Una città - anno III - n. 24 - luglio 1993

· della signorina inglese di Avola. Il riflusso, il 1rvista a Adriano Sofri. Coi miei amici andavo sempre in questi posti: mezz·ora dopo la notizia partivamo per andare lì. A Cutro ho visto delle scene che per la mia formazione di allora -la galera era ancora molto lontana dalla mia vita anche se poi arrivò prcs.10-erano molto emozionanti. Tu arrivavi in una casa di campagna dove c'erano queste donne tulle arcaicamenle vestite di nero, che luttuosamente agitavano la testa, c'erano posti di blocco di polizia e carabinieri in tenuta da campagna ... c'era il capo locale dei braccianti che era anche capo di un fantomatico partito marxista-leninista filocinese che non avevo mai sentito nominare, però era uno che aveva condollo tutte le occupazioni della terra, non era in casa perché c'era un mandato di cat1ura per lui ... C'era una vecchia che apriva una cassapanca e diceva: ·'l'ho sai vato così, l'ho messo qua dentro e quando sono arrivati c'era il pane sopra così non hanno guardato". Insomma, il sud era contemporaneamente vicino e molto lontano: era un'isola del tesoro, un posto misteriosissimo. la nebbia e i cartelli con scritto "vietato ai cani e ai meridionali" Ma ad un dato punto gli studenti si accorsero, in particolare in alcuni posti -l'esperienza principale da questo punto di vista fu Torino- che il meridione l'avevano in casa. Ma mentre lo slogan "il Vietnam è qui", che invertì un movimento di pura solidarietà distante col Vietnam facendo apparire la lotta contro il capitalismo nel proprio paese come la possibilità di battersi "a fianco" dei vietnamiti e non "per" i vietnamiti, restava comunque uno slogan fortemente simbolico, che il meridione fosse al nord era vero fisicamente e questo funzionò come una rivelazione fragorosa. "Dove stanno i meridionali? Qual è la più grande città meridionale?" si diceva allora. E in realtà, dopo Napoli, la più grande città meridionale d'Italia era Torino, la terza Milano perché c'era una concentrazione straordinaria di immigrati meridionali e soprattutto una situazione congiunturale per cui la Fial, con un solo bando di reclutamento, assunse 15000 giovani meridionali in una volta. E cosa succede aJlora? Che il meridione da cui tu vuoi andare viene da te. Per giunta, come si diceva aJlora, trasportalo con le sue valigie di cartone sui treni delli "del sole" e che in realtà erano i treni che dal sole andavano nella nebbia e fra le brulle facce degli abitanti di una città dove -come Goffredo Fofi aveva scrillo in un suo bellissimo libro- sulle case si leggevano carf _i:;_ ,.; telli con su scrit10 "non si affitta ai meridionali" e sui negozi ·'vietato l'ingresso ai cani e ai meridionali". Allora quando arrivano questi giovani si crea una miscela esplosiva, straordinaria. nei confronti della quale si traila solo di accendere una miccia; gli scioperi del '68 e poi del '69 sono stati questa cosa. Lì c'è stato un incrocio sociale ed esistenziale che raramente avviene, raramente in una società si mescolano le parti come avvenne allora: i figli di papà si incontravano con gli operai dequalificati, il più basso gradino della piramide sociale; i giovani del nord si incontravano e si mescolavano con i giovani del sud; le generazioni si mescolavano fra loro. E c'era una componente sessuale fantastica perché in genere il rapporto sessuale fra nord e sud che ci si immagina nel nostro emisfero è quello fra la donna del nord e il maschio del sud, che è poi lo scandalo sessuale del rapporto fra la bianca e il nero. (Uno scandalo che, poi, siccome la geografia è variabile, si può trovare rovesciato: quando nella Guerra del Golfo quei mustacchioni tutti raffigurati come violentatori uguali a Saddam Hussein, catturano la soldatessa nera americana lo stereotipo si rovescia ma l'effetto è altrettanto profondo. Poi loro furono gentili, lei uscì illesa, fu una storia straordinariamente spettacolare ...). Insomma: questa ispirazione unitaria, che partiva da una geografia territoriale e morale dominata dalla polarità nord-sud, è stata assolutamente portante per le esperienze di lotte sociali, per la cornice ideologica e psicologica degli anni '60. Ad un certo punto arriva il riflusso del movimento ... Le persone appartenute a questo movimento reagiscono alla scoperta del fallimento, del l'incallivi mento, del!' avvitamento delle loro parole, dei loro gesti, della loro ideologia in molte forme che 1bl1otecaGino Bianco abbiamo sempre riassunto con una parola comoda anche se cretina: rinusso. il rinsavimento forzato, lo spirito triste della "mattina dopo" Una forma di questo riflusso e di cui secondo me non si tiene abbastanza conto, è una specie di spirito vendicativo, di spirito di risentimento nei confronti del sud. E nei confronti di tulle le cose (basta con la famiglia, si vive nella comune; basta con il sesso repressivo, libertà di comportamenti sessuali; basta con i capelli corti, con l' abbigliamento castigato, si liberano i corpi) a cui, con un eccesso di credito e di fiducia, ci si era abbandonati. E co,he con i capelli, che ad un dato punto uno torna a tagliare, a trovare una misura più corta, così succede per i pensieri, per le parole, per le ideologie, per la disponibilità. Ci si fem1a, poi si fa qualche passo indietro, ci si ripensa. Tutta questa specie di rinsavimento forzato, di spirito triste che nei paesi nordici, dove conoscono bene questa cupezza, si chiama lo spirito "della mallina dopo" ha colpito fortemente il movimento. (Ci sono molti quadri di Munch intitolati "la mallina dopo". Quello è un modo di dire. In paesi in cui la gente la sera si ubriaca e ci si lascia andare nel modo incontrollato in cui bevono i popoli tristi, la mattina dopo si ha un gran mal di testa, vergogna di sé, spirito suicida, pesantezza, cerchio alla testa ...). Quando questo movimento ha dovuto rendersi conto di essere andato oltre una misura ragionevole, di avere distorto, nel corso del tempo, le sue buone ragioni, questo spirito di risentimento, che è stato molto forte nei militanti di sinistra nel periodo del riflusso, ha portato con sé un'inevitabile tentazione di vedere nel proprio prossimo, nei propri compagni di ieri, i responsabili di quella che si riteneva la propria sconfitta o disgrazia o perdita di tempo. Ciascuno doveva ricostruirsi un'identità personale e trovava negli altri un ostacolo, quasi uno specchio alle proprie debolezze. La gente si è messa a fare tre anni in uno per recuperare il tempo perduto. Qualcuno si è messo a fare il carrieri ta, gli è sembrato di doversi mellere al passo con i compagni di scuola che non avevano fatto il 68, che non avevano amato il sud, non avevano amato niente, ed erano già vicedirettori di una filialédel Monte dei Paschi di Siena ... Altri sono corsi a fumare più spinelli che potevano, perché prima era vietato, sono corsi dallo psicanalista perché si sono accorti che sognavano mentre per tanti anni non lo avevano fallo perché non dormivano nemmeno, e hanno pensato che invece di sognare e di godere del fatto di sognare, dovessero sbrigarsi a svegliarsi, prendere appunti e andare dallo psicanalista ... Sono successi tulli questi equivoci, provvisori per fortuna, anche se non proprio per tutti. Di tutto questo fa parte anche un fortissima avversione di ritorno per il sud. Se il sud era stata una rappresentazione dei sentimenti di disponibilità, generosità, speranza, ingenuità di quel movimento, il riflusso dai quei sentimenti volle dire andarsene via dal sud. e improvvisamente Londra, i paesi scandinavi, la foresta Le cose che prima piacevano tanto -il disordine pittoresco di Napoli, le mense dei bambini proletari, la creatività- ora apparivano improvvisamente non già come il modello di una vita alternativa, gioiosa, più fresca, più antiautoritaria, più antirepressiva, ma come un modello di inciviltà, cose dalle quali bisognava correre via.' Se ci fosse un possibile catalogo dei luoghi di vacanza di queste persone si scoprirebbe che in tanti, improvvisamente, hanno cessato di andare in vacanza al sud e hanno cominciato ad andare in vacanza al nord. Preferivano vacanze metropolitane a Londra, vacanze scandinave, preferivano la foresta al mare. (La foresta e il mare si assomigliano molto per gli intenditori, ma tanti pensano che, a seconda del tuo stato d'animo, tu debba andare al mare, dove ci si spoglia, o nelle foreste, dove invece si è molto bardati). Questa specie di separazione con richiesta di risarcimento danni nei confronti del sud metaforico, secondo me è stata mollo forte. E in una parte, credo minoritaria, di quella generazione, è stato il tramite - questa sl, triste e deprecabile vicenda umana- per un reinserimento di tipo carrieristico, per andare a formare, non avendo né le capacità né l'età per essere in prima fila, una seconda fila del rampantismo, uno yuppismo di rincalzo, casomai un po' più anziano, più moderalo, più sobrio. E parlo, ovviamente, dei non operai, di quelli con la "vocazione" ad andare al sud; per gli operai il reinserimento è stato molto difficile. E venendo, per concludere, alla questio- • ? ne razzismo. Quando poi la questione meridionale torna ad essere una delle questioni essenziali attraverso cui riaffiora uno spirito razzistico, c'è come un terreno indebolito anche nelle persone che non hanno nessuna possibilità di tollerare, di scoprirsi il fianco nei confronti del razzismo. Ma si sono abbattute tutta una serie di barriere di carallere, di modi di essere che avrebbero potuto ostacolare l'avversione ai "sud del mondo" che è costitutiva di questa nuova forma di razzismo. Il carattere nuovo dell 'antimeridionalismo della nostra società di oggi è legato a una cosa mai fronteggiati\ nella storia della civiltà umana: la spettacolosa inversione demografica fra il nord e il sud del mondo. Non si tratta più del rapporto a forbice fra il nord ricco e il sud povero, ma si tratta di una differenza più profonda, biologica, che però fa esplodere le paure, i sentimenti più inconsapevoli delle persone: nel nord del mondo la gente diventa vecchia e non fa più figli, mentre nel sud del mondo la gente non muore più da piccola, la vita media si allunga, la popolazione diventa numerosissima e giovanissima. Lo spettro che si aggira sul nord del mondo è quello del sud popoloso e giovane. In questa cosa c'è la vera svolta nei rapporti fra nord e sud. Questo, però, non spiegherebbe il rapporto fra nord e sud d'Italia, perché fra non molto al sud nasceranno meno bambini al nord. (L'Italia parte spesso in ritardo ma poi arriva con tanta foga da superare tutti: solo alcuni anni fa sembrava impensabile una caduta della natalità superiore a quella della Danimarca e oggi siamo i primi in Europa. Può darsi, aJlora, che fra poco Crotone vada al tasso più basso di natalità in Italia). .. In realtà il sud d'Italia diventa il fantasma delegato di tutti i sud che premono alle porte del mondo. E questa cosa, che oggi è costitutiva del rischio di chiusura, di grettezza, di avarizia, e anche di vero e proprio razzismo che corre l'Italia, è anche una delle cause della invisibilità dei giovani di oggi. Intanto perché sono molti, molti di meno numericamente. Ma, soprattutto, perché si trovano di fronte a due possibilità ben poco appassionanti. Quella di diventare un'appendice dei giovani del resto del mondo, iI che comporterebbe un sacrificio molto grande e il rischio, in un terzomondismo ancor più idiota, di perdere ancor più autonomia. Oppure quella di diventare un'appendice militante di una classe longeva, vendicativa e incattivita. Diventare, cioè, pretoriani dell'estremismo senile di persone molto vecchie, gongolanti di sé, che, come tutti i vecchi malvissuti, si nutrono del dolore del mondo, del fallimento altrui. - UNA CITTA' INTERVISTE A Antonio Papisca: Rodolfo GaJeoui. A Giomn11i La Fiura: Augu.s10 Cavadi. A List1 Foo: Gianni Saporctti e Massimo Tese i. Ai mo11aczitrr: FaustoFabbrie FrancoMclandri. AAdria1toSofrì: Alessandra Frassinc1i.DavidcOrani e Filippo Perfido. A Btntdtt• u,. Vtronica t Pttra: Loretta Amadori. Rosanna Ambrogcni e Morena Mordenti. A Marco Tllrchi: Paolo Bcrtoui e Franco Mclandri. A Gtmma Martino: Giulia Gessi. A Maria Gonza- /es: Fausto Fabbri e Gianni Saporcui. FOTO: Fotod1Fausto Fabbri. Inseconda: in alto. dai quotidiani; in basso. d1Marco Ricci; intera. di Ennannn Corneili; in quana: daRorca: in oliava e nona: in alto a destra da Mo' cht il ttmpo si uv,,icina, a (.mistra di Tano Citeroni dal hbro U1/tsta dtlla bru,ia aMatera, m basso, Voyagt pmort.'U/11<' "" Sicil<". 1822. In tredicesima: da ltaliacronacli<' COLLABORATORI: Rita Agnello. Loretta Amadori, Rosanna Ambrogctti. Giorgio Bacchio. PBolo Bcnoai. Libero Casamurata, Augusto Cavadi. Dolore~ David. Davide Fabbri, Fau,10 Fabbri. Daniela F'ilippclli.Alcs~andra Fras~inct1.Rodolfo Galeoni, LillnaGavclli.Giutia Go,,. Diano Leoni. Marzio Malpc111.Gianluca Manzi. Silvana Ma!!>SClli, Orlanda Mattcucc1,Franco Mclandn. Cristina Minghini. Morena Mordcnll, Davide Oriani, Filippo Perfido. Carlo Pole111. _Robcno Poni, Lmda Prn1i, Rocco Ronchi, don Sergio Sala, Gianni Snporetu. Sulamil Schncidcr, Fabio Strada. Enrichclla Su!!>i.Mas,1mo Tcsei. Grafica: "Casa Walden". Fotoliti DTP:SCRIBA. UNA CITTA' 9

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