Terza Generazione - anno II - n. 9 - giugno 1954

9 Mensile di ricerca e di iniziativa * Bartolo Ciccardini La legge dello Stato e la legge della gi un– gia Michele B. Rocco Disoccupazione e for– ze politiche Gianni Baget I nuovi problemi del– la società Sovietica nell'ultimo scritto di Stalin Baldo Scassellati Il Molise tra la sto– ria e l'inchiesta (111) Leopoldo Elia Crisi e Stato secondo Jemolo S. F. Depressione e rista– gno dell'economia ita– liana Renzo Caligara Quale riforma per la scuola? Aleramo Custoza Germania ambigua e ~talia qisgregata Sandro Fé d'Ostiani L'educazione degli a– dulti in una socie– tà moderna esempla– re: la Danimarca · Giorgio Ghezzi Al fondo della co– scienza della nostra generazione Emanuele Milano Ugo Baduel Una comunità per gli studenti Giuseppe Bufalari Contadini e interven– to statale in Lucania * DIRETTORE Bartolo Ciccardini EDITORI Baldo Scassellati e Ettore Sobrero Biblioteca·Gino Bianco - Un tema costante di T. G., e che abbiamo cercato poco per volta di chiarire e sviluppare, è il problema del rapporto tra uomo e uomo, i·l pro– blema della moralità dell'uonio. Questo significa ricomprendere l'uomo come qualità insostituibile, unica, dare massima fiducia a tutta la ten– sione di moralità che ogni uomo ha in sè, come al supporto stabile di ogni rapporto e di ogni tipo di comunità; significa costantemente invitarlo a non perdere questo atteggiamento morale, ma a integrarsi con tutti gli uomini, legarsi allo sviluppo di tutta l'umanità, assumere un comporta– mento che sia generatore di vita e non solo per sè, mia per tutti. Nella misura in cui i giovani e gli uomini di oggi riescono a questo - ed è atteggiamento e desiderio diffuso anche se ignoto, è una forza che va solo messa in scopertura - la speranza e la certezza si faranno strada. Ora il modo con cui oggi si pone questo atteggiamento morale è la contraddizione tra le tensioni e il dato esistente. Ciò che abbiamo voluto dire, quasi per simbolo, nia con riferimento preciso alla situazione, con il dilemma " la legge dello Stato e la legge della giungla", il dilemma che sorge dal fallimento dello Stato come punto di riferimento della comune moralità. E' ciò che risulta anche dalla corrispondenza dei lettori, dal– l'esperienza dei giovani che vivono tra i contadini o gli studenti, in una regione o l'altra d'Italia. Questo è di importanza sostanziale, perchè con tale atteggiamento si avverte e riscopre il limite degli strumenti culturali esistenti. Non per un indebito trasferimento e identificazione tra moralità e cultura, ma per un ordine che va ristabil~to. Si è tanto parlato di crisi della cultura, che si può parlare di una tradizione culturale in questo senso; occorrerà più propriamente parlare di cultura sulla crisi, e iniziare un lavoro in questa direzione (di cui vorrebbero essere un'iniziale esempio le note del Qua– derno). Ma ciò è possibile, accettando i terniini della cultura esistente, solo con una tensione che porti potenzialmente a nuove ipotesi culturali', tali da seguire se non immediataniente fondate soluzioni generali, ri– gorosi giudizi di cultura. ] ,.

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