Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

ta nfgli ultimi anni : egli infa,tti pone accento su due elementi nuovi rispetto lla tra,dizi<male intèrpretazione del fa– ,tsmo : 1) si rifà al periodo della de– ,oc-razi a 1919-'22; lo prende in considera– Ione in vista degli elementi nuovi che ,so libera ri.'tpetto al periodo giolittia– o (difende la poUtica di Sforza, aspira d, un ideale di democrazia post-liberale · cui modello è stato per molti anni la ep1,bblica di Weimar); 2) mette in evi– ettza il rapporto nazionalismo-fascismo ,u contro al rapporto Giolitti-fascisnio) elle sue origini prebelliche (<< radioso ,aggio») e ne accentua l'aspetto cla.,u~i– ta di forza piccolo borghe.cte. I/interpretazione classista « fasoi,mo ic<'olo borghese >> ha avuto un relativo ,u·ccsso: 111anon sembra essere la tesi iù importante del SalvatoreUi, viziata 01n'è da un .<Jociologismo che ha ben ltra, fondatezza nelle mani dei suoi le– ittimi pos.'Je,CJsori:Gramsci e i cornunisti. " più importante p<>r HalvatoreUi l'es– en,i po.~to al di qua della guerra: l'aier uinrli pre.~o atto, come nes,9un· altro, del– P. <·01us<>guenze di e.~sa. ]I a anchr l'inte1·pretazionc di Sal.vato– elli r lrgata al punto di ,vi.~ta dello Bta– o, ('Om<' <1uella di Croce: di uno State · ,ost-brllico quPsta ,volta, co>z la propor– , ionalc e i1 trattato di. Rapallo, ma sem– ,re Ntato nella ,(flla accezione più chiusa, · ,er cui le altre dirloenze extra statali e morimcnM della società naztionale, .u,ando non siano b'en chiari agli « intel– ettuali politici>> e catturabili a servizio • 1 elle loro intenzioni, in assenza da parte oro di linee, sono prodotto della ined1,– . azione del popolo italiano. Il fascismo non poteva q,uindi che es– ere il sovversi,vism,o reazionar·io fa.sci– /fa, e dalla premessa di Salvatorelli la onclusione appare rigorosa: Sali·atorèlli · rispetto a Croce quello che Bonomi è tato rispetto a Giolitti. Dobbiamo infine segnalare il pregevole forzo di Nino raleri, che ha saputo me– ilio di ogni altro cogliere i li'miti delle nterpretazioni liberale, « democratica> e las8i.~ta: « Ne8suna di esse - egli dice •- .'(i .«olleva dal clima rovente di pas– efoni dr,. eu,i è nata e in cni rimane an– orrt corne av-viluppata e sospesa». Ma ire-a il rnetodo dell'« integrazione» da "i caldeggiata, egU ha 8Critto ([ueste pa– olf, eJw ci lasciano molto dubbiosi: ,gu u nrt delle tre interpretazioni citate del <uwi.cttno « contiene 11,nfermwnto di vero, hr r<t colto, con prndenza .~i. ma senza mr8chinc prevenzioni o boriosi esclusivi– smi. Voi direte che ne risulterà 1,n eclet– tico pasticcio, privo di animaf Non lo credo, purchè l'integrazione dei frammen– tari e lacitno.<Ji punti di vista sia fatta con animo non ,'Jervile, cioè ·ispirato al rlcsiderio di servire unicamente la ve– rità>>. Dall'esa1nr dei giu,dizi dell'antifascismo democratico, salta agli occhi la disorga– nicità di questo nucleo essenziale dell'an– tif ascismo, insita nei suoi stessi inter– preti di vertice: l'illusione illministica di una storia diretta dagli intellettuali po– litici attraverso lo Stato, li fa subalter– ni dello Stato storico, li fa incapaci di <>ssere espressione organica della molte– plicità dei bisogni di' svilU,ppo del paese e della nazione, e, come conseguenza, in– capaci di <'8Sere espressione politica di qualsiasi forza o ceto o, meglio, della << coscienza nazionale», disorganioi e in– componibili fra loro. Questo dramma si aggrava nelle emigrazio'f'i al p·unto che ' la visione dei problemi italiani, ne risul- terà, dopo il ritorno, spesso completa- 1:nen te astratta, e l'antifa:Jcùmz-o rlP. uscirà internamente corroso. L'organizzazione armata delle classi dirigenti Un discorso a parte rnerita la _posizione di .Antonio Grarnsci, discorso che dovre– mo affrontare indipendentemente dal suo giudizio s,ul fascismo. In Gramsci che ha com battuto a fondo il meccanicismo e il materiaUsn~o 1:olgare, io schenia della lotta di classe assume maggiormente che in or,ni altro intellettuale com,unista ita– lia 110 l'aspetto di ipotesi che stimola ana– li.~i aperte sulla realtà italiana, ha una i-itnlità più ric.oa dello schema adoperato (anche .~e questa apert11,ra e i suoi risul– tati possano essere da altri utilizzati a fini di tattica politica). Quindi, al di là delle ipotesi del fa– scisrno come organ·izzazione arrnata del– le classi dirigenti (la c,ui parzialità è ma– nifesta confo-ndendosi ,uno de.(Jli effetU con la causa) al di là della ipotesi della -crisi dello Stato ltaliam,o che « trae la .~ua origine dai fattori stessi di C'l'1i que– sta società è co8tituita e dai loro irridu– cibili contrasti», al di là della ipotesi di milioni di la,,oratori ohe presa eoscienza « i ooli01w divC'ntare la base di uno stato n11oro in r11i si incarni la 1oro 'rolontà ». lo schema della lotta ài cla.'rne .~i arrie– <:hisce cli una serie di osservazioni e di .<Tiudizi lntlln r<>altà. che raJ>7J1·e.~e11tam-0. BibliotecaGino Bianco ' senza dubbio, il punto più alto del giu– dizio antifascista. E' proprio la peculiarità del fenomeno fascista, e la possibilità di comprendere i valori della << generazione della guerra~, che perrnettono a Gramsci il tentativo di più vas-to respiro di trovare un compito nazionale, nell'ambito. della rivoluz.ione mondiale, al proletariato italiano, stimo– lando una s11ggestiva analisi della situa– zione e dei problemi non risolti dalla classe dirigente post-risorgimentale. Gramsci fonda così. dopo Salvemini, una maniera diversa di vedere il pae.ctc, di cui anche noi siamo fiu li. E' la sco– perta 14ell'iniportanza storica « del mon– do delle classi subalterne», la 8coperta di compiti storici nazionali, da affidare a dirigenze extrastatali, l'esistenza di una dimensione popolare-nazionale sconosciuta agli intellettuali politici. Dopo Gramsci il limite in terno teorico è divenuto fra. i comunisU causa di uno schematismo assorbente: fortificato dal– le esigenze della lotta politica in Italia e fortificato dallo staUniBmo, cioè dalla teoria e dalle prassi della costruzione e della conservazione statale del socialismo in Rt1,ssia. Lo stesso gi1tdizio sul fasoiemo ne. è uscito bloccato e<!,incapace di ulte– riori. sviluppi. Siamo sul piano stretta– men t~ contingente quando si identifica il _tascisnio con l'anticomunismo, il fasci81no con l'America,, il fascismo con qualsiasi forma di reazione sociale, il f ascism.o con il nazismo . Questi giudizi, anche se politicamente spiegabili, pagano un prezzo grandissi– mo: . la tend~nza com,unista ha perso il senso della peculiarità ilet fascismo ita- · liano, ,della « rott1tra della catena», in ·una. situazione dalla q1tale era nato an– che il potere bolscevico, il muoversi delle speranze italiane su un piano di signifi– canza rn,onàiale. Gramsci oreàe1,a ancora, come tutta la « gener(l,~one della guerra >> che il moto · della storia ..passasse per l'Italia, sia pure attraverso la lotta del proletariato ita– liano. Oggi, in fondo con lo crede più ness·uno, neppure i neofascisti : p~rohè dovrebbero crede1·lo i con11.1nisti f E in– fatti, su_l piano politico, l'lta,lia di fronte nlla Russia e all'America non è oggi che una r2rovi11cia. ' Se si fosse fermato al '36 Quanto ai «cattolici», ci siamo trovati di fronte al fatto che tra rssi esistono 1>0,qiz-i o·n i d ircrse, ma clie qup.qtr .~ono 43

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