Una città - anno II - n. 12 - aprile 1992

Il moroso, è quello che suona le tastiere nel complesso. Che problemi hanno le orchestre? Abbastanza, devono scegliere dei pezzi particolari, hanno una scaletta dei brani da eseguire, a seconda dei locali, non è sempre la stessa: in certi locali chiedono più gli anni '60, in molti locali vogliono solo del liscio. liscio puro, mazu.rke, polke e lenti, tango. sento delle critiche, è vedova e va a IJallare E' sempre quel giro che si fadi quattro o cinque pezzi di valzer, compresa mazurka e polka, poi si fanno tango, fox-trot, che adesso è molto richiesto, beguine e valzer lento. I lenti nell'economia della serata sono importanti? Verso mezzanotte sono i più importanti. Le persone che non frequentano questi locali cosa pensano di voi, che invece ne siete dei frequentatori abituali? Ci criticano, forse è una mentalità vecchia che si oppone a un cambiamento, sento delle critiche: "è vedova va già a ballare", io la vedo brutta sta cosa qui. La vita continua, si ha la possibilità di trovare altre persone, di divertirsi, non star chiusi in casa ad invecchiare. Io ste cose le vedo belle, a Rimini in certe case di riposo fan delle feste, non vedi più la vecchia col fazzoletto in testa, col grembiulone davanti, come forse la vedevo io alla mia età; mia mamma la vedo più giovane adesso di quando mi sono sposata, adesso ha più voglia di uscire, di stare assieme agli altri. Ciò è accettato volentieri dai giovani, poi fanno anche feste con gli spastici, li han tirati fuori dalle loro case, li vedi allegri, io ho partecipato anche a queste feste. Il "Las Vegas" di Rimini, mi han detto, è il top dei locali del liscio, dove vanno i vitelloni della Riviera, voi ci siete mai state? Sì, non abbiamo trovato tanta differenza nella musica, forse c'è più intimità, si stringono di più, vogliono più lenti, vogliono ballare più nel buio, quello è un locale più da incontro, da avventura, questo è più da famiglie. Ennio 'Zavatti. Lei ha ballato tutta la sera, cercavamo d'intervistarla, però lei, tac, partiva e se li è ballati tutti ... Mi piace balare. Ci vado tre o quattro volte la settimana, anche cinque ... lei si fa un paio di chilometri tutte le sere ... io posso ballare fino alla mattina, non mi ferma nessuno. lo sono sempre al Pamela, il giovedì, la domenica ed anche al sabato. Ho sessant'anni ... non li dimostra, ha un fisico molto asciutto, mi dicon tutti così. Di dov'è? Sono di Sesto Imolese, è sposato? No, sono ragazzo. Quindi lei lei è un ballerino puro ... Le mie sole passioni sono il ballo e la caccia. Ho incominciato a ballare diciassette anni fa... vado a caccia e ho sempre ballato ... Va a caccia anche a ballare? Lei sa, quando siamo tutti assieme, quando c'è qualche donna magari. le donne sono uscite in gran numero VECCHIESTORIE il prato rico. La quarta notte, verso le 23 arrivò sul monte una stafI primi giorni del giugno del fetta avvertendo che cinque 1944, Arturo Spazzoli, parti- camion di tedeschi stavano rigiano dell' O.R. I. (Organizza- salendo la strada del Tramazzo zione resistenza Italiana). e che tutto lasciava pensare sbarcò da un sommergibile in- che fossero diretti verso il Laglese fra Cervia e Ravenna. vane. Costernazione, rabbia e Obiettivo della sua missione una grande delusione si impaera di tenere i collegamenti fra dronì degli uomini che avevale forze della Resistenza e gli no aspettato quell'avvenimenalleati e definire inoltre i parti- to con entusiasmo e grandi colari di un lancio di armi che sacrifici. Da giorni dormivano gli alleati avrebbero dovuto in grotte scavate alla meglio e eseguire a favore del "Batta- si nutrivano solo di latte e glione Corbari''. 1 formaggio. li pane era scarso, Spazzoli raggiunse il Quartier data la distanza dai luoghi di Generale del Battaglione la sera possibile approvvigionamento. del!' 11 giugno. Immediata- Corbari e gli altri stavano dimente si riunì il piccolo stato scutendo il da farsi dopo la maggiore per esaminare la si- brutta notizia, quando si udì un tuazione e decidere sul piano rumore di aereo prima in lontadel lancio. Dopo un'ora di riu- nanza, poi sempre più vicino. nione, l'accordo fu raggiunto. Passò sopra i fuochi, fece due Spazzoli, durante la notte del ampi giri, accese una luce ros13 giugno, tornò a bordo del sa sotto la carlinga e poi, quasi sommergibile alleato con cui increduli, i partigiani videro aveva appuntamento al largo formarsi nell'immenso scuro di Bellaria, portando con sé i del cielo notturno tante piccole particolari del piano di lancio nuvole bianche che ingrandidelle armi. vano rapidamente avvicinanLa sera del 25 giugno al passo dosi a terra. Quando furono della Collina, nella strada che più vicine le nuvole si trasforda Tredozio porta a Lutirano, marono in grandi ombrelli ospiti della villa omonima, tre candidi che portavano appesi partigiani ascoltavano con an- grossi cilindri metallici. Dopo sia il segnale dell'inizio della pochi minuti i paracadute si trasmissione in lingua italiana appiattirono al suolo, i contedi "Radio Londra". Alle 21, nitori rimbalzarono per due o puntuali come sempre, gli in- tre volte ruzzolando poi sul glesi misero in onda le note dolce pendio fino a fermarsi della Nona di Beethoven e poi sulla barriera di frasche e di "Qui Radio Londra ... prose- tronchi d'albero che gli uomigue sul fronte occidentale ni avevano apprestato. Il lanl'avanzatadelleforzealleate ..." cio durò in tutto circa dieci e, dopo un commento sui fatti minuti. Gli involucri, una vendei giorno del Colonnello Ste- tina, furono recuperati con vens, l'annunciatore scandì le tempestività e non pochi sforzi parole: "trasmettiamo ora al- e poi ammassati dentro la cacuni messaggi per la Resistenza panna. italiana ... "l'albero è fiorito ..." Fin dopo l'alba i partigiani, , "le rose sono rosse ...", "il con ansia e curiosità, provviprato è verde ...", ...abbiamo dero a svuotare i cilindri del trasmesso... loro contenuto. Erano pieni di I tre partigiani si scambiarono vestiario militare, nel quale, uno sguardo e senza alcun legando il fondo dei pantaloni commento salutarono il pa- e quello delle maniche, erano drone di casa e se ne andarono. stati creati dei contenitori per i La frase segreta della accetta- pezzi dei parabellum sten, per zione del piano di lancio era: quelli di una mitraglia e per "il prato è verde". Spazzoli molti, molti caricatori pieni di aveva fatto un ottimo lavoro. munizioni. In altri cilindri Il monte Lavane, sul!' Alpe di c'erano candelotti di dinamite S. Benedetto, nella dorsale ap- assieme a molta ... carta igienipenninica tosco-romagnola ca, in uno sigarette, cioccolata, (1241 m.)erastatosceltocome un pacchetto contenente carta luogo dell'operazione. Nella moneta da mille e cento lire e parte romagnola del monte vi ancora ... carta igienica. Furoerano larghi spazi disboscati, no immediatamente distribuisu un terreno dolcemente in te le armi e i caricatori, furono pendio ove l'erba cresceva ab- indossate le divise, ognuno si bondanteedingrassavapecore rifornì di sigarette nazionali e e bovini. Era un'oasi di grande di cioccolata. I soldi furono pace e silenzio. Su di un pianoro dati in consegna a Bruno e sucrelativamente largo, sotto faggi cessivamente vennero disecolari, era stata costruita una stribuiti in parte ai partigiani capanna con sassi murati con ed in parte accantonati per il lacreta e legname. Essa serviva fondo dell 'O.R.I. agli uomini del bosco sia per Per il trasporto di tutto il matericoverarsi che per uso "labo- riale rimasto erano state preparatorio" adibito alla trasforma- rate delle gerle con l'ausilio zione del latte in ricotta e for- dei boscaioli. Alle IO del matmaggio. Le basi partigiane tino il Battaglione Corbari era erano distanti dal Lavane un pronto per rientrare alla base giorno di marcia, i centri abita- con il prezioso carico. ti 5 ore di buon passo, le strade Alle 11 ormai inaspettato, maestre poco meno, il casolare giunse l'allarme dalla vedetta: di contadini o pastori più vici- "i tedeschi... i tedeschi!". Li no a 50 minuti. videro avanzare allo scoperto Per queste caratteristiche l' Al- risalendo la parte romagnola pe di S. Benedetto era stata del monte. Erano forse un censcelta per l'operazione di lan- tinaio. Corbari, Casadei e cio. L'appuntamento con l'ae- Mambelli fecero scattare il reo era fissato tra il IOed il 15 piano di sganciamento già preluglio. Fin dal 30 giugno, una disposto: l'intento dei partiparte del "battaglione", una giani, non era quello di accettrentina di unità, a gruppi di 5 tare lo scontro, ma quello di o6uomini,partironodalleloro portare in salvo la maggiore basi senza sapere con precisi o- quantità di materiale. li grosso ne lo scopo della missione. La del gruppo dunque con Corbamattina del 2 luglio, i 30 uomi- rie l'Iris iniziarono la ritirata, ni si riunirono sul pianoro dove gli altri, al comando di Casasorgeva la capanna. Fu allora dei, rimasero di retroguardia. I che Corbari, Casadei e Mam- tedeschi intanto continuavano Vengono qui tante donne, se- belli, lo "Stato maggiore del- la loro ascesa senza sparare un parate o vedove, vengono qui l'operazione", misero al cor- colpo, forse pensando di coper passare un'ora, due O tre rente l'intero gruppo di ciò che gliere di sorpresa i partigiani. insieme e così passano la serata. sarebbe avvenuto. Nei giorni Erano allo scoperto, ormai a Una volta non era così. Adesso seguenti i partigiani presero portata di tiro dalla mitragliala domenica pomeriggio trovi conoscenza dei luoghi, ispe- trice: un bersaglio troppo donne il cui marito è andato zionarono sentieri e anfratti, ghiotto. La mitragliatrice coalla partita, le quali, assieme familiarizzarono coi pochi bo- minciò a crepitare. I primi tealle loro amiche, vengono ad scaioli e pastori, si organizza- deschi caddero colpiti a morte ascoltare la musica, tanto per rono per il vettovagliamento e o feriti. "Actung ... Actung!", passare il pomeriggio. E' me- acquartieramento. si sentiva urlare d'abbasso, poi rito della rivoluzione fem- Pertrenotti,dal I0al 13luglio, la ridiscesa veloce, mentre i minista? In questi ultimi due vennero accesi i fuochi per in- partigiani colpivano ancora anni le donne sono uscite in dicare ali' aereo il punto di lan- senza pietà. g~~ n~mero, van fuori t~nto ~i cio e per tre notti udirono I' ae- Franco, con entrambe le mani piu. Poi alle persone anzian~ Il reo sorvolare ripetutamente la che impugnavano la mitraglia, movimento fa bene, me lo dice zona per poi allontanarsi senza apriva ampi varchi fra le fila Bd,Ee ioteca Garnoil81oanCOgitivi, Casadei ordinò di cessare il fuoco e ritirarsi. L'ordine non era ancora stato recepito da tutti, quando l'aria fu solcata dai primi proiettili di mortaio che con un rantolo sordo e pauroso solcavano l'atmosfera, e poi, all'impatto col terreno, esplodevano con un botto dirompente. I tedeschi erano dei combattenti preparatissimi. Maneggiavano il mortaio con precisione millimetrica. Se i partigiani avessero lasciato loro un punto fisso di riferimento, avrebbero colpito alla perfezione. ''Via, via!" gridava Casadei. "Nel bosco, nel bosco!'"· ...Disperdetevi !" "...Ci rivedremo alla base! Via, via!" Mentre il piccolo gruppo eseguiva l'ordine, Casadei si apprestò a mettere le gerle piene di dinamite, all'interno della capanna, preparò poi una miccia, la inserì in un candelotto di esplosivo e si nascose acquattato in una grotta all'interno della boscaglia. Aspettò fino alle 5 del pomeriggio. Poi sentì i tedeschi invadere il pianoro gridando e sparando raffiche di mitra. Allora diede fuòco alla miccia. Passarono 3 o 4 minuti che parvero un'ora, poi una grande esplosione rintronò in tutto il monte, invase le valli con un boato terrificante e si perse tra i monti dividendosi in mille echi. Decine di tedeschi morirono o rimasero feriti. L'esplosione e l'incendio che ne· seguì si mischiarono alle urla dei feriti, portarono il caos ed il terrore nei soldati rimasti validi che, dopo essersi organizzati alla meglio, iniziarono la ritirata. Lo scontro era finito. Casadei aveva salvato i suoi uomini e le armi raggiunsero la base sulle spalle dei partigiani. Il battaglione ebbe un ferito grave. Sul Lavane ritornò la pace e il silenzio. il tradimento Era biondo di q1pelli, aveva occhi azzurri e lo sguardo furbo e vivace. Era mosso dal coraggio incosciente che caratterizza gli adolescienti di ogni epoca e così pure igiovanissimi che, senza avere avuto il tempo di maturare ideali e di arricchirsi di riferimenti ideologici, si gettavano nell'avventura della guerra partigiana. Aveva 16 anni e si chiamava Franco Rossi. Da Forlì era arrivato alla "Banda Corbari" e vi era stato accolto senza passare attraverso partic·olari selezioni. Il suo carattere e lo sprezzo del pericolo, dimostrato successivamente durante le azioni partigiane, avevano attirato su di lui la simpatia di molti compagni di lotta e quella personale di Corbari. Casadei, al contrario, non nutriva per il ragazzino particolare considerazione; semplicemente lo pensava immaturo e come tale lo trattava. In una particolare circostanza il ragazzo si rifiutò di eseguire un ordine che Casadei gli aveva dato. Gli era stato assegnato un compito di ordinaria amminiESTATE44 Silvano GaleoHi racconta una delle ultime baffaglie della banda Corbari e del tradimento clte portò alla morte di Corbari, Spazzoli, Casadei e di Iris Versori strazione, cioè quello di trasportare, a turno con altri, uno zainetto contenente caricatori e munizioni. Al rifiuto ostinato di Franco, Casadei lo redarguì prima verbalmente e poi gli lasciò andare un calcio nel sedere, così come si usava a quei tempi con i bambini disobbedienti. Dopo qualche giorno Franco dichiarò problemi di salute e il desiderio di raggiungere la madre, sfollata nelle campagne circostanti Forlì. Gli venne accordato il permesso ed il ragazzo partì accompagnato da un partigiano che aveva il compito di verificare il domicilio della madre e di fornire eventuale assistenza durante il tragitto. Rimase assente una ventina di giorni, poi si rifece se, rientrava definitivamente nell'Italia occupata per partecipare alle battaglie finali per la liberazione e per coordinare le azioni partigiane con i piani alleati. Spazzoli arrivò dunque a Cormia insieme a Corbari e Casadei. L'Iris mise immediatamente al corrente i Capi partigiani della ricomparsa di Franco e della sua successiva sparizione. Questi, estremamente preoccupati, inveirono contro i due partigiani che erano stati incaricati della sorveglianza ed ordinarono loro di mettersi immediatamente in marcia e di ritrovare il ragazzo ad ogni costo. Corbari e Casadei proposero di abbandonare seduta stante la località. Spazzoli si dichiarò d'accordo. L'Iris, al contrario, non volle •• . Al'. . -:-z:· . Z::tI:-.--~~¾W'.~~~&e:~t:lt!t:::· ~~; vivo. Passò dal podere dove era sfollata tutta la famiglia di Corbari e lì chiese dove avrebbe potuto raggiungere la "Banda" ed il suo Comandante. La famiglia, conoscendo il ragazzo e la buona considerazione che Corbari aveva di lui, gli fornì le informazioni richieste e cioè che al podere Cormia, in Comune di Modigliana, avrebbe trovato l'Iris ferita ad una gamba da un colpo di pistola partito dalla sua stessa arma e che Corbari e Casadei erano in missione, ma sarebbero rientrati di lì a poco. La famiglia non seppe invece fornire notizie circa la "Banda" che sapeva concentrata in altra località a loro ignota. Franco si diresse dunque al podere Cormia che distava circa un'ora di cammino dalla località dove si trovavano i congiunti di Corbari. Questo era un podere situato sui monti fra Modigliana e Rocca S.C. condotto a mezzadria da una famiglia di 5 o 6 persone, adagiato sopra un colle che confina con una rupe che precipita fino al sottostante Torrente Ibola, in Comune di Modigliana. L'Iris l'accolse con diffidenza, gli fece qualche domanda e poi, chiamati in disparte due partigiani rimasti con lei, dette loro ordine di sorvegliarlo perchè era insospettita dalla improvvisa ricomparsa del ragazzino. In casa, ad assistere l'Iris, c'era anche Mariolina. la sorella tredicenne di Corbari. Nella tarda mattinata dello stesso giorno Franco, eludendo la sorveglianza dei partigiani lasciò il podere portando con sè un mitra. Si trattava di un primo serio allarme. nel pomeriggio Corbari e Casadei rientrarono a Cormia. Venivano dalla Samoggia, località fra Faenza e Castrocaro, dove avevano un segretissimo appuntamento con Arturo Spazzoli che, nella sua veste di Ufficiale di collegamento del!' Esercito Inglesentire ragioni, lamentando forti dolori alla gamba ferita. Alle insistenze degli altri lei li invitò ad andare senza di lei. Ne seguì una discussione animata e, a tratti, drammatica che non portò ad alcuna conclusione. Poi, sia per la stanchezza del lungo viaggio sostenuto dagli uomini, sia per evitare ulteriori litigi, si valutò che, anche accettando la peggiore delle ipotesi, non vi sarebbe stato il tempo, per il nemico, di organizzare un agguato. Il giorno dopo, il 18 agosto del '44, prima ancora che il sole facesse capolino da dietro alle colline, nella luce dorata dell'aurora estiva, le granate dei mortai solcarono sibilando l'aria fresca del mattino ed investirono la casa rompendo, con sorde esplosioni, il silenzio della collina. Casadei e Spazzoli, che dormivano nella stalla, corsero immediatamente fuori correndo e s·igettarono a capofitto giù nena ·rupe urlando a Corbari di ·fare altrettanto. Questi, che dormiva al primo piano assieme ali' Iris, si gettò dalla finestra, ma nella caduta si infortunò gravemente ad una gamba. Cessò il fuoco dei mortai e cominciò quello, fittissimo, delle armi automatiche. Spazzoli fu colpito a morte. Corbari ricevette un tiro fra la gola e la mascella. Casadei, trascinandosi dietro Corbari ormai gravissimo riuscì a raggiungere il Torrente Ibola, sul fondo della scarpata, ·ma qui entrambi furono circondati e catturati. In casa erano rimasti l'Iris, la Mariolina ed i contadini. La Mariolina venne nascosta dietro ai sacchi di grano; i contadini si nascosero come meglio poterono nel sottotetto e sul tetto, dalla parte dove questo era coperto dalle fronde di una grande quercia; l'Iris si acquattò sul pavimento vicino alla porta d'entrata della casa: Fuori era cessato il fuoco ed un silenzio impressionante avvolgeva la collina. Un tenente tedesco si avvicinò alla casa e con un calcio spalancò la porta. L'Iris lo freddò scaricandogli addosso 4 colpi di pistola poi, rivolta l'arma verso se stessa, si fece saltare il cervello. Gli aggressori rimasero disorientati, crivellarono lacasa e l'ingresso con raffiche di mitra, trascinarono via i corpi dell'Iris e dell'ufficiale tedesco e raggiunsero più a valle i loro commilitoni. Mariolina ed i contadini del podere Cormia riuscirono dunque a salvarsi ed è alla loro testimonianza che si deve la descrizione dei fatti di quel giorno tragico che ora qui riportiamo. I contadini dei poderi circostanti invece, allarmati dagli spari, fuggirono dalle loro abitazioni per nascondersi nei boschi e negli anfratti. Fu così che diversi di loro riuscirono a vedere ciò che successe in seguito e a raccontarlo più tardi. Il cadavere dell'Iris fu legato ad una scala a pioli e trasportato fino al Monte della Chiodl!, dove un'auto era in attesa sulla strada che porta a Rocca S.C. Di qui, sistemato il corpo sul portabagagli, l'auto raggiunse Castrocaro, sede del Comando tedesco e repubblichino. Il cadavere di Spazzoli venne gettato in una treggia trainata dai buoi ed al suo fianco venne adagiato Corbari, ormai dissanguato e privo di conoscenza. Il macabro corteo si mosse e, dietro al traino dei buoi, veniva Casadei, in mutande, le mani legate dietro alla schiena, una corona di spini sulla testa come un Cristo. I brigatisti ridevano soddisfatti e dileggiavano il partigiano, mentre un biondino da dietro lo fustigava alle gambe ed alla schiena con una verga. Si trattava di Franco Rossi, il giovane traditore! Dal Passo del Trebbio anche Casadei raggiunse Castrocaro a bordo di un camion. In questa località, lo stesso giorno, i cadaveri di Spazzoli e Corbari (spirato durante il tragitto) vennero impiccati, quasi a voler esorcizzare ogni possibilità di resurrezione. Casadei, vivo e lucido, venne impiccato per· , due volte nel giro di un quarto d'ora. La prima volta infatti la corda si ruppe ed egli non perse l'occasione per insultare i suoi carnefici, incapaci di un'operazione così semplice nei confronti di un uomo inerme. Il giorno successivo i 4 cadaveri furono trasportati a Forlì dove vennero appesi per il collo ad un lampione di Piazza Saffi e lì lasciati esposti per alcuni giorni. Dopo la Liberazione si ebbero le prove del tradimento di Franco e della di lui madre che ne fu l'istigatrice. Un gruppo di partigiani della "Banda Corbari" organizzò immediatamente le ricerche dei due traditori. Si seguì ogni credibile pista, si raccolsero infonnazion i in ogni direzione, si scandagliò ogni angolo d'Italia per un intero anno. Dei due non si seppe, e mai più si è saputo, nulla. Se fossero stati individuati sarebbero stati sommariamente giustiziati. Noi abbiamo oggi il distacco necessario e la libertà contingente per affermare che sarebbe stato un delitto. Era possibile affermare altrettanto allora? La foto, scattata con ogni probabilità alla fine di luglio del 44, mostra una parte rappresentativa della "Banda Corbari" perfettamente equipaggiata con le armi e le divise inviate dagli alleati nel lancio del Monte Lavane. Da sinistra, in piedi: Iris Versari, Silvio Corbari, Adriano Casadei, il Ferrarese; seduti: il Romano, Manfron, Franco F. (fra i protagonisti della battaglia del Lavane, da non confondere con Franco Rossi, il delatore), Francesco, Antonio. UNA CITTA' 1 1

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==