La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

volta - ricordando, solo per portare un esempio, le denuncie e le proposte della Commissione igiene e sanità del Senato presentate a conclusione della Indagine conoscitiva sulla situazione sanitaria nelle carceri del 18 febbraio 1994 -, come una grave emergenza per il· nostro paese, sul piano sociale come su quello della democrazia sostanziale, ovvero dei diritti fondamentali dei citt.adini. La cronaca ne parla ormai tutti i giorni e sembra che i suicidi e le forme di autolesionismo, di violenza, di ingiustizia, stiano diventando una specie di rubrica fissa. Tre sono le lmee di intervento che crediamo si debbano ,5eguire: . - ridurre la domanda di carcere, oggi particolarmente crescente e di fatto funzionale al contenimento di fasce sempre più ampie di popolazione marginale (tossicodipendenti, immigrati, descolarizzati, ecc.), attraverso sia interventi di depenalizzazione per reati non gravi che il sostegno di politiche di securizzazione del territorio; · - rendere effettiva l'incompatibilità tra pena detentiva e stati di patologia grave, come l'Aids ma non solo, visto l'emergere del problema della tubercolosi; a tal fine è necessario abbassare le soglie · che permettono la scarcerazione e, ovviamente, ap_plica:le ~n mo? o non discrezionale su tutto 11 terntono nazionale; · nel contempo bisogna attivarç il potenziamento di tutte le strutture di accoglienza alternative al carcere, utilizzando sia I fondi Aid_s che riconvertendo l'uso delle carceri mandamentali e garantire che l'andamento processuale non contraddica la disposizione di scarcerazione e che le forme di recidivismo non portino al pun_t? di parten~a, anche att~averso un uso propositivo delle misure alternative; - sulla base· delle indicazioni che emergono da esperienze già consolidate, promuovere nelle carceri interventi di riduzione dei danni sanitari legati alla condizione di tossicodipendenza e, più in generale psicologici; sul piano sanitario, gli obiettivi di questi interventi - come indicava nel 1994 la Commissione di esperti istituita, dopo la Conferenza di Palermo, presso ìl Dipartimento per gli affari sociali - debbono essere quelli di ndurre i danni derivanti da comportamenti associati all'assunzione di sostanze stupefacenti per via endovenosa e a contatti sessuali, dì trasmissione "occupazionale" di infezione da Hiv, di miglioramento dell'accessibilità e utilizzazione dei test diagnostici per Hiv, di J?rotezione della riserva- ·.tezza personale, di miglioramento delle conoscenze sulle infezioni trasmissibili.· Il loro raggiungimento passa attraverso la messa a disposizione di disinfettanti e di preservativi negli ambiti di vita dei detenuti, un serio supporto personalizzato di counseling, la disponibilità effettiva di intraprendere trattamenti metadonici (oggi a livello irrisorio), il lavoro coordinato e fattivo tra Amministrazione e Sert - come già ribadito e ulteriormen-. te definito dall'Atto di Intesa tra Regioni e Ministero di grazia e giustizia del 10 marzo 1994; a monte, inoltre, si J?One la questione dell'inquadramento profess10nale della Sanità . penitenziaria che dovrebbe diventare settore interno al Servizio sanitario nazionale, scorporandola così dai vincoli è dalle contraddizioni · poste dalla subordinazione che essa ha con l'Amministrazione Penitenziaria; Si deve altresì analizzare con attenzione l'esperienza fin qui praticata delle circa venti strutture a detenzione attenuata (tra sezioni e istituti specifici) per tossicodipendenti al fine di orientarle verso un migliore funzionamento. Altre questioni poi, apparentemente secondarie, attraversano l'universo punitivo e incidono in modo rilevantissimo sulla quantità di danni che esso esercita. In questa sede non possono che essere solo accennate. Ci riferiamo, in particolare, alla gestione della sessualità e· della affettività e alla crescente presenza di detenuti stranieri. Sviluppo di un sistema articolato di servizi, potenziare le strutture intermedie Uno degli obiettivi da noi assolutamente condivisi della legge 1612.90 fu quello del potenziamento dei servizi per le tossicodipendenze. Oggi, a distanza di cinque anni, non possiamo non dire che passi in avanti siano stati fatti anche se. notevoli permangono le contraddizioni e nuove sfide si pongono. Non ci risulta, stando almeno agli ultimi dati ufficiali disponibili che la forbice di presenze di servizi tra il Centro-Nord e il Sud del paese si sia ridotta. Così come non ci risulta che ovunque l'organico effettivo sia stato coperto secondo quanto previsto dalle leggi e dalle circolari attuative ministeriali e regionali. Davanti a un aumento impetuoso di strutture residenziali (comunità), e un altrettanto aumento di utenti che si rivolgono ai servizi, la richiesta di . comunità è relativamente in calo. I livelli di turn over nei servizi, in particolare pubblici, sono in alcuni casi impressionanti. E si prevede un forte restringimento di finanziamenti. In questo quadro, l'attività· che garantirebbe il miglior bilancio costo-beneficio è il potenziamento delle strutture intermedie. Intendiamo quell'insieme di interventi che si collocano prima, durante e dopo il percorso Sert comunità e che non richiedono, per principio, una condizione di astinenza (o drug free), ovvero che sono attuabili anche con persone in fase di trattamento farmacologico a mantenimento. La tipologia è molto articolata. In essa possiamo trovare: a) le comunità diurne, semi residenziali e le cooperative di lavoro e/o di reinserimento; b) le comunità preserali, serali e notturne; c) i centri di pronta accoglienza e i centri crisi; d) i day hospital (attigui ai Sert) ; e) le unità mobili, le unità fisse e, più in generale, il lavoro di strada; f) i centri di aggregazione gioyanile fi~alizza_ti alle pop~!azioni p!ù a :i~ sch10; g) le· shootmg galleries , luoghi m cm e possibile consumare droga in un ambiente igienico e relativamente protetto; h) i similostelli con funzione di dormitorio; i) i gruppi di auto-aiµto tra tossicodipendenti attivi; l) gli interventi di comunità. Si tratta di interventi cosiddetti a bassa soglia, cioè che pongono poche condizioni e esigono pochi requisiti da parte degli utenti. Essi permettono, dentro un quadro di integrazione, di incontrare una utenza diversificata, oggi non legata a nessun servizio o al rischio di nmanere/ritornare nel sommerso. La loro situazione è relativamente più impegnativa rispetto a quelli che sono gli interventi tradizionali, sul piano del rischio da burn out f er gli operatori, della incertezza del setting, de relazionamento organizzativo tra gli operatori impegnati in ambiti diversi, della formazione in questo caso alla ricerca .del contatto con chi è tossicodipendente, radicalmente diversa da quella neSAWTFEMALATTIA

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