Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

niente il nucleo centrale dell'antifascismo tedesco, bisogna rispondere che il modo con cui quei grandi valori sono stati vissuti nella storia tedesca prenazista o prebismar– ckiana sono stati insufficienti a dare a tutti una autentica · e profonda fede in essi: che antichi comportamenti vanno criticati e superati: e che per superare effettivamente e per sem,pre quella condizione spirituale tedesca, da cui è nato l'imperialismo prussiano e la follia nazista, bisogna poter trovare un comportamento in cui quei valori diventino e siano vitalmente incarnati e non adorati come onorabili ta– bù, venerati con le labbra, e calpestati con le opere. I na– zisti non erano orridi figli delle tenebre, ma uomini, edu– cati dalla fa miglia, dalla cultura e dallo stato tedesco ed è ingeneroso spiegare i mali della Germania con la pretesa niancanza di senso morale in alcune migliaia di uomini . .L'antifascismo tedesco non era dunque in grado di ini– ziare quella rinascita della Germania "in spirito e verità 'J che era pur la sua grande meta e aspirazione: il suo coni– pito era quello di conservare alla Germania la sua tradizio– ne cristiana e di offrire un sicuro tetto ad un popolo di– sperso, senza legge, senza libertà, senza speranza. E' stato un movimento di salvezza, non un niovùnento di rinno– vamento nazionale. Noi non sappianio, trovare nel nostro tempo, un au– tentico movimento di rinnovamento unMno nazionale al– tro che nel gandhismo. In questo movimento vediamo ·feli– cemente risolto il problema dinanzi a cui l'antifascismo te– desco è caduto: quello di /are della tradizione spirituale di un popolo la fonte di nuova vita e di nuova azione, di un antico passato la sorgente di un grande rinnovamento storico. Ma nel gandhismo l'atteggiamento spirituale si espri– me omogeneamente in un comportamento pratico capace di risolvere i concreti problemi di vita e di sviluppo sto– rico di unità, politica, di autonomia nazionale, rinnovando totalmente i com.portamenti pratici dominanti. Le grandi massime della vita " in spirito e verità " non sono solo oggetto di venerazione ma vengono concre– tamente inserite nella realtà storica come forza vivificante della vita e della storia, nella totalità della sua realtà spi– rituale e materiale. Ma se l'antifascismo tedesco non ha potuto affidare come suo legato ai giovani tedeschi un grande movimento di rinnovamento, ne ha posto dinanzi ad essi il problema. Il suo autentico messaggio ai giovani tedeschi è in sostanza questo: staccare la Germania dalla sua tradizione cristiana, che l'ha costituita in nazione, è separarla dalla sorgente della sua vita come persone e conie popolo. Se i giovani tedeschi lo raccoglieranno, non potranno non pro– porsi il compito di strappare quella tradizione dallo stato di imbalsamazione in parole morte, in etti ha riposato per secoli, per farne la forza rigenerante di una nuova nazione tedesca. L'antifascismo tedesco offriva dunque alle giovani ge– nerazioni un punto di appoggio e di sicurezza, una base sui cui ricominciare: il suo maggior contributo rimane quello di aver assicurato ai tedeschi una tradizione, un diritto, uno Stato. Ora nonostante tutto, non è la restau– razione dello Stato il momento universalmente significativo della Germania del dopoguerra. Sotto questo aspetto la . ~ . r BibliotecaGino Bianco Nelle fotografie: Immagini della disfatta tedesca; smantellamento delle industrie.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=