Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

Coreno Ausonio Siamo andati 1 a Coreno perchè ci aveva scritto Antonio Lisi, studente di ingegneria, dichiarandosi disposto a collaborare sul pia– no dello studio e dell'iniziativa. Coreno Ausonio è un paese oggi nella provincia di Frosinone, l'ultimo allo estre– mo sud-est periferico di essa, a nord-est di Minturno e a circa 12 chilometri in linea d'aria dalla costa del golfo di Gaeta che si vede lontano. Vi si arriva in autobus da Formia. Verso ovest è collegato da una strada con Ausonia (da dove passa la rota– bile da Formia e la via Appia, alla valle del Liri e alla via Latina) che prosegue verso sud-est fino a Castelforte. Intorno a Coreno, descrivendo un ampio semicerchio da nord a sud passando per l'oriente, scorre prima il Liri e poi il Garigliano che sfocia presso Minturno; tra questi fiumi e Coreno stanno il Monte Maio ed il Monte Calvo, nomi divenuti noti durante la campagna d'Italia. Com'è .fatto il paese Chi arriva a Coreno Ausonio vede soprat– tutto sassi, che le rocce calcaree delle mon– tagne e delle colline producono continua– mente e i contadini allineano e ammucchia– no in muri a secco per trattenere il ter– reno agrario nei modi tipici delle « ter– razze» mediterranee. Su di esse coltivano grano e legumi, viti e soprattutto olivi. Il paese appare piuttosto esteso, allun– gato sulle pendici del monte Maio, con tre direttrici di insediamento, di cui la prin– cipale e disposta su un costone ed è per- I• • • p1~ov1nc1a di Frosinone Dopo l'inchiesta su Siena si trattava per noi di tentare un passo avanti, trovando un contatto reale con dei giovani sul piano dell'iniziativa, partendo dall'esame svolto insieme di una situazione in loco, entrando in colloquio con persone capaci di fornire dati e infor– mazioni, identificando infine una linea minima di azione, e due o tre studenti del paese pronti ad approfondire lo studio ambientale come due o tre giovani contadini pronti al– l'iniziativa in unità di intenti. Su « T. G.~ non bastava più dare solo il punto d'una situazione e offrire una spiega– zione tentata o compiuta dei suoi problemi, come avevamo fatto per Siena: bisogna ormai mettere in circolazione risultati che anche se non defiBitivi siano tesi all'iniziativa, in modo che altri vengano stimolati dall'esempio ad inventare nuovi schemi d'indagine, a perfezio– nare e ad arricchire quello che noi presentiamo. Solo cosi si può garantire che lo studio e l'iniziativa procedano strettamente uniti. Anche nell'esposizjone di questi risultati, tentiamo ora un passo avanti rispetto all'in– chiesta su Siena: in essa mancavano ipotesi d'iniziativa perchè non ci eravamo preoccupati di cercarla; e quanto ai risultati dello studio la trattazione separata dei rilievi sociologici e delle risposte storiche non facilitava certamente quella stretta correlazione tra i due tipi di rilevazione che sola - a nostro parere - permette di far luce in modo esauriente su un ambiente e di prospettare una via di soluzione ai suoi problemi. Tentare questa corre– lazione presenta notevoli difficoltà di esecuzione, la principale delle quali è il rischio di perdere i contorni dei vari elementi e dei vari problemi, ma la prospettiva d'una spiega– zione esauriente vale la pena di più di un tentativo. Ma è sul piano di possibilità di iniziativa che, scavando in una situazione concreta, ci si rivelano grosse difficoltà: alcune previste, altre insospettate. La strada su cui stiamo avviandoci potrà incontrare problemi che superano le possi– bilità dell'iniziativa giovanile. Per parte nostra, cercheremo di capire il valore dei nostri atti, e il limite degli stessi, ma intanto avremo ottenuto di richiamare l'attenzione di tutti su qualcosa di autentico. corsa da una mulattiera a gradoni. Di frequente la via è scavalcata da archi e volte su cui sorgono case come rozze for– tezze. Le case, di pietra non intonacata, sono disposte verso monte a fila unica, mentre a valle si aprono in vicinati non molto ampi e labirintici, i quali denunciano successive età di sviluppo. Tutte le case sono costruite con una tecnica secolare, molte appaiono antkhe, generalmente sono più alte che estese: per andare nelle stalle si scende, si sale per entrare nell'abitazione. Anche il corpo principale con le sue cap– pelle, piazzuole, cisterne a pozzo denuncia di esser nato a frazioni. Lungo le altre due vie minori le frazioni sono ancora più visibili. Quella che è oggi la piazza, dove sorge la chiesa parrocchiale, è eccentrica rispetto all'insediamento e sorge nel punto di in– contro delle tre vie. Lì intorno si intrave– dono le costruzioni migliori, piccoli palaz- 1 Bartolo Ciccardini, Ugo Marchesi, Baldo Scas '-ci lati, Piero Ugolini: questo scritto è il risultato <li comuni ossen c1z10m. B~bliotecaGino Bianco

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