Terza Generazione - anno II - n. 12 - settembre 1954

E' il si11dacalis1no u11a ,,ia co11cre– ta per i giovani del Mezzogiorno o/ Caro Direttore, 1 giovani meridionali, oggi so– no caratterizzati da apaua, di– sinteresse, fatalismo e imprepa– razione. E' stata giustamente ri– le\ ata l'in1portanza della poesia nella nostra , ita; ebbene, il gio– vane meridionale oggi non ha senso poetico : inarid1 to forse dal dopoguerra, più tragico a volte, della guerra stessa? Sì, di solito si conclude così: con la figura del grasso « mangia e duormi >> di borbonica memoria. E la pnma cons1cterazione che questi fatti i1upongono, è che questa massa di gio, ani non la s1 può scuotere con discussioni o altre inizia ti ve dirette; occorre invece agire per via indiretta, e cioè muovere l'ambiente ricorren– ùo magari a rimedi radicali, pur– chè si squarci la grave atmosfe– ra che ci circonda e si inserisca la storia, là, ove l'indifferenza e l'immobi]ismo sono regole di vi– ta. l\Ia come rnuo,ersi in un am– biente o, e ci sono ostili financo le pietre delle su·ade o gli alberi delle piazze? Ad onor di crona– ca, taluno di noi ha tentato o tenta tuttora. Lotta con entusia– smo, con coraggio, con dispera– zione. Ha soltanto la sua giovi– nezza, ma non basta; perchè è solo. E, col passare del tempo, pre,ale l'inesorabile, brutale ap– p_iattimento della , ita di ogni giorno; se non s1 rassegna a tale stato di cose, non gli resta al– tro che la nota alternativa: l'e– ' asione fisica , erso ambienti più ospitali; ovvero l'e\ asione psico– logica, da realizzarsi o con l'a– desione ad una cultura, in virtù della quale possa mentire come uno stoico, sì da affermare di a, er superato il problema, o con l'adesione alla istanLa rivoluzio– naria di un qualche partito di estrema sinistra, che gli promet– ta l'a-, vento, magari con la forza, di una società migliore. Il vero è che se non si vuol giungere a siffatte soluzioni, nell'ambiente in cui si opera, non si deve restar soli : e cioè bisogna in<l i rizzare la nostra azione ,•erso settori ospitali e comprensi\ i, nel senso umano della parola: chè se noi ci vol– gessimo in al tre direzioni, falli– remmo immcdiatan1entc cd ine– sorabilme~te, bloccati dalla osti– lità patente o nascosta degli al– tri, giacchè (e non dimentichia- 1noloJ dalla società siamo esclusi. Di qui dunque, il prohlen1a di indh iduare la direzione giusta, e cioè il settore adatto. Anche se fino ad oggi traditi e mortificati nelle loro esigenze più legittime, anche se inganna– ti e non di rado sfruttati da cer– ti esponenti della borghesia, c,oio artigiani, impiegati, operai, con– tadini, braccianti, rappresentan,~ indubbian1ente lo stato sodale sano, \ itale, più ricco di energie. Chi ben li conosca, troYa in es– si , irtù oggi sn1arri te e non n1i ~en1bra rHorico afiern1are che d1 parte nostra vada profondamente meditata la loro semplicità, la freschezza di energie morali, e, sopi a tutto, la fern1a volontà di , 1ta dignitosa che li anima. E' la nostra gente. l\Iuovian10 loro incontro: sono gli unici che capiranno, gli unici che oggi osi– no dire « buon giorno! » senza ipocrisie a quanti incontrano per la strada, anche se sconosciuti; perchè essi credono ancora e sinceramente nella fratellanza umana. Giunti a questo punto, rimane da vedere quale forma concreta, debba assumere l'azione. Da scartare l'idea delle molte- Abbiamo scelto queste tre let– tere perchè in maniera diversa riflettono un problema che ci sta a cuore: quello dell'impegno reale su problemi concreti a li– vello delle possibilità dei gio– vani. Artusi propone un'indagine sui problemi della comunità e un' a– zione per la loro risoluzione a partire dal consiglio comunale di cui fa parte. Fè d'Ostiani fa alcune considerazioni sui limiti che la situazione pone alla scel– ta del lavoro e che indubbiamen– te disperdono un patrinionio di energie giovanili che fa parte della ricchezza nazionale; Gio– vannini pensa che il sindaca#.– smo come formazione della co– scienza sociale e democra.J.ica nei lavoratori, sia una via ap13J.a per i giovani ciel Sud. A noi sembra che questi pro– blemi siano collegati ad una mo– ralità concreta che deve cresce– re e s-iilupparsi: quella di sen– tire il proprio impegno nella so– cietà non soltanto e non soprat– tutto forse, nell'adesione alle ideologie, ma anche nell'espleta– re il lavoro di tutti i giorni, nel– la scelta concreta delle professio– ni e dei mesti eri. s·,btiotecaGino Bianco plici associazioni a carattere a~– siste117iale. Nè mi sembra offrir,-:– migliori prospetti\·e la \ ia poli– ti c.1, chè, ~f' non altro, oggi l partiti politici, specialmente n.:J n1eridione sono nettamente squa– lificati. Quale la strada buona? A mio avviso l'azione sinda– cale. Non sindacalu,tno assi<;tcnziale e paternalistico, 1na sindacalismo inteso come azione diretta alla formazione di una coscienza so– ciale e democratica nei lavora– tori; azione educativa, cd in tal senso rivoluzionaria. Con la qua– le precisazione, n1i sen1bra di po– ter superare l'obbiezione di chi , ede nei sindacati solo la difesa tli interessi già acquisì ti, e quin– di ritiene l'azione sindacale, di scarsa incisività cd effetto. Forse il mio ragionare sembre– rà semplicistico: però è frutto di , rra esperienza pratica, che altri potranno confermare. Ag– giungo solo che, questa comun– que è un'idea; nè al m01nento, mi appare soluzione n1igliore. l\Ii auguro che « Terza Genera– zione » apporti altre idee e con elusioni in ordine ad una con creta iniziativa giovanile. Djco concreta, perchè la sola ed astratta esigenza di muoverci: non è motho nuovo; anzi, sl lo goro, da non comn1uovere più Nemmeno noi giovani. GENNARO G10VANNINl I giovani sono oggi presi con– tinuamente dal ricatto del la– voro qualsiasi, un lavoro quin– di che non può non d§_tenorare la loro cocienza civile. L'unico lavoro fecondo è quel– lo collegato non alla sopravvi– venza ma piuttosto ad un idea– le che investa tutta la società Impressione Caro Ciccardini, per chi si rechi in Spagna oggi, due sono gli aspetti che più e\'identemente saltano agli occhi: la dittatura, e le attrat– the turistiche 1n senso lato, dalle cattedrali aJle corride, al– le nacchere. l\la in quest.1 let– tera non intendo occuparn1i né clell 'uno, nè dell'altro aspet to, legato con1 'è il primo a tutta una c.:ongiuntura interna a quel paese ed internazionale> nell~ nazionale ed i suoi fini. Nella situazione italiana que– sto lavoro non può venire che dalla concreta situazione del no– çfro Paese: dall'essere esso un Paese con accu:mulazioni cultu– rali e tecniche, civili in defini– tiva, capaci di fornire i mezzi per trasformare la convivenza sociale. Dall'altro il problema aperto delle aree sottosviluppa– te, della non raggiunta coscien– :a civile, della fondazione stes– sa dello Stato di tutti. Da questa situazione si rica– va un cornpito particolarissimo per il lavoro dei giovani che de– ve trasformare le professioni tra– dizionali e fondarne di nuove. Lungo la linea prevedibile di uno sviluppo il nostro Paese a– vrà bisog110 non solo di uomini politici di tipo nuovo, 1na anche di maestri, tecnici agrari, tecni– ci dello sviluppo economico, me– dici, operai qualificati, contadi– ni moderni, imprenditori di ti– po nuovo. E avrà bisogno di nuo– vi sociologhi, assistenti sociali. educatori degli adulti, di specia– lizzazioni tecniche co,-npleta111e11 te nuove. Al a per realizzare queste pro– fessioni e per dare un lavoro con– nesso allo sviluppo del Paese ai giovani è necessario fare del cre– dito al nostro Paese. Solamente facendo credito a dando fiducia al futuro un giovane può pen– sare cli prendere un lavoro che oggi non è richiesto, 111.a che ser– virà doniani. Può pensare cioè non di prendere una professione qualsiasi nia di inventare e di fondare un nuovo posto di la– -z;oro. In questo vediamo inserirsi Ja funzione degli intellettuali del– la nostra generazione, che que– sta fiducia e credito nell'avvenire devono conquistare a favore di tutti. di Spagna sue più profonde radici, che sfugge alla mia modesta cogr:i– z10ne, ed il secondo ad una orn1a1 esasperata e quasi mor– bosa ricerca del pittoresco e dell'orjginale, in chi scrive ed 1n chi legge, fra la grande quantità di cose già dette. Piuttosto vorrei dirti di una sensazione che si è venuta n1a– turando dentro di me durante il procedere del viaggio, corri– spondente ad una prin1itiva e

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