Terza Generazione - anno I - n. 1 - ottobre 1953

fanno però più solidi e li garantiscono: a Siena nota il Mondolfo (25), si hanno ra– pide accumulazioni di capitale, ma quando nel 1252 Firenze conierà il fiorino, moneta aurea e per di più garantita da uno svilup– po industriale, Siena sarà battuta. Il colpo ai banchieri senesi sarà molto forte, e attraverso essi anche la città ne risentirà duramente, perchè i buoni inte– ressi offerti dai banchieri hanno asciugato tutti i capitali cittadini. Dopo la battaglia di Montaperti gli eventi si succedono rapidamente: le minie– re d'argento diminuiscono la produzione, la circolazione aurea entra in concorrenza con quella argentea, i Buonsignori vengo– no esclusi dalla funzione di banchieri del Papa, la maggior parte dei creditori este– ri (aiutati dal potere politico dei rispet– tivi paesi) cessa di pagare. Immobilizzata, la banca dei Buonsignori dichiara nel 1304 il suo fallimento. L'innalzamento generale di livello di vi– ta durante la prima metà del secolo XIII, mette in condizioni anche il popolo di svi– lupparsi: non a caso il capitano del popolo compare tra il 1230 e il 1240 due decenni dopo la fondazione della banca dei Buon– signori (1209). Popolo e banchieri compiono il grande tentativo ghibellino per l'egemonia in To– scana: il governo di Provenzan Salvani è l'espressione politica di questa tendenza storica. I banchieri aiutano potentemente il comune: nel consiglio tenuto il giorno prima di Montaperti, Salimbene de' Salim– beni, alla richiesta di 100.000 fiorini d'oro p(ir la doppia paga alle truppe imperiali del conte Giordano, risponde che « i quat– trini ci sono e son pronti » e li dà seduta stante. Gli anni dal 1240 al '60 vedono svilup– parsi le società popolari « delle armi », una legislazione a favore del popolo e dei contadini, un fortissimo sviluppo bancario. Ma compiuto e vinto il massimo tentativo, la debolezza intrinseca del comune, i vari fatti limitanti lo sviluppo della forza eco– nomica bancaria, vanno ad aggiungere i lo– ro effetti a quella che sembra una caratte– ristica costante della storia d'Italia: il sor– gere e il cadere di forze sociali e politiche sotto l'influsso esterno. C'è qui solo la debolezza delle città e dei comuni o essa è il sintomo superficiale di un fatto più profondo, del fatto cioè che l'Italia o risolve i suoi problemi sto– rici componendosi e integrandosi o vede sfasciarsi ogni tentativo interno sotto gli urti esterni? I banchieri senesi potevano forse riuscire a svolgere una funzione di avanguardia nell'organizzazione economica mondiale a un patto: che il mondo medi– terraneo fosse unitariamente e pacifica– mente organizzato. Sei anni dopo Montaperti, a Benevento, si decisero con quelle d'Italia le sorti di Siena; essa non poteva che tentare l'ultima sfortunata resistenza a Colle Val d'Elsa nel 1269. I secoli della decadenza. I secoli seguenti meriterebbero anch 'es– si un ampio esame, perchè vi emergono · forze e forme di governo particolari. E' in quest'epoca che si cristallizzano i « monti » o fazioni, i cui embrioni si posso.po vedere 1otec l:ilnO 1anco ..... " d .. • .. ;I. ' . , •

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