Terza Generazione - anno II - n. 9 - giugno 1954

~ dendo forma nella ,nente di molti uomini semplici; che sia una elenzosina dovuta, e questo aumenterebbe lo stato generale di apatia. Funzione invece e soprattutto di guida. Le scuole rurali sono insufficienti e mal ,nesse, prive di sussidi, ed hanno classi solo fino alla terza; il finanziamento ad '' Isti– tuti " per migliorare le produzioni dovreb– be essere rnolto superiore; no11 esistono in Italia, dei periti che, come accade all'este– ro, restino qualche tempo in ogni proprie– tà. I periti potrebbero affiancare l'opera del– la Forestale che funziona ovunque e se– rian11ente, con una organizzazione fra le più efficienti. Comunque non dall'alto si può risolvere il problenia; le terre sono aride e molle volte sassose, ma non è detto che si debba trovare una propria coltivazione, facendoHe l'analisi. Il discorso delle strade rientra negli aiu– ti che possono spronare gli abitanti allfl azione, ed anch'esso è di capitale ùnpor– tanza. Le strade qua sono di un cJHlomr– traggio del tutto inad<'guato; non solo in vista di uno sperabile sviluppo futuro, ma anche per i poveri scambi di oggi. Un cenno statistico per renderne l'evidenza: SUPERFICIE DI ALCUNE REGIONI E COl\tIUNICAZIONI STRADALI Piemonte Lombardia Lucania Superficie hmq. 25.41+ 23.801 9.987 Strade km. 21.6o3 20.700 2.798 Unica rotabile ben mantenuta è la na– zionale Salerno-Potenza. L'Appia stessa è ridotta in condizioni pietose. Ala sopratut– to sono i paesi a non essere collegati l'un l'altro, rendendo frnpossibile il piccolo commercio locale. Un esempio fra i 1110/ti che si potrebbero citare è quello di Picerno e Baragiano, ch..1 sono di fronte, distano fra loro poco più di cinque chilometri e çono uniti da una strada di oltre ctnquan– ta. A Savoia di Lucania, Ca/vello, Brindisi di fi.Iontagna ed in decine di altri paesi, lo Stato interviene credendo di niigliorare le condizioni di uita, ma in realtà la cam– pagna non può produrre in nzodo divers(} perchè il conimercio non si sviluppa; il mi– glioramento è solo apparente poichè le fonti non sono cambiate. I contadini non possonno vendere ciò che producono, man– cando efficienti sbocchi di comunicazione. Il paese è agricolo, e queste dovrebbero essere rapide. Anche oggi in ogni « mas– seria » si cerca di produrre tutto quanto basta per il proprio uso; ogni nucleo si richiude in se stesso, praticando una autarchia quasi assoluta, e poiclzè le ter– re sono inadatte a coltivare « tutto », si te. Le strade permetterebbero ad ogni po– polazione di aiutarsi da sé, importando ed esportando dai paesi vicini. Il ritmo è invece inadeguato, e le nuove rfrade aperte sono di entità trascurabile. Ci si può anche chiedere se veramente a queste regioni sia preclusa ogni industria, come si è fatto capire da più parti; non credo sia esatto pensare ad una specie di lotta contro mulini a vento. Si sono sfrut– tate intelligenleniente le acque di l\,J on tic– chio e ne è derivata una serie di attività da dar vita a migliaia di faniiglie. Non dovrebbe e~sere irnpossibile per esempio avere una 1nodesta industria laniera. Non si capisce bene perchè questo non sia pos– _,.,ihilein un paese che ha una fiorente pro– duzione di lana, come si vede dalle sta– tistiche, che ha una mano d'opera di costo mollo in.feriore a quello corrispondente del centro settentrionale: che ha vallate st_retJe e torrenti pieni di acqua che perrnettereb– bero un grande sfruttarnento idroelettrico. PATRil\tIONIO ZOOTECNICO Piemonte Lombardia Lucania Ovini 257.000 144.000 448.000 Caprini 98.000 63.000 130.000 Produz. lana kg. 420.000 363.000 816.000 Lo sfrutta,nento delle acque, benché in potenza di facile attuazione, si può dire praticamente nullo, se vediarno questa sta– tistica del 1949: INDUSTRIA ELETTRICA TOTALE PROD. IN l\IIL./KWH. Piemonte Lombardia Lucania Gli allevarnenti potrebbero essere ancora aumentati, perchè esistono grandi pascoli. Così si potrebbero creare nuove fonti di vi– ta: risolu:::.ione dal di dentro. La lana in– vece viene inviata a Prato od in alta Ita– lia per essere lavorata e rispedita ... al sud. Il discorso porterebbe lontano: forse esi– stono altre, più importanti « clientele », o forse c'è soltanto incomprensione fra am– ministratori ed amministrati, non si è ca– f,ito bene: esiste comunque un vuoto che andrebbe colmato, nell'interesse di tutti. Lo Stato interviene direttamente tranute i suoi organismi di Potenza, ma /Jer la gen– te della canipagna, come dicevo all'inizio, resta troppo lontano. L'azione dall'alto ii ha l'impressione che più che al .futuro, guardi al presente. G1usEPPE BuFALARI - - ~ --------- •c}\oma o. 4040 del -7-1954 . Spediz. in obhon. post. Gruppo Ili - Tip. Laboremua - Via Capo <l'Africa, 52 - Roma (7-1954)

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