L'Unità - anno I - n.40 - 14 settembre 1912

.,,,. , - problemi della vita italiana. Si pubblica il Sabato in Firenze - Dir<ttore GAETANO SALVEMIN I - Direzione e A mminist razione : Borgo O gnissanti , 40 - Abbonam ento ann uo ordinari o Lire 5 per il Regn o e per i paesi ita lian i dell'Au stria e della Svizzera; per l' este ro Lire 7,50 - Abbona mento -te nitore Lire 20 ann ue - Un numero Centesimi IO - Conto corrente con la posta. Ann o I - N . 40 - 14 Settembre 1912. SOMMARI O : Naziona lismo ferrov iario, gi. c111·. - Emigra zione e 1oc ialis mo, GINO LuzZATTO. - Le ama~ze italia ne dello zucchero , ED OAitDO G 1RHTT1. - F lotta aerea e appetiti t e rr e d d , /. d'a. - 11 pro blema delle all~anz e, L'UNITÀ. - La ques tione Lunig ianefe, G ,otOLAMO I.AZZERI. .. .. f. Nazion alismo ferroviario. Chi vuol t·t,lere come l'a rrnbbialu scÌavinismo .dti cosidtll i mu;io,w/ isli. riesca a iuforhi dart nn• • ·· cl,e ·1,J;,ié;1io11i pi ù tiùr;, .,o m; impicdclirt nuche ie iu eslioui più gravi, non Jur che a leggere gli articoli sul nuovo valico ferroviario alpino, J>11b– ,Plù:ali uti 11. ;2 e J6 del/' Idt:a Nazi,malt>. i: 110/0 a lulli clu da ltmpo si smlt il biso– .gno, ptr le con11mic,1zio11i Ira Italia e Germ ania, d i ttl J nuova valico fer roviario al/r ,1vtrso la Svi.e– #tr a orit11tale, e cht vi sono due proposie co11- cr ete ro11 relativi progelli di nmssima, comitali di propagt111da t d°lfgilaeiont ,cc., cJOè lo Spluga ,e il Greù ,a, i: a11cht 110/issimo che la Svùtur«, J t r ,ma qua11liltì di rag ioni / 111(' allro che disprr.e– .s,abili dal suo pun to di vis lfl, propende quasi ,ma– rflime per il Grt iua ;" mm /re ;,, !wl ia, per ragioni allrdl a11/o buone, Prevale di gran lunga la cor– rm le favo revole allo Spl uga, srbbm t i pin 11011- Jesi e il IAtgo Maggiore siano grein isti. E da credere cht il valico o 110 11 si f arà o sarà 'Jo Spluga, perchè gli i,ittrf ssi d' / tal a vflglio110 ~ I 1,esJ1m gover no sarà così stolto dt1 impe- . ingtu li capitali itc:liani in 1111' opcrn di 11/i/ilà. Basti dire che sol/011/0 lo Splug a ·ebbe g iustiaia agli inlcressi di Venezia e dlu Adria tico, che si considertmo g ià abhas/anea sacrific ali. Ma è pur troppo pr obabile che per mol– Jissll,n mmi 11011st ,u farà nulla, anche per ~ .J- !to della g uerra a/ltwle che ha dimi111ito le ·,1ossibilila fi11a11eiarie dtlf Italia ed lm acuito la <risi generale. / 11 ogni modo, se vi è una cosa rvidente e qùe- :s/a, du il problema e di carattere essenzial menle -dco11omi co e tecnico. U11a ferrovia al/rave rso lt A l/i s; cMlruisce per agtvo/ are gli scambi com– m erciali, per avvic inar e ciot Ira loro i centri di JJrod,121io11e e i centri di consumo, al essa r11p– ,Pnst11la semprt i11oltrt la solw:ione di delermj– Jlale d~lficollà tecniche; e sono appunto questi gli -4lem et1/iJo ttdamenlali che deJerm iuano /ci sedia .di ,m traccia lo piu//os/o che di uu altro. S' i11- l111de che il problema ha sempre mtcht m J a5ptllo po lilico-mililare, il quale, ntl caso nostro, è m eno impo r/aul e, lralland osi delle cu1mmica:sio11icon ,m paese neulrale, ma 11011 e aJJallo da lrascu rarsi,– lanl o pi ti che lr, sfuria i11srg11a come la nmlra – / ilii Svia:u ra, in 111agnwde guerra possa rap– prese11/are ,ma garan.:ia mollo mal sicurt1. Ora 60110questi appun to gli a8ptll1 sollo mi fu pro– spetlttla fi 11ora h, questione dd nuovo valico f er– roviario a/lmve rso le Alpi 11clla copiosiss.ima lel– /eratura esistente i11proposito, ali" quale hmm o contribui to rco11omi~ti tecnici 't studiosi di cose m ilitari in Italia, in Svi.e.cera e in Germa11ia: .1ma vert1 hibliolecf1 di opuscoli, di memorie e di arÙcoli. Ma uco che i na:sional isli i11troduco110 nc/lt, queslione 1111elemento 1111or, f' imprr veduto : s~– slmg11110 cio.J che e assolulameu/e /11(/ispcnsab ile pnfrrire lo Splugtr al Grei11a per d,fmde,e l'ila– lia ,dlà del Cm,/011 Tici no, o piulloslo, come la – sciano c:apire, prr tt.t;evofrrr,., quando clte sia, "J'flmussio ut dt l Tu:iuo al Rt§:110 cl' [/alfa. 111/ alli, tssi dicono in sos la11ca, il Ira/oro del Grti na avrtbbe per ,Jfello di uni re sempre più il Ticino alla Co11/eder11cio11e Svict:era, au1111: 1/a11- tlo i lrgami In, r..;soe i Ca11/011i 01ir11/ali: la .Co11/cderazio11r ne sarebbe ra.fforca/a nella sua compagi 11e politica. Ciù deve es~f're impedito dal– /' [/ fllùr li Tirino è tutto Gn •i;1ist,1 per rag ioni ovuit; ciiJ basta percltègli ila/umi dtbbo110 essere Sj>lughisti ; in/a/li il lm/oro dr/lo Spl11g(1 au– ntt ulcrà il malt:011/enfo111a111Jrsla/osi re,·e11/eme11/e tra i 1'iciuesi verso la Co11J,·dra:;io11c e li ge/lerfl .verso I' llali a. È questo il curioso ragi ouammlo dei 11acio11a– ./isli; essi, com e si vtde, lumn o escogitato ,m modo ,rovissimo per incoraggiare o, '11f'g lio, pro– vocare, bon gré mal ~ré, 1111 irndeulismo licllusr, il quale fi nora 11011rsistc cltt udfac (tSll fa 11/asia dei '1a.eioualtsli 110s/raui , drg11i alle(,ti degli scio– vinis ti svizzeri . S0 110 in/ al/i quesl'ull imi ai quali si droe t'alltgr a trovala di rwa_'!ccupacio11tsviz– eera della Valtellina e delt'a Valdosso'a, trovala che 11rss1111 prrse sul strio /rami e i nostri chiac– chieroni 11a.cio11alisfi, dtt la ~Jr11llaro110 prr i loro scopi. Così gli ,m i e gli al/Ji si mlopc,mw a se- 1111/mr sospelli e di~t·ùrdie tra lm o11i vicini che lm11 10 tulio I' iultr (SSe a vi:.:ere i11 pe,Jella ar• mania . E iufalli. cosa strani ssima, mm/r e sembra si voglia no gu ad(lgm,r t alle simpatie verso l'It alia i Ticùusi, proprio nello stesso mm,ero dr/I' hl"a N;1zional~, ;,, ,m altro arlitolo , si ingimù rg ros– sola11amrn le il fllrltlo democratico ticinese, sem • plicm,wt t pere/ti dichiflra, com'è suo dirillo e com 'è f,tr/ ellameule spiegabit,. di vAe r rima nere e/11icame11/eitalia no ma politicamml t svfocero,- t per lll stessa rattioue si parl a con dispr e :s.eo d1 lui/o 1111 popolo di uoslra ling ua, il quale, iu 1111a /erra aspra e p0111ra,rsiguo di 11111ero t con scarsi aiuti dal poltre ctul rale, lm sap1110realia- zare..1ma ciuilttì mat,rù rle e morale di grn 11 lunga r11J;triM•i"fnl la ci1.1ill(imtdw del rrgno d'Italia. Juu · ,i certamml e il caso di preoccupa r-si degli ,_,Otllipratici di sim ili chiacchitrt ,- tsst 11011po– lra11110 avere un rjfello qualsiasi sulla soluzione del problem a ferroviario a'7piuo. Ma ci è parso 11/ilt srgualar e la lrg,_tftrti;:m,.Jer "" " dir prggio, con cui si !tnl n di comprom tllere .'r piit gr avi qu,shoui, ojfmd eudo legillime susa llibilitti ,susci– /a,u/o di.ffideuze e sospelli, e re udcudo più dijjicilt alle pt rsoue se, ie la di( tsa della 11,ra italianità tluic:a contro il pa11g1rma11ismo e ,·oniro lo scio- 11M/ìsmo sviz,eero. Del resto. se i m1z.io11alisl i volesstro ,ssere cot• rtnli, ci pflre clte dourebbero assu mrre mm posi– zione 1,vversa a <Jllalunque valico alpino . i:.: i,, . / alti r11ule11/e d1e le co11111icaz io11i di la/ gemrc giovano 11011già al 11n.eio11alismo, ma .ali' i11/er- 11ae,ioualismo. Og11iuuova f,rrovùr che sup,ra le barrùre delle 11az ioni ruroper, errando nuove so– lidarirlrì rconomiche e morali, e " " passo verso qmgli Stat i U11ili d'E uropa che i nostri 11azio- 11alisli della gm rrcrg iudim uo 111avile e risibile ulopia. gi. car. EMIGRAZIONE E SOCIALISMO L'On. Tr eves, per dimost rare la tes i giu– stissima che la pol itica dell'e migraz ione non ptJÒ esser e la poli tica della clas~ lavo ratr ice! ma che essa deve tutt'a l più conside rarsi co• me « la polit ica de lla pato logia della classe la,·ora1rice » 1 ricorre .id argo men ti, che do – cu mentan o tutta la profonda dege nerazione de l pensi ero soc ialista ital iano. « Io osservo, eg li scriv t> 1 che nella stes~a Italia sarebbe facile istituire un paragone tra i paes i do nde si è emigra to e i paesi do nde emigra to non si è: par;igone ch e provereb be pe ren tor iamente co me quel li so no ri mas ti miserab ili, anche tenu to conto de lle ben efi– che rimesse degli emigrnn ti, e ques ti sono progressiva mente migl iorati ed ar ricchit i. Tu tta la zon a tra la bassa valle del Po ed il mare Ad riatico, e spec ialmente tra il Fer– rarese e il Rave nnate, abi tato da una stirpe d'uo mini meno doc ili alle « fatalità econo– m iche » attest, ,te da i professor i ; un:1 stir pe attaccata al suo suolo , ostile all'idea di far fagotto, pers uasa che il Governo e la class e do m inan te ha nno pur e qualche respo nsabi lità verso di ess:i 1 tu tt ~1 codesta zona assistè al sit,go lare spe1rnco lo dt•lia lotta tra ·la bo rghe– sia che ,,oleva man~tarla via, eJ essa stirpe che non si voleva muovere e voleva vh ere del pro prio la\'oro. Ques ta meravigliosa lotta ha fatt o la sa- 1:.ite, la ricchezza, la civ ilta di quella pa~te d' Italia!... Sotto la pressio ne de lla plebe , ch e si faceva focilare, ma ad em igrare non si decideva, che moltiplicava le dimostrazioni e gli sciope ri, che rolt va lm•oro se a11che 11011 a 11'era, - r. t:ole1,1, il /m:oro compm– st1!0 come si convmiv ,,, Go\·erno e privat i a poco a poco, visto che 11011 c'era verso di sp nnta rla dive rsamen te, si decisero all.l tine a far lm·orare ». ln Iingua povera, puichè no n conosciamo àlcun proprietario privato , che si si.1 indotto ad impiegare i suoi c:1pitali per cal mare l'a· gitaz ioni c1egli operai disoccupa ti, tutta l'a– zio ne, mag nilicata d.tl Treves, deve ind iriz– zars i co nt ro lo Sta to 1 il quale do vrebbe cre:1re il lavoro , an che dove non c' è, e comba ttere lo J1socc upazio ne e l'emig razione con le opere pubbliche grandi e piccine, utili ed inu tili. L'azione socia lista cu lmi ne– rebbe in una :1gi1azione per far lm•orar e, e principa le da tore di lavo ro sarebbe sem pre lo Stato . Quando - J ue anni or so no - ques ti u sistemi ven ivano denun ciati come il pegg ior indizio di t ralignanien lo della lotta di class e, ti111.o i~ soc ialismo ufliciale inso rse unani me cont ro 11 calunnia tore; ma ogg i i te mp i sono mutati, e i.I più ferven te apos tolo de l rifo r~ mismo di sinistra pre dica que l metodo di lotta co me il vange lo del perfetto soc ialista I Non si può certo con tes tare che l' im piego di que i sistemi , limi tato alla bassa va lle pa· dana , non ab bia prodo tto 1 per quella sola regione, de i benefici inest ima bili , facendone in un ventennio la reg ion e agr ico l" più ricca d'It alia. Ma chi h a paga to le spese di quella tra– sfo1mazion e ? I ro mag noli, che tumu ltuano per ave re la– vor i da llo S1ato , non lotta no cont ro la bor– ghesia, ma co ntr o il bilancio de llo Stato, cioè di tutta quanta la popo lazione lavora – trice, che paga le lasse ed avre bbe diritto agli stessi bener-ici. E in questa lotta cont ro la re• stante classe lavora tri ce ess i fan no l'i nteresse del la borghesia romag nola, che ~i vede bo– nificate le sue terre a spese di tutt i (50 mi– lion i per la sola bo nifica ·de l Reno): essi fanno del la co llaborazione d i classe, e della specie peggio re. All'o n. Tre, ,es, che addita 11. tutto il pro~ letariato d' Italia l'esempio de l mt!odo ro111c- g11olo, noi chied iamo so lt,1110 s'eg li si è sempliceml! nte propoc:to il prob lema di quel che dovrebbe fare lo St.ito 1 se il suo consi – glio fosse effettivame nle seguito, e se i 6 o 700.000 lavora tori, che ogni an no abbando– nano I' ltal i:1. 1 non volessero più muovers i e pre tendessero da llo Stato, ço n alt i s:1lc1ri, quel la,•oro che i pri vati non vogliono, e, per lo più. non possono dare neppur e a sa– lari di fame . Il soc iali smo che vuol fa r la– vorare, il soc ì;;,lismo quarantcttes co clt'gli a/J – lirrs 11alio11aux, di verrebbe il peggiore osta– co!o de llo sviluppo eco11omico; e qua nti hanno a cuore le sorti de lla classe lavora– trice dovrebbe ro :tugurarsi che la sua azione fosse paral izzata, e che l'em igrazio ne - con tutti i suo i da nni - rip ren~lesse il suo co rso norma le. Ma per fortuna i dati J i fatto, su cui si fonda il ragiona men to de l Treves , sono de l tutto inesiste nti : la distinzione fra un ' Italia, da cui si emigra, ed un' ltalia da c.. ~i no n s' è mai emigra to o non si emig ra -più, è smen tita da tutt e le statistiche de ll'e migra – zionei e a dimostrarlo baslera nno poc hi ssime cifre. Nel 1876, da tutte le prov inc ie del Mezzo– gio rno e dal le isole non em igra rono ann ual– men te che 7 mi la persone, men tre da l resto J ' Italia ne pa rtivano 10 1 mila : l'e migra – zione meridi ona le rap prese nta va allora 1/ r 5 de ll' em igrazione totale. D ieci anni dopo essa era i alita alla cifra di 54 mila, ed il rappo rto da r/ 15 era !-ceso ad 1/3: ?\et I 899 si ar riva già ai 107 mi la em i– gr anti meridionali: ma è eno rmem ente au– mentata anch e l'e migra zione setten trionale, ed il rappo rto si mantiene se mpre di 1/3. Soltan to dopo il 1900 le ci fre del Mt-zzo• gio rno salgono con una rapi dità ,•ert iginosa per arrh ·are nel 1906 al massimo di .39 I mi la. i\ la anche allora il Mezzo giorno no n raggi unge la metà dell'e migrazione totale, che sale alla ci fra enor me di 787 mi la pe r– so ne (nel 19 10, 65 1 m ila, di cu i meno di 300 mila meri dional i}. Ma anche consideran do l'emi grazio ne per singole reg ioni ed in ,appor to alla den sità di popolazione, non si vede quella enor me superio rità del Mezzog iorn o, che ge nera l– mente si amCQette. Mt-ntre net qu inquenn io 1906- rgr o la med ia ge nera le d' Ita lia è stata di I92I emigran ti ogni 100 mila abit anti, le medie pili basse sono date da lla Liguria (6i 2) e da lla Sardeg na (969); le più alt e - è ver o - da lla Calabr ia (3327), dag li Abr uz– zi ·(3228) e da lla Basilicata (30 16); ma d'a ltra pa rie il Vene to si avv icina d i m9lto a queste alte zze, superand o co n la sua me– dia d i 2793 quell e della Sicilia (2608) e della Campa nia (2079); e 11 Emil ia stessa, la regione da cui 1101: si emigra, dà pe r og ni 100 mila abi tanti 144 1 em igra nti, ment re le Puglie non ne danno che 1338. È vero che i setten tri on ali emi grano or– mai per tre quarti in Europ :1 1 ment re i me• ridional i van quasi tulli in A me rica; ma fra le due emigraz ion i - per quell o, al – meno, che riguar da l'àtt uale discuss ior,e - non vediamo che vi sia alcuna differenza sostanziale : nell'un caso e nell' altro si tralla di la,·ora tor i che sfuggo no alla min accia de lla disoccupazione e della m iser ia, portan do ' al– l'estero la prop ria forza di lavoro . Se dunque fra No rd e Sud e;iste una dif – ferenza, essa è soltanto di te mpo e di pr~ po rzin ni: nel Nord, dopo un'asi.:esa 'co r)ti• nua du rata piìi d i un ventenn io, s• è a,•uto, dopo il 1899 1 un arresto e, in qualc he pro– vincia, una forte di m inuz ione; nel Sud in~ vece, il fenome no è di d:1ta assai più recen te eJ ha prodo tto un'impressio ne ma ggio re pe r . J'enorme rap idità dell'ascesa , e perchè il mag– gior numero di emigranti è pa rtito da lle re– gion i a popol<izione piil scarsa eJ ha de ter– mi nato in esse una gra ve r:1refa1.ione della mano d'opera. Anche ri\lotta in ques ti ter mini mo destis– simi , la differenza tra nord e sud ha in dub– bia me,1te una gra nde im por t,una : e sarebbe una ricerca interes sante il vedt"re quale com– ple sso di cause abb ia contribuito a crearla, e quanta parte vi t1bbia :wu to il prote-zioni smo ind ustria le, che ha richiamato artifì ci:1lmen te in alcu ne reg ioni de l Nord una gra nde massa di 5apital i, e che i soc ialist i ha nn o comba ttuto a paro le, ma han sempre favo-

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