La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

dedizione di pochi, ma per un impegno corale dei terapisti, inse~nanti, o_peratori scolastici, disponibili certo ma anche preparati e competenti, che con l'handicappato, la sua famiglia, la classe realizzano il progetto di integrazione. Semmai il vero problema, e questo emer&e da alcune delle testimonianze, è che proprio laddove questi operatori mancano e i servizi sono insufficenti, dove non c'è informazione si creano i presupposti per la ricerca di soluzioni eccezionali e miracolistiche, e troppo spesso inutili e speculative. O, come in alcuni dei casi descritti, il padre, la madre, la famiglia caricano su di sé tutto il peso di un ('rocesso riabilitativo che il più delle volte finisce per schiacciarli e devastare il sistema di relazioni familiari. Questo può essere umanamente ammirevole, ma non è certo una soluzione, nemmeno quando persone eccezionali_raggiungono risultati eccezionali. Più debole indubbiamente la seconda parte del libro, quando dalle storie e testimonianze dei singoli l'autrice si imbarca impruoentemente nel tentativo affrettato, e lacunoso di delineare un quadro non solo sulle dimensioni del fenomeno, ma sui servizi, le associazioni, le metodologie riabilitative, le leggi. Il punto di _partenza poteva essere pur valido, l'indagine Istat sullo stato di salute degli italiani, una buona scelta, uno studio attendibile. Ma occorreva scavare di (>iù,al di là dei numeri, per aiutare il lettore a capire cosa si muove realmente intorno ai quasi due milioni di persone che vivono con minoranze fisiche, mentali o sensoriali. Ma soprattutto, pur riferendo, per altro disoro ina tamen te, di esperienze pubbliche e private di grande rilievo, dal Filo d'Oro all'Aism, ad alcune valide associazioni di familiari, risulta molto confuso il tentativo di presentare una rassegna di metodologi e di avan~uardia nel campo della riabilitazione. Ed in ogni caso senza una qualsiasi valutazione critica, non è agevole per il lettore orientarsi tra le tecniche del professor Zappella nella riabilitazione del bambino autistico, del resto appena abbozzate, il metodo Doman, i benefici che l'handicappato può trarre dal rapporto con un animale o dall'acqua. E le pur interessanti interviste sulla scuola al professor N oc era o alla responsabile degli asili nidi di Reggio Emilia si perdono in una disorganica teoria di documenti non sempre validi e attuali. Il quadro che ne deriva è quindi disordinato e parziale. Non emerge, ad esempio, il complesso di servizi e di risposte che gli enti locali vanno faticosamente or~anizzando, né il dibattito mtenso e sofferto sulle risposte da dare al dopo di noi, quando la famiglia non ci sarà più o non sarà più in grado di far fronte ai bisogni assistenziali del proprio figlio, né temi nuovi come le resistenze sanitarie assistite o l'amministrazione di sostegno. Insufficiente è l'attenzione riservata al lavoro, alle migliaia di giovani handicappati, non solo quelli di successo, che ogni anno escono dalla scuola e che attraverso i servizi di formazione erofessionale, la formazione m azienda, acquisiscono reali capacità di lavoro e rivendicano il collocamento mirato. Solo marginalmente sono toccati fenomeni in grande espansione come quello della pratica sportiva, che per l'handicappato non è solo terapia, ma risponde a un bisogno più generale di espressione delle proprie energie vitali. Buona la bibliografia. È ampia e ben selezionata. Lo stesso non si può dire per l'elenco degli indirizzi utili. Da alcuni di questi sarebbe meglio stare alla lar~a, se si vuole per i propri figli o congiunti quei risultati di integrazione che il libro propugna e auspica. L'elenco annovera acriticamente centri e organizzazioni d'avanguardia, istituzioni di scarsa e dubbia qualità ed impresentabili ghetti. Trattandosi di materia delicata l'autrice avrebbe dovuto operare una verifica più rigorosa o, nell'impossibilità, astenersi dall'addentrarsi in terreni poco conosciuti. Qui paga l'ambizione di voler realizzare un'affresco esaustivo del fenomeno handicap. Se si fosse limitata al gradevole e stimo- . lante collage della prima parte, alle storie, alle testimonianze personali, il risultato sarebbe stato migliore. ♦

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