Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

zi e del Molise mi sono sembrate più di– stanti dai paesi, dalla realtà vera che i giovani abruzzesi e molisani hanno all'in– torno. Mentre dai monti e dalle campagne i giovani più intraprendenti e coraggiosi, partono senza parlare per le Americhe; nelle città gli intellettuali fanno lunghi di– scorsi per convincere se stessi che J'unica cosa da fare è quella di andarsene. Que– sto intuendo solo che la situazione è gra– ve, sen~a nemmeno sospettare che intorno ci sono mille cose che soltanto loro pos– sono fare. Non sanno niente nemmeno del– le città in cui vivono. Ripensavo alla sto– ria di Aquila, alla dispersione di Pescara, alla responsabilità di Campobasso: tre cit– tà con problemi assolutamente diversi e di cui invece si è soliti cogliere solo l'a- o r ► •.• .......__ spetto più superficiale. « Tre provincie de– gli Abruzzi », si dice comunemente: ed in– vece Aquila ha il problema di ricostituire la comunità, Pescara quello di lottare con– tro la disgregazione; mentre Campobasso attende di diventare il centro per la rina• scita del Molise. Tante altre cose come queste ci sono da scoprire: ba terebhe che qualcuno .fosse di– sposto ad impiegare un po' di ingegno e un po' di tempo nel lavoro di coperta. Tornato a Roma ho pensato a lungo a tutti gli amici che ho incontrato: a Nar– ducci, a Fabiani, a Crescenzi, a Veraldi, ai cento altri che non conosco ma di cui so l'esistenza: ed ho pensato anche che ci si potrebbe rivedere, tutti insieme, non per rivendicare o per svolgere azione po– litica, ma per dare il nostro contributo, per modesto che sia, alla conoscenza dei paesi, delle città, degli uomini dell'Abruz– zo e del Molise. Un contributo di interessato che venga utilizzato da chi vuole: dalle forze poli– tiche che ne entono ormai la necessità, dalla cultura ufficiale che ha un fianco sco– perto e non se ne accorge, dai giovani abruzzesi che pos~ono porre soltanto in questi termini il problema della loro ma– turazione umana. Potremo parlare, discutere, mettere a fuoco i nostri interessi: l'idea però di ri– vederci per lavorare mi sembra buona: tutto sommato adesso che ci siamo cono– sciuti sarebbe un peccato sprecare l'occa- 1one. AGOSTINO PACJ •• ABRUZZO E MOLISE l .l Moltissimi italiani conoscono gli Abruzzi e il Molise, attraverso l'« Imago Italiae » del prof. De Agostini: una regione incantevole con « vette eccelse >> e « verdeggianti pianure», disseminate di paesi «ridenti» e di città « floride ». Gli uomini vivono contenti del loro lavoro, mentre le donne passeggiano felici nel loro costume: un costume che, a giudicar dalla carta e dall'inimaginazione dei turisti, non lasciano mai. Nemmeno nei giorni feriali. Biblioteca Gino Bianco 21

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