Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

industria della lana. Nella città dell'Aqui• la - come ricordano gli studiosi locali -– esistevano quartieri speciali per i france• si, i tedeschi, i lombardi, i fiorentini, de• siderosi di acqui tare i prodotti semilavo– rati e di apprendere l'arte della filatura; numerosi cittadini trovavano lavoro nelle <<- fabbriche » per la lavorazione della lana. Aquila appartiene quindi ai tipo di cit– tà caratterizzato da numerose industrie a carattere artigianale e da un buon nunteu, di commercianti che esportano anche sui mercati esteri i prodotti: è appunt-1 l' e– sistenza di un tale ceto di produttori ,, di commercianti di gusto raffinato, che Stliega la floridezza della città e il fiorire di for• me d'arte che, lungi dal rappresentare una recezione pa siva, riescono ad esprimere un nuovo, originale linguaggio. Le mo,h. ficazioni apportate da alcuni maestri 11qui• lani al « romanico », permettono l'affermar• si di un « romanico abruzzese '>, rielabo– razione di motivi architettonici di impor– tazione benedettina. La decadenza dell'Aquila coincide con iJ Idecadere della pastorizia: dopo le distru– zioni del terremoto del 1703, le antiche fab• briche più non risorgono: il mutato indi• rizzo di governo - ormai non più favor,e. vole alla pastorizia nomade - e la succes– siva crisi della transumanza, eliminando le fonti della ricchezza, incidono negativa• mente sulle attività economiche della città. Oggi Aquila (che conta ben 55.000 abi– tanti, pur senza registrare negli ultimi 50 anni sen ibili progressi demografici) è una città di consumatori: il 75 % dei cittadi– ni è a reddito fisso (sopratutto impiegati); il rimanente è formato da piccoli artigia– nini, da commercianti, da profes ionisti e da proprietari terrieri. Il suo mercato non è più in espansione: risente anzi ed in modo notevole di tutti i problemi econo– mici (la disoccupazione, ad esempio) che specie in questi ultimi anni sono cresciuti all'intorno. Un'inchiesta sulla città fatta con l'occhio a cui accennavo prima, forse riuscirebbe a spiegare perchè oggi lo sviluppo di Aqui- la si sia praticamente fermato e perchè la crescita della città non sia più omogenea al processo storico. Pur prescindendo da questo, rimangono ferme due cose: che tut– ta la storia della città si ritroverà sempre dietro le iniziative che gli aquilani pren– deranno nel futuro e che intendere il sen– so della tradizione è pur sempre il miglior modo per garantire la validità delle ini– ziative 1,tesse. Un tempo - quando ogni sviluppo era favorito dalle possibilità offerte dalle con– dizioni naturali - era molto più facile per una città inserirsi in una determinata situazione storica: dal XIV al XVIII seco• lo la fortuna di Aquila è legata all'ind:u- 1 stria e al commercio della lana secondo un costante rapporto di equilibrio tra le BibliotecaGino Bianco 7 ~ ili. • /·~~--~ 0"'l• : a.,Jll/ ,JII.JI , , ~14.•'(tl ... ----,.-.--.. .. ~ 9

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