Una città - anno IV - n. 34 - settembre 1994

& un mese , un on B Distogliersi dalle prime pagine dei giornali fa bene. E comunque per quelle ci associamo a ciò che ci disse ancora in luglio, con preveggenza, Enrico Deaglio. Van per la maggiore l'arroganza stupida, il maschilismo, la volgarità sessuale, l'ostentazione della ricchezza, la corruzione, l'antisemitismo e il risentimento verso la cultura. Non c'è che da vergognarsi e da sperare che questa vicenda si chiuda al più presto e in modo indolore. Ma nel paese va poi meglio? C'è anche da sperare, per non doverci vergognare di noi stessi, di non diventare astiosi al punto da appassionarci di più a vedere in galera il tale, fratello del tale, che non a vedere fuori dalla galera chi ci sta passando estati come questa in attesa di giudizio, di un permesso che non arriva o per un po' di droga. Ce lo ricorda Paolo Cesari nella pagina a fianco. Ringraziamo Chiara Frugoni per averci parlato di Francesco. Di un altro Francesco, diverso da quello, imbalsamato, al cui mausoleo siamo stati in fila tutti da bambini. (Andrebbe ormai sancita come altamentemeritoria ogni opera di desantificazione! Tanto più ch'è fondato il sospetto che ogni imbalsamazione sia servita a far sparire un t~stamento). Tirato giù dall'altare, Francesco ricomincia a parlarci. Quella sua ambizione da ragazzo, quella sua ansia di cambiare, di fare la scalata sociale a costo del meno nobile degli ideali: sposare una nobile. E quel suo progetto, una volta convertito, altrettanto ambizioso, da pazzoide, forse anche un po' da fanatico ... Quando arrivò a Bologna e vide che l'ospedale dei suoi francescani aveva pure il tetto, lo fece smontare immediatamente, fra lo stupore incredulo dei ricoverati. Ma che non fosse mai dato, a un frate minore, un tetto in muratura! A un suo discepolo che gli chiedeva il permesso di avere un salterio, rispose che, poi, domani avrebbe voluto una Bibbia, poi un commento alla Bibbia, e "si sarebbe gonfiato", sarebbe salito in cattedra e avrebbe cominciato a giudicare gli altri ... (lo richiamò poi e glielo diede il salterio). Epoi quelle sue idee! Che le radici stanno in un bagaglio, che bastano le statuette di un asinello, di un bue, un po' di paglia e la memoria. Quella sua visione tragica della natura, coi carnivori in agguato e contemporaneamente quell'orto di fiori, da godere solamente alla vista. Epur riconoscendo il male che fanno, quel suo consiglio a riprovarci ancora, con gli uccellacci ... Sognava un uomo nuovo, Francesco? Eall'inizio fu talmente megalomane da pensare di riuscirci? E poi quel suo voler andare, quel suo viaggio incredibile dal sultano ... (Tanti auguri a un papa ormai vecchio emalato che vuol andare a Sarajevo! Speriamo che quelli dell'Onu non si mettano in mezzo con i loro sinistri "motivi di sicurezza".). E quel suo accumulare malattie quasi a voler ripagare da solo tutto il male che non riusciva a togliere dal mondo. E non era stata quella l'idea rivoluzionaria di Cristo: farsi capro? E, soprattutto, quelle incredibili dimissioni, date nel momento del massimo successo, per continuare, da solo, a dare l'esempio. (Non fece lo stesso il Che? "Ancora una volta sento sotto i talloni le costole di Ronzinante" ... Che direbbe oggi del suo progetto? Detto fra parentesi: un regime fratricida non giustifica un embargo che affama, ma ci vuol molto a capire che è ancor più vero il contrario? Che nessun nemico potrà mai giustificare l'uccisione dell'amico?). Certo che alla fine Francesco doveva averne perse tante, delle sue sicurezze. Si confidò con le sue amiche? Ma sul fatto della povertà, degli ultimi, non cambiò mai idea. Ormai disfatto e moribondo gridava ancora: "senza glosse!". Alla lettera! Epoi, poi la sua morte, amangiare i dolci di mandorle e miele che si era fatto portare dalla sua amica Giacoma. A quell'Elia, il politico, che se ne stava intorno a esortarlo a una morte degna, da santo, disse di lasciarlo in pace almeno a morire ... Con un simile patrono non ci si vergognerà mai di essere italiani. Ma a maggior ragione, che tristezza! ABBONATEVI A UNA CITTA' Abbonamento annuale a 10 numeri: 30000 lire. Sostenitore: 50000 lire. C.c. postale n.12405478: Coop. Una Città a r.l. Redazione: p.za Dante 21, 47100 Forlì - Tel. e fax: 0543/21422. La redazione è aperta tutti i giorni, certamente dalle 17 alle 19. Una città si può trovare in tutte le librerie Feltrinelli. E nelle librerie: a Bologna: Tempi moderni, e Libreria Delle Moline; a Cesena: Dedalus, Bettini e Minerva; a Faenza: Moby Dick; a Pesaro: Pesaro Libri; a Milano: Utopia, alle librerie della Statale, CUEM di Via Festa del Perdono e CUESP di Via Conservatorio. 2 UNA CITTA' ,O E' VERGOG La vergogna e l'umiliazione che stanno provando tanti italiani. Tuttociòche di ipocrita c'ènel mondo cattolico:famiglia più maschilismoe soddisfazione sessuale dei maschi. L'antisemitismo di Fini. Le parole sinistre di Riina e il possibile fallimento della lotta alla mafia. Il discredito internazionale e il rischio dell'incattivirsi della situazione. Intervista a Enrico Deaglio. Questa intervista è stata fa((a all'inizio di luglio. Nell'impossibilità di aggiornar/a, la pubblichiamo ugualmente perché, malgrado tu((i gli avvenimenti intercorsi, non ha perso nulla della sua a((ualità. Anzi. Tu che hai seguito tutta la campagna elettorale dalla Tv, che immagine ti sei fatta di Berlusconi e che idea dei motivi della sua andata al potere? Berlusconi ovviamente non avrebbe potuto vincere le elezioni se non avesse avuto la televisione. Se fosse stato un grandissimo industriale, ma avesse, per esempio, prodotto intelaiature in alluminio e ne fosse stato anche il più grande produttore del mondo, senza avere la televisione non avrebbe ottenuto nulla e non già per la propaganda che s'è fatto, ma perché ha costruito ecomunicato un modello di vita. In questo modello di vita c'è lo sport, c'è il successo imprenditoriale, capitalistico, c'è l'intrattenimento, ci sono una serie di valori in parte antiquati e in parte moderni. Lì valgono le cose che diceva Pasolini: la sua televisione ha al centro la famiglia e nello stesso tempo tutto ciò che nel mondo cattolico c'è di ipocrita, per cui, per esempio, dal punto di vista della libertà sessuale è apertissimo, dal punto di vista del maschilismo e della soddisfazione dei maschi è apertissimo. E poi naturalmente c'è l'esaltazione del consumo e del successo che si vede dal consumo. Questo è il modello di vita che lui propone. Gli anni 50 dell'America. Il tutto adattato intelligente.mente alla situazione italiana, per cui una parte della satira o degli spettacoli di informazione e di intrattenimento tengono conto che esiste un 30% di Italia che vota a sinistra ..., quando parla di una polifonia dice in effetti una verità. Ma detto questo, non c'è alcun dubbio che Berlusconi abbia scientificamente usato le televisioni di cui è proprietario per lanciare la sua immagine. Sto dicendo cose banali, mi sembra strano che qualcuno metta in dubbio simili ovvietà. Basterebbe a confermarlo quello che dissero i sondaggi, non tanto sugli spostamenti di quel che si chiama "voto conscio", ma su quello che gli esperti di marketing elettorale chiamano "il ventre molle del mercato", rappresentato essenzialmente dalle donne e dalle persone anziane. Ebbene, verso i primi di marzo, quando si era ancora al "testa a testa", un sondaggio della Directa rivelò che Berlusconi stava vincendo perché il 40% delle casalinghe aveva già dichiarato intenzione di voto per Berlusconi, mentre in tutte le precedenti campagne elettorali il voto delle casalinghe rimaneva totalmente incerto fino all'ultimo giorno, in quanto molto mobile e fluttuante perché abbastanza dipendente dal marito, dalla famiglia, dal parroco. Invece lui aveva già catturato il voto di quelle persone che, però, guarda caso, passano molte ore davanti alla televisione e non hanno un'idea politica ben formata. D'altra parte Berlusconi stesso lo affermò apertamente. Durante una convention in campagna elettorale, quando a un certo punto i regolamenti gli impedirono di fare tutto quello che avrebbe voluto fare, disse: "io a questo punto ho il 35%, calerò nei prossimi dieci giorni perché, dal momento che il mio prodotto, cioè me stesso, non è più visibile da tot milioni di persone, necessariamente calerà". Esattamente come vendere detersivi e improvvisamente non poter più fare pubblicità, mentre la concorrenza continua a farla... Lui cc l'aveva chiarissimo, ha organizzato tutto in questa logica. A Milano Italia il pubblico è appaltato ai partecipanti per disposizione del garante, quindi, mettiamo, tu dai 60 biglietti a uno, 60 biglietti all'altro, e 60 all'altro ancora. Allora si vedeva che quelli di Forza Italia erano capaci di fare quel mestiere, lo facevano professionalmente, decidevano chi si doveva sedere nella prima fìla, per esempio una ragazza con delle belle gambe. chi doveva parlare e dove doveva essere seduto, ti davano i nomi di chi parlava prima. E quello che faceva questo mestiere era uno che lo faceva per il casting delle loro trasmissioni con pubblico, e poi, dopo, si rivedevano il tutto, decidevano chi era andato bene e chi era andato male, cosa dovevano fare, e le cose che a noi potevano sembrare ridicole, cioè tutti vestiti uguali, erano esattamente gli aspetti che loro volevano comunicare. E poi erano entusiasti: volevano vincere, era un obiettivo, aziendale o quello che vuoi, sapevano che lì, se si vinceva, c'era il bonus, i candidati volevano vincere, chi organizzava sapeva che era il suo lavoro... come un concessionario Fiat che sa che deve vendere ... nelle sezioni Pds meno gente che ai Milan club Gli altri erano molto meno entusiasti. Occhetto è venuto diverse volte e devo dire che è un uomo umanamente simpatico, però, per esempio, prima e dopo la trasmissione, si lamentava che non ne aveva voglia, diceva: "perché la fate così tardi, io a quest'ora sono stanco, quanto dura...". Invece gli altri li vedevi preparati, scattanti, non vedevano l'ora, si erano preparati come fanno tutti quando ci sono queste cose qui, e lui aveva questo atteggiamento che un po' piace anche. quello di un comunista che non fa paura, di uno zio buono coi baffi che si vede che non farebbe mai del male a nessuno, che è umano, però nello stesso tempo non è entusiasta, non ha passione, si vedeva che non ci teneva più di tanto. Del resto Berlusconi aveva fatto lo stesso per la scelta dei candidati. Andò in giro alla Fininvest già a novembre, chiedendo chi erano le persone conosciute dalla gente. che avevano una buona immagine, che avevano un'azienda che funzionava, oppure che conoscevano tante persone: medici, notai, commercialisti, avvocati, con non più di 45 anni, poi li chiamava e gli faceva il provino televisivo, gli faceva fare una scuola quadri per una settimana... Infatti vedevo quelli che venivano da me, erano tutti la stessa cosa ... E il Milan? Il Milan è fondamentale. Milan più televisione è una miscela formidabile. Abbiamo fatto una trasmissione il giorno in cui loro vinsero insieme la presidenza del Senato e la coppa dei campioni col Barcellona, c'erano Rivera, Ormezzano, Formentini. e in platea avevamo tutti questi Milan-club e loro lì lo dicevano coscientemente: 'T Italia deve essere organizzata come il Milan''. Il tipo di Forza Italia che si è presentato come responsabile organizzativo era il manager della società Milan Football club e diceva che loro erano proprio organizzati così, che organizzavano 600 voli charter ... E' un modello di organizzazione sul quale Bcrlusconi crede. per quello disse a Spaventa: ·'ma che cosa vuole questo, fa il professore. provi lui a vincere due coppe del mondo come ho fatto io invece di parlare" ... Lo sport è un modo di produzione di consenso, di felicità, con un mondo di comunità che vi ruota attorno ... E se uno facesse il conto delle persone che in Lombardia o in Veneto vanno in sezione del Pds e di quelle che vanno al Milan-club, probabilmente si vedrebbe che sono I O volte di più quelli che fanno riferimento ai Milan-club. Questi ultimi poi non votano tutti per Berlusconi, è più complicato, però questo aspetto -lui ha preso una società che stava andando in serie 8, ha rischiato del suo, ha messo i suoi soldi, è arrivato con gli elicotteri, ha comprato i calciatori che costavano più di tutti, è lui alla fine a decidere quando l'allenatore gli rompe i coglioni- contiene elementi importanti che vanno a far parte di culture popolari. L'assalto alla Rai è avvenuto subito e in modo plateale ... Berlusconi in questo momento sa di avere una compagine di governo estremamente fragile perché gli mancano i voti al Senato, perché è pur sempre una coalizione con la Lega che tutti sanno essere in rotta di collisione, perché Alleanza Nazionale, pur essendo molto simile a Forza Italia, è pur sempre un partito diverso. Ma soprattutto sa che molto difficilmente riuscirà a mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Ecco perché in questo momento Berlusconi ha la necessità vitale di avere un consenso televisivo pressoché totale. Tra l' altro, che Berlusconi non si sarebbe accontentato delle sue tre reti ma avrebbe necessariamente dovuto averle tutte, l'avevo anche già scritto, in tempi non sospetti. appena lui vinse le elezioni. Perché essenzialmente lui deve fissare dei tempi e deve garantire che quei tempi siano rispettati. Se, cioè, si promettono sgravi fiscali agli imprenditori, per 15 giorni si va avanti su questa campagna con la televisione a fare da grancassa e alla fine del quindicesimo giorno ci devono essere dei risultati da far vedere a qualcuno. Un milione di posti di lavoro? Ogni mese ci dovrà essere una tv che dice "questo mese ne abbiamo creati 100 mila''. attento a parlar male del governo, è sabotaggio! E' il modello delle convention che ha fatto sempre per la Fininvest e quindi, secondo me, la cosa che più gli dà fastidio è il fatto che ci sia un'altra televisione che gli chiede conto. che lo contraddice ... Ovviamente è un modello totalmente autoritario. lo ne avevo avuto i segnali nelle ultime puntate. In una il sottosegretario agli Esteri Trancino di An, un avvocato conosciuto di Catania, mentre si parlava dell'atteggiamento che aveva l'Europa nei confronti dei ministri di An, disse molto duro: "io vi avverto, non è che potete continuare a dire queste cose sul!' Italia perché qui si incorre nel reato di sabotaggio, articolo tal dei tali ...". La Mal fa, che era presente, disse: "come, adesso non si può più parlare?", e lui: "io l'ho detto, faccia attenzione. misuri le parole, perché se lei parla male del governo italiano si può incorrere nel reato di sabotaggio ...". La seconda era una trasmissione sugli americani in Italia, c'era Livio Caputo, sottosegretario agli Esteri. Noi avevamo un collegamento con Modigliani da Boston e a un certo punto Caputo sbotta e dice: "Deaglio. lei come li sceglie gli ospiti? Perché noi dobbiamo fare elcicollegamenti con della gente che parla male del governo?". I controlli sulle trasmissioni che cosa sono? Sono, semplicemente, che devi invitare loro come ospiti, il pubblico deve essere depurato o liofìlizzato e non deve far casino, possibilmente non deve esserci, e basta. Berlusconi si è sempre sottratto al confronto, a qualsiasi confronto. Ha fatto quello con Occhetto e I' intervista con Minoli, ma col pubblico mai. Da noi disse che sarebbe venuto e poi invece affermò che quella trasmissione lì era un agguato perché c'era il pubblico che non si controlla, eccetera. C'è da dire anche che non è una persona dai nervi saldissimi, lo si vide alla conferenza della stampa estera quando perse le staffe quasi subito. Per questo ha bisogno di essere in una situazione in cui è tutto deciso da lui: i tempi, le battute, se uno fa una domanda lui la deve già sapere prima. Negli Stati Uniti i programmi con i politici sono dei massacri, si dicono cose mostruose, anche sul piano personale, sono una gogna, però i politici ci vanno perché se ti sottrai alla prova è molto peggio. Il giornalismo lì è terribile, altro che qui. Loro sono molto provinciali, c'è il loro mondo, la Fininvest, lo spettacolino ... più in là di lì non vanno, lui è convinto che va a Napoli, fa due sorrisi, dice due cose ... Ma è una comunicativa che funziona con gli attori, con i calciatori, con i venditori di prosciutti, ma non è che possa andare tanto più in là. Tu il problema l'hai avuto con Fini. E' per il libro della Fargion sugli ebrei italiani deportati, che diedi a Veneziani, nella trasmissione su Combat film. Non l'hanno mandata giù. L'antisemitismo è il loro nervo scoperto e infatti vogliono sempre distinguere la repressione dalla deportazione, che loro addebitano tutta ai tedeschi. Quando dici loro che dietro il tedesco c'era il questore, o il poliziotto, o il miliziano, vanno in tilt. Mi sono sempre chiesto, per esempio, perché loro non abbiano cavalcato la vicenda di Perlasca, fra I' altro il figlio s'è presentato con loro. In fin dei conti Perlasca era un fascista, aveva votato ancora per il Msi, l'ha sempre detto e loro potevano dire: "noi abbiamo sbagliato però chi ha fatto altrettanto in Italia? Nessuno di sinistra ha fatto quanto Perlasca, uno che ancora dopo 40 anni non ha chiesto niente, quando è ricomparso in pubblico ha ribadito che era fascista, e così via ...". Se fossi stato Fini l'avrei fatto. Evidentemente c'è proprio un problema. Credo, cioè, che Fini sia intimamente antisemita. C'è questa lunga intervista, credo all'Europeo, di Caradonna, vecchio fascistone, filo israeliano, in cui diceva che Fini, al fondo, era proprio un antisemita, che trafficava con i palestinesi ... se l'economia andrà male il nemico ebreo ••• E comunque gli attacchi antisemiti adesso ci sono già: Sgarbi ha fatto la battuta sull'ebreitudine del giudice Colombo, Furio Colombo e Fiamma Nirenstein rimossi, gli attacchi a Modigliani, che è ebreo, e alla lobby finanziaria internazionale che boicotta l'Italia sui mercati... Una volta lessi una notizia d'agenzia: "pesante battuta d'arresto per la lira, qui in Borsa si dice che sia stata la lobby ebraica'' ... Telefonai a Gad Lerner e anche lui ci rimase. E questa, secondo me, sarà una cliquelle cose che. se l'economia andrà male. verrà fuori. Loro, ). 1

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