterra? B,1stò che i due go– vern i si mette sse ro d'a ccordo contro la Ger– mani :i, perch~ l'opinione pubblica mutasse qual piuma ul vento. Gli accordi internazionali non sono <pias,i mai mat rimoni di passione : sono qua-,i sempre matrim oni 1H· ragionamento: l'a• more viene dopo, e quald1e volta non viene nean– che dopo, ma il matrim onio resta finchè c'è con– venienza u forlo conti nua re. Da un unno n ques ta p:1rte è venula di mo– da in Italia la frase che bisogna bandire i sen– timentalismi ,.lalla politica estera. Ma basta che un giornale francese ci dica un'insolenz a, o che un giornal e tedesco smetta per un giorno di dircene , per \'edere tutti i nostri chiacchierz – tori e.I:\ caffè insorgere indigna ti o sdilinquirsi soddisfatti. E la diplomazi :t e la stam 1 )a austro • ted esca, le <1uali conoscono la puerilità impulsi• va della nostrn 01,inione pubblica meglio che non le conosca il Sig:. Poincaré, non mancano mai di sceglie re il mom~ to oppor tuno per scoc– carci il tete~ra mnrn :rnlico, l'ad11la,.i<>ne esage– rnta il co111plimento grosso lane\ il consiglio di – sinteressa to, la visita ... inconcludt=nte. Ed è cosi che mentr e siamo srmp re irritati contro le ga!fts 1.li :-'oincaré, abbiamo dim euticato beatamente che nel\' mverno passato dovi mmo esclus iva– mente alla resistcnz,, del vecchio lmperatore d'Aus tria se lo Stuto maggiore austriaco e l'Ar• ciduca ereditario non ci fecero una bru tta sor – presa , mentre ern\lamo impt'gnati a fondo in Affrica. :-;icnte sentimen t11lismi 1 dunque. Ma badia• mo che le iperstesi<', le bizz~, le impulsi– vità, le gare puerili di precedenza , sono senti– mentalismi anch'esse. E in molti casi bisogna sape r tollerare con c:1lma gli sproposi ti e le bizze degli altri, in considerazione del fatto che a voler reagire impulsivamente non si farebb e altro che commettere degli sproposi ti più grossi. Un AI. DO FoR)IE!\' Tl !\'I. PER LA RIFORMA TRIBUTARIA Il o tanta stima dell'in gegno e del valore di un economis ta cos1 preclaro come il prof. E·i– nau di, che non posso riSpondere alle sue critiche sul mio progetto di riforma della Finanza comu– nale, senz'aver lo prima ringrazi.Ho della consi– derazione cli cui si è degnato di onorar mi. Egli è sempre un maestro : e prend ere da lui un col– petto di frusta non è molto rincresce vole. li prof. Einaudi mi fa una prima accusa di « doll rinarismo •· Ora sono, è vero, uno stu. ~ioso.ed un insegnante di finanza; ma mi sono in~cgnato sempre di trattare sulla base dei fatti e non delle ipote si e delle astrazioni. li ,P;~f. Einaudi dom~_!1da : « Per~~iè ~~ _ impo– sk reali devono andar bene per i Comurii e le perso11a/i male ?• E pen sa che questa Preferenza sia l'effetto di una non motivata infatuaz ione per la R ifor ma ?r 11ssia11adi 1lliq1u/. Non è cosi, Che i comuni non possano vivere e non vi• vano solo di imposte dirett'! reali, nulla toglie al principio di massi ma che ai comuni meglio si addi can? le imposte reali che le perso11ali: di– fatti noi gi.\ scrivemmo che i Comuni dehl>ono mirar e a ricava r'! le loro entrate « non esclusi– vamente •• ma • prevalente mente • da grandi imposte dirette reali. Chi ha un po' cli pratica delle amminist razioni comunali, sa quale arma sia la imposi::ione per – sona/e nelle lotte e nelle vicende dei partiti lo– cati. lo potrei corrobora re questa asserzione con la citazione di numeros i fatti tipici, ricavati non dalla sola osse rvazione mia perso nale, del resto abba stanza ampia , ma anche da lle risposte date da oltre 2000 Comuni ai questionar i dcli' /11chie– .sla parlam entare sulle classi rurali del 1lfe::zo– riorno e Sicilia, in cui ebbi l'onore di ,occu– parmi in modo particolare delle cond izioni della finanza locale . Questa è certo una ragione pra• tica e non un 'astrazione dottrinaria. La speciale odiosi l:\, da cui è notoriamente circondat o il nostro « focatico • o • tassa di famiglia• ed anche que lla sul « valore locativo• , di cui spesso i Comuni snaturano il vero carat– tere di impo1la sulla spesa, è una con ferma del nostro princip io. Ora fino a quando da questa forma d'imp osta si è attint o o si att inga limi– tatam ente, certo le ingiustizie, gli arb itrii dei partiti locali e le conseguenti ribellioni restano perciò stesso meno gra vi ; ma quando col o ·e• scendo delle spese comunali si sen te la necess ità di aumentar e le entrate, di,•t!nta evide ntemente pit\ grave e pit't pericoloso aflìdarsi a queste for• me di tributi, e s'impone quindi la necess ità di una riforma che muti più o meno sistema ed elimini o diminui sca inconvenien ti. Il prob lema fonda mentale oggidì della finanza locale in conclusio ne è questo: « I Comuni, per le spese pubbliche sempre cresce nti, hanno bi– sogno di maggiori entrate; ove e come attin• gerle ? • Gli alchimisti, gl' improvvisa tori della finanza pubblica fanno presto a montare castelli in aria coi quali, come in certe rt'dames, coi sistem i più sorprenden ti, senza 1>er nulla sop rag• gra, ·are il pove ro contribue nte , si riesce a ricavare milioni sopra milioni ; ma non è questo il si· sterna che possiamo seg uire noi, Il prof. Eim\Udt scrive ancora: • Altro dottri– narismo è quello di credere facile un'imposta sul reddito che frutti 185 milioni. • Ora siamo proprio noi che crediamo a quosta facilità, quRnclo appunt o abb iamo accennato alla utilità della istituzione, sussidinriam ente, di ima imposlti sul patdmo1'io 1 accanto a quella del red– dito l Ma non crediamo, d'altra p;ute, ad una ÙHpossil>ilild, quand o si ricord i che 1 secondo il nostro progett o, questi 185 milioni non rappre • senterebbero un nuovo agg ravio per il contri– buente, ma sarebbero invece dal contri buente ri– sparm iati nei suoi obblighi verso la finanza co– munale. Il p~of. Einaudi ha poi parole vfrari contro la credenza che in Italia manchi un'imposta sul reddito, quando invece esiste la nostra cosl detta • imposta sulla ricchezza mobile •· l\la , in veri tà, quand o si consideri bene quello che noi scrive• vamo nell' U11itd. e quello che smorca11do viene poi ad ammettere lo stesso prof. Einaudi a pro– posito della i•,come la.~ inglese e della nostra ricchezza mobile, il dissidio elevato dall'Einaudi viene tosto a ripiannrsi. Ma, in conclusione, guardando in sintesi l'ar• ticolo e le critiche cieli' illustre professore del– l'ate neo torinese , io ho l'im pressione che egli abbia ro,•esciato sul mio capo - pur -.enz'averne la mala inte nzione - tutt o il dispetto ,1ccumu• lato nell'anim o suo alla lettura tutt',iltro che in – frequent e di progetti di riforme finanz iarie, il più delle volte scritti tutt 'altro che da.... do/• lri11ari ! Ebbene creda pure l'ottimo professore Ein:rndi - se ha veramente un po' cli stima della nostra intellig enza e della nostra cultura s1>ccifichc - noi condividiam o 1>ienamente questo suo dispetto , che spesso non s'acquet a neanch e quand o i pro – getti portano la nrnrca od etichetta di prirmui autori. Si compiaccia, infatti, il prof. Einaudi di leggere quanto noi scrivevamo in 1111 nostro primo art icolo sul « La riforma tributaria » in questa stessa Cuihl (n. J I del 13 luglio 1912), e avrà la conferma della noMra a,·versione pei progetti e pei progettisti di riforme. Ad ogni mo<lo io sono cont ento di :wer pro– vocato pei letto ri <lell' i "11itd, e pili ancora per la soluzione di un sì grave problema, la parola di un '.\laestro come Luigi Einaudi. E mi auguro che egli voglia collaborare con proposte con– crete a chiarire le idee dei nostri lettori into r• no a questo podero so prob lenrn. G. CA1uxo,Oo:-.v1To. La Dir ezione e l'Amministrazione si sono trasferite in Corso Regina Elena, 16. AB~O~AM_qNTI CUMULATIVI Uni/J (Lire 5) e Riforma Socia/, (Lire -15) per Lire 16,- e Ilalia ali'Es/ero \ (Lire IO) Lire 13,50 per l' inter no. / (Lire 12) Lire 18,- per l'estero. e Voce (Lire 5) Lire 9, - ABBONAMENTO ST RAORD INAR IO CUMULATIVO J.• N ovembr e 1912 - 31 Dicembr e 1913 Unità e Voce Lire 10 "· La posta dell' " Unit à." Ancora i giovJ.ni socialisti. Po11ici '-7 0 11c,brc 191:i. Eg r,--giosig Dirello ,·e, Mi ilol~o u:1 poco ckl sis tema u~a10d:1 1010 nf,,rm1sti, studio~i ,Il pr'o– bl--mi prnt :i:i e r(':1h. d1 t,1cciare costant t:mc-nte di iucolti e sm1p tici,;li(1 ) , oloro che si ri,·h•a• mano nella prop:1~:111da 1.· rh ll':1zio11c: ,ii principi mass imi ciel soci:ili-.1110, quas i che i 11,·olnzio· 1rnri avessero sa lt:ito ;i ll•è pari lu stnJio 1· la discussion e ,ti qut-i probl emi. ' X on è dialellica d1 b1111n gen, re, po:cl.è co– string e l'av versa rio a S\•1lgerr, inv,·1.r tlf"lla di– fesa obic:t1i\la dçlle prop n ~ opini<1n1, qu c-llP sog– getti\'a c.leila propria ct,Scll·nza e dd pnipr io senso di respo nsabilità nello ei:;prinHi"la Perciò In tlr•'J!" ,li crecl<"re che la 1111~trn cri– t1c.t .11le 1dc:edel Ta ,l·a e dei suoi amici, nun solo va più in là d1•ll',1lulal(•, 111a a11C'h1• dd )eg• giero • formuiismo" d.-t 1rr..-~1l0n,abili d1 cui ci si vuole tacda re, nè si può I ompre, ;d, ria nei brev i limiti cli un art icolo. Questo nella speranz a dre :si pnss, presto pubbl icare un reso1conl I c:saltt) del Cou.:,rrSSQ, almeno <lelle reh1zioni (<- ;,d 11,cunc :1sserzioni <li Tasca ris pondo sull'• Av,rngu~._rdia ·•). · Mi limito a far qui m,tarf' ,·hc: non lio m~i parla to e.li i111llbl,i di ogni culti,ra. Sostengo solo che non è prati co dedic1lnJ1 \lit.I un'opera t-ssenzinlme nte di coltura scolastica nel campo socialista, che un tentativo di qut"Sto genere fallirebbe senz'a ltro p· r rJgioni (che esposi al congresso } di indole pro 0 prio prati..::t e lecuiéd. Cosi per I' indiriu:o del giornale. E se Ta sca e i suoi amici avcS9f'TO avut i i 133 voti 1.li più, ne avr1•bber<> fatta la prov;i. È proprio l'f'.same <lt:IJ>rolllema ltcuico d1e ci ha dato la confe rma della 110.stp1 fwlr~m;ss a teorica, accenna la nc-lla mia lettçra pre-ced('nlt-,che cioè il socialisnlo è buato ' rihn 1 f•;t1tO sulld coltura quan to sul sentiment o di snHJarie1à v, uletarin, e che quelli rhe credonv il ,·oatrurio ,saranno ridotti a neir;.1re il trionfo finale del s_9ci:~li~mo... come a poco J\ poco vi si sono ridotti gli stu– diosi dri probltmi lt cnici. Prob lemi cl1e 1 mi per metto rip etere, noi ri• voluzionan non sca rtiamo apri oristicament e, ma solo quando abbiamo asso<lRIOe dimostrato che tutte le possibili soluzio ni di essi non cav~~o un ragno dal buco, E ci sforzurn,o di educarci a guardare più lontan o si, ma anche pili in alto . La ringrazi o aucorR, signo r direttore , dello spazio concrsso ad una cliscussione che tanto interessa il nostro movimento giovani le. AMADl- :O 80RDIGA POST ILLA Antilullo, 11011 comprendiam o puchi il B. ap. piccichi srmprt al uom, coltura l'a[!gt tlivo scu- 1.lstica. La collura 11011 è 11è s,ol ashcn , nè tstr a• srolflslica. I.a scuola t 11110 dei uu:szi per Ira• smr:lltrt la co/fura, , spesso la lrasmelle assai mal, ciot /rasmtllt 11011 la coltura ma 1111a i11- col111~a r,mmau inla di pns1111/11osa i11cosci,11ta. Ddl a 111alt il /J. ci lrov~rà !m ~prt .consen~ttuli cou ba a rico11osr<rt la muh/,/a t ,I dm mo. 1Va a pullo cht tg/t la chiami i"g11ora111,a scolflstira, t 11011 coltu ra scolastica. Cio posto, , adoperando il ltrmi11e collura ,u/ stu so buono: cioè 11el senso di vivact e allivo dts1tlrrio di impadronirsi degli tltmmli della rtftlla, r di efo r:;o peuoso_per '?'~q111s~arli ~ p,r /rt1.'1or111ilrl111r.l senso dr, nostn_ 1dtal ,, t d, _co11- sapn.1ole rilullamrn co,_1/ro og_m papfagt_tlbsmo sc(l/aslico ,, 11011 scolasllco , 1101 11011 , us,wmo a ,,,d,r, f'trd1i il B. si dolga di smlirsi allribuita · da 1101 /'op111io11eeh, '" collllra A ;,,utile. l:..~t;li il/fe rma, a~1che '!'. questa /ti/tra, che lo sl11d10 dri problom ltcmc, 11011 cava ,m ragno dal buco e che il trionfo ji1talt del socialismo si avrà 11011 !(m io dalla coltura quan to dal st11/i• mc11to di sohdn1'itltì prolela 1'ia. Egli non sai/a a piè pnl'i /o studi o t la dis,ussio ,,t. dei p_robltmi /unici: sola11w1lt da q,u!llo slud ,o arr, va alla ,011d11sione elle d ltmf><> ptrdulo ... sludiart, che shuiinud o si corre p, ricolo di ntg nt, il lri,,, ,fo ftnalt del social,smo, e cltt perciò .. // perciò, se 11~i 11011 abbimu'! le tra veggole, è chiar o : 11011 dohbwmo ptrdert ti nostro ltmpo a mv,,n i ragni dai buc/11. An che questa ~ti/era, p,r altr o, veneudo_da ,m !fim.1a11t di vrro 111geg110, e lull'allro eh~ mcollo, e for,ul o di 1111 vi~oCf !tn so della__ rea/là, con– lirnc 1111aOS:!!trvaa, om d1 fall o assili mlt r tssa 11lt : sluditmd o i problemi 1,, ,,;c,, si corre pericolo di }trd t11 la fede . Ora ~e per frd e s'!nl t mlt ~asfi • ra:,io11e anl tult e alh va 1.1crso ,m 1dmlt ,t, vi/a migl iore e il /Jisog110 di lrnsfo rm ar~ la rt11/là ,,, / sm so di qmsl' tdtal e, I' aff.tr ma :,1011t del B . è vtra solo ;,, quti CCISi, iu cui la ftde HOIIè n1ai in~:Jl :i,:C~~~ici ,7i°: c~lc r.K'0: :xi'fi';':01 '~'fr:; 1 cc 1 ~ii~•da ~~!~ •i• un incollo e un u•phel.11 a per dtilin1iton.cI Cc,1c icone -.ono, in 1cncralc, buone ... per gli a\ui. \N d. D ) tsisllla, opp,0·1la 1);11on11011 ,itl(" rtallti lu, s1,:ù11iJ– T.1trso ,/ g11,rpm.o 1/tJ:li .;:propositi e poi dtgli op– por/11111s 11t e "llfl fin e ddl e i11:.ù1reitli 'ronsaj,e••oli le p,·i,m lù•t t15p1ra~io11i i,IMli. Sr, im •,c,, p~,· /ed, duhbù11no i11/r11tlfrr il ,·i,mm rr,r11/larrali 11llt: /ormu tr cn slt1llizo11/r dd ri vol11:s101111rismo tr11- d,siom1/r. allora l'aff e1111a:Jiom• dr/ B : - ,ss, re lo studi o dti probltmi lt r.:mri i11co11ciliabi/e cou qu,s la jt'l lt da sa.1:rrs{11111 -- ; vera sm,pn . E poicld ,I IJ, pur 11,gmuio la utili/ii d~llo slud,o ,I, quts li pr oblmu, 11011rifiuta a pr ;ori di slm/ ari,. an~i ,mm :,,1tui:t1rli prrd,t ì sir11ro di mr,v11rt sn upre """ , 011d11sioue che/ lu/lo ll'IH• po perduto, uoi nspr11ù1111r, co11.fi.d11ciail m o• m ,1110, 111 cui il rii1ol11aimmrismo sl lrov,rà 11tl B . ad rssrrt sia/o " /JO<"O " --poco disgr,ga l'.J e drmo/,/o ::-oliogli urli di ,ma cr,scwl, colfura. dtt 11011 avrti d1111im11/o ·;,, nulla il }~rvore di quella /tdt rhe ì la sola dtL mtriti di rima nere "' piet, srmpre. . L' U:nT,\ L' on. Claudio Trtvt a' t la Mau onerl.t, I. ' ' Milnno, -t Novembre 1912. Signor Dirett ore Uniti,, Firenu . Non sono massonr, , ,,oi lo saptlt. Perchè-– scrivtte il contrar io? Pnb bli.:heret e questa mia in omaggio alla v~•– ru à e<l .tlla legge: CLAUD IO T RE\'l:'.S. li . Si1f110r Claudio Tr ,vts, Jf;fflHO: Vo ; t11trdstt ·111 'mass o,ttria 11,I /902, allorc/1è ··rfivfn(a sle tlirtlfo f'I del Ten'lpo. E; voi 10, sa p~. · Percl,i SCl'ivtle il conlrorio 'I ;.,.; , Ecçovi ~erpilo i,, om,,ggio alla; .11~rilà td alla-- 1,ggt . E lauti saluti a, f,·a/tlli I · , 1 ••• • ' ·c:SAL\ if M1N·r. AN G101.o G19vANNOzz 1, l'-!""'~ r,spon ~a~!lf:, ~----....;,=~=.,..,._,.;_,,...,...,, , ;/., __,.,,. flrt■aa • Stab. Tip. Al1Hao, Vlada' Reul , Il., Tel. 8'-35- ·GIUS. hATERZA & flGhl" Batrf· . , ••• f1f1 , ,- EDITORI Scriltori sfranieri. PAPARRIGOPULOS D. OtHrt ,ctllt, ' trad otte e annotate da C. Cessi. Vo• lume di pagg. 248. . . L, 4. I canti di Demetrio Paparrig:opulos,morto ap-– penR trentenne nel 1873 dopo a\'cr cercato in– vano la pace dell':mimo 1 che gli a,·e\'a tolto un amore infelice, sono tullora fra i più noti e po– polari in tutta la Grecia. Come il Lcop:lrdi, egli seppe nel tempo stesso opprimere i suoi sentimenti intimi e farsi inter– prete di quclll di tutta la nazione, pcrchè il senso malinconico che pervade tutta l'opera sua poe,• I • tica trae\'a origine tanto dalle amareue della propria \'ita indi,·iduale, quanto d:ill;i coscienz:i piena delle tristi ,•iccndc che colpivano la Gre• eia tra il '6o e il '70 quando il primo nobile sl::inciodella nazione genl'ros:,. fu auutito dalle arti ing.mnalrici della di plom:tzia curopc:a. Demetrio Paparrigopulos rappresenta e descrive con ,•h·acil~ insolita, pcrchè ebbe I' intuizione profonda dei cuori arpassionati e vide addentro nelle r:igioni della ,•ita intima e di quella poli– tica, e rappresenta e dcscri,·c con un:1 dolcczz:1 talora insuperabile, :illa quale contribui non poco l'armonia dei metri da lui preferiti e dcll:1 lin• gu:1studiosamente curata . · La presente traduzione italian:1 d<n·ut:t ali" il lustre grecista C. Cessi dcll'Uni,·crsit:\ di Catani:1.,. accoglie le lirid11, i po,mtlli, i r11ralleri1 un~ spc• cie di bozzetti tcatnl i, brC\'i, pieni di brio e di vivacit:\ che traggono moti\'O da latti storici o da scene della \'ila contemporanc:i, e i dr:1m1hi politici d1e susci1:1rono al loro :1.pp .:1rire critiche vivaci per l':\Udaciacon b. qu:1lel':rntore :1,·cva rappresenu.to le costumanze dei suoi.concitt:tdini. Altri volumi pnbbllc11idella attssa coilnlon, : CERVANTES, Novtllt. Trai °i.li A. G ~AN• NtNl • ' • L. 4,- - JÌ Ca11Ì11rtdt l Cid, con appendicè di t'O• mant e. TraJ. di C. B ERTON I. • L. 4,~ ECKERMA NN, Colloqui col Go,ll1t. T,ad. di E. D oNADO !'i"I • L. 4 1- POE, Opere p_oeliclte<01NPlelt. Trad. di F. , 01.1vE~to_: • L 4,- ' D1r1ere ,omml~1loal • vacllt' alla Cua EdltrtC:e OIUS. LA Te Ra 1t PIOLI. Bari.

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