Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

Lnno II - marzo-aprile 1954 .. 6-7 lii Mensile di ricerca e di iniziativa * Bartolo Ciccardini Gli. uom1n1 comuni e )a bomba H Gianni Baget Germania ambigua Agostino Paci Giovani in tre città a Nord e a Sud di Roma Baldo Scassellati Il Molise tra la storia e l'inchiesta B. C. I giovani dell'Azione Cattolica G. B. La cultura fra « Stu– dium » e « Rinascita » S. T. Il decennale della Re– sistenza Proposta agli universitari L. Actis Perinetti Almo Paita Giuseppe .Bufalari Lettere Renzo Caligara Gli universitari sono classe dirigente? Andrea Kluzer I compiti della rappre– sentanza universitaria * DIRETTORE Bartolo Ciccardini EDITORI Baldo Scassellati e Ettore Sobrero BibliotecaGino Bianco· Quando abbiamo parlato di unità della giovane generazione ci siamo trovati di fronte a consensi e dissensi che intendevano questo concetto sempre nel suo si– gnificato politico o per meglio dire politicistico: cioè chi si trovava d'accordo perchè il parlare di unità della generazione coincideva con una sua visione di alleanze politiche e di incontri politici fra i giovani o chi si trovava in disaccordo perchè, al contrario, il discorso non coincideva con la sua particolare visione di alleanze poli– tiche e di incontri. Ma il fondo del giudizio. quello che cioè essi, al di là della coincidenza o meno con i loro obiettivi immediati, avevano recepito del concetto di unità della gene– razione era una specie di comitato burocratico tra gli organizzatori, i funzionari o i dirigenti delle specificazioni organizzative giovanili dei movimenti politici. In realtà l'unità della generazione non è convergenza di idee e di linee poli– tiche, nè convergenza di programmi immediati nel nome di un comune denomi– natore giovanile: essa è unità di front.e al problema reale più importante e signi– ficativo davanti al quale la gene,:azione si trova. Non c'è dubbio che sono i problemi aperti, non risoluti, che stimolano le do– mande dei giovani e ne caratterizzano la formazione: ciascuno risponderà a questo interrogativo che la storia e la realtà gli pongono adoperando il linguaggio, il pen– siero e gli strumenti che singole parti e culture mettono a sua disposizione. Ma questo patrimonio, e le stesse ideologie, si rinnovano nelle più profonde risposte che ciascuna zona di umanità nuova dà ai problemi ed alle realtà nuove. E non c'è pensiero e meditazione ed interrqgatù.;o che postosi in qualsiasi punto dello schieramento, non rinibalzi sugli· altri e adattando le proprie idee preesistenti non infiuisca sdlla dinamica stessa delle altre. Sbaglia chi vede nelle formazioni politiche o nelle correnti culturali come dei chiusi carri armati, l'uno di fronte all'altro, atti solo a combattere e a contrapporsi: ciascuno di essi non è che una risposta data ad un problema della realtà. Risposta che va continua1nente adeguata e ringiovanita e il muoversi e lo svilupparsi di una non può che produrre reazioni e analoghi. movimenti nell'altra. Cosicchè il fiusso della storia appare piuttosto come un grande fiume non diviso da canali o dighe, ma libero e aperto le cui onde si 1nuovono da uomo a uomo senza costrizioni, fiume che affronta le asperità della sua via superandole, affrontandole, aggirandole in un moto tumultuoso, ma pur ordinato e vitale. E in esso le varie parti e schemi si muo– vono come barche che sfruttano il vento e il moto delle acque, che si avvantaggiano l'una sull'altra a seconda che meglio comprendano la natura delle asperità o intui– scano il filo della corrente, 'f!'l,ache in definitiva non possono mai sostituirsi al grande 1noto verso il mare. Esso è còstituito dalla capacità degli uomini di adeguare le idee esistenti alla loro esperienza, di far fiorire dalla loro esperienza le idee e di' poterle comunicare. Una generazione in questo è unità: essa è un m01nento dell'umanità che deve affrontare un problema ed uno solo: il grande problema del suo tempo. Quando l'avrà risolto esso sarà patrimonio comune e tutte le parti e le tendenze e i gruppi ne saranno toccati, niodificati e rinnovati, perchè questo è il prezzo che essi pa– gano per poter sopravvivere. Ora non c'è dubbio che la nostra generazione si trova di fronte al problema della reale unità della nostra società civile e del suo sviluppo oniogeneo: questo problema troverà un giorno la sua definizione e la sua programmazione anche in esperimenti di parte ed in ideologie; ma solo dopo che queste impalcature siano messe in grado di ricevere quelle risposte che per ogni giovane hanno dato un signi- fi~ato al su.o ingaggio e al suo mestiere di uomo. , •

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