La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

zazione del mondo, che a sua volta attraverso squilibri epocali contribuisce ai flussi migratori - può e deve cominciare già dall'infanzia. A proposito del razzismo, sarà anche utile il lavoro fatto negli ultimi anni da alcuni genetisti - in particolare va segnalato un ottimo libro divulgativo di Cavalli-Sforza sulla storia della diversità umana - per un insegnamento della storia davvero multi disci_P,linare,su cui convergano i più recenti studi d1biologi, storici, archeologi, linguisti e antropologi. Studi che dimostrano in modo inconfutabile gli errori, anzi il ridicolo, in cui cadono i sostenitori dei fondamen ti genetici delle razze e dell'appartenenza etnica. Inoltre forniscono una originale chiave di lettura della storia, incentrata sui movimenti di popolazione e sulle contaminazioni genetiche, culturali e linguistiche che ne sono conseguite. Un altro argomento che potrebbe essere trattato e spiegato ilk prima possibile è l'esistenza e la funzione attuale di organismi non abbastanza conosciuti come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, il cui ruolo di strozzini dell'umanità non sarà mai sufficientemente divulgato. Strozzini dall'apparenza di benefattori nelle cui grinfie tutti sembrano così ansiosi di finire e il cui ~iudizio è decisivo per la sorte di intere nazioni, assai più di quello dell'Onu. Un metodo didattico utile a tali spiegazioni potrebbe essere quello dell'insegnamento della storia "al contrario", a partire dalle forme del dominio economico e militare ripercorrendo i passaggi storici decisivi e risalenao alle origini del colonialismo. È vero che i bambini non devono essere educati a imparare attraverso la sofferenza, ma possono capire meglio la storia attraverso la consapevolezza che la sofferenza esiste e che fa parte aell'umanità di cui loro, a loro volta, fanno parte. Che ricchezza e povertà, privilegio ed emarginazione, sioia e dolore non sono confinabili in universi chiusi, ma che fanno parte di noi stessi come l'aspirazione al bene e la tendenza al male. L'idea troppo laica e troppo occidentale, marcusiana direi, che il bambino vada educato alla eura spontaneità e giocosità favorisce il moltiplicarsi di individui nevrotici e irresponsabili, e in fondo se ne vedono in giro già abbastanza senza il bisogno di un contributo ulteriore da parte della pedagogia. Sono le stesse ragioni per cui, se è giusto, anzi doveroso, risparmiare ai bambini le immagini più crude della morte, non è giusto nascondergliene l'esistenza, che comunque entra sempre in qualche modo nella loro vita. I bambini stranieri nella scuola - stranieri però, va ricordato, nel senso bivalente, reciproco della parola - sono forse la chiave più immediata. ed emotivamente, fisicamente, coinvolgente per spiegare il mondo e la storia nelle sue diverse facce ai bambini stessi. E, illlill.,i e vorrei aggiungere, per coinvolgere, smuovere gli insegnanti che hanno un gran bisogno d essere smossi. L'insegnamento della storia do vutamente ripensato è probabilmente la strada che, meglio di altre, può "iniziare" bambini ragazzi e insegnanti a una nuova tensione morale e forse anche a un'idea della religione e della relisiosità più vicine ai problemi aei nostri temp1. Si parla molto, troppo, di professionalità e si usano troppi paroloni inutili e asettici come deontologia, senza indagare sulle motivazioni più profonde del lavoro di insegnante. Durkheim all'inizio del novecento par1 ava di "una religione ali'altezza dei progressi della scienza", anche se forse sarebbe oggi più esatto aggiungere anche "all'altezza dei misfatti della scienza". L'insegnamento della storia, vi- / j. . j LJ sta come una f2, 7 ~/fA./~ st?ria policentnca, libera dagli schemi nazionali, evoluzionistici, eurocentrici, può anche aiutare, attraverso la storia comparata delle religioni, a ripensare al ruolo oggi del "sacro" nelle nostre società disincantate. Le nostre mancanze di oggi aiutano anche a capire meglio il passato. Su questo problema l'esperienza di persone provenienti da alcuni paesi asiatici di antiche tradizioni religiose può essere f articolarmente preziosa. Ne corso del mio lavoro quotidiano di insegnamento dell'italiano a stranieri adulti nei corsi di alfabetizzazione e in corsi di formazione professionale, ho conosciuto molti di loro che sarebbero in grado di raccontare la storia loro e del loro paese, della loro religione, a noi e ai nostri bambini in modo e con esempi di cui nessuno "straniero", perché a quel punto lo straniero siamo noi, sarebbe capace. Gli adulti sono genitori - quando non lo sono, sono comunque genitori "potenziali" - e non c'è ra~ione di tenerli separati dai bambini. Le aule dei corsi per immigrati possono aprirsi, le attività didattiche per gli adulti non dovrebbero essere considerate "attività integrative", cioè marginali, serali, ma al contrario essere pienamente integrate nei piani didattici delle scuole. ♦

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